Leonardo da Vinci fu un artista toscano attivo nella seconda metà del Quattrocento e nei primi anni del Cinquecento, considerato uno dei maestri del Rinascimento italiano.
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Biografia di Leonardo da Vinci
Nascita di Leonardo da Vinci
1452. Leonardo di ser Piero da Vinci nacque a Anchiano il 15 aprile 1452.
Il contesto familiare di Leonardo da Vinci
Il notaio Piero da Vinci all’età di 24 anni intrecciò una relazione clandestina con una donna dal nome Caterina di umili origini. Dalla loro unione nacque un figlio illegittimo che prese il nome di Lionardo. Gli storici dell’arte appresero questa informazione da un diario familiare redatto dal padre di Piero da Vinci, Antonio, anche lui notaio. Nel testo è scritta con precisione nascita del nipote, il 15 aprile in sabato a ore 3 di notte. Se convertita secondo il calendario gregoriano la data diventa il 23 aprile alle ore 21 e 40.
Il documento non riporta il luogo di nascita ma gli storici ipotizzano sia stata la casa della famiglia del notaio Piero ad Anchiano. Il piccolo Lionardo ricevette il battesimo nella chiesa parrocchiale di Santa Croce ma senza i genitori perché non sposati. Infatti il giovane Piero era destinato a nozze combinate con una ragazza del suo livello sociale. La giovane Caterina invece sposò il contadino Piero del Vacca da Vinci, detto l’Attaccabriga. L’uomo abitava a Campo Zeppi e forse insieme al fratello prestava anche servizio come mercenario.
Leonardo ebbe molti fratelli e sorelle, dodici e tutti molto più giovani di lui. La distanza anagrafica dall’ultimo era infatti molta, quarantasei anni, come gli interessi che lo separarono ulteriormente dalla famiglia.
I fratellastri di Leonardo da Vinci
I fratellastri di Leonardo da Vinci furono: Antonio (1476), Maddalena (1477), Giuliano (1479), Lorenzo (1484), Violante (1485), Domenico (1486), Margherita (1491), Benedetto (1492), Pandolfo (1494), Guglielmo (1496), Bartolomeo (1497), Giovanni (1498). La madre gli diede altri nove fratellastri. Ii nomi dei cinque a noi conosciuti sono: Piera (1454), Maria (1457), Lisabetta (1459), Francesco (1461) e Sandra (1463).
La famiglia di Ser Piero
1452. Piero nel 1452 sposò Albiera di Giovanni Amadori ma la coppia non avrà figli. Il piccolo Lionardo trovò però una famiglia accogliente. Il nonno Antonio di 85 anni annotò la composizione della famiglia nella dichiarazione per il catasto di Vinci dell’anno 1457. Il nonno abitava a Santa Croce ed era sposato con Lucia, di anni 64. I loro figli erano Francesco e Piero di 30 anni, anche lui di nascita illegittima.
Piero nella testimonianza del nonno risulta sposato con Albiera di 21 anni. Presso la coppia è segnalato come convivente il figlio illegittimo di Piero di nome Lionardo. Il piccolo è indicato come il figlio di Chaterina, compagna d’Achattabriga di Piero del Vacca da Vinci.
Albiera morì nel 1464 all’età di 28 anni. Al tempo la famiglia risiedeva a Firenze così la giovane donna fu sepolta in San Biagio. Successivamente Ser Piero si risposò tre volte. Francesca di ser Giuliano Lanfredini di 15 anni fu la seconda moglie nel 1464 ma morì senza figli. Toccò poi a Margherita di Francesco di Jacopo di Guglielmo, nel 1500 che ebbe sei figli. Lucrezia Cortigiani fu la quarta moglie che diede a Ser Piero altri sei figli.
L’adolescenza
Vasari segnalò il carattere irrequieto del giovane che si dimostrava interessato a molte attività che però abbandonava presto. Iniziò così a studiare giurisprudenza e poi matematica ma sollevando continui dubbi al suo maestro.
La vita privata e affettiva
1468. Il nonno di Leonardo morì nel 1468 all’età di 96 anni. Il documento che registrò il suo testamento cita il piccolo Lionardo, la consorte Lucia, ser Piero la moglie Francesca Lanfredini e gli zii Francesco e Alessandra.
1469. Ser Piero nel 1469 diventò notaio della Signoria fiorentina. Un documento rivela che l’intero gruppo familiare insieme alla famiglia dello zio Francesco, iscritto all’Arte della Seta, risiedeva in via della Gonda, nei pressi di piazza della Signoria.
1474-1478. Gli studiosi non possiedono informazioni sulla vita e il lavoro di Leonardo per il periodo che va dal gennaio 1474 all’autunno 1478. In questi anni Leonardo aveva circa 22-26 anni ed era ormai un pittore avviato. Gli storici hanno la sicurezza che il padre, ser Piero, lo finanziò almeno fino al 1480, cioè all’età di 28 anni. Di questi quattro anni quindi si possono solo fare alcune ipotesi che riguardano un periodo di incertezza passato ad orientarsi. Probabilmente Leonardo si interessò di scienza e forse assistette ad alcune dissezioni di cadaveri presso le camere mortuarie degli ospedali.
