La facciata del Duomo di Parma

La facciata del Duomo di Parma è la parte anteriore del Duomo che si affaccia sulla piazza del Duomo della città di Parma, in Italia.

Pagina aggiornata il: 28 agosto 2021. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Riassunto sul Duomo di Parma

Il Duomo di Parma è dedicato a Maria Vergine Madre di Dio e si trova in piazza Duomo a Parma. L’edificio è parte di un complesso architettonico composto dal Duomo, dal battistero e dal campanile. La chiesa è anche definita Cattedrale di Santa Maria dell’Assunta poiché ha sede la cattedra vescovile. L’osservazione della sua facciata è facilitata dalla presenza della piazza antistante che permette di allontanarsi e di vederla nella sua interezza.

La visita al Duomo di Parma permette di osservare da vicino un esempio di Romanico lombardo nelle sue caratteristiche originali. Infatti già a partire dalla facciata si può notare come non vi sia intonaco che ricopre le pareti. Le mura perimetrali esterne sono realizzate con conci di pietra di colore chiaro che rendono luminosa la facciata. Infatti in presenza di una piena illuminazione, i raggi del sole colpiscono radente la facciata che si anima di chiaroscuri.

Se la superficie esterna ha un’apparenza uniforme e scarna, le tre loggette che si sovrappongono verso l’alto movimentano la sua bidimensionalità. Infatti grazie alla luce solare diretta si vengono a creare profonde ombre tra gli archetti delle monofore e delle trifore. Questi chiaroscuri non sono particolarmente profondi a causa della ridotta dimensione degli archi. Sono però sufficienti a determinare una progressione ritmica che nella loggia superiore è ulteriormente dinamica. Infatti questa loggetta corre parallela alla cornice della copertura a capanna e assume un movimento autonomo.

Lo stile architettonico del Duomo di Parma

Il Duomo di Parma risale al XI secolo e gli storici dell’architettura lo definiscono di stile Romanico lombardo.

Approfondisci e consulta la pagina: Duomo di Parma affreschi e opere

La storia del Duomo di Parma

Prima della costruzione del Duomo di Parma esisteva una basilica paleocristiana risalente a circa il IV-V secolo. L’edificio andò a fuoco nel 860 e il vescovo Guibodo fece costruire un altro edificio religioso nei pressi di quello distrutto. Nell’890 la chiesa fu consacrata come Domus ma a circa metà del 1000 anche questa costruzione fu distrutta da un incendio.

Il Vescovo Cadalo era in carica durante la costruzione dell’edificio che possiamo vedere oggi. Nel 1059 le maestranze iniziarono la costruzione del nuovo Duomo di Parma e lo conclusero nel 1074. Papa Pasquale II consacrò poi l’edifico religioso nel 1106.

Intorno agli anni 1280-1294 i maestri campionesi intervennero sulla costruzione. Le maestranze rialzarono la facciata, allestirono il protiro del portale centrale e venne costruito il campanile.

Descrizione della facciata del Duomo di parma

La facciata del Duomo di Parma è orientata in senso opposto rispetto al Palazzo vescovile che si contrappone alla chiesa. La sua larghezza totale è di 28 metri e presenta tre ordini sovrapposti. Il primo ordine ha un aspetto scarno e comprende al centro l’ingresso principale protetto da un protiro e ai lati due portali minori. Il secondo ordine è occupato dalle due file sovrapposte di loggette. Il terzo ordine corre parallelo alla copertura a capanna ed è rappresentato da una fila di monofore. In seguito all’innalzamento del tetto negli anni 1280-1294 furono aggiunte le cornici a torciglione ed a scaletta.

La facciata e l’intero edificio hanno mantenuto l’aspetto originale come anche il Duomo di Piacenza e il Duomo di Cremona.

Ricordiamo che per facciata di un edificio si intende il prospetto esterno sul quale si trova l’ingresso principale.

La struttura della Facciata del Duomo di Parma si definisce a capanna, cioè con due spioventi simmetrici in alto che rappresentano l’inclinazione del tetto dell’edificio. Il suo aspetto è piuttosto sobrio anche perché la superficie esterna non è coperta da intonaco.

L’aspetto esterno delle mura della Facciata del Duomo di Parma è definito da un paramento murario realizzato a conci, cioè blocchi di pietra di colore chiaro.

Per paramento murario si intende il rivestimento esterno dei muri che possono essere realizzati anche in altro materiali quali mattoni o pietra.

Si può descrivere la Facciata del Duomo di Parma considerando la sua metà inferiore e la sua metà superiore.

