L’Annunciazione e due Santi di Simone Martini è un importante dipinto del periodo gotico che interpreta un evento cristiano di grande intensità.
Simone Martini, Annunciazione e due Santi, 1333, tempera su tavola, 265 x 305 cm (totale pannello). Firenze, Galleria degli Uffizi
Indice
Descrizione dell’Annunciazione e due Santi di Simone Martini
Al centro del trittico si trova il pannello che raffigura l’Annunciazione. Ai lati sono quindi uniti due scomparti. A sinistra si trova la figurazione di Sant’Ansano e a destra la figura di Santa Margherita o di Santa Massima. Nelle cuspidi sono anche presenti quattro tondi con i profeti Geremia, Ezechiele, Isaia e Daniele.
Il Pannello centrale dell’Annunciazione e due Santi di Simone Martini
L’arcangelo Gabriele, appena apparso, si rivolge alla Madonna con gentilezza e reverenza pronunciando il messaggio divino. Il testo infatti compare sul fondo dorato, partendo dalla bocca del messaggero verso l’orecchio della Vergine. La Madonna invece siede su un trono e la visione la sorprende mentre sta leggendo. Maria si volge verso l’angelo e assume un’espressione timida e intimorita.
Gabriele è inginocchiato a destra ed è rappresentato di profilo. L’arcangelo indossa una veste chiara bordata con un ampio nastro dorato. Il suo mantello è fissato al collo con due lembi annodati e sventola dietro la schiena. Inoltre le grandi ali color oro sono appaiate e aperte verso l’alto. Gabriele con la mano sinistra regge un rametto reciso in direzione della Vergine mentre con la mano destra indica verso l’alto, la colomba dello Spirito Santo che scende circondata da otto angeli.
I personaggi manifestano una grande empatia psicologica. La Vergine sembra quasi intimidita dall’arrivo dell’angelo e si ritrae coprendosi con il mantello. Al centro della pala d’altare in alto, in corrispondenza dell’archetto maggiore, si trova inoltre lo Spirito Santo circondato da una corona di cherubini. Il pavimento è ricoperto da lastre di marmo sul quale poggiano gli arredi e i personaggi. Al centro è posato un vaso dal quale spuntano alcuni gigli dal gambo molto alto.
Sul frammento di cornice originale compare una scritta che ricorda gli autori dell’opera: “SYMON MARTINI ET LIPPVS MEMMI DE SENIS ME PINXERVNT ANNO DOMINI MCCCXXXIII”.
Interpretazioni e simbologia dell’Annunciazione e due Santi di Simone Martini
L’Annunciazione ricorda l’episodio del Vangelo di Luca nel quale l’arcangelo Gabriele incontra la Vergine. Nel Vangelo di Matteo l’Annunciazione avvenne anche a Giuseppe, padre putativo di Cristo. Simone Martini dipinse una Madonna Annunciata, intimorita dalla presenza dell’arcangelo Gabriele. Nel racconto del Vangelo, l’Annunciazione segna l’inizio del tempo cristiano.
La Vergine assume un’espressione un po’ distaccata e altera che rivela il suo timore alla comparsa dell’arcangelo. Le decorazioni dorate dell’abito di Maria aggiungono una componente regale alla sua figura vestita con abiti scuri.
Il libro che legge Maria è un riferimento simbolico alle profezie che anticipano la venuta del Messia nelle Sacre Scritture. Sulla scena compaiono inoltre vari simboli della tradizione cristiano-cattolici come i gigli che indicano la purezza della Vergine. La colomba bianca rappresenta invece lo Spirito Santo. Lo sfondo dorato e astratto è un elemento tipico della tradizione religiosa dell’epoca e sottolinea il valore spirituale del dipinto. L’oro che ricopre lo sfondo sottolinea il valore simbolico della rappresentazione molto distante dall’intento realistico delle rappresentazioni giottesche.
L’arcangelo Gabriele si rivolge alla Madonna con gentilezza e reverenza pronunciando il messaggio divino che viene scritto sul fondo dorato. L’Annunciazione è un evento importante per la cristianità e rappresentato da molti artisti di ogni tempo. Le ali dell’Angelo sono coloratissime e sembrano ancora delle ali di una farfalla sebbene presentano già la forma di ali di uccello. I gigli rappresentano invece la purezza della Vergine.
I santi
I Santi dipinti sui lati non partecipano psicologicamente alla scena e sembrano appartenere ad un altro ambiente separato da colonnine tortili.
La stessa fisionomia si riscontra in tutti i personaggi della scena. Questa caratteristica, tipica dell’epoca, è dovuta alla pratica di usare modelli di ricalco detti patroni. In questo modo venivano tramandate le costanti di stile insieme a quelle iconografiche. La rappresentazione realistica di differenze individuali non era infatti considerata.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
L’Annunciazione venne dipinta da Simone Martini per il Duomo di Siena insieme al cognato Lippo Memmi che realizzò i pannelli laterali. L’Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita si trova a Firenze conservata presso la Galleria degli Uffizi.
La collocazione originaria della pala era un altare laterale del Duomo di Siena, dedicato a Sant’Ansano, uno dei protettori di Siena, frequentato dai fedeli del popolo. Il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo nel 1799 fece poi trasferire la pala a Firenze presso la Galleria degli Uffizi. Al suo posto, sull’altare di Sant’Ansano il Granduca collocò due tele di Luca Giordano.
L’artista e la società. La storia dell’opera Annunciazione e due Santi di Simone Martini
La pala che raffigura la Vergine tra i due Santi è opera di Simone Martini e del cognato Lippo Memmi. Il trittico risale al 1333. I due maestri firmarono e datarono l’opera sulla cornice originale. Di questa rimane solo il frammento che riporta data e firma. Il resto della cornice risale all’Ottocento. Gli storici considerano il dipinto come uno dei grandi capolavori dell’arte gotica. Inoltre è ritenuto il capolavoro di Simone Martini e della Scuola Senese.
Gli studiosi non sono ad ora in grado di stabilire con certezza gli interventi personali dei due maestri. Si sono basati così su confronti stilistici tra opere di Simone Martini e Lippo Memmi. Secondo questi studi la parte centrale con l’Annunciazione potrebbe essere opera di Simone Martini. Invece le figure dei due Santi e dei profeti dipinti nei tondi sarebbero opera di Lippo Memmi.
L’ambiente della corte papale di Avignone richiese la collaborazione di Simone Martini grazie al suo stile lineare molto apprezzato in Francia. Infatti presso la nuova sede del cattolicesimo non erano presenti artisti fiorentini rappresentanti del monumentalismo di Giotto. Per monumentalismo giottesco si intende l’uso prevalente del chiaroscuro al fine di creare l’impressione visiva di solidi volumi formali.
Il dipinto ha subito un restauro nel 2001.
Le considerazioni dei critici nel tempo
Nel tempo il dipinto di Simone Martini è stato oggetto di molta attenzione da parte dei critici dell’arte e di artisti. La notorietà del trittico si diffuse a partire dalla sua esposizione presso la Galleria degli Uffizi di Firenze. Nella seconda metà dell’Ottocento i primitivisti presero a modello questa e altre opere considerate capolavori del gotico.
In particolare Simone Martini anticipò il gotico cortese che ispirò alcuni artisti del tardo Ottocento. I fratelli Goncourt, nello stesso periodo, analizzarono attentamente il trittico e ravvisarono una bellezza perversa nella figura dell’angelo. Infatti descrissero la sua immagine come inquietante a causa del lungo collo da serpente.
Diversi storici del Novecento ammirarono la pala di Simone Martini e tra loro Bernard Berenson e Roberto Longhi la considerano tra i capolavori del linearismo di ogni epoca e civiltà.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile dell’Annunciazione e due Santi di Simone Martini
Come nel caso di tutte le opere Senesi, di questo periodo, Simone Martini diede grande importanza alla linea di contorno a scapito del volume. Le figure sono dipinte con una attenzione particolare all’eleganza della linea di contorno e crea una decorazione lineare. Questa caratteristica prende il nome di lirismo gotico per via della poeticità delle immagini. La Vergine si ritrae e nasconde il viso con il mantello creando uno dei movimenti lineari più eleganti del Trecento toscano.
Il linguaggio figurativo utilizzato dai due artisti senesi è semplice e rispondeva alla necessità di rendere comprensibili le immagini ai fedeli analfabeti. Infatti la collocazione che i religiosi scelsero in origine favoriva la fruizione dell’opera al grande pubblico di fedeli del popolo. Gli strati bassi della popolazione, all’epoca, erano privi di istruzione e la conoscenza dei testi sacri avveniva attraverso racconti orali. Per questo le immagini avevano il compito di integrare la conoscenza approssimativa che giungeva al fedele incolto.
Il naturalismo di Simone Martini
Il linearismo e la bidimensionalità delle figure sono caratteristiche idealizzanti mentre le posture dei corpi e la resa dei tessuti e i gigli apportano un elemento di naturalismo. Infatti l’angelo appare come appena posato al suolo grazie al mantello che sembra ancora subire gli effetti dell’aria. La Vergine inoltre si volta assumendo una torsione che sottolinea il suo corpo esile. Il maestro seppe utilizzare efficacemente la linea per costruire dei contorni che descrivono efficacemente il corpo nonostante non sia presente il chiaroscuro. L’immaterialità dell’angelo è descritta dal colore oro della sua veste che si confonde con la doratura del fondo. Invece Maria indossa abiti scuri e pesanti che suggeriscono la sua natura terrena.
Il linearismo di Simone Martini
La pala di Simone Martini presenta un linearismo raffinato che raramente si trova nelle opere del periodo realizzate nella penisola italica. Il decorativismo lineare del maestro senese si coglie anche nel gioco aereo del mantello di Gabriele e nella trama delle piume dorate delle ali.
Particolare è la struttura dell’abito di Maria le cui pieghe creano un complesso e elegante arabesco. Questa valenza decorativa, insieme al deciso linearismo, nasconde i volumi del corpo e appiattisce l’anatomia. Per animare la figura, quindi, Simone Martini disegnò i bordi della veste con una linea di contorno nervosa e saettante.
