La Scuola di Posillipo fu una realtà artistica di metà Ottocento attiva in Italia, a Napoli con opere di paesaggio e vedute cittadine.
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La Scuola di Posillipo si formò a Napoli negli anni Venti dell’Ottocento e riunì alcuni artisti dediti alla pittura di paesaggio.
I capofila della Scuola di Posillipo furono Anton Sminck van Pitloo e in seguito Giacinto Gigante.
Origine e significato del termine Scuola di Posillipo
Inizialmente i pittori accademici coniarono la definizione di Scuola si Posillipo per indicare gli artisti che dipingevano per i turisti. Infatti la bellezza dei paesaggi napoletani si prestava a realizzare opere ricordo molto richieste dai viaggiatori. Furono soprattutto i turisti inglesi ad apprezzare le opere di questo pittori napoletani e con le loro richieste ne favorirono il mercato.
Storia della Scuola di Posillipo
Il vedutista olandese Anton Sminck van Pitloo fu il fondatore della Scuola di Posillipo. L’artista si stabilì a Napoli nel 1816 e intorno al 1820 il suo studio raccolse alcuni giovani pittori napoletani.
Alla Scuola di Posillipo aderirono artisti di diverse generazioni. Tra il 1825 e il 1835 si formò la prima generazione di artisti quali Achille Vianelli, Gabriele Smargiassi, Teodoro Duclère, Vincenzo Franceschini, Beniamino De Francesco, Alessandro Fergola e Pasquale Mattej.
A partire dagli anni Trenta dell’Ottocento, secondo gli storici dell’arte, le opere della Scuola di Posillipo presentano un aspetto oleografico, cioè stereotipato. I modelli continuarono ad essere quelli dei primi anni senza evolvere però verso nuove e contemporanee ricerche. Il modello elaborato nel contesto della scuola contribuì a creare l’estetica della cartolina illustrata.
Il linguaggio estetico della Scuola di Posillipo
Inizialmente i primi membri della la Scuola di Posillipo mantennero i modelli paesaggistici della tradizione pittoresca. I loro paesaggi però offrivano interpretazioni liriche e si avvicinarono al paesaggio romantico.
Le fonti di ispirazione del linguaggio e le esperienze europee contemporanee
I pittori della Scuola di Posillipo furono avvantaggiati nella loro ricerca della libertà che godeva il genere del dipinto di paesaggio. Infatti questo genere artistico al tempo era considerato minore rispetto alla pittura di figura, storica o religiosa. Di conseguenza era sottoposto a un diversa censura da parte dell’ambiente accademico.
Le opere della Scuola di Posillipo quindi introdussero delle novità pittoriche provenienti dalle tendenze artistiche europee introdotte grazie ad artisti stranieri. L’artista romantico inglese William Turner soggiornò a Napoli tra il 1819 e il 1828. L’artista attraverso le sue opere basate sull’uso esclusivo della luce cromatica diede un forte contributo allo sviluppo della Scuola di Posillipo. Anche il maestro del realismo, il francese Camille Corot, membro della Scuola di Barbizon contribuì alle esperienze paesaggistiche napoletane. Una decisiva influenza ebbero anche l’artista austriaco Joseph Rebell, Johan Christian Dahl e il pittore belga Frans Vervloet.
Gli artisti della Scuola di Posillipo
La Scuola ebbe molti allievi e sostenitori appartenenti a famiglie importanti. Tra queste vi furono le famiglie Carelli, Fergola, Witting, Gigante.
Raffaele Carelli partecipò alle attività della scuola con i figli Consalvo, Gabriele e Achille. Luigi Fergola aderì con i figli Salvatore e Alessandro, e il nipote Francesco, figlio di Salvatore. L’incisore Teodoro Witting diventò il suocero di Giacinto Gigante. Insieme a lui vi fu il figlio Gustavo Witting. L’artista Gaetano Gigante fu il padre di Giacinto, quindi Emilia, Achille ed Ercole.
Quando morì l’artista Anton Sminck van Pitloo, divento leader della Scuola di Posillipo Giacinto Gigante. Da quel momento i dipinti dell’artista napoletano diventarono emblematici della scuola.
La prima generazione di artisti della Scuola di Posillipo
I primi artisti che si formarono presso la Scuola di Posillipo furono Achille Vertunni, i fratelli Palizzi: Filippo, Giuseppe, Nicola e Francesco Paolo, Federico Spedaliere e Achille Carrillo.
I successivi artisti della Scuola di Posillipo
Degli anni Trenta dell’Ottocento sono da ricordare Guglielmo Giusti e Alessandro La Volpe. Alla Scuola di Posillipo si avvicinarono anche i pittori Giovanni Marchini e Antonio Ghisu.
Le opere della Scuola di Posillipo
Tempesta nel Golfo di Napoli di Salvatore Fergola
Salvatore Fergola. Tempesta nel Golfo di Napoli, 1867, olio su tela, 107 x 160 cm, Napoli, Gallerie d’Italia, Palazzo Zevallos Stigliano
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Autoritratto di Salvatore Fergola
Salvatore Fergola. Autoritratto, 1864, olio su tela, 28 x 35 cm, Collezione privata
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Incendio del Real Teatro di San Carlo di Salvatore Fergola
Salvatore Fergola?, Incendio del Real Teatro di San Carlo, tra il 1816 e il 1846, olio su carta intelata, 37 x 54 cm. Napoli, Gallerie d’Italia, Collezione Palazzo Zevallos Stigliano
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Naufragio di Salvatore Fergola
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Il Real Ferdinando di Salvatore Fergola
Salvatore Fergola. Il Real Ferdinando, 1828, olio su tela, Napoli, Museo di San Martino
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Monelli di strada
Filippo Palizzi. Monelli di strada, 1872, olio su tela. Firenze, Palazzo Pitti
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Marina di Posillipo di Giacinto Gigante
Castel dell’Ovo dalla spiaggia di Pitloo
Pranzo a Posillipo di Giuseppe De Nittis
Bibliografia
- Raffaello Causa, La scuola di Posillipo, Milano, Fabbri Editori, 1967, p. 101.
- Achille della Ragione, La scuola di Posillipo ed il mito dell’armonia perduta, Napoli 1998
- Isabella Valente, La Scuola di Posillipo. La luce di Napoli che conquistò il mondo, Edizioni Mediterranea, Napoli 2019. ISBN 8894260518
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