La denuncia per sodomia
1476. Leonardo fu denunciato insieme ad altri cittadini di Firenze il 9 aprile 1476. Gli Ufficiali di notte e de’ monasteri ricevettero infatti una denuncia anonima esposta contro l’artista, al tempo di 24 anni, e altri personaggi. Tra gli altri vi erano i nomi dell’orefice Bartolomeo di Pasquino, il sarto Baccino, e il giovane nobile Leonardo Tornabuoni. L’accusa era quella di sodomia nei confronti di un adolescente di 17 anni, Jacopo Saltarelli.
Da documenti dell’epoca risulta che la denuncia fu replicata in giugno. I giudici però archiviarono la denuncia con la sentenza “absoluti cum conditione ut retumburentur“. Gli imputati furono così assolti con la condizione di non ripetere il fatto. Inoltre sul documento Leonardo è indicato come apprendista presso la bottega di Andrea del Verrocchio.
1479. Una fonte scritta del catasto di Firenze rivela che dal 1479 Leonardo non fu più residente in casa del padre.
A Milano dal Duca Ludovico il Moro
I problemi di natura economica tormentarono continuamente Leonardo. Appena assunto dal Duca di Milano Ludovico il Mori il Maestro lamentò lo stipendio troppo esiguo per mantenere il suo gruppo di artisti. Inoltre nel 1494 fu bloccata la sua commissione del Colossale Monumento equestre a Francesco Sforza e Leonardo subì una grave perdita economica.
1496. Probabilmente nel 1496 morì la madre naturale di Leonardo che lo aveva raggiunto a Milano. Un documento infatti riporta la nota spese sostenuta dall’artista per una sepoltura.
1498. Ludovico il Moro con un atto notarile registrato il 2 ottobre 1498 donò una vigna a Leonardo. La proprietà si trovava tra il convento di Santa Maria delle Grazie e il monastero di San Vittore al Corpo.
La morte del padre ser Piero
1504. Ser Piero, il padre di Leonardo, morì il 9 luglio. Secondo diverse annotazioni del Maestro, il notaio morì all’età di 80 anni lasciando dieci figli maschi e due femmine. Ser Piero non nominò Leonardo nel suo testamento e l’artista intentò una causa di riconoscimento che però non gli permise di ottenere parte dell’eredità.
1508-1513. Nel suo secondo periodo passato a Milano, Leonardo viveva nei pressi di San Babila. Il re di Francia concesse all’artista la provvigione di un anno che, secondo una nota, ammontava a 390 soldi e 200 franchi.
A Vaprio d’Adda, il padre del giovane Francesco Melzi affidò il figlio a Leonardo. Il ragazzo diventò l’ultimo allievo del Maestro e gli stette vicino per tutta la vita.
1511. Nel 1511 morì Charles d’Amboise, mecenate di Leonardo che si trovò quindi con una minore protezione francese a Milano.
1512. La Lega Santa sconfisse le truppe francesi a Milano e gli Sforza tornarono a governare la città.
La malattia
1514-1516. Durante il soggiorno romano presso il Palazzo Apostolico del Vaticano Leonardo subì probabilmente la prima ischemia cerebrale.
1517. Leonardo dal 1517, al servizio di Francesco I condusse in Francia un’esistenza serena tranne che per una trombosi cerebrale che gli paralizzò la mano destra.
1518. Leonardo scrisse l’ultima annotazione su calcoli di geometria il 24 giugno 1518 su un manoscritto. Il testo è accompagnato da una annotazione quotidiana come abitualmente era solito fare il Maestro del Rinascimento.
1519. Leonardo, il 23 aprile 1519, dettò il testamento al notaio Guglielmo Boreau che lo registrò alla presenza di cinque testimoni e dell’allievo Francesco Melzi. Il Maestro dettò così le sue ultime volontà tra le quali il luogo di sepoltura la chiesa di San Fiorentino. Inoltre chiese una cerimonia funebre celebrata dai cappellani e dai frati minori, accompagnata da sessanta poveri reggenti una torcia. Ordinò poi la celebrazione di tre messe solenni alla presenza di diacono e suddiacono. A queste aggiunse quindi trenta messe basse dedicate da celebrare nelle chiese di San Gregorio di Saint-Denis e nella chiesa francescana. Il Maestro lasciò parte dei suoi averi a Francesco Melzi, al Salaì, al servitore De Vilanis, alla fantesca Maturina e del denaro con il podere di Fiesole ai fratellastri di Firenze.
La formazione di Leonardo da Vinci
1462. L’artista e biografo Giorgio Vasari ne Le vite, come per altri artisti lasciò testimonianza della formazione del giovane Leonardo. Vasari segnalò la presenza di Ser Piero a Firenze nel 1462. Il notaio tornò poi nella città anni dopo insieme alla famiglia. Nell’occasione mostrò a Andrea Verrocchio, suo amico, alcuni disegni di Leonardo, al tempo di 10 anni. Sempre secondo Vasari fu questo il momento in cui il giovane entrò a bottega come apprendista. Gli storici dell’arte però ritengono che Leonardo abbia iniziato il suo apprendistato qualche anno più tardi. Piuttosto, la prima formazione spontanea e discontinua, dell’adolescente si sarebbe svolta in campagna presso i nonni con l’aiuto del prete di famiglia.
1469 o 1470. Ser Piero affidò il giovane Leonardo a Andrea del Verrocchio nel 1469 o nel 1470.
