L’Origine del mondo di Gustave Courbet è un dipinto molto controverso a causa del realismo con il quale l’artista ha interpretato il nudo femminile.
Gustave Courbet, L’Origine del mondo, 1866, olio su tela, 46 x 55 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Indice
Descrizione de L’Origine del mondo di Gustave Courbet
Il dipinto ritrae in primo piano la zona pubica di un torso femminile. Il corpo della modella è adagiato su un lenzuolo ma di esso si intravede solo la porzione che va dalle cosce al seno.
Interpretazioni e simbologia de L’Origine del mondo di Gustave Courbet
L’Origine du monde è il titolo originale in lingua francese del dipinto di Gustave Courbet che in italiano è conosciuto come L’Origine del mondo.
Il taglio estremamente realistico e la prospettiva dalla quale è osservato il corpo della modella in L’Origine del mondo, supera, però, ogni altra opera di Courbet. Secondo i curatori del Musée d’Orsay di Parigi è la descrizione estremamente realistica e quasi anatomica del corpo che determina la forza visiva del dipinto. Infatti il pittore non ricorse ad artifici stilistici storici o classici già consolidati per rappresentare il soggetto. Al contrario, per rendere ancora più reale l’immagine compì uno studio molto attento delle tonalità dell’incarnato per sedurre lo sguardo dell’osservatore.
L’origine del mondo, però come indicano i curatori del Musée d’Orsay non è un’immagine pornografica. Infatti, lo studio attento della rappresentazione e il ricorso a tecniche della tradizione pittorica italiana del tonalismo rendono questa immagine un’opera prodotta con una grande abilità tecnica. Inoltre il significato potenzialmente scandalistico del dipinto si deve contestualizzare nel tentativo di Courbet di proporre una rappresentazione più aderente al vero della realtà.
Il messaggio simbolico de L’Origine del mondo di Gustave Courbet
Se si vuole interpretare L’origine del mondo di Courbet come una immagine simbolica, occorre partire dal titolo che allude alla riproduzione. Secondo questa lettura quindi il dipinto rappresenta la fecondità e la celebrazione della vita.
L’indagine sulla modella del dipinto L’Origine del mondo di Gustave Courbet
Negli anni recenti, il settimanale francese Paris Match, ha pubblicato un articolo che indica il nome della possibile modella del dipinto di Courbet. Secondo Claude Schopp, storico letterario, si tratta di Constance Queniaux ballerina dell’Opéra di Parigi. Schopp ha dichiarato che la sua ipotesi è fondata su una documentazione certa che rivela nel suo libro dedicato al dipinto.
Le informazioni utili per l’identificazione provengono dalla corrispondenza tra Alexandre Dumas figlio e la scrittrice George Sand. La lettera che contiene indizi importanti risale al mese di giugno del 1871. Nel testo conservato alla Bibliothèque Nationale de France è citato Gustave Courbet. La frase in questione è “on ne peint pas de son pinceau le plus délicat et le plus sonore l’interview de Mlle Queniault [sic] de l’Opéra” (“uno non dipinge col suo pennello la più delicata e sonora intervista della signorina Quéniaux dell’Opéra”).
La parola che salta agli occhi, perché fuori luogo, è interview, cioè intervista. Così, Schopp ha controllato il manoscritto originale, scoprendo che in realtà il termine scritto da Courbet è intérieur cioè interno. Questo termine potrebbe così indicare l’intimità della modella. A rafforzare tale ipotesi, lo storico ricorda che Constance Queniaux all’epoca di 34 anni, non danzava più da sei ed era amante del committente dell’opera, Khalil Bey.
Le ipotesi precedenti
Già nel passato, gli esperti dell’opera di Courbet ipotizzarono che la modella ritratta nel dipinto fosse una delle amanti di Khalil-Bey per via della sua fama di seduttore. Lo storico Gérard Desanges, nel 2011 fece il nome di Jeanne de Tourbey, nota per il suo salotto letterario a Parigi. La maggior parte degli storici però, tra i quali l’esperto di Courbet Jean-Jacques Fernier, concordava sull’identità di Joanna “Jo” Hifferman, moglie del pittore James Whistler e poi di Courbet. La Hifferman infatti è la modella di quattro dipinti intitolati Jo, la belle irlandaise, dipinti tra il 1865 e il 1866.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Il diplomatico turco-egiziano Khalil-Bey (1831-1879), commissionò il dipinto a Gustave Courbet. L’uomo politico era conosciuto come un collezionista eccentrico che frequentava i salotti dell’alta società di Parigi negli anni Sessanta dell’Ottocento. La sua collezione vantava inoltre opere molto particolari, dedicate alla celebrazione della figura femminile. Le opere però furono in possesso del diplomatico per breve tempo a causa del suo fallimento economico per debiti di gioco. Khalil-Bey nascose presso la sua abitazione il dipinto alla vista condendolo solo ad una stretta cerchia di amici. Tra i dipinti della collezione di Khalil-Bey vi era anche Il bagno turco di Ingres.
