Lungarno presso il ponte a Santa Trinita di Antonio Fontanesi ritrae una veduta di Firenze interpretata con atteggiamento romantico-intimista.
Antonio Fontanesi, Lungarno presso il ponte a Santa Trinita, 1866 (ca) – 1868 (ca), olio su tela, 69 x 105 cm. Firenze, Palazzo Pitti, Galleria d’Arte Moderna
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Indice
Descrizione di Lungarno presso il ponte a Santa Trinita di Antonio Fontanesi
Nella veduta dipinta da Antonio Fontanesi, al centro della scena, scorre l’Arno, il fiume che traversa la città di Firenze. Al centro dell’opera è collocato il ponte e alcune barche, in basso, avanzano sull’acqua in primo piano. In corrispondenza dell’angolo di destra, sulla riva compaiono le facciate dei palazzi che si affacciano sul lungofiume. Sulla sinistra invece, si alza un campanile oltre i tetti. Verso l’alto, sullo sfondo della città, si scorge un altro ponte. Infine, il cielo dai colori dorati del tramonto, e le facciate in controluce dei palazzi si riflettono sull’acqua dell’Arno.
Interpretazioni e simbologia di Lungarno presso il ponte a Santa Trinita di Antonio Fontanesi
Le vedute di ponti che traversano il fiume Arno furono molto diffuse a partire dalla metà del Settecento ad opera di pittori locali ed europei. Il dipinto di Antonio Fontanesi, però, non si inserisce in questa tradizione. Infatti, secondo gli esperti, il dipinto di Fontanesi non è una veduta ma una veloce impressione di questo angolo cittadino. Inoltre, la scelta di rappresentare un tramonto, rivela la necessità del pittore di esprimere la sua vena lirica ed espressiva.
La pittura di Fontanesi risponde alla necessità del pittore di esprimere una componente emotiva che deriva dalla vena lirica molto personale. Infatti, come in questo dipinto, Fontanesi sceglieva le condizioni del paesaggio che lo ispiravano e le traduceva nel suo linguaggio pittorico.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Lungarno presso il ponte a Santa Trinita è custodito a Firenze presso la Galleria d’Arte Moderna, ospitata a Palazzo Pitti. Nel 1867, Fontanesi presentò il dipinto in occasione dell’Esposizione della Società Promotrice di Belle Arti. L’Accademia di Belle Arti lo acquistò per passarlo, poi, alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze.
L’artista e la società. La storia dell’opera Lungarno presso il ponte a Santa Trinita di Antonio Fontanesi
Fontanesi dipinse Lungarno presso il ponte a Santa Trinita durante il suo secondo periodo fiorentino. L’artista, infatti, abitò a Firenze a partire dagli ultimi mesi del 1866 fino al 1868 al ritorno dal soggiorno di Londra. Durante la residenza in Inghilterra, Fontanesi ebbe modo di studiare le opere di paesisti inglesi soprattutto quelle di Gainsborough a Constable, che ammirava molto.
In Italia, il lavoro di Antonio Fontanesi fu apprezzato soprattutto dai suoi colleghi attivi in Piemonte negli anni Sessanta dell’Ottocento. Infatti, il pittore Giacinto Corsi, le cui opere erano molto affini per tematiche acquelle di Fontanesi, si espresse spesso a favore dell’artista. Invece, in occasione del suo soggiorno a Firenze, non ebbe il sostegno dell’ambiente dei Macchiaioli.
L’opinione della critica
La pittura intrisa di Romanticismo di Fontanesi non accolse il più delle volte il favore della critica. Infatti, già in occasione dei suoi esordi il pittore di Reggio-Emilia, tentò un avvicinamento al gruppo dei Macchiaioli ma senza successo. Antonio Fontanesi espose la sua opera a Firenze in occasione di una mostra organizzata presso la Società Promotrice delle Belle Arti. Il critico dei Macchiaioli, Diego Martelli, che seguiva l’evento, si espresse così sulle pagine del Gazzettino delle Arti:
«…il signor Fontanesi ha cercato la via della sensazione. Il colle all’Occidente indora delle sue splendide tinte un cielo fiorentino, ed una massa d’ombra avvolge il ponte Santa Trinita, le case, il fiume – in opposizione alla tinta uniforme che prende la terra, il fantastico contrasto di mille luci nel cielo – e dall’ode del vero diciamo che poche sono le tavolozze che possono come quella del signor Fontanesi fornire materia a tali ardue difficoltà a conseguir l’intento“.»
Le relazioni con i Macchiaioli
Sottolineano gli esperti che Martelli concesse molte più lodi ai dipinti dell’allora giovane Giuseppe De Nittis che esponeva nella stessa sala di Fontanesi. A De Nittis, Martelli riconosceva invece: “un sentimento ingenuo dell’arte” capace di cogliere i valori cromatici dei luoghi ritratti nei suoi paesaggi rispetto al cambiare delle condizioni atmosferiche. Il critico promotore dei Macchiaioli rivela quindi di riconoscere maggiore vicinanza alla pittura di De Nittis rispetto a quella romantica e intimista di Fontanesi.
I rapporti tra i Macchiaioli e Fontanesi si logorarono ulteriormente quando le posizioni ideologiche si fecero molto distanti. A testimonianza dinquesto. Diego Martelli pubblicò sul Gazzettino delle Arti un commento ironico nei confronti della richiesta da parte di Fontanesi di ottenere la cattedra di pittura di paesaggio. I Macchiaioli, infatti, fondarono la propria identità artistica sull’opposizione all’Accademismo. (cfr. Gazzettino delle Arti del Disegno, Firenze 1867, ed anastatica a cura di G.M. Fortuna, Firenze, 1968, p. 218).