1472. Il giovane Leonardo da Vinci era già considerato un pittore autonomo nel 1472. Infatti il suo nome comparve negli elenchi della Compagnia di San Luca.
Sempre secondo Vasari, Leonardo gioventù sperimentò la scultura modellando in argilla teste femminili e teste di putti. Gli storici e gli studiosi dell’opera di Leonardo non possiedono però alcun documento sicuro sulla sua attività di scultore. In passato gli storici hanno attribuito alcune sculture al giovane Leonardo ma tali attribuzioni non sono state confermate. Sono presenti alcuni disegni di Leonardo realizzati in gioventù che ritraggono sculture di Verrocchio.
Il contesto storico e sociale. La bottega di Andrea del Verrocchio
La bottega di Andrea del Verrocchio in quegli anni era una delle realtà più influenti di Firenze. Inoltre molti dei giovani a bottega diventarono grandi artisti della successiva generazione quali Sandro Botticelli, Perugino, Domenico Ghirlandaio e Lorenzo di Credi. Nella bottega di Andrea del Verrocchio non si produceva solo pittura ma scultura e arti minori.
La pratica comune a tutti gli allievi era però il disegno, considerato come il linguaggio comune alla base di ogni tipo di opera d’arte. Per questo, per molte delle opere di bottega la distinzione tra la mano del maestro e quella degli allievi è molto difficile da verificare. Andrea del Verrocchio faceva esercitare gli allievi disegnando dal vero. Infatti esistono disegni di panneggi che riproducono le pieghe dei tessuti che ricoprivano modelli stesi a terra. Poiché nella bottega erano prodotte anche scenografie per eventi commemorativi, gli allievi affrontavano anche principi di carpenteria, meccanica, ingegneria e architettura.
I viaggi
Il soggiorno a Milano (1482–1499)
1482. Sicuramente in primavera o in estate del 1482 Leonardo risiedeva già a Milano. I motivi che spinsero l’artista all’età di 30 anni a trasferirsi si possono individuare negli scritti de l’Anonimo Gaddiano e di Giorgio Vasari. Probabilmente Lorenzo il Magnifico inviò Leonardo nella città lombarda nel contesto della sua politica di apertura verso le signorie della penisola. Infatti altri artisti fiorentini partirono per Napoli e Roma in quanto ambasciatori artistici per sottolineare la superiorità della Signoria fiorentina. Lorenzo de’ Medici inviò quindi Leonardo a Milano con un dono per Ludovico il Moro. L’artista, insieme a Atalante Migliorotti, consegnò al Signore di Milano una lira. L’artista infatti, sempre secondo le cronache dell’Anonimo Gaddiano, era un bravo musicista. Proprio in occasione di una gara musicale indetta alla corte del Moro sembra che si distinse su tutti i partecipanti.
Negli anni passati a Milano controllata dai francesi, Leonardo compì brevi viaggi nelle vicinanze. Il Maestro visitò Como e arrivò fino alle pendici del Monte Rosa. Insieme al Salaì e al collega matematico Luca Pacioli fu a Vaprio d’Adda.
La lettera a Ludovico il Moro
Leonardo scrisse una lettera d’impiego indirizzata a Ludovico il Moro. Il testo, composto da nove paragrafi, illustrava diversi progetti di ingegneristica, di apparati militari, di opere idrauliche, di architettura, di pittura e di scultura. Tra questi vi era la proposta di un grande monumento equestre a Francesco Sforza.
Con questa lettera Leonardo esprimeva la sua intenzione di rimanere a Milano lavorando per il Signore. La città lombarda offriva un ambiente più stimolante dal punto di vista scientifico e tecnologico. Invece a Firenze la corte medicea era orientata verso il clima umanistico neoplatonico. Inoltre la pittura che si praticava, prodotta dagli allievi del Verrocchio, dall’accentuato linearismo e idealizzata, era lontana dal suo stile.
1493. Leonardo nel 1493 viaggiò al seguito di Bianca Maria Sforza in Germania, con il corteo che accompagnò la nobile alle nozze con Massimiliano d’Asburgo. Nello stesso periodo Leonardo soggiornò sul lago di Como e visitò la Valsassina, la Valtellina e la Valchiavenna.
1499. Leonardo si recò a Genova al seguito di Ludovico il Moro nel marzo del 1499.
1499. Luigi XII re di Francia, il 6 ottobre 1499 conquistò Milano. Il Duca si trovava a Innsbruck nel tentativo di convincere l’imperatore Massimiliano ad allearsi con lui. La permanenza a Milano diventò problematica e Leonardo, il 14 dicembre 1499, depositò 600 fiorini nell’Ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze e lasciò la città Lombarda.
Il periodo errabondo (1499–1508)
Dopo l’abbandono di Milano, Leonardo affrontò una serie di soggiorni presso altre corti e brevi ritorni a Firenze.
A Mantova
1499. L’artista fu a Mantova nel dicembre 1499 ospite di Isabella d’Este. La marchesa chiese a Leonardo di diventare pittore di corte sostituendo Andrea Mantegna. Infatti secondo gli studiosi Isabella non amava la pittura di figura di Mantegna e preferiva i ritratti di Leonardo. Nonostante questa importante offerta il maestro decise di lasciare Mantova.
1499. Isabella d’Este che ospitò a Mantova Leonardo rimase affascinata dalla Dama con l’ermellino. Commissionò quindi al maestro un suo ritratto che però Leonardo non realizzò. Rimane il cartone con il disegno al Museo del Louvre di Parigi.
