Novecento fu un movimento artistico nato negli anni Venti del Novecento in Italia a Milano nel contesto del Ritorno all’Ordine che si diffuse in Europa al termine della Prima Guerra Mondiale.
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Con il termine di Novecento gli storici dell’arte fanno riferimento ad un movimento artistico costituito in Italia negli anni Venti del Novecento.
La storia del movimento artistico Novecento
Alla fine del 1922, alcuni artisti che facevano riferimento alla Galleria Pesaro di Milano si unirono nel gruppo Artisti del Novecento, promosso dall’artista Anselmo Bucci. Inizialmente aderirono gli artisti Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Emilio Malerba, Pietro Marussig, Ubaldo Oppi e Mario Sironi.
Novecento e il Fascismo
Molti artisti di Novecento italiano erano veterani di guerra e questo aspetto fu motivante per rappresentare l’arte di Stato. Infatti, in un primo tempo, i vertici del partito fascista considerarono Novecento italiano un’opportunità per costituire un’arte di propaganda. In un secondo tempo però lo Stesso Benito Mussolini accusò Margherita Sarfatti di aver promosso la manifestazione con il suo nome e aver messo in secondo piano il partito.
Benito Mussolini non era molto interessato all’arte ma da scaltro medialista ne comprendeva l’importanza nell’ambito della promozione del partito. Inaugurando la prima mostra con artisti novecentisti, Mussolini dichiarò di non voler incoraggiare un’arte di Stato ma di fornire le condizioni ideali per favorire il lavoro degli artisti. ..”è lontano dalla mia idea incoraggiare qualcosa come un’arte di stato. L’arte appartiene al dominio dell’individuo. Lo Stato ha un solo dovere: non minare l’arte, fornire condizioni umane agli artisti, incoraggiarli dal punto di vista artistico e nazionale“..
Il Ritorno all’ordine
Al termine della Prima Guerra Mondiale in Europa si sviluppò una tendenza che intendeva superare le esperienze delle Avanguardie storiche del primo Novecento. Il Ritorno all’Ordine quindi rifiutò decisamente le Avanguardie presenti fino al 1918 e impose il ritorno alla tradizione e alla storia. Accanto alla riscoperta del classicismo tornò ad essere proposta la figurazione di stampo tradizionale dai toni aulici. Il comune denominatore delle esperienze di Ritorno all’Ordine fu quindi quello di un’arte figurativa spesso di ispirazione neo-classicista.
Valori plastici
In Italia la rivista Valori Plastici di Roma, edita dal 1918 al 1922, fu il centro di diffusione degli ideali di Ritorno all’Ordine.
Margherita Sarfatti e il movimento artistico Novecento
La giornalista e intellettuale Margherita Sarfatti fu un personaggio chiave che riunì il gruppo di artisti rappresentanti il Ritorno all’Ordine in Italia. La Sarfatti oltre a dettare le linee guida del movimento definito Novecento italiano, organizzò due importanti mostre a Milano, presso la Permanente.
Margherita Sarfatti fu una scrittrice e critica d’arte e lavorò come giornalista presso il Il Popolo d’Italia dove lavorava anche Benito Mussolini. Nel tempo divenne amante del futuro uomo politico ma a causa delle sue origini ebree con la promulgazione delle leggi razziali fuggì dall’Italia. Durante la Prima Guerra Mondiale perse la vita un figlio della Sarfatti.
Gli oppositori di Novecento
Tra le realtà di opposizione a Novecento italiano vi fu un gruppo di giovani artisti. Al tempo erano studenti dell’Accademia di Brera, che si riunivano intorno alla rivista Corrente fondata dall’artista Ernesto Treccani. Gli studenti si dichiararono contrari al fascismo e a Novecento in un editoriale del 1939. I partecipanti al dibattito furono: Afro, Aldo Badoli, Aldo Bergolli, Renato Birolli, Bruno Cassinari, Cherchi, Alfredo Chighine, Grosso, Renato Guttuso, Dino Lanaro, Giuseppe Migneco, Mantica, Ennio Morlotti, Aligi Sassu, Ernesto Treccani, Italo Valenti, ed Emilio Vedova (e poi Giuseppe Ajmone e Ibrahim Kodra). Trento Longaretti sostenne la discussione ma non partecipò in quanto rientrava a Treviglio dopo il termine delle lezioni. Aldo Carpi, era il direttore dell’Accademia di Brera al tempo di Corrente.