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Lungarno presso il ponte a Santa Trinita di Antonio Fontanesi
La produzione pittorica di Fontanesi è intrisa di lirismo e malinconia. Per questo, gli storici hanno indicato il suo stile come Romanticismo lirico e Pre-Simbolismo. Gli storici dell’arte individuano nel dipinto di Fontanesi alcune influenze della pittura di paesaggio di Gainsborough, Constable e Turner, soprattutto nell’utilizzo di velature sovrapposte. La sua produzione si limitò quasi esclusivamente al paesaggio utilizzato come strumento per esprimere la realtà emotiva dell’artista e dell’osservatore. Infatti, Fontanesi studiava con attenzione la natura cercando nelle sue manifestazioni motivi esistenziali e universali. Inoltre, utilizzava le sue rappresentazioni come proiezione dei sentimenti.
Le sue opere si distinguono per uno stile fluido. La superficie dipinta è, infatti, caratterizzata da una trama di pennellate fitte e nervose che seguono i rilievi forme. L’illuminazione è spesso rappresentata da ampie zone di luce contrapposte a profonde zone d’ombra che creano potenti effetti drammatici. Questa caratteristica fu utilizzata da Fontanesi per riprodurre efficacemente suggestivi effetti atmosferici. La gamma dei colori risulta limitata e i suoi dipinti si avvicinano alla monocromia di solito ottenuta con tinte calde.
La tecnica di Lungarno presso il ponte a Santa Trinita di Antonio Fontanesi
Antonio Fontanesi dipinse Lungarno presso il ponte a Santa Trinita utilizzando velature di colori ad olio applicate su tela. Le misure dell’opera sono 69 centimetri di altezza e 105 cm. di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
Il dipinto di Fontanesi mostra toni caldi e scuri. Infatti, i colori che caratterizzano la veduta sono l’ocra dorato, il giallo, l’arancione e i bruni. Le facciate dei palazzi sono in controluce e quindi resi con marroni molto scuri. Sulla riva destra, poi, si colgono toni scurissimi per via dell’ombra profonda. Il cielo è la parte più intensa del dipinto. Infatti la luce del tramonto è riprodotta con toni di arancione e giallo dorato.
La superficie dell’Arno riflette così i colori del cielo in prossimità del ponte, al centro, e crea un contrasto utile per evidenziare le campate in controluce come le barche in primo piano. Infine, la scena è illuminata dalla luce del sole al tramonto, riflessa dal cielo. Per questo le architetture e le barche sono in controluce e assumono l’aspetto di sagome scure.
Lo spazio
Il dipinto di Antonio Fontanesi ritrae una veduta del Lungarno di Firenze con il fiume e un ponte che lo traversa. Gli indicatori di profondità, rappresentari dalle fughe prospettiche delle facciate a sinistra, convergono verso un punto posto oltre i ponti. La grandezza delle barche in primo piano, inoltre, chiarisce la loro distanza dall’osservatore. Invece, in lontananza agisce l’attenuazione dell’intensità cromatica e dei contrasti tra i toni.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto di Fontanesi è di formato rettangolare e inquadratura orizzontale, tipica del paesaggio e della veduta. Il cielo occupa quasi l’intera metà superiore mentre la metà inferiore è riservata alle architetture e al fiume. Inoltre, il ponte, in secondo piano e le barche dei pescatori nel primo piano, sono disposti nella metà di destra. A sinistra, poi, dominano le prospettive delle facciate dei palazzi del Lungarno.
La barca che procede verso destra crea un vettore di movimento orizzontale in tale direzione. All’incrocio delle diagonali del piano, il ponte incontra le facciate dei palazzi, le linee oblique della fuga prospettica e le linee orizzontali del ponte. Infine, il cielo crea un’ampia zona trapezoidale che si rispecchia simmetricamente con quella, quasi identica, del fiume. Tra queste due zone, si incunea il triangolo, con apice verso destra, dei palazzi scuri.
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Bibliografia
- Paola Ballerini, Antonio Fontanesi e la pittura europea del suo tempo, S.P.E.S Studio per Scelte, 1980, ISBN-10 : 8872421306 ISBN-13 : 978-8872421307
- Stefano Fugazza, Antonio Fontanesi e la Ricci Oddi. 100 opere di un maestro dell’800 e dei suoi allievi. Catalogo della mostra (Piacenza, 1996), Mondadori Electa, 1996, ISBN-10 : 8843557106 ISBN-13 : 978-8843557103
- E. Farioli, C. Poppi (a cura di), Antonio Fontanesi e la pittura di paesaggio in Italia (1861-1880), 24 Ore Cultura, 1999, ISBN-10 : 8871792017 ISBN-13 : 978-8871792019
- M. Mussini (a cura di), La galleria Antonio Fontanesi nei musei civici di Reggio Emilia Copertina flessibile, Diabasis, 2005, ISBN-10 : 888103073X ISBN-13 : 978-8881030736
- Virginia Bertone, Elisabetta Farioli, Claudio Spadoni (a cura di), Antonio Fontanesi e la sua eredità. Da Pellizza da Volpedo a Burri. Catalogo della mostra (Reggio Emilia, 6 aprile-14 luglio 2019), Silvana, 2019, ISBN-10 : 8836642357 ISBN-13 : 978-8836642359
- Antonio Brighi, Giovanna Malanca, Carlo Pellacani, L’ultimo dei moderni. Il primo fra i contemporanei. Il lascito di Antonio Fontanesi, Consulta Librieprogetti, 2019, ISBN-10 : 886988046X ISBN-13 : 978-8869880469
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 17 dicembre 2022.
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