La Notte Stellata di Van Gogh è un dipinto emozionante che ti trasporta in un mondo incantato e riflette le tue sensazione più intime.
In copertina: Vincent van Gogh, Notte stellata, 1889, olio su tela, 73,7 x 92 cm. New York, Museum of Modern Art (MoMa)
di Marco Rabino
Sono passati ormai sei anni dalla pubblicazione su Ado dell’analisi dell’opera, dedicata alla Notte Stellata di Vincent Van Gogh. Da quel 18 gennaio del 2018 la scheda ha raccolto milioni di visualizzazioni e l’apprezzamento che i lettori hanno riservato all’analisi, che ho scritto a quel tempo, testimonia la loro ammirazione mei confronti del dipinto di Van Gogh. Considerando che l’analisi di un’opera richiede un linguaggio distaccato emotivamente e obiettivo, non penso che il gran numero di lettori sia stato attirato dal tono dell’articolo. Invece, sono convinto che sia proprio l’affezione verso questo dipinto ad averli spinti ad approfondire la conoscenza de La Notte stellata, un’opera quasi magica.
La Notte stellata di Van Gogh è un’immagine iconica
È sicuro, che la potente immagine creata da Van Gogh stimola la nostra immaginazione e cattura il nostro sguardo. Diversamente da altre opere, appena compare sullo schermo di un dispositivo richiama la nostra attenzione e non passa inosservata come un’immagine qualsiasi. Gli esperti la definiscono un’immagine iconica, cioè un’immagine che possiede un potere simbolico universale.
Infatti, la Notte stellata, comprensibile da lettori di ogni formazione, da grandi e piccoli, è un’immagine transculturale e transgenerazionale. In questo senso ha spodestato pure la fama della Gioconda, o Monna Lisa, di Leonardo Da Vinci, icona dell’arte mondiale nei media tradizionali. Non che io spodesti il dipinto più famoso di sempre, almeno nel Novecento, dal trono museale, ma il l’attenzione del web offerta al dipinti di Vincent è inequivocabile.
Il dipinto di Van Gogh risveglia le nostre emozioni
Ebbene, abbiamo realizzato che la Notte Stellata è un’opera che sa parlare a tutti noi, risveglia nostre sensazioni profonde e qualche ricordo adolescenziale. Ma è sufficiente questo aspetto per farla diventare una vera star anche tra gli studenti italiani? Sei anni fa ho descritto i meccanismi linguistici, sui quali si basa la composizione dell’opera, e già da questa prima analisi si comprende che il dipinto di Van Gogh è destinato al successo.
Puoi leggere qui l’Analisi della Notte Stellata di Vincent Van Gogh.
Infatti, la Notte Stellata è un prototipo molto semplice del paesaggio che ritrae un paesino immerso nella natura e nella notte. Nel borgo abitato si colgono infatti le casette piccine dall’aspetto fiabesco, inoffensivo, che paiono abitate da gentili nanetti. Poi, le finestre illuminate evocano in noi il calore di una famiglia che vive serena all’interno. Basta già questa visione notturna per stimolare una vasta gamma di emozioni, serenità, malinconia, forse tristezza.
Una sera passeggiando sotto il cielo stellato
Osservare il dipinto è un po’ come essere immersi nella scena creata da Vincent, in alto, sulla collina, circondati dai rumori della notte. Sembra infatti di sentire il frinire dei grilli, lo squittìo della civetta e il fruscio del vento che scuote il grande cipresso nero. Siamo li, immobili, di fronte al paese avvolto nel buio e alziamo gli occhi verso il maestoso cielo stellato dipinto da Van Gogh. Ecco che rimaniamo affascinati, un po’ attoniti un po’ smarriti e ci lasciamo ipnotizzare dalle spirali di luce che animano l’universo come luci di un luna park.
Un dipinto meditato, risultato della sua elaborazione in studio
Il paesaggio notturno di Notte stellata è così iconico perché non fu dipinto da van Gogh en plain-air, ma è il risultato della sua elaborazione in studio. Infatti, per molto tempo si è pensato che Vincent abbia ritratto il paesaggio notturno dalla finestra della sua stanza della clinica di Saint-Rémy-de-Provence. Dall’alto, si ha una vista sulla vallata, dove si trova proprio il villaggio di Saint-Rémy con le Alpilles sullo sfondo. Gli studiosi dell’opera di Van Gogh, come sempre in cerca di nuove scoperte, hanno invece dimostrato che il pittore reinventò, in parte, il paesaggio, forse sulla base di ricordi.
La scena del dipinto è quindi ricostruita e immaginata perché la vista dalla finestra della camera dove soggiornò Vincent, non permetteva di vedere con tale inquadratura il paesaggio. In conclusione, è proprio questo processo di invenzione che permette al dipinto di essere iconico. La mente creativa di Van Gogh ha così, elaborato un’immagine basandosi sui ricordi di tutta la pittura vista nei suoi anni precedenti e forse, anche delle sue letture.
La partenza di Vincent da Parigi per raggiungere il sole del sud
Alla fine del febbraio 1886, Van Gogh decise di partire per Parigi e prese alloggio nell’appartamento del fratello Theo, mercante d’arte. Nella capitale francese conobbe gli artisti più attivi dell’epoca, che faranno la storia dell’arte moderna. Presto, però, dopo aver condiviso con questi compagni la pittura en plain-air a Parigi e dintorni, Vincent si stancò della frenesia metropolitana. Così, nel febbraio del 1888, decise di trasferirsi nel sud della Francia alla ricerca dei colori del posto. Prese quindi alloggio ad Arles, in Provenza dove, nel settembre 1888, si stabilì nella nota Casa Gialla, studio e abitazione. Vincent, entusiata invitò il pittore Paul Gauguin a vivere con lui per fondare una comunità artistica.
Gauguin arrivò ad Arles il Il 29 ottobre 1888 ma presto, la convivenza risultò problematica e sfociò in un dramma sfiorato. Vincent Van Gogh, il 23 dicembre 1888, si automutilò l’orecchio sinistro, forse in seguito al tentativo di aggressione su Gauguin. Questo gesto è centrale nell’opera e nella vita degli ultimi anni del pittore. Segna, infatti il campanello d’allarme della sua agitazione esistenziale e descrive il suo difficile rapporto con coloro che gli erano vicini. Dopo un primo ricovero nell’ospedale di Arles, su consiglio dei medici, Van Gogh, nel maggio 1889 entrò volontariamente nella Maison de Santé di Saint-Paul-de-Mausole. I sanitari gli misero a disposizione una stanza da adattare a studio, e gli concessero di uscire accompagnato da un inserviente.
La Notte stellata nella cultura di massa
La notevole fama dell’opera, la sua duttilità, unite alla sua iconicità, hanno favorito molteplici letture. Il dipinto infatti, è stato commentato da più parti, a sostegno di diverse tesi e in diversi contesti. Ad esempio, una indagine dell’astronomo italiano Gianluca Masi, ha scoperto che Van Gogh dipinse il quadro nella notte del 23 maggio 1889, poco prima dell’alba. Masi ha utilizzato un softwer astronomico che ha restituito una immagine del cielo a quella data, comparabile con quello del dipinto.
Cosa dice la scienza
L’astronomo ha così potuto constatare la stessa configurazione del cielo di Van Gogh perché si vede chiaramente la luna all’ultimo quarto, e Venere la grande stella bianca vicino al cipresso nero. Poiché, secondo le recenti ricerche, il pittore eseguì il dipinto al chiuso, la sua osservazione fu annotata dal vero. Ancora più incredibile sembra l’interpretazione che accosta i vortici di Van Gogh alle leggi che governano i moti dell’atmosfera nella fluidodinamica.
Approfondisci e leggi l’articolo: La Notte Stellata sul Rodano di van Gogh (Arles, 1888).
Alcune considerazioni astronomiche.
Infatti, alcuni scienziati di Francia e Cina esperti in dinamica dei fluidi hanno analizzato i vortici dipinti, trattandoli secondo le attuali conoscenze della turbolenza atmosferica. Gli studiosi, tra i quali Yinxiang Ma e Wanting Chun, e un francese, Francois Schmitt, hanno analizzato il dipinto utilizzando una griglia di calcoli e modelli matematici. Così, i vortici del cielo dipinto si avvicinano alla corretta rappresentazione della teoria della cascata di energia. Questa teoria descrive il trasferimento di energia cinetica nell’atmosfera da flussi turbolenti su grandi scale a flussi su piccole scale. In particolare nello studio congiunto, si fa riferimento alla legge di Kolmogorov e alla scala di Batchelor.
Leggi l’articolo originale Hidden turbulence in van Gogh’s The Starry Night su AIP Publishing e l’articolo su La Stampa.
Il significato di un capolavoro è spesso fluido e inafferrabile
Infine, è curioso che per avvalorare la grandezza dell’opera di Van Gogh si avanzino prove scientifiche come quella della correttezza astronomica. Il valore dell’opera d’arte non stà necessariamente nella sua aderenza al vero. Infatti le opere d’arte più famose, universalmente, sono quelle frutto dell’ingegno umano. Scomodiamo nuovamente la Gioconda di Leonardo. Il ritratto è frutto di una continua revisione e proprio i dettagli che la rendono così unica sono pura invenzione tecnica. Accogliamo quindi queste suggestioni che ci offre la scienza, ma il significato dell’arte è fluido e inafferrabile, accessibile anche attraverso le sensazioni che ci suscita.
Leggi qui l’analisi approfondita della Gioconda di Leonardo.
Non mancano anche letture psicologiche sul perché l’opera ha così presa sulla nostra immaginazione. E poi, riproduzioni, gadget e tutto un tripudio di merchandising che ripropone sul nostro arredamento, quaderni e diari, l’opera di Vincent. I flussi aerei del suo cielo hanno ispirato i giardinieri che hanno modellato la vegetazione sul suo disegno. Alcuni chef hanno anche creato composizioni che la celebrano.
La Notte stellata a scuola
Ma il grande pubblico che consulta le pagine dedicate alla Notte stellata sono i giovani. Infatti, secondo le statistiche che ho potuto rilevare, gli adolescenti amano molto questo dipinto di Van Gogh. Gli alunni lo incontrano e lo disegnano già nel corso della scuola primaria, dove probabilmente rientra nelle loro visioni fiabesche. Lo riprendono poi volentieri durante la scuola secondaria di primo grado, ex scuola media, e ricordano con piacere di averlo già incontrato. Qui, con strumenti più adeguati e con maggiore capacità grafiche, riproducono nuovamente l’opera. Rivivono, così sensazioni vissute anni prima e caricano la loro esperienza di nuovi significati.
Molti di loro, poi, inseriscono la Notte stellata per propri percorsi che portano all’esame al termine del primo ciclo di istruzione. Si tratta di una importante tappa della loro formazione, il primo esame, e il dipinto di Vincent è ancora con loro. Lo ritroveranno nella scuola superiore, stampato sui manuali di storia dell’arte e forse lo riprodurranno nuovamente per rivivere le stesse piacevoli sensazioni. Nella mia carriera di insegnante ho potuto valutare che la rete ha avvicinato molto i giovani all’arte. Contrariamente ai timori nati in seguito alla grande diffusione di Internet, il web non ha allontanato i giovani dalla cultura tradizionale.
Un’immagine che ricorda gli anni dell’infanzia
Anzi, sono stati proprio i numerosi video e tutorial, postati da publisher adolescenti o poco più, che hanno contribuito ad avvicinare i giovani alla grande arte. Certo l’opera di Van Gogh parte avvantaggiata. La vita del pittore fu quella di un eterno adolescente, controverso e confuso come molti giovani a quell’età. Inoltre, le immagini che si trovano nei dipinti di Vincent non presentano contenuti erotici o esplicitamente sensuali, come nel caso del suo amico amato-odiato, Paul Gauguin. L’opera di Van Gogh è caratterizzata da una visione poetica e fiabesca della natura, sopratutto negli ultimi anni. Quella di Gauguin, nei suoi anni tahitiani, che poi sono quelli nei quali lo ricordiamo, è carica di sensualità e ancestrale bellezza femminile.
Ho chiesto all’AI cosa ne pensi del legame tra i giovani e La Notte stellata. La risposta è stata: è un fenomeno dalle mille sfaccettature e affascinante. L’opera di Van Gogh, con la sua forza espressiva e la sua capacità di evocare emozioni profonde, continua a parlare alle nuove generazioni, e offre loro un punto di riferimento e un’ispirazione per il futuro. Ovviamente l’AI ha articolato con più parole questo rapporto ma è giunta alle conclusioni che mi aspettavo. La Notte stellata è diventata una icona pop, ha raggiunto la moda, il design, è largamente riprodotta sui social e ha ispirato molti artisti e musicisti.
Perchè la Notte stellata di Van Gogh ci dona speranza nel futuro
Il dipinto veicola emozioni universali che ognuno di noi vive nella propria intimità ma che fanno parte del sentire comune. Rappresenta inoltre, le nostre speranze sul futuro, un futuro sempre più proiettato oltre i confini del nostro sistema solare. E a questo riguardo non mi sorprenderei se diventasse il simbolo universale della migrazione umana verso lo spazio. Il cielo di Van Gogh raffigura un universo rassicurante, accogliente, per nulla minaccioso. Anche la tecnica utilizzata dal pittore olandese è libera e decisa, come il desiderio di libertà di ogni adolescente.
E quindi, ecco spiegato anche il fascino che quest’opera esercita sugli adulti. In noi è ancora presente l’adolescente che siamo stati. Viviamo ancora le sue ansie, le sue gioie e le sue speranze. Forse, gli anni e le preoccupazioni, ci hanno resi più duri e disincantati ma se ci sforziamo di ricordare, ritroviamo le stesse tensioni e le stesse aspirazioni. Il dipinto di Vincent ci regala così l’opportunità di ritrovare un po’ di noi stessi. Anche se la nostra personalità è in continua evoluzione, è in quegli anni che abbiamo raggiunto una piena consapevolezza e abbiamo gettato le basi per i nostri rapporti sociali.
La Notte stellata, alla continua ricerca di noi stessi
Sono consapevole che queste mie riflessioni sono solo un piccolo contributo alla conoscenza della Notte Stellata. Il loro scopo è però, quello di diffondere l’idea che l’osservazione di un dipinto ci arricchisce se l’affrontiamo da molteplici punti di vista. Quindi, approfittiamo dei tanti creativi che sono presenti in rete e sui social. Sicuramente il loro punto di vista sarà diverso dal nostro e potrà fornirci una nuova prospettiva sull’opera e su noi stessi.
Per concludere faccio un accenno all’altro dipinto, Notte stellata sul Rodano, che qualche volta si confonde con quello del 1889. Van Gogh la dipinse nel 1888, durante il periodo che l’artista trascorse ad Arles, in Francia. La notte stellata si affaccia sulle acque del fiume Rodano e crea un’atmosfera più tranquilla e riflessiva. In primo piano si coglie la riva del fiume e quindi le luci dell aparte opposta che si riflettono sull’acqua. Sono le luci della città di Arles che brillano nella notte. Sotto il cielo tempestato di stelle della Via Lattea una coppia passeggia tranquillamente illuminata dalle luci dorate.
Questa visione è più pacata e riflessiva e per alcuni commentatori rappresenta il legame tra l’uomo e la natura. Per altri invece la luce che si riflette sulla superficie del fiume simboleggia la sfera spirituale. Il dipinto si trova al Musée d’Orsay di Parigi e si può ammirare nella cornice dell’ex stazione ferroviaria. Il museo offre una vasta collezione di opere d’arte impressioniste e post-impressioniste, e molti capolavori di Van Gogh.
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