L’uso della parola I di René Magritte è una celebre opera surrealista che riflette sulle convenzioni linguistiche e sui meccanismi della comunicazione.
René Magritte, L’uso della parola I, La Trahison des images (Ceci n’est pas une pipe), 1929, olio su tela, 60 x 81 cm. Los Angeles, County Museum of Art
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Indice
Descrizione de L’uso della parola I di René Magritte
Il dipinto di René Magritte raffigura una pipa di profilo, contro uno sfondo neutro. Sotto la pipa è presente la scritta in francese: Ceci n’est pas une pipe. Il testo è scritto con uno stile scolastico e l’immagine imita gli abecedari di un tempo affissi sulle pareti delle aule delle scuole primarie.
Interpretazioni e simbologia de L’uso della parola I di René Magritte
La Trahison des images (Ceci n’est pas une pipe) è il titolo originale in lingua francese del dipinto di Magritte tradotto in italiano come L’uso della parola. La traduzione italiana del titolo mette in evidenza l’operazione semiotica che compì il pittore, rappresentando insieme l’immagine e il nome dello stesso oggetto. In realtà la traduzione letterale è Tradimento delle immagini (Questa non è una pipa).
La struttura dell’immagine ricorda un gioco enigmistico, come il rebus, pubblicato all’interno delle riviste cartacee del tempo. È, quindi, evidente la riflessione linguistica di René Magritte che nelle sue opere creava trappole visive con rappresentazioni che negano l’evidenza. Così le immagini surreali di Magritte rappresentano inganni per lo sguardo come la doppia illuminazione ne L’impero delle luci. In altre opere le rocce si librano nel cielo come nubi. Ancora, il paesaggio fuori dalla finestra in realtà è l’immagine dipinta su una tela come ne La condizione umana. Magritte, quindi, riflette sulla convenzione linguistica che associa suoni e parole ad un oggetto reale e alla discrezionalità della rappresentazione figurativa dello stesso oggetto.
L’opera di Magritte risale agli anni Venti del Novecento, periodo in cui gli intellettuali francesi ed europei iniziavano a interessarsi più attentamente dei fenomeni linguistici. Il Corso di linguistica generale di Ferdinand de Saussure risale infatti al 1916. Paul-Michel Foucault, filosofo e sociologo francese, interessato al linguaggio, fu ammirato da L’uso della parola di René Magritte e gli dedicò il saggio intitolato proprio Ceci n’est pas une pipe. La prima edizione del saggio comparve nel 1968 sulla rivista Les Cahiers du chemin. Foucault pubblicò negli anni Sessanta del Novecento un noto saggio intitolato Les Mots et les chases, che riflette sul nome degli oggetti reali.
La negazione dell’evidenza e la convenzione del linguaggio
Michel Foucault, nel testo dedicato al dipinto di René Magritte, diede una spiegazione linguistica rispetto al significato concettuale dell’immagine. Il pittore belga dipinse l’immagine inequivocabile e ben riconoscibile di una pipa. Inoltre, per sottolineare la funzione esemplificativa dell’immagine, scelse di rappresentarla in stile abecedario. La pipa è rappresentata di profilo, la prospettiva nella quale si coglie al meglio la sua sagoma. Inoltre anche lo sfondo è neutro e non confonde l’osservatore. Infine, la modellazione e l’illuminazione diffusa semplificano ultimamente il riconoscimento.
La didascalia poi, che negli abecedari riporta la parola scritta che indica l’oggetto rappresentato, compie una negazione, affermando che l”immagine non una pipa. La spiegazione di questo meccanismo è molto sottile: l’immagine nel dipinto non è una pipa perché non possiede le caratterisiche fisiche di un oggetto reale e non può essere usata come tale. L’immagine rappresenta quindi una pipa per convenzione e per coloro che per cultura sono in grado di interpretare una immagine dipinta.
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Una versione de L’uso della parola I di René Magritte La Trahison des images (Ceci n’est pas une pipe), si trova a Los Angeles conservata presso il County Museum of Art.
L’artista e la società. La storia dell’opera L’uso della parola I di René Magritte
La versione de L’uso della parola I, La Trahison des images (Ceci n’est pas une pipe) di René Magritte di Los Angeles risale al 1929. René Magritte nacque nel 1898 e morì nel 1967 all’età di 69 anni. La prima versione de L’uso della parola è datata 1926, quando l’artista aveva circa 28 anni, l’ultima, invece, risale agli anni Sessanta del Novecento.
