Ultimi naturalisti è il nome di un gruppo di artisti informali del territorio padano, in Italia, attivi negli anni Cinquanta del Novecento.
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Il critico dell’arte Francesco Arcangeli nel 1954, pubblicò sul numero 59 della rivista Paragone un saggio intitolato Gli ultimi naturalisti. Paragone era un mensile di arte e letteratura diretto dallo Storico dell’arte Roberto Longhi. Gli artisti di Bologna reagirono con entusiasmo a questo testo che stimolò la formazione di un movimento informale nel nord Italia.
La poetica del gruppo trovò alcuni critici e altri artisti contrari perché non allineata alle esigenze di creare arte figurativa. Il pittore Giorgio Morandi infatti, espresse critiche negative contro l’arte del gruppo di artisti informali.
La storia degli Ultimi Naturalisti
1956. Gli artisti del gruppo parteciparono alla XXVIII edizione della Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1956. Il critico e artista Giovanni Testori presentò Ennio Morlotti. Francesco Arcangeli presentò Pompilio Mandelli e il critico francese Michel Tapié presentò Mattia Moreni. Accanto a loro, Ruggeri, Sergio Saroni, Sergio Vacchi, Vasco Bendini, Pancaldi, Giunni rappresentarono l’Ultimo naturalismo presso l’importante sede nazionale.
1957. Francesco Arcangeli nel 1957 dedicò sulla rivista Paragone un altro articolo alle esperienze degli artisti padani. Questo testo offrì una occasione ad Arcangeli di rispondere alle critiche che il mondo della cultura sollevò contro il suo primo intervento a sostegno dell’arte informale. Arcangeli, a difesa delle sue tesi, rivendicò la condizione ancestrale della naturalità nell’individuo, che sopravvive ad ogni fallimento sociale. Quindi il ritorno alla natura diventa una condizione anarchica e necessaria al fine di ricaricarsi in seguito a esaurimenti, inerzie, formalismi.
Gli artisti inclusi nella poetica informale padana codificata da Francesco Arcangeli proseguirono poi nella loro ricerca a volte giungendo ad esiti del tutto diversi.
Il linguaggio degli Ultimi Naturalisti
Francesco Arcangeli codificò l’Ultimo naturalismo come un’arte che pone al centro la natura, non solo in quanto forma o idea ma come esperienza esistenziale.
Francesco Arcangeli descrisse le differenze tra Ultimi naturalisti e l’Informale tradizionale. In primo luogo gli artisti italiani furono meno astratti rispetto agli artisti francesi. La caratteristica principale secondo il critico fu però quella di evolvere il rapporto tra artista e natura come inteso nell’Ottocento.
Nel saggio intitolato Gli Ultimi naturalisti, Francesco Arcangeli individuò nell’arte informale un ultimo tentativo dell’artista di rapportarsi con la realtà naturale. Il critico sottolineò l’utilizzo di un linguaggio indiretto perché privo di figurazione e Allusivo perché gli artisti procedevano con una pratica non geometrica ma guidata dalla mano, dai sensi e dalle passioni dell’artista.
Nel saggio di Francesco Arcangeli, Ennio Morlotti, Pompilio Mandelli, Mattia Moreni e gli altri artisti, sono indicati come gli eredi di una tradizione pittorica padana. Si tratta della linea che parte da Wiligelmo, nel periodo Romanico, pasa dal Foppa, da Caravaggio, a Crespi e Fontanesi. Arcangeli sottolineò come la tipicità degli Ultimi naturalisti fu quella di vivere il riferimento naturale in modo medianicamente intuitivo. Il critico segnala anche la loro deriva esistenzialistica, contraria alle richieste della politica italiana di allora, ma motivata dalla catastrofe nucleare di Hiroshima. Questa caratteristica si enfatizzò negli anni Cinquanta del Novecento con l’instaurarsi della Guerra fredda.
Gli artisti del gruppo Ultimi Naturalisti
Gli artisti riuniti in Ultimi naturalisti furono tra gli altri, Vasco Bendini, Pompilio Mandelli, Mattia Moreni, Ennio Morlotti, Sergio Romiti, Bruno Pulga, Sergio Vacchi.
Le opere
In preparazione
Bibliografia
- Arianna Brunetti, Francesco Arcangeli e i “compagni pittori”. Tracce per un percorso, Firenze, Fondazione di studi di storia dell’arte Roberto Longhi, 2002
- Ezio Raimondi, Ombre e figure. Longhi, Arcangeli e la critica d’arte, Bologna, Il mulino, 2010
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