René Magritte aderì al movimento surrealista dipingendo scene iperrealiste che sfidano la nostra esperienza quotidiana. La chiave dei campi rappresenta una scena bloccata nel tempo.
René Magritte, La chiave dei campi, 1936, olio su tela, 80 x 60 cm. Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza
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Indice
Descrizione de La chiave dei campi di René Magritte
Una finestra al centro del dipinto incornicia un paesaggio di campagna. Il prato, in primo piano, sale con una leggera pendenza da sinistra. Dal pendio spuntano alcuni alberi e cespugli. L’intelaiatura della finestra è costituita da due vetri, uno superiore e uno inferiore. Il vetro inferiore, che dà sul paesaggio è stato infranto. Le schegge rimanenti del vetro formano una cornice, quasi circolare intorno alla frattura. Intanto le schegge appena infrante cadono sul pavimento interno della stanza. Sui vetri ancora sospesi nell’aria si vedono frammenti dello stesso paesaggio dipinto al di là della finestra. Due pesanti tende sono sospese ai lati della finestra e la incorniciano lateralmente.
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Lo stile de La chiave dei campi di René Magritte
René Magritte partecipò al Surrealismo dipingendo situazioni incomprensibili per la ragione, ambientate nel mondo reale. Infatti, utilizzando uno stile pittorico iperrealista Magritte creo immagini che sfidano la nostra esperienza del mondo. Il mistero e l’ambiguità che scaturiscono da questi dipinti sono possibili grazie all’accostamento di stile realistico e rappresentazione fantastica.
André Breton pubblicò il manifesto del Surrealismo nel 1924. Nel testo si invitavano gli artisti ad abbandonare le convenzioni accademiche e ad ispirarsi al proprio pensiero lasciato libero di creare associazioni per immagini e idee. Questa poetica venne ispirata dalle ricerche di Sigmund Freud (1856-1938) che con le sue ricerche sulla psiche elaborò l’idea di inconscio. Il momento nel quale, nella vita di ogni persona, l’inconscio emerge è quello del sogno. Fu, quindi, questa la dimensione preferita dagli artisti surrealisti come il belga René Magritte, il tedesco Max Ernst, Juan Mirò e Salvador Dalì. La pittura surrealista è molto vicina a quella metafisica di De Chirico e Carrà. In entrambe le correnti gli artisti recuperano uno stile realistico e molto dettagliato nei particolari. Vengono riabilitate le tecniche che furono elaborate durante il Rinascimento italiano. Soprattutto la costruzione prospettica dello spazio e il modellato chiaroscurale dei volumi delle figure.
Il colore e l’illuminazione
L’immagine è tendenzialmente fredda. Infatti, il colore più evidente, più saturo di tutto il dipinto è l’azzurro del cielo che viene ripreso all’interno delle schegge di vetro che precipitano al suolo. Anche gli alberi e i cespugli sono dipinti con un tono grigio azzurro. L’erba della collinetta è verde ma tende al grigio. L’interno della stanza, il muro e il pavimento sono molto scuri tendenti al grigio antracite. Le tende laterali, pur con una dominante porpora sono molto scure e poco sature. Il colore freddo e azzurrino proietta l’immagine in un universo onirico e la spoglia di qualsiasi emotività.
Lo spazio
La scena vista attraverso la finestra crea un ponte tra interno ed esterno. Si presuppone che l’osservatore e l’artista che ritrae la scena siano all’interno di una stanza. L’esterno è rappresentato dal paesaggio che si intravede oltre alla finestra. Il senso di spazialità è descritto attraverso la rigorosa rappresentazione geometrica degli spazi. Anche il senso di profondità è costruito in modo corretto attraverso le giuste proporzioni e le opportune sovrapposizioni delle figure. Il primo piano è invaso dai frammenti di vetro che cadono al suolo misteriosamente dipinti. Oltre, si trova la finestra con le tende di lato e infine il paesaggio sullo sfondo.
La composizione e l’inquadratura
La composizione è rigorosamente simmetrica sull’asse verticale. Questo rigore enfatizza, ulteriormente, il senso di mistero dell’immagine ponendola in uno contesto atemporale. La scena, pur rappresentando delle schegge di vetro in movimento verso il suolo, sembra bloccata e priva di vita.
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