La Cronistoria del movimento artistico Novecento italiano e le mostre del gruppo
1923. Nel 1923 Anselmo Bucci, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Gian Emilio Malerba, Pietro Marussig, Ubaldo Oppi e Mario Sironi esposero insieme presso la galleria Pesaro di Milano. La galleria era di proprietà di Lino Pesaro, un collezionista di origine ebrea, interessato all’arte moderna.
1924. Nel 1924 il gruppo di artisti, privo di Ubaldo Oppi, fu presente alla XIV Biennale d’Arte di Venezia riuniti nel nome Sei pittori del Novecento. Oppi partecipò invece con una propria sala con ventisei opere. Sironi espose l’opera Paesaggio urbano, Dudreville espose Amore: discorso primo e Bucci espose I pittori.
1926. Margherita Sarfatti nel 1926 organizzò una grande mostra alla Permanente di Milano con la partecipazione di centodieci artisti tra i più noti in Italia.
1926. La mostra di Novecento italiano si spostò nello stesso anno a Parigi.
1927. Esposizione delle opere di Novecento italiano a Ginevra.
1929. Margherita Sarfatti organizzò nel 1929 la seconda mostra di Novecento italiano alla Permanente di Milano.
1929. Mostra al Museo Rath.
1930. Grazie ad una mostra a Buenos Aires Novecento italiano acquista una visibilità internazionale.
1931. Il gruppo di Novecento italiano partecipò alla prima Quadriennale di Roma, con il nome di Scuola di Milano.
Nel 1931 i vertici del regime fascista attaccano Novecento italiano accusando l’organizzazione di aver escluso l’arte classica. Inoltre nello spirito della politica autarchica le autorità considerano molte delle opere copie di pittura straniera. Il segretario generale del Partito Fascista, Achille Starace, fu nettamente contrario a Novecento italiano considerandolo portatore di ideali stranieri.
1938. Con la promulgazione delle leggi razziali in Italia, Margherita Sarfatti che era di origine ebraica fuggì all’estero e si concluse l’esperienza di Novecento italiano.
1943. Novecento italiano si sciolse formalmente nel 1943.
Lo stile del movimento artistico Novecento italiano
L’ideologia del gruppo faceva riferimento ai periodi classici dell’arte italiana, del Quattrocento e del Cinquecento. Inoltre, in accordo con le indicazioni di Ritorno all’Ordine, furono banditi riferimenti alle Avanguardie storiche a favore dell’arte classica.
Gli artisti che parteciparono alle mostre di Novecento italiano non presentavano uno stile uniforme e codificato. Infatti i vari partecipanti provenivano da diverse esperienze formative e non erano uniti da rapporti generazionali o ideali. Nel complesso Novecento italiano non si basò su un preciso programma artistico ma mise insieme diverse anime di estrazione tradizionalista.
Nel complesso prevalse un’ottica figurativa come espressione del Ritorno all’ordine del primo dopoguerra. Furono esposte opere con temi legati alla tradizione come ritratti, paesaggi e nature morte. Furono presenti gli artisti esponenti del Realismo magico, della Metafisica e altri autori isolati ma rappresentanti lo spirito dell’iniziativa.
Il Neoclassicismo semplificato
Lo scopo di questa azione di gruppo fu quello di allestire mostre collettive finalizzate a rappresentare lo spirito della loro epoca. Gli anni in cui prese forma l’idea del gruppo furono quelli di relativa calma sociale tra le due Guerre Mondiali. Artisticamente, la nascita di Novecento si colloca nell’ambito della tendenza di ritorno all’ordine sviluppata in Europa dopo il 1918, termine della Prima Guerra Mondiale.