Gli studiosi dell’arte di Courbet non sono in possesso di informazioni certe rispetto ai seguenti proprietari del dipinto. Il diplomatico Khalil-Bey perse tutto nel 1868 e cedette L’Origine del mondo all’Hotel Drouot. Il barone Ferenc Hatvany acquistò in seguito il dipinto dalla galleria Bernheim-Jeune di Parigi. Fu quindi sottratto dall’esercitò tedesco durante la Seconda Guerra Mondiale. Il barone riuscì a riottenere il dipinto e a portarlo a Parigi dove fu venduto 1.5 milioni di franchi allo psicoanalista Jacques Lacan. Nel 1995, il museé d’Orsay acquisì L’Origine del mondo che fino a quel momento era parte della collezione dello psicanalista Jacques Lacan. L’origine del mondo comparve in pubblico per la prima volta nel 1988 a New York.
L’artista e la società. La storia dell’opera L’Origine del mondo di Gustave Courbet
L’Origine del mondo risale al 1866 ed è un’opera molto famosa per via del soggetto rappresentato ma poco esposta al pubblico.
I curatori del Musée d’Orsay hanno deciso di esporre l’opera di Courbet senza filtri che in precedenza coprivano la parte più intima della figura. Grazie a questa scelta una delle opere più discusse della storia dell’arte torna a essere protagonista e ufficializzata per il pubblico.
Ancora oggi l’immagine dipinta da Gustave Courbet suscita disagio alla vista a causa del suo crudo realismo. Si tratta infatti di una provocazione che risulta efficace a più di 150 anni dalla sua realizzazione. Inoltre anche gli algoritmi di riconoscimento di noti social network come Facebook continuano a riconoscerla come immagine pornografica.
Gli storici dell’arte fanno notare che negli stessi anni nei quali Courbet dipinse L’Origine del mondo, iniziavano a diffondersi le prime immagini fotografiche erotiche. In particolare Auguste Belloc, un fotografo francese, intorno al 1860, realizzò alcuni scatti fotografici che ricordano il taglio adottato da Courbet. Da questa considerazione nasce quindi la riflessione che il pittore potrebbe aver preso ispirazione da queste immagini.
Nel 2010, un appassionato d’arte acquistò nel mercato antiquariale un dipinto che raffigura il viso di una figura femminile reclinata. Alcuni ipotizzarono che si potesse trattare di un ritratto di Jo Hifferman per via dei capelli rossi. Gli esperti del museé d’Orsay di Parigi però hanno smentito che il piccolo dipinto sia la parte superiore dell’Origine del mondo.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile de L’Origine del mondo di Gustave Courbet
La maestria di Courbet nel dipingere questa icona della femminilità rimanda alla pittura tonale veneziana del Cinquecento. Gli storici infatti ricordano che il pittore francese ammirava la pittura di maestri quali Tiziano, Veronese e Correggio nella quale l’elemento sensuale fu fortemente rappresentato.
La tecnica de L’Origine del mondo di Gustave Courbet
L’Origine del mondo è un dipinto realizzato con colori a olio su una tela di 46 centimetri di altezza e 55 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
I colori dell’incarnato sono particolarmente curati e la pelle è resa con svariate sfumature di colore ambrato. Il corpo della modella è illuminato frontalmente e le ombre che si creano ai bordi del telo evidenziano il contorno della figura. Inoltre, il colore chiaro del tessuto evidenzia, per contrasto, il colore della pelle che viene anche esaltato dal fondo molto scuro.
Lo spazio
Il torso della figura femminile si trova in primissimo piano e la profondità delle scena è quindi annullata dal fondo scuro e monocromatico. Il taglio prospettico della figura rende l’osservatore molto vicino al soggetto e suggerisce quindi uno condivisione intima dello spazio che ospita la figura della modella. Infatti la sensazione, per lo spettatore, è quella di essere virtualmente, all’interno dell’opera. Anche da questa impressione nasce la sensazione di forte realismo che esprime il dipinto.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto è, probabilmente, il risultato di un taglio della tela che manca della parte superiore. Questa ipotesi, però, non ha ancora trovato una verifica storica. L’opera è di forma rettangolare e taglio orizzontale. L’inquadratura quindi favorisce la posizione divaricata delle cosce della modella che rende l’immagine più dinamica. Questa sensazione, inoltre, è sottolineata dalla disposizione inclinata verso sinistra del torso che si àncora alla diagonale che sale dall’angolo di sinistra in basso.
Approfondimento. La rappresentazione del sesso nella storia delle civiltà
L’Origine du monde del pittore francese Courbet diede avvio ad uno scandalo che si protrasse dal 1866 (data della composizione dell’opera) fino al 1995, quando il quadro venne finalmente esposto al Museo d’Orsay e mostrato al grande pubblico. La cosa non ci stupisce particolarmente, in quanto la nostra civiltà occidentale ha sempre ritenuto la rappresentazione esplicita della sessualità maschile e femminile un vero e proprio tabù, relegandone le immagini all’ambito pornografico. Ovviamente anche da noi pitture e sculture hanno sempre raffigurato corpi nudi, ma senza mai indugiare sul particolare anatomico.
