L’artista, a Genova dal 1621, rinnovò il linguaggio del ritratto ufficiale seicentesco. Nell’Autoritratto con Sir Endymion Porter di Anton Van Dyck, si apprezza lo stile che lo rese uno dei ritrattisti più amati dai nobili genovesi.
Anton Van Dyck, Autoritratto con Sir Endymion Porter, 1630?, olio su tela, 119 x 144 cm. Madrid, Museo del Prado
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Indice
Descrizione dell’Autoritratto con Sir Endymion Porter di Anton Van Dyck
Il nobile è rappresentato di fronte e alla sua destra si trova il giovane Anton Van Dyck. L’artista è rappresentato di profilo, con il volto di tre quarti e con un abito molto elegante che lo fa sembrare di pari dignità rispetto al nobile inglese. Il giovane artista, che doveva avere all’incirca trent’anni all’epoca del ritratto, ha un’espressione decisa e consapevole della sua posizione a fianco del suo mecenate. Sir Endymion posa più rilassato, con una mano sul fianco e la sinistra appoggiata in primo piano accanto a quella di Van Dyck.
Il volto è quasi frontale e accenna ad un sorriso sereno e compiacente. Sir Endymion indossa un abito raffinato e complesso, decorato da un colletto ampio di pizzo. Sul davanti spicca un’abbottonatura decorata da 17 piccoli bottoni molto ravvicinati. I bordi delle maniche, infine, sono decorati da pizzi a forma di foglia. A destra fa da sfondo al doppio ritratto il fusto scanalato di una grande colonna mentre a sinistra si apre la vista di un paesaggio. L’ampio cielo è coperto da molte nuvole cupe e in basso si intravede un pallido tramonto.
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L’artista e la società. La storia dell’opera
Van Dyck è considerato un importante artista del Seicento fiammingo dopo Rubens. L’artista si formò presso Van Balen e poi presso lo studio di Rubens ad Anversa che lo considerò un collaboratore di alto livello e ottimo discepolo. Nel 1621 Van Dyck soggiornò in Italia e si fermò a Genova. In questa città l’artista si specializzò nella ritrattistica, genere nel quale è considerato un grande interprete di ritratti psicologici. Nel 1623 Van Dyck si trasferì a Londra dove morì a soli 42 anni. Sir Endymion Porter fu segretario del Duca di Buckingham e diplomatico. Il nobile fu anche un importante mecenate molto appassionato delle arti.
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Lo stile dell’Autoritratto con sir Endymion Porter
Van Dyck fu allievo prediletto di Rubens ma abbandonò lo stile opulento e spettacolare del maestro per una resa più austera e asciutta. L’Autoritratto con sir Endymion Porter di Anton Van Dyck è un tipico autoritratto barocco tipologia