A Venezia
1500. Leonardo arrivò a Venezia nel marzo del 1500 come testimoniato dalle note del matematico Luca Pacioli che viaggiò con lui. Secondo gli approfondimenti degli storici i colleghi raggiunsero la città lagunare per pubblicare il volume intitolato De divina proportione. Il testo era forse corredato da disegni prodotti su modelli di Leonardo.
A Firenze
1501. Il Maestro non rimase molto presso la città lagunare e presto partì per Firenze passando per Roma e Tivoli. Leonardo giunse a Firenze nell’aprile 1501. Il canonico Amadori di Fiesole ospitò l’artista che non si trovava nella città da molti anni. Il canonico era un lontano familiare infatti era fratello di Albiera, la matrigna di Leonardo. L’artista preferì non tornare presso la casa paterna perché dopo la morte di Ser Piero era in conflitto con i fratellastri per l’eredità.
Al ritorno, Leonardo trovò a Firenze un clima politico ben diverso da quello che aveva lasciato. Infatti Lorenzo il Magnifico era Morto e il figlio Piero era stato allontanato. La Repubblica si era installata nel 1494 e dal 1502 Pier Soderini era diventato gonfaloniere a vita. Michelangelo, rivale di Leonardo era l’artista più importante. Il racconto che si può seguire leggendo le lettere scritte all’epoca testimonia quanto Leonardo sia stato impegnato nella pittura in seguito al ritorno a Firenze. Il Maestro comunque non abbandonò mai del tutto i suoi interessi scientifici e gli studi matematici.
A Cesena
1502. Cesare Borgia nel 1502 prese alle sue dipendenze Leonardo in qualità di architetto e ingegnere militare. Il duca, detto il Valentino, conobbe il Maestro a Milano nel 1499 quando Leonardo lavorava per il Moro. Il programma del duca era quello di una continua campagna di conquista e chiese a Leonardo di partecipare alla fortificazione delle città conquistate. Inoltre studiò nuove armi e in particolare la formula di una polvere da sparo, macchine da guerra volanti e sottomarine.
In agosto del 1502 Leonardo si recò a Pavia per ispezionare le fortezze per conto del Valentino. Contribuì alle campagne militari disegnando mappe del territorio interessato dai conflitti per agevolare le strategie belliche. Nell’ambito della sua attività di ispettore delle fortificazioni, Leonardo a fine giugno 1502 si trovava a Urbino. Il Maestro giunse nella città al seguito dell’esercito del Borgia con la qualifica di Architecto et Ingegnero Generale certificata nella lettera patente del 18 agosto 1502. Leonardo fu quindi presente alla sanguinosa conquista di Urbino da parte del Valentino. In questa occasione il Maestro consolidò i suoi rapporti con Niccolò Machiavelli conosciuto probabilmente a Firenze.
A Firenze
1503. Leonardo nel marzo del 1503 fu nuovamente a Firenze.
Soggiorni presso le grandi corti
A Milano (1508-1513)
1508. Sollecitato dal governatore francese di Milano, Lonardo tornò nella città Lombarda per la seconda volta.
A Roma (1514-1516)
1514. Il 24 settembre, 1514 Leonardo lasciò Milano e raggiunse Roma insieme agli allievi Salaì e il giovane Melzi. Lo accolse il fratello di Papa Leone X, Giuliano de’ Medici che lo aiutò ad ottenere un’indennità di 33 ducati al mese. Leonardo trascorse così gli anni romani soprattutto nel cortile del Palazzo dove erano presenti anche Raffaello e Michelangelo.
A Roma, Leonardo si dedicò a studi scientifici, di meccanica, di ottica e di geometria. Inoltre si recò presso il monte Mario dove raccolse alcuni fossili. Il Maestro però non ottenne il permesso di condurre studi di anatomia su cadaveri presso l’Ospedale di Santo Spirito. Papa Leone X, il 14 dicembre 1514, approvò un progetto di prosciugamento delle Paludi pontine. Inoltre il Maestro si dedicò a risistemare il porto di Civitavecchia.
Leonardo in questi anni riprese a lavorare al progetto degli specchi ustori, utili per riscaldare l’acqua concentrando raggi del sole. Il progetto sugli specchi ustori ripreso durante il soggiorno a Roma non ebbe seguito perché Leonardo ebbe problemi a rapportarsi con gli esperti tedeschi di specchi. In seguito poi agli studi di anatomia, il Maestro fu accusato da una lettera anonima di stregoneria. Secondo una ipotesi storica, gli autori potrebbero essere proprio i tedeschi, giunti apposta dalla Germania e mal sopportati da Leonardo. Privo di protezioni presso la corte, Leonardo fu così costretto a lasciare Roma e il territorio italico.
1514. Leonardo a Roma, insieme a Papa Leone X e al nipote Giuliano de’ Medici raggiunse Bologna dove conobbe personalmente il re Francesco I di Francia.