La preistoria
Ma non è sempre stato così: proviamo insieme ad analizzare l’approccio delle popolazioni “antiche” a queste immagini. Partiamo innanzitutto dal simbolismo fallico, ritenuto da sempre rappresentazione di fertilità. Pare che un fallo in siltite, risalente all’incirca a 28.000 anni fa, scoperto all’interno di una grotta nel sud della Germania, sia a tutt’oggi una delle più antiche rappresentazioni falliche note.
Antico Egitto e Civiltà mesopotamiche
Per gli Egizi, il fallo svolgeva un ruolo di primaria importanza nel culto del dio Osiride, mentre per i Babilonesi il dio Enki aveva creato i due fiumi Tigri ed Eufrate proprio con la forza del suo pene.
La cultura greco-romana
Nella cultura greco-romana, il fallo era ritenuto l’origine della vita, in quanto considerato il generatore del seme, anche se, soprattutto nell’iconografia greca, i corpi maschili non sono mai raffigurati col membro in erezione, a meno che si trattasse di divinità molto particolari, come i Satiri o il dio della fertilità Priapo ( dal cui nome deriva la disfunzione erettile detta Priapismo).
Ora però è il caso di citare le falloforie: si trattava di processioni solenni in onore di Priapo e Dioniso, nelle quali si trasportavano enormi falli di legno, accompagnando il corteo con canti benaugurali. Secondo Aristotele, la Commedia antica prende nome proprio dal Komos, ovvero da questo corteo, che aveva funzioni apotropaiche.
I Romani, invece, rappresentavano il membro in mille modi ( e senza tabù), in particolare sotto forma di Fascinus. Gli scavi dell’antica Pompei, per esempio, hanno portato alla luce i tintinnabula, una specie di sonagli azionati dal vento e composti da più campanelle legate ad un’unica struttura dalle caratteristiche forme falliche; questi venivano usati per scongiurare le influenze malevoli. Inoltre la statue di Priapo custodivano in modo simile i giardini privati delle ville patrizie e ci sono pervenuti monili che rappresentano organi maschili.
La cultura dell’India antica
Ma è nell’India antica che troviamo non solo la raffigurazione dell’organo maschile (Lingam), ma anche di quello femminile (Yoni). E’ infatti nella tradizione vedica che affondano questi due significati, il Lingam e la Yoni, a rappresentare gli insiemi del femminile e del maschile, la complementarietà. Di queste, son conservate immagini in tutta l’India e il loro culto è antico quanto quello di Shiva.
In Occidente, invece, la sessualità femminile è sempre stata associata al concetto di maternità, come dimostra l’antico culto della Dea Madre.
La sua figura rimanda al simbolismo della creatività e della nascita, del nutrimento e della crescita. Si tratta di un culto primitivo (le Veneri Steatopigie) perpetrato poi a Creta, in Fenicia e Mesopotamia. Ma qui la femminilità è espressa da fianchi e seni abbondanti e non dalla cruda rappresentazione sessuale.
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Approfondimento. Il tema del Nudo femminile
L’Origine del mondo rappresenta una provocatoria e coraggiosa interpretazione del tema artistico definito come Nudo femminile. La figura nuda del corpo femminile è stata infatti oggetto di rappresentazione fin dalla Preistoria e un esempio sono le statuette note come Veneri preistoriche. Nel tempo il Nudo femminile è stato codificato secondo la sensibilità della cultura appartenente per evitare conflitti con la morale etica o religiosa.
Nell’Ottocento, in Francia, l’arte accademica permetteva la rappresentazione del corpo nudo femminile se contestualizzato con riferimenti classici. Un esempio di questa tendenza sono i dipinti di William-Adolphe Bouguereau. Courbet invece creò una decisa frattura con questa tradizione proponendo figure femminili in contesti quotidiani. Il realismo di queste interpretazioni realiste risulto subito provocatorio per i borghesi di Parigi. L’artista continuò per tutta la sua carriera artistica a riproporre nudi femminili o figure femminili spesso con soggetti esplicitamente erotici.
Per comprendere le motivazioni che spinsero gli artisti a rappresentare esplicitamente la sessualità si deve guardare al passato. Storicamente sono da considerare, infatti, le rappresentazioni scultoree e pittoriche dell’organo sessuale, anche in ambito religioso, come avvenne per molti anni nelle più importanti civiltà della storia dell’umanità.
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Bibliografia
- Jean-Jacques Fernier, Courbet, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 1995, 1998, EAN: 9788809761957
- Claude Schopp, La modella senza volto, Indagine su un quadro scabroso, Donzelli editore, Saggi. Arti e lettere, 2019, ISBN: 9788868439156
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 31 gennaio 2022.
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Gustave Courbet, L’Origine del mondo, sul sito del museé d’Orsay di Parigi.
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