Ritratti a parole è un titolo che rimanda alla pratica creativa che unisce figura e testo a allude alla forza delle immagini realizzate.
Pagina aggiornata il: 17 maggio 2020
Ritratti a parole nell’arte
Le parola scritta ha una propria valenza grafica. Spesso tendiamo a dimenticarlo e leggiamo il testo che abbiamo di fronte senza prestare attenzione alla forma di caratteri. Infatti siamo attratti e ammirati dagli ideogrammi orientali che a volte utilizziamo in chiave decorativa. Il loro significato ci è oscuro e quindi li consideriamo per la loro valenza estetica. Inoltre quanti di noi hanno apprezzato le figure dei geroglifici o li portano appesi alle orecchie. Provate poi a osservare i segni di tante altre culture e avrete la tentazione di interpretarli in chiave figurativa.
Caterina Toschi, Dalla pagina alla parete Tipografia futurista e fotomontaggio dada, University for Foreigners of Siena, 2017, ISSN online: 2420-8361, e-ISBN: 978-88-6453-599-9, DOI: 10.36253/978-88-6453-599-9
Ritratti di … carattere
La maestra Daniela Braidotti, ci offre un ampio contributo sugli approcci all’opera d’arte possibili nella scuola primaria
In classe siamo tutti diversi. La diversità tra di noi è una bella cosa, è ricchezza. Lo leggiamo in molti libri e ce ne accorgiamo ogni giorno: ognuno porta un proprio contributo, un pensiero, una visione diversa delle cose. Ci sono differenze visibili, altre meno evidenti. Abbiamo letto “Il razzismo spiegato a mia figlia”, di Tahar Ben Jelloun, e ci hanno colpito alcune parole, là dove scrive che il miscuglio è un arricchimento reciproco e che ogni faccia è unica, che ognuna è simbolo della vita.
Osservare le differenze
Le nostre facce sono diverse, i nostri caratteri sono diversi, anche le lingue. Ma come dice Hiba dopo un lavoro su una fiaba: “solo le parole sono diverse nelle nostre lingue, le cose che indicano sono le stesse”. Ci sono diversità e somiglianze tra tutti e l’importante, come ricordano anche le Indicazioni Nazionali, è che le diversità non diventino disuguaglianze.
Giocare con le parole
Quando ci fermiamo a pensare alle differenze tra di noi salta fuori la parola “carattere“. Ed è facile proporre un lavoro che usa i caratteri di stampa.
Guardare e osservare con attenzione il nostro compagno. E, ancora una volta con il sostegno di Petra, rendiamo visibile ciò che ci rende uguali e ciò che ci rende diversi usando striscioline di giornali e quotidiani che ciascuno porta da casa. Con complessi ideogrammi, fluide scritture arabe e scritte occidentali costruiamo ritratti di carattere, di fronte e di profilo. Ognuno diventa un po’ speciale.
Appunti creativi e note di riferimento di Petra Probst
IO + TU = NOI multiculturalità in classe
Lo spirito del percorso Ritratti di carattere è quello di stimolare nei bambini la curiosità per conoscere le tante culture nel mondo, che molte volte si incontrano a tu per tu nella propria classe.
Culture differenti ma spirito unito
Attraverso gli alfabeti del mondo e la loro storia si può accendere la passione per le scritture di altri paesi. Invito i bambini di portare testi, giornali scritti nelle loro lingue d’origine, arabo, cinese, spagnolo, rumeno, hindi, bangla, russo, coreano, italiano etc..
Il gioco delle lettere
Mescolare questo materiale grafico e comporre delle immagini ci stimola alla creatività. Nascono ritratti, autoritratti, altre volte calligrammi, personaggi o animali strani tutto creato esclusivamente con le lettere e i stili tipografici più svariati
Ammiriamo tutti insieme la bellezza grafica delle differenti scritture. Possiamo stupirci di fronte a delle miniature mediovali, a delle immagini di piante o animali create dai grandi calligrafi arabi.
I riferimenti all’arte contemporana
Ritratti dada
Gli artisti delle Avanguardie storiche durante le loro sperimentazioni intuirono presto il valore del segno alfabetico. Come segnala Petra Probst nella descrizione della sua attività, i dadaisti confezionarono alcuni ritratti utilizzando frammenti di testo stampato. Gurk di Raoul Hausmann fa parte di una trilogia insieme a Dr. Max Ruest e Mynona-Friedländer realizzata tra giugno e dicembre del 1919. Questi tre ritratti sono dedicati al poeta Paul Gurk e allo scrittore Anselm Ruest che insieme a Friedländer fondò la rivista “Der Einzige“.
Hausmann utilizzò frammenti poetici, di giornale e caratteri tipografici di varia grandezza al fine di rendere le diverse parti dei volti. In realtà il dadaista inserì anche frammenti di immagini fotografiche per arricchire il collages. L’utilizzo di collages tipografici, parole scritte o lettere singole non fu una’esclusiva dei dada. Le lettere compaiono nei dipinti cubisti di Picasso e Braque. Inoltre negli ultimi anni artisti emergenti utilizzano questa tecnica per realizzare opere anche di grande dimensione.
Ancora una volta una semplice attività come i Ritratti a parole svolta in classe o a casa permette di eliminare le barriere culturali e comprendere le opere dei grandi artisti Europei del passato e del presente di tutto il mondo.
Consulta il sito di Petra Probst
Le immagini dei workshop sono tratte dall’Archivio di Petra Probst.
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