1516. Del 1516 sono le ultime notizie di Leonardo a Roma.
In Francia (1517-1519)
1517. Leonardo nel 1517 partì per la Francia per mettersi al servizio del re Francesco I. Il Maestro arrivò a maggio presso la corte francese insieme a Francesco Melzi, accompagnati dal servitore Battista de Vilanis. Leonardo prese alloggio presso il castello di Clos-Lucé costruito nei pressi di Amboise e ottenne una pensione di 5.000 scudi. Il Re Francesco I amava molto la cultura e l’arte italiana e offrì a Leonardo i titoli di premier peintre, architecte, et mécanicien du roi. In seguito altri artisti manieristi raggiunsero la corte di Francesco I quali Francesco Primaticcio, Rosso Fiorentino, e Benvenuto Cellini.
Il Maestro portò avanti tranquillamente i suoi studi scientifici. Nel corso gli anni passati in Francia, Leonardo ricevette molte personalità che omaggiavano il Maestro come quella avvenuta il 10 ottobre, del cardinale d’Aragona e del suo segretario Antonio de Beatis. Il religioso annotò nel suo diario le opere che Leonardo gli mostrò e tra le quali vi era probabilmente la famosa Gioconda.
I maestri
Andrea del Verrocchio fu il maestro di Leonardo e di altri importanti artisti di Firenze. Leonardo si formò nella bottega del Verrocchio probabilmente dal 1469 o dal 1470 e per qualche anno rimase presso il famoso artista.
La morte di Leonardo da Vinci
Leonardo morì il 2 maggio 1519, nei pressi del castello di Clos-Lucé ad Amboise, all’età di 67 anni. Secondo quanto trovato scritto in un registro dell’epoca, il corpo di Leonardo fu inumato il 12 agosto 1519 nel chiostro della piccola chiesa di Saint-Florentin ad Amboise.
Dopo circa cinquant’anni, durante le lotte tra ugonotti e cattolici, ignoti violarono la tomba e dispersero le ossa. Nel 1874, le spoglie ritrovate trovarono infine riposo nella piccola cappella di Saint-Hubert costruita accanto al castello di Amboise.
La carriera artistica di Leonardo da Vinci
Mecenati
1479. In questo periodo Leonardo entrò in contatto con la ristretta cerchia di Lorenzo il Magnifico. Probabilmente fu favorito dal fatto che già Andrea Verrocchio suo maestro ne faceva parte. Questa ipotesi storica è sostenuta da alcuni progetti di tipo militare e ingegneristico presenti su fogli di Codici scritti da Leonardo. Inoltre l’artista fu testimone dell’impiccagione di Bernardo di Bandino Baroncelli uno dei responsabili della congiura de’ Pazzi. Infatti Il 29 dicembre 1479 ritrasse il cadavere esposto e appeso dell’omicida di Giuliano de’ Medici.
1480. Secondo i ricordi de l’Anonimo Gaddiano presso il Giardino di San Marco, intorno al 1480, era esposta una collezione di sculture antiche di proprietà dei Medici. Presso il Giardino, inoltre lo scultore Bertoldo di Giovanni ormai anziano, organizzò una scuola d’arte. Molti anni dopo probabilmente anche Leonardo frequentò questo luogo su richiesta di Lorenzo il Magnifico che gli affidò attività di restauro.
L’Anonimo Gaddiano o Magliabechiano è un manoscritto datato 1540 che prende il nome dalla famiglia proprietaria, la famiglia Gaddi. In un secondo momento ne fu proprietaria la famiglia Magliabechi. La prima parte del manoscritto è dedicata alla Grecia antica e riprende i racconti di Plinio il Vecchio. La rimanente parte invece è destinata agli artisti fiorentini. Il manoscritto è precedente a Le Vite di Vasari e rappresenta una fonte dell’artista biografo.
I rapporti con il Duca di Milano Ludovico il Moro
1485. Leonardo rimase quindi a Milano dove si occupò di meccanica che applicò a dispositivi militari. Inoltre contribuì alla messa a punto di diverse tecnologie in campo civile. L’artista intorno al 1485, all’età di circa 33 anni, frequentava la corte di Ludovico il Moro impiegando il suo ingegno per migliorare infrastrutture pubbliche e allestire eventi di corte.
Leonardo in una lettera al Duca si lamentò per gli scarsi compensi ottenuti in cambio dei suoi servizi. L’artista sottolineò che i 50 ducati ottenuti in tre anni non erano sufficienti a mantenere il suo gruppo familiare. Infatti con Leonardo vi erano Marco d’Oggiono, Giovanni Antonio Boltraffio e Gian Giacomo Caprotti detto il Salaì, tre allievi. Inoltre lo accompagnava un servo e una domestica di nome Caterina. La donna si aggiunse al gruppo nel 1493. Qualche storico ipotizza che si trattasse della madre naturale dell’artista che era rimasta vedova.
Il re Luigi XII di Francia
1506-1507. Charles d’Amboise, il governatore francese di Milano si interessò a Leonardo per conto di re Luigi XII di Francia che lo aveva già richiesto nel 1506. Quindi intenzionato a avere il Maestro presso la sua corte il re, nel 1507, sollecitò personalmente Leonardo che partì per Milano nel luglio 1508.
Giuliano de’ Medici e Leone X
A Roma, nel 1514, Giuliano de’ Medici, fratello del papa Leone X, diede un alloggio a Leonardo presso il Belvedere nel Palazzo Apostolico al Vaticano. Inoltre il mecenate diede al Maestro incarichi di ingegneria pubblica.