Con Ritorno all’ordine si identifica il rifiuto delle Avanguardie artistiche a favore di linguaggi storici e figurativi. In particolare in Italia, gli artisti del movimento artistico Novecento presero a modello l’antichità classica. Il linguaggio del gruppo originario, legato alla galleria di Lino Pesaro, si fece promotore di uno stile dalle forme figurative semplificate ordinate attraverso strutture compositive armoniche.
Il movimento artistico Novecento interessò anche la letteratura con autori quali Massimo Bontempelli. Gli architetti novecentisti furono tra gli altri Giovanni Muzio, Giò Ponti, Paolo Mezzanotte.
Gli artisti del movimento artistico Novecento
Gli artisti del movimento artistico Novecento provenivano da formazioni diverse ma furono accomunati da una dichiarazione di Margherita Sarfatti. La critica dell’arte infatti dettò negli anni Venti del Novecento le linee programmatiche per definire l’orientamento dell’arte italiana del primo dopoguerra. La Sarfatti dichiarò quindi: “I novecentisti sono convinti che la forma deve essere semplice e se anche non è reale pure deve essere vera. Precisa e decisa la forma, deciso il colore“.
Con questa dichiarazione Margherita Sarfatti si fece portavoce dell’attività degli artisti aderenti alla definizione di novecentismo. Nella declamazione programmatica si fa così riferimento alla forma artistica lasciando inespresso il contenuto. Infatti Sarfatti precisò che la forma poteva anche essere non reale ma comunque precisa e decisa come i colore scelti.
Parteciparono alle mostre di Novecento tra gli altri: Carlo Bonacina, Alberto Cangialosi, Aldo Carpi, Carlo Carrà, Felice Casorati, Cristoforo De Amicis, Giorgio de Chirico, Raffaele De Grada, Fortunato Depero, Antonio Donghi, Ercole Drei, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Virgilio Guidi, Achille Lega, Umberto Lilloni, Gian Emilio Malerba, Arturo Martini, Guido Marussig, Pietro Marussig, Francesco Messina, Giorgio Morandi, Ubaldo Oppi, Renato Paresce, Siro Penagini, Pompeo Porra, Emanuele Rambaldi, Oscar Saccorotti, Alberto Salietti, Gino Severini, Mario Sironi, Arturo Tosi, Mario Tozzi, Guido Trentini, Francesco Trombadori, Adolfo Wildt.
Gli artisti di Novecento
Tra gli artisti che aderirono alle mostre di Novecento vi furono: Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Pompeo Borra, Aldo Carpi, Carlo Carrà, Felice Casorati, Giorgio de Chirico, Raffaele De Grada, Fortunato Depero, Antonio Donghi, Ercole Drei, Leonardo Dudreville, Achille Funi, Virgilio Guidi Achille Lega, Gian Emilio Malerba, Arturo Martini, Pietro Marussig, Francesco Messina, Giorgio Morandi, Ubaldo Oppi, Renato Paresce, Siro Penagini, Gio Ponti, Gino Severini, Mario Sironi, Mario Tozzi, Francesco Trombadori, Adolfo Wildt.
Gli sviluppi nel Secondo dopoguerra
Gli artisti della generazione attiva nel corso degli anni Venti e Trenta rimasero fedeli alle loro posizioni, indipendentemente dallo stravolgimento politico e sociale. Questi artisti parteciparono in gran parte alle esperienze di Novecento e al Ritorno all’ordine. Alcuni provenivano dal Futurismo, da esperienze parigine come Filippo De Pisis e altri dalla Metafisica come De Chirico e Carrà. De Chirico in particolare forte della sua ideologia che concepiva l’arte come un eterno ritorno, rimase fedele all’immaginario metafisico. L’artista recuperò i manichini metafisici e le atmosfere sospese dei suoi dipinti.
Le opere del movimento artistico Novecento
Paesaggio di Roffeno di Giorgio Morandi
Giorgio Morandi, Paesaggio di Roffeno, 1934, olio su tela, 61 x 64.8 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Bibliografia
Rossana Bossaglia, Il Novecento Italiano. Storia, Documenti, Iconografia, Feltrinelli, Prima edizione 1979
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