La parte inferiore della Facciate del Duomo di Parma

La metà inferiore è priva di decorazioni e particolari architettonici e la muratura appare chiara e sono evidenti i blocchi di pietra squadrati. Su questa parte della facciata sono posti gli ingressi principali cioè tre portali. A destra, la facciata confina con il campanile che risale alla fine del XIII secolo e fu fatto edificare dal vescovo Obizzo Sanvitale.

Il portale centrale

Il portale centrale è più grande rispetto ai due laterali e nell’insieme creano una struttura simmetrica. I portali sono leggermente strombati cioè il loro profilo esterno risulta più ampio di quello interno. In genere la strombatura è presente anche nelle finestre di un edificio e permette un maggiore afflusso di luce esterna.

Al di sopra dei portali è presente una lunetta con finestra a vetrate.

La lunetta è un’apertura ad arco che amplia la superficie di entrata della luce al di sopra dell’ingresso.

L’ingresso centrale è chiuso da un massiccio portone. Inoltre l’ingresso principale della Facciata del Duomo di Parma è protetto da un protiro realizzato da Giambono di Bissone nel 1281.

Il protiro è la copertura posta al di sopra dell’ingresso e generalmente è decorata con statue o rilievi.

I battenti dell’ingresso, cioè la struttura in muratura che circonda il portone, sono decorati con rilievi realizzati da Luchino Bianchino nel 1491. Invece l’architrave è in marmo rosso.

I portali laterali

I portali laterali presentano dimensioni minori rispetto a quello centrale e sono posti simmetricamente rispetto alla verticale centrale. Inoltre sono coperti da una struttura molto semplice che forse prima della costruzione del protiro copriva anche quello centrale.

Gli archivolti dei due portali presentano poi da una triplice ghiera decorata a racemi e palmette. Queste decorazioni sono realizzate con lo stile piatto del romanico lombardo, cioè senza volumi sporgenti dalla lastra.

L’archivolto è un elemento decorativo che segue l’andamento dell’arco nel suo margine inferiore.

Le colonnine che affiancano i portali laterali presentano piedritti tripartiti, cioè i sostegni verticali, e capitelli figurati.

La lastra tombale di Biagio Pelacani

Sempre nella parte inferiore della Facciata del Duomo di Parma è presente la lastra tombale del matematico Biagio Pelacani che risale al 1416. La lastra si trova a destra del portale centrale.

Biagio Pelacani nacque a Noceto, a pochi chilometri da Parma, nel 1355 circa e morì a Parma nel 1416 all’età di circa 61 anni. Fu un matematico, filosofo e accademico italiano. Pelacani nel 1380 iniziò ad insegnare presso l’Università di Bologna. Dopo circa 4 anni, nel 1384 il matematico si trasferì a Padova. L’Università degli Studi di Pavia offrì una cattedra al Pelacani nel 1388 che però affrontò un processo per eresia nel 1396. Di conseguenza nel 1407 si trasferì presso l’Università degli Studi di Padova, dove insegnò fino al 1411.

La parte superiore della facciata del Duomo di Parma

La metà superiore della facciata del Duomo di Parma è più movimentata della metà inferiore. Infatti si possono vedere due loggette che si sovrappongono e una terza loggetta in alto, che segue il profilo a capanna della copertura. Le arcate delle loggette sono cieche, cioè non sono presenti finestre.

Le loggette sono strutture architettoniche che si aprono all’esterno e in genere sono sostenute da archetti. Possono essere funzionali come i balconi o i portici, oppure semplicemente decorative.

La loggetta inferiore è disposta allo stesso livello del secondo piano del protiro. Questa loggetta della facciata del Duomo di Parma presenta quattro trifore incorniciate da archetti che poggiano su piccole colonne, in marmo veronese, nella parte centrale. Invece nelle estremità di destra e di sinistra le trifore poggiano sul muro della facciata.

La loggia superiore è decorata con quattro trifore e presenta una struttura simile a quella inferiore. L’altezza delle aperture, però, è minore.

La loggetta in alto presenta una altezza limitata rispetto alle altre due poste più in basso. Inoltre è decorata con una fila continua di 21 monofore, una centrale nella parte più alta e dieci per lato. Le colonnine invece sono 20 e lateralmente le monofore poggiano sul muro della facciata.

La trifora è una finestra che presenta tre aperture, in genere incorniciate da colonnine e sormontate da archetti.

Al di sopra del protiro, in posizione centrale, si trova una grande monofora, cioè una finestra con una sola apertura. Questa grande monofora permette alla luce ambientale di illuminare l’interno del Duomo di Parma.