Magritte diede diversi titoli alle tele che riflettono sulla convenzionalità del linguaggio. Tra i molti vi sono: L’alba agli antipodi, Il tradimento delle immagini e I due misteri. In altri casi, invece, è presente solo l’immagine della pipa e la didascalia. In altre versioni, Magritte utilizzò lo stesso soggetto citandolo e riproducendolo in un quadro o su una lavagna. Le diverse versioni, ripropongono quindi lo stesso tema con alcune piccole variazioni o aggiunte. Queste reinterpretazioni hanno stimolato la riflessione di molti intellettuali che, nel tempo, hanno commentato l’opera secondo il proprio pensiero.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile de L’uso della parola I di René Magritte
René Magritte è considerato dagli storici dell’arte un maestro del Surrealismo. Ne L’uso della parola rivela la sua attenzione nei confronti dei meccanismi linguistici e la relazione tra testo e immagine.
Lo stile che caratterizza le opere di René Magritte è influenzato dalla sua formazione di illustratore. Infatti le figure e gli ambienti delle sue tele sono ricche di particolari attentamente descritti. Inoltre la sua esecuzione appare impersonale. Infatti, non si colgono pennellate o segni che rivelano il gesto del pittore ma le superfici sono accuratamente levigate al fine di produrre un chiaroscuro continuo e morbido. La pittura di René Magritte presenta, quindi, atmosfere tranquille e silenziose. Come sospese nel tempo e nello spazio.
Come la conduzione della sua esistenza, apparentemente ordinaria e domestica, lontana dagli eccessi mondani di Salvador Dalí, fu a che la sua pittura. Gli oggetti rappresentati nelle tele sono tratti dalla vita quotidiana come si può vedere ne Effetti personali. Le immagini, così, sembrano illustrazioni di libri scolastici per l’infanzia. Nello stesso tempo, l’accostamento inusuale di oggetti domestici e la composizione di situazioni paradosssali, fa nascere significati inquietanti e per nulla rassicuranti.
La tecnica
L’uso della parola I di René Magritte è un olio su tela di 60 centimetri di altezza e 81 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
Il dipinto di René Magritte è risolto con colori caldi, ocra sul fondo e marrone e nero sulla pipa.
L’illuminazione ideale è progettata per determinare il chiaroscuro descrittivo dell’oggetto come i colori realistici.
I colori caldi e poco saturi scelti da Magritte per questo dipinto sono coerenti con il significato concettuale dell’immagine. Infatti, come negli abecedari, anche il colore di fondo si accorda con l’oggetto rappresentato e diventa un ulteriore tratto semantico riferito alla pipa.
Lo spazio
La pipa, nel dipinto di Magritte, è disposta all’interno di uno spazio ideale e didascalico. La sagoma della pipa è posta contro uno sfondo neutro che non suggerisce alcuna spazialità ambientale.
Infatti come in una illustrazione scolastica o scientifica la sua immagine è riprodotta per evidenziare la struttura dell’oggetto. Per questo non ci sono altre figure perché Magritte intese evocare una rappresentazione linguistica e quindi concettuale.
La composizione e l’inquadratura
L’opera di Magritte è di forma rettangolare e inquadratura orizzontale. La struttura compositiva centrale dispone quindi al centro della diagonali la pipa e la scritta sotto di essa. Le linee sinuose dell’oggetto coincidono così con le linee strutturali della composizione. La scritta invece crea una direttrice orizzontale che stabilizza la figura.
La struttura compositiva scelta da Magritte riprende quella degli abecedari scolastici. Infatti la centralità dell’immagine definisce immediatamente il soggetto del dipinto. La scritta posta in basso inoltre è chiaramente riferita alla figura centrale. Infine, intorno alla pipa è presente una certa porzione di sfondo neutro, ma accordato cromaticamente con l’oggetto, che ritaglia la pipa dall’ambiente espositivo e ne sottolinea l’esemplarità.
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Bibliografia
- Giorgio Cortenova, Magritte, Giunti, Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809761551
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 20 giugno 2022.
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