Collaborazioni con altri artisti
1469. Leonardo, all’età di circa 17 anni, intorno al 1469, iniziò a dipingere in autonomia. Secondo gli storici dell’arte infatti le prime opere dipinte interamente dall’adolescente sono precedenti al famoso Battesimo di Cristo realizzato insieme a Andrea del Verrocchio. La discussione tra gli esperti è ancora aperte anche perché tali opere presentano un aspetto assimilabile alle opere di bottega quindi difficili da attribuire.
I difficili rapporti tra Leonardo e Michelangelo
Leonardo e Michelangelo sono oggi considerati due geni del Rinascimento. I due artisti, però, non furono in buoni rapporti a causa della loro differenza d’età e delle loro convinzioni artistiche. Intanto Michelangelo aveva 23 anni di meno di Leonardo e manifestava un carattere impulsivo idealista. Leonardo invece era più riflessivo.
Gli storici non sono in possesso di cronache dell’epoca che testimoniano questa animosità tra i due e si basano quindi su indizi storici. Tra le righe, Leonardo, nel Trattato della pittura si espresse negativamente nei confronti dell’eccessiva evidenza dell’anatomia delle figure umane. Inoltre condannò l’abitudine artistica che definì retorica muscolare. Infatti basta mettere in confronto le figure umane di Michelangelo con quelle di Leonardo per confermare tale giudizio.
Secondo quanto scritto nella novella de L’Anonimo Gaddiano, Leonardo e Michelangelo si incontrarono per caso in piazza Santa Trinita a Firenze e si impegnarono in una discussione su un verso di Dante della Divina Commedia. Michelangelo provocò Leonardo che però non reagì suscitando l’irritazione dell’artista più giovane che lo canzonò sul fallimento del Monumento equestre di Milano.
Un altro motivo di contrasto fu segnalato durante la decisione, che si tenne il 25 gennaio 1504, sulla collocazione da dare al David di Michelangelo. Leonardo partecipò al giudizio con un gruppo di artisti e si espresse per dare alla statua una posizione defilata della statua nella Loggia della Signoria.
La fortuna professionale e le commissioni
1478. Secondo una fonte storica sicura, Leonardo il 10 gennaio 1478, all’età di 26 anni, ottenne il primo incarico importante. L’artista fu infatti incaricato di dipingere una pala d’altare per la cappella di San Bernardo nel palazzo della Signoria. Leonardo probabilmente non iniziò il dipinto che fu affidato nel 1483 a Domenico Ghirlandaio. Filippino Lippi lo terminò infine nel 1485 ed oggi si trova alla Galleria degli Uffizi con il titolo di Pala degli Otto.
Oltre a questa testimonianza rimane un’annotazione dell’artista che indica la realizzazione di due Madonne.
A Milano ai servizi di Ludovico il Moro
Il Duca di Milano Ludovico il Moro commissionò a Leonardo diverse opere. Si sa di certo che fu pagato per il progetto di un tiburio destinato al Duomo di Milano.
1489. Leonardo nei primi mesi del 1489 lavorò alle decorazioni del Castello Sforzesco, che avrebbe ospitato le nozze di Gian Galeazzo Maria Sforza e Isabella d’Aragona. Nel corso dell’anno però morì Ippolita d’Aragona, la madre di Isabella. Così le celebrazioni ripresero il 13 gennaio 1490 e tra le attrazioni vi era Il Paradiso, un planetario progettato da Leonardo con i pianeti mossi da operatori e illuminato da candele. Le cronache del tempo raccontano come la macchina di Leonardo suscitò grande meraviglia nella corte. Il Maestro si ispirò probabilmente alle sacre rappresentazioni fiorentine che offrivano una tradizione collaudata di effetti speciali.
A Pavia per il Duomo
1490. I fabbricieri del Duomo di Pavia chiesero a Leonardo una consulenza. Così il Maestro il 21 giugno 1490 si recò a Pavia dove soggiornò presso l’albergo de Saracino. L’architetto Francesco di Giorgio Martini accompagno Leonardo che ammirava molto il trattato redatto dall’architetto. Infatti il testo rielaborava in volgare il trattato in lingua latina di Vitruvio intitolato De architectura. Nel Manoscritto B conservato a Parigi presso l’Institut de France, si trovano annotazioni su architettura religiosa e militare e urbanistica.
I festeggiamenti per le nozze di corte
1491. Tornato a Milano, Leonardo si occupò di molte commissioni e in particolare dei festeggiamenti per le nozze di corte. Infatti nel 1491 si sposarono Anna Maria Sforza e Alfonso I d’Este mentre nel 1494 si celebrarono le nozze di Ludovico il Moro e Beatrice d’Este. Tra le altre attività il Maestro continuò a lavorare al monumento equestre dedicato a Francesco Sforza, il padre di Ludovico il Moro.
Il Monumento equestre di Francesco Sforza
1493. In estate del 1493 Leonardo tornò a lavorare al Monumento equestre di Francesco Sforza.
1494. Nel frattempo Carlo VIII di Francia scese con le sue truppe in Italia per avviare la la guerra contro il Regno di Napoli degli Aragonesi. Anche se il modello in creta del Monumento equestre era già costruito, la richiesta di metallo per le armi bloccò la fusione della statua.
1494. Al 1494 è datata la commissione presso il convento di Santa Maria delle Grazie. Ludovico il Moro amava molto tale edificio e aveva deciso di destinarlo alla celebrazione della famiglia Sforza.
La scenografia per la Danae di Baldassarre Taccone
1496. Un’altra commissione di natura teatrale giunse a Leonardo in seguito al successo de Il Paradiso. Così il 31 gennaio 1496 andò in scena lo spettacolo Danae di Baldassarre Taccone con la scenografia di Leonardo. Un progetto sommario della scena è rappresentato su un foglio disegnato dal Maestro e conservato al Metropolitan Museum of Art. Lo spettacolo allestito presso la residenza di Milano del conte di Caiazzo Francesco Sanseverino prevedeva una nicchia centrale. Al suo interno vi era una figura imponente e fiammeggiante incorniciata da una mandorla. Il palcoscenico era strutturato con ali curvate ai bordi. Gli dei si calavano dall’alto, grazie ad argani e carrucole, contro il cielo illuminato.
1498. Verso la fine del Quattrocento Leonardo continuò a lavorare per Ludovico il Moro. In particolare decorò alcune sale del Castello Sforzesco. Questo impegno è documentato da una lettera inviata da Gualtiero Bescapè al Moro il 21 aprile 1498. Bescapè informò il Duca di Milano dell’imminente sgombero dell’impalcatura ma non vi sono altri documenti che attestino la data di fine dei lavori.
Ritorno a Firenze
1502. Tornato a Firenze, l’amico pittore Filippino Lippi cedette a Leonardo una commissione proveniente dai frati Serviti. La pala era destinata all’altare maggiore della Santissima Annunziata. Leonardo si trasferì presso il convento insieme a Salaì ma realizzò solo il cartone che comunque fu molto ammirato dagli artisti dell’epoca.
1503. Dopo aver servito i Borgia, Leonardo tornò nuovamente a Firenze. Il gonfaloniere Pier Soderini, nel mese di aprile, commissionò così al Maestro le decorazioni del nuovo Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio. Leonardo realizzò per questo ambiente la Battaglia di Anghiari. A giugno del 1503, poi la Repubblica chiese a Leonardo di occuparsi di un progetto idraulico destinato al conflitto contro la città di Pisa. Il progetto consisteva nello sbarramento dell’Arno per provocare un alluvione della città rivale che era assediata dalle truppe della Repubblica. I calcoli di Leonardo però furono errati e il progetto fallì.
A Milano per il re di Francia
1508-1513. Durante il secondo periodo milanese Leonardo ottenne molte commissioni realizzando così opere importanti come Sant’Anna, la Vergine e il Bambino con l’agnellino. Inoltre si occupò di progetti geologici, idrografici e urbanistici. Lavorò anche ad un monumento equestre per celebrare la memoria di Gian Giacomo Trivulzio considerato l’artefice della conquista francese di Milano.
A Roma per Papa Leone X
1514-1416. Il Vasari ne Le Vite raccontò che nel suo soggiorno a Roma, Leonardo ottenne alcune commissioni. Baldassarre Turini da Pescia, datario di Papa Leone X, gli commissionò forse una Madonna con Bambino. Dipinse poi per lo stesso committente il ritratto di un bambino. Le due opere però sono andate perdute. Leonardo realizzò anche un dipinto di Leda col cigno, che Cassiano dal Pozzo nel 1623 ricordò di aver visto a Fontainebleau.
In Francia dal 1517
Leonardo su richiesta del re Francesco I di Francia progettò il palazzo reale di Romorantin in onore della madre del sovrano Luisa di Savoia. Il progetto prevedeva la fondazione di una cittadina bagnata da un fiume artificiale per consentire le coltivazioni agricole.
1515-1517. Il Maestro presenziò a celebrazioni reali come quella per il battesimo del Delfino e per le nozze di Lorenzo de’ Medici duca di Urbino. Inoltre si occupò delle scenografie allestite per accogliere il re Francesco I a Lione nel 1515 e ad Argenton nel 1517. Leonardo creò un grande automa a forma di Leone che era in grado di procedere in avanti e arrestarsi aprendo il petto per mostrare una grande composizione floreale.
Incarichi e cariche ufficiali
1500. Nel corso del suo soggiorno veneziano Leonardo ottenne alcuni incarichi. Le autorità chiesero infatti al Maestro di progettare un sistema di difesa verso gli attacchi dei turchi. Leonardo propose di costruire una diga sul fiume Isonzo da aprire all’occorrenza per inondare gli accampamenti degli eserciti. Il progetto però risultò troppo costoso e fu sostituito da un sistema di potenziamento della cinta muraria di Gradisca d’Isonzo. Leonardo durante il soggiorno di Venezia realizzò alcuni disegni di caricature e ritratti che forse influenzarono gli artisti locali.
1517. Il Re di Francia Francesco I nominò Leonardo, giunto presso la corte francese, premier peintre, architecte, et mécanicien du roi.
Lo stile delle opere di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci sperimentò diverse tecniche pittoriche e per questo rimangono di lui alcune opere incompiute. Stilisticamente elaborò lo sfumato, detto appunto leonardesco che permette di integrare con più efficacia le figure con lo sfondo. Inoltre mise a punto la prospettiva aerea che offre una migliore riproduzione della lontananza.
I temi
Leonardo fu un artista imprevedibile e difficilmente classificabile. Come ogni artista del suo tempo si dedicò a temi frutto di commissioni di mecenati e Signori. I temi ricorrenti nell’opera di Leonardo sono religiosi e profani, legati soprattutto alle corti che lo accolsero.
Durante il soggiorno di Milano, Leonardo si dedicò anche al ritratto. In questi lavori l’artista mise a frutto i suoi studi anatomici condotti a Firenze. Nel ritrarre i modelli inoltre Leonardo si concentrò soprattutto sulla presunta relazione tra fisionomia e carattere. Un esempio di ritratto psicologico è il Ritratto di musico.
1490. Intorno al 1490 risalgono gli studi anatomici e sulle proporzioni esatte, in relazione allo studio dell’architettura. Leonardo concretizzò questi studi ne L’uomo vitruviano.
La poetica
Leonardo lasciò una grande quantità di annotazioni artistiche e tecniche raccolte nei suoi codici manoscritti.
L’evoluzione dello stile
1510. Durante il suo secondo soggiorno a Milano (1508-1413), Leonardo si occupò di proporzioni anatomiche. Condusse delle ricerche con la finalità di elaborare una regola definitiva e di semplice diffusione per rappresentare il corpo umano. Per questo il Maestro raggiunse Marcantonio della Torre a Pavia. Il giovane professore dell’università contribuì con i suoi studi a riordinare le indicazioni degli antichi rispetto al corpo umano.
L’importanza di Leonardo da Vinci nella Storia dell’arte
Gli storici dell’arte considerano Leonardo da Vinci come un genio del Rinascimento e dell’umanità. Infatti Leonardo si cimentò in molte attività creative e si applicò per migliorare le tecnologie dell’epoca in vari campi. Anche nel disegno e nella pittura sperimentò nuove tecniche finalizzate a migliorare quelle della tradizione. Leonardo fu pittore, scultore e ingegnere.
Leonardo utilizzò il disegno per corredare di immagini i suoi trattati di architettura, ingegneria, matematica, anatomia, botanica e scenografia. Inoltre si interessò di filosofia, musica e progettò scenografie. Leonardo fu quindi il prototipo del genio universale e incarnò questa tendenza della sua epoca.
Le opere di Leonardo da Vinci
Annunciazione
1472. Annunciazione, 1472 circa, olio su tavola, 98 x 217 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
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Il battesimo di Cristo
1469-1480. Battesimo di Cristo, 1469-1480, olio su tavola, 180 x 152 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
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Adorazione dei magi di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci, Adorazione dei magi, ca 1481-1482, tempera grassa e olio su tavola, 243 x 246 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
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La Vergine delle rocce
1483. La Vergine delle rocce, 1483 circa, olio su tavola trasportato su tela, 199 x 122 cm. Parigi, Musée du Louvre
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Dama con l’ermellino di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci, Dama con l’ermellino, 1488-1490 circa, olio su tavola, 54,8 x 40,3 cm, Cracovia, Museo Czartorysk
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Uomo vitruviano
1490. Uomo vitruviano, 1490 circa, punta metallica e inchiostro su carta, 34,4 x 24,5 cm, Venezia, Gallerie dell’Accademia
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Cenacolo vinciano
1495-1499. Cenacolo vinciano (Ultima cena), 1495-1499, tempera e olio su intonaco, 460 x 880 cm. Milano, Convento di Santa Maria delle Grazie, Refettorio
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Salvator Mundi?
1499. Salvator Mundi, 1499 circa, olio su tavola, 66 x 45 cm. Abu Dhabi, Collezione privata
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Ritratto di Monna Lisa
1503-1505. Ritratto di Monna Lisa (La Gioconda), 1503-1505 circa, olio su tavola di pioppo, 77 x 53 cm. Parigi, Musée du Louvre
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Madonna con Bambino e Sant’Anna
1513-1519. Madonna con Bambino e Sant’Anna, 1513-1519, olio su tavola, 168 x 130 cm. Parigi, Museo del Louvre
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Autoritratto di Leonardo da Vinci
1515. Autoritratto, 1515 circa, sanguigna su carta, 33,5 x 21,6 cm. Torino, Biblioteca Reale
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Bibliografia
- Carlo Pedretti, Domenico Laurenza, Paola Salvi, Leonardo. L’anatomia, 2006, Giunti Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809040861
- Carlo Pedretti, Leonardo. Il disegno, Giunti Collana: Dossier d’art, 2017, ISBN: 9788809994195
- Carlo Pedretti, Sara Taglialagamba, Leonardo, l’arte del disegno, Giunti, 2014; 2019, ISBN 978 88 09 78759 2
- Pierluigi Panza, L’ultimo Leonardo. Storia, intrighi e misteri del quadro più costoso del mondo, UTET, (28 agosto 2018), ISBN-10: 885116620X ISBN-13: 978-8851166205
- Ben Lewis, L’ultimo dipinto di Leonardo. Storia del Salvator Mundi, Mondadori, (3 settembre 2019), Collana: Le scie, ISBN-10: 8804715189 ISBN-13: 978-8804715184
Tutte le opere di art pubblicate
- Adorazione dei magi
- Dama con l’ermellino
- Autoritratto
- Uomo vitruviano
- Madonna col Bambino e Sant’Anna
- Il Cenacolo vinciano o Ultima cena
- La Gioconda
- La Vergine delle rocce
- Il Battesimo di Cristo
- L’Annunciazione
Link esterni
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Leonardo da Vinci, Madonna con Bambino e Sant’Anna, sul sito del Museo del Louvre di Parigi.
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