Le opere della facciata del Duomo di Parma

Il protiro della facciata del Duomo di Parma di Giambono di Bissone

Il protiro a due piani che decora la parte centrale della facciata del Duomo di Parma è costruito sulla verticale centrale della facciata. Questa struttura quindi è di grande importanza nella definizione dell’equilibrio delle masse architettoniche e caratterizza la facciata insieme alle loggette che si trovano nella parte superiore. Secondo gli storici dell’architettura, Giambono di Bissone realizzò il protiro nel 1281.

Il protiro è tipico delle costruzioni romaniche. Questo elemento architettonico era già presente nelle domus romane ed era un breve corridoio.

Il protiro è costituito da un grande arco a tutto sesto che poggia su due colonne corinzie in marmo decorate con motivi vegetali. A loro volta le colonnine poggiano ognuna su un leone stiloforo. Sopra l’architrave del portale e sull’imposta dell’arco del protiro si trova una fascia decorata con rilievi.

I rilievi dei mesi

Nella parte inferiore dell’arco del protiro si possono vedere i rilievi dei mesi realizzati nei primi decenni del XII secolo.

Internamente si trova una volta a botte il cui archivolto, cioè la sua parte frontale, è decorato a ghiere concentriche che presentano colori contrastanti. Gli storici dell’arte fanno notare la particolare finezza di questi rilievi.

In alto il protiro è coperto da una loggia che sorregge una copertura a doppio spiovente. Due colonnine in ordine corinzio sorreggono a sinistra e a destra la copertura.

Oltre la loggetta si apre una grande monofora definita in alto da un arco a tutto sesto.

Il leone stiloforo è una scultura a forma di leone accucciato sulla cui schiena si imposta la colonna. Questa struttura architettonica è presente in molte opere anche interne alle chiese e ad altri edifici di tipo civile. Puoi vedere un esempio di leone stiloforo nel Il Pulpito della Chiesa di Sant’Andrea di Pistoia di Giovanni Pisano.

I battenti dell’ingresso della cattedrale di Parma di Luchino Bianchino

I rilievi dei battenti risalgono agli anni 1493-1494.

I leoni stilofori del protiro di Giambono da Bissone

Giambono da Bissone scolpì i due leoni stilofori che sorreggono le colonnine del protiro nel 1281. La sua opera è testimoniata da una iscrizione firmata. I due animali sono diventati nel tempo il simbolo della città di Parma. Come ogni particolare decorativo della cattedrale anche i leoni stilofori hanno una loro funzione, cioè quella di proteggere l’ingresso del duomo. I due leoni non sono perfettamente simmetrici.

La prima differenza più evidente è quella della colorazione superficiale dei due animali. Infatti il leone di sinistra è di colore bianco mentre quello di destra è di colore rosso. Secondo gli storici dell’arte questa differente colorazione rappresenta la duplice natura umana e divina di Cristo. I due leoni quindi sono la rappresentazione di Gesù e simboleggiano la sua forza nel sostenere la Chiesa. Rappresentano inoltre la vittoria di Cristo sulla morte.

Giambono da Bissone fu uno scultore ticinese del quale gli storici dell’arte non hanno informazioni certe. Probabilmente lo scultore operò tra Emilia e Lombardia nell’ultimo quarto del Duecento. Gli storici grazie al testamento dello scultore Giannibono di Enrico d’Arogno ipotizzano che Giambono possa essere stato suo nipote. Secondo questa ipotesi quindi lo scultore fece parte della importante bottega campionese di Adamo da Arogno attiva presso il Duomo di Trento. L’attività fu continuata dai suoi discendenti che erano imparentati i ticinesi Bigarelli attivi anche nei cantieri della Toscana.

Bibliografia

  • Laudedeo Testi, M. Pellegri, La cattedrale di Parma, Silva, 2005, EAN: 9788877651204
  • Carlo Blasi, Eva Coisson, La fabbrica del Duomo di Parma. Stabilità, rilievi e modifiche nel tempo, Parma, Grafiche Step, 2006.
  • Mauro Raccasi, Fabrizio Marcheselli, Parma, Milano, Electa, 2007
  • Chiara Frugoni, La cattedrale e il battistero di Parma. Guida a una lettura iconografica, Einaudi, Collana: Einaudi tascabili. Saggi, 2007, EAN: 9788806185015

Link esterni

Consulta la pagina dedicata alla Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Duomo di Parma, sul sito ufficiale.

© ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci