La Pittura Analitica

La Pittura Analitica fu una corrente artistica italiana nata in reazione alle tendenze concettuali degli anni Sessanta del Novecento.

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Immagine: Riccardo Guarneri, N. 16, 2014, tecnica mista, acrilico su tela, cm 80 x 160. Pezzo unico, © Riccardo Guarneri / Courtesy Glenda Cinquegrana Art Consulting

La Pittura Analitica è anche detta Nuova pittura, Pittura pittura, Fondamental Painting, ed ebbe come punto di riferimento il critico Filiberto Menna. È una corrente artistica nata in Italia verso la fine degli anni Sessanta del Novecento, che si è sviluppata negli anni Settanta del Novecento. Alcuni artisti aderirono a questo movimento per reazione all’Arte Concettuale e all’Arte Povera, al Minimalismo e all’Espressionismo Astratto. Fu il desiderio comune di tornare alla pittura, deprecata dalle sperimentazioni del concettuale, a riunire gli esponenti intorno ad un ideale comune.

Questi artisti tornarono alla pittura, rifondando, però, il metodo pittorico, nei temi e negli stili utilizzando, in parte, i materiali della Pop Art. Per fare questo diedero maggiore importanza all’analisi e alla conoscenza dei mezzi espressivi di un artista. A tal fine, il metodo concettuale tornava così, parzialmente, nel loro programma, ma in quanto procedimento utile per il processo analitico. La pittura diventa così oggetto della pratica pittorica, che abbandona ogni riferimento al dato naturalistico o realistico. Il dipinto viene considerato nella sua qualità di oggetto fisico del quale indagare le componenti come la tela, la cornice, la materia pittorica, il colore e il segno.

La relazione tra opera e autore nella Pittura Analitica

Importante è anche l’aspetto relazionale. Gli analitici sondarono infatti il rapporto tra il manufatto artistico e il suo autore. Quindi, diventa importante la contestualità dell’operazione analitica. L’operazione di un pittore analitico si concentra così sul momento dell’azione creativa e il luogo che media il rapporto tra autore e opera. Per questo il termine Pittura pittura sta ad indicare l’autoreferenzialità dell’operazione artistica che mette al centro della riflessione, concettualmete, sè stessa e il lavoro dell’artista. Una delle caratteristiche più importanti della pittura analitica fu l’assenza di impegno sociale, politico o istanza biografica. È stato, in definitiva, un ritorno alla pura pittura attuato attraverso un procedimento razionale, linguistico e privo di componente emotiva.

Gli artisti della Pittura Analitica

In Europa, Francia e Germania, e nel mondo ci furono nello stesso periodo altre espressioni molto vicine alla pittura analitica italiana. Gli artisti della Pittura Analitica furono attivi in particolare a Roma, Milano e Genova. Uno dei più importanti esponenti fu Giorgio Griffa che confermò nel 1980 l’assenza di unità tra gli artisti. Infatti, coloro che parteciparono a questo tipo di sperimentazione non formarono mai una vera e propria corrente e non sottoscrissero un movimento programmatico. Invece scambiarono esperienze ed idee, consapevoli di operare all’interno di una logica omogenea che riuniva tutti nel rifiuto del concettuale.

Artisti anticipatori della Pittura Analitica furono Rodolfo Aricò, Mario Nigro e Giuseppe Uncini. Secondo i critici, nel complesso, furono circa quaranta i pittori italiani che si unirono a questa ricerca. I più noti sono Carlo Battaglia, che ha analizzato la componente della bidimensionalità della tela e la superficie. Le sue figure sono forme geometriche che misurano lo spazio e creano prospettive ingannevoli.

I principali esponenti negli anni Settanta del Novecento

Claudio Olivieri fu uno dei fondatori della Pittura Analitica. Giorgio Griffa è considerato come un protagonista dell’analisi della riduzione al minimo del linguaggio pittorico. Utilizzò segni elementari dipinti su tele grezze, prive di preparazione, ed esposte liberamente, senza telaio. Pino Pinelli operò una sintesi fra tradizione e innovazione operando sulla superficie della pittura. Gianfranco Zappettini dipinse tele “bianche” procedendo con diverse stesure di acrilico bianco, misto a polvere di quarzo, per coprire il nero della preparazione. Marco Gastini utilizzò la parete come supporto di quadrettature e tracciati elementari in polvere di cemento, carboncino o conté. Paolo Cotani dipinse inizialmente monocromi e bande elastiche tensionate su un telaio. In seguito passò ad utilizzare l’alluminio sagomato. Carlo Cacciolla utilizzò invece materie prime industriali grezze sulla tela.

Altri esponenti della Pittura analitica sono Luciano Bartolini, Enzo Cacciola, Marco Cappelletti, Riccardo Guarnieri, Elio Marchegiani, Paolo Masi, Vittorio Matino, Carmengloria Morales, Claudio Verna.

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Bibliografia

  • Volker W. Feierabend, Marco Meneguzzo (a cura di), Pittura Analitica, mostra Permanente di Milano, Fondazione VAF, 2008, ISBN 9788836609840
  • Alberto Fiz, Pittura Analitica – Ieri e oggi, Silvana Editoriale, catalogo Milano, Primo Marella Gallery, giugno – luglio 2015, 2015, ISBN 9788836631780
  • Alberto Rigoni, Luigi Meneghelli, Prefazione di Philippe Daverio Gli anni della Pittura Analitica – I protagonisti, le opere, la ricerca, mostra Verona, Palazzo della Gran Guardia, maggio – giugno 2016, Silvana Editoriale, ISBN 9788836633906
  • Alberto Rigoni, testi di: Giorgio Bonomi, Alberto Rigoni, Michele Beraldo, Pittura Analitica- Origini e continuità, mosra Piazzola sul Brenta (PD), Villa Contarini, luglio – ottobre 2017, Rocca di Umbertide (PG), luglio – agosto 2017 Silvana Editoriale, ISBN 9788836637669

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