Per linearismo si intende la predominanza del contorno delle figure rispetto al modellato attraverso il chiaroscuro. Nel caso dell’opera di Simone Martini e di Lippo Memmi, inoltre le linee che disegnano i contorni sono armoniose ed eleganti. Si possono trovare esempi di tale uso della linea di contorno nei manoscritti miniati realizzati presso le corti francesi. Altri esempi sono da riferirsi alla pittura dell’epoca prodotta in Germania e in Inghilterra.
La tecnica dell’Annunciazione e due Santi di Simone Martini
L’Annunciazione tra i santi Ansano e Margherita è un’opera realizzata a tempera e oro su una tavola di legno di 305 centimetri di larghezza e 265 cm di altezza. Le aureole sono solide e incise sul fondo.
I delicati passaggi di colore sono frutto delle velature di colore ad olio, tipiche del maestro senese. Per realizzare le dorature delle vesti e di altri dettagli delle figure Simone Martini utilizzò tecniche particolari che hanno permesso al maestro di integrare colore e foglia d’oro. Infatti in alcune parti il colore è presente sulla foglia d’oro con tratti sottili detti calligrafici. In altre zone invece un sottile strato di colore steso sulla foglia d’oro fu grattato per rivelare il metallo sottostante e creare le decorazioni. Alcuni dettagli assumono un aspetto materico come le aureole e i bordi delle vesti che sono lavorati a bulino, punzonati e cesellati.
Il Maestro Paolo di Camporegio intagliò la cornice originale del trittico mentre Lippo Memmi eseguì la doratura. La cornice fu poi rinnovata nel 1420 circa. I curatori del museo sostituirono infine completamente la struttura nel corso dell’Ottocento.
Il colore e l’illuminazione
Il fondo della tavola è interamente dorato e quindi crea uno spazio ideale che rappresenta il divino. Nell’insieme prevalgono poi colori caldi con l’esclusione del manto della Vergine di un colore blu scuro e porpora intenso. La luce inoltre è assolutamente ideale e i volumi sono descritti solo parzialmente, non da un chiaroscuro importante, ma dalle linee di contorno. In ogni caso l’illuminazione proviene frontalmente e, debolmente, da sinistra creando un’ombreggiatura molto leggera verso destra.
Lo spazio
Lo spazio del dipinto non è coerente con la rappresentazione mimetica di uno spazio reale. Infatti lo sfondo è ricoperto dall’oro che crea una superficie ideale che allude alla divinità della scena. Le figure in primo piano sono evidenziate dalla linea di contorno. Il secondo piano poi è rappresentato essenzialmente dal vaso con i gigli e lo Spirito Santo che stalla in alto.
Simone Martini progettò alcuni espedienti prospettici per creare l’impressione di tridimensionalità dello spazio dipinto. Questo intento si concretizza nella fuga del pavimento e nei particolari delle figure umane, nei panneggi degli abiti e negli oggetti che sembrano occupare uno spazio fisico.
La figura del trono non è ancora descritta con una prospettiva geometrica efficace ma appare come una assonometria. Infatti la Vergine siede in modo incerto mentre la coglie la vista di Gabriele.
Il pavimento, decorato e dipinto, crea uno spazio credibile e molto realistico con le diagonali che convergono verso il vaso centrale.
La composizione e l’inquadratura
La pala dipinta da Simone Martini e Lippo Memmi è un trittico. Lo scomparto interno è molto più largo dei due laterali. Il dipinto inoltre ha una composizione basata su una scansione ritmica molto precisa. Questa scansione è determinata da linee di contorno sinuose ed eleganti.
La scena dell’Annunciazione presenta un dinamismo compositivo che anima i personaggi. Infatti nelle ali dell’arcangelo e nel mantello predominano le linee verticali che slanciano verso l’alto la sua figura. Questa rappresentazione suggerisce che il messaggero divino sia appena atterrato. La figura di Maria invece mostra una torsione del busto che si contrappone alla rigidità dell’architettura del trono. Insieme alla forma esile della figura, la torsione sottolinea la sua umanità e la fragilità del fisico.
La pala è incorniciata, in alto, da una struttura in legno dorato che crea una cornice di archi a sesto acuto. Quello centrale ha dimensioni maggiori ed è affiancato da due archetti per parte più piccoli. Nel suo insieme sembra imitare l’interno di una cattedrale con le navate minori laterali e la navata centrale maggiore. All’interno dello spazio centrale, che si viene a formare tra le due colonnine che separano i pannelli laterali, si trovano l’angelo annunciante a sinistra e la Vergine a destra con al centro il vaso di gigli bianchi posato a terra.
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Bibliografia
- Piero Torriti, Simone Martini, Giunti, Collana: Dossier d’art, ISBN: 9788809761520
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 12 novembre 2021.
Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Simone Martini intitolate:
- Annunciazione e due Santi
- Cristo sulla via del Calvario
- Guidoriccio da Fogliano
- San Ludovico di Tolosa
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Simone Martini, Annunciazione e due Santi, sul sito della Galleria degli Uffizi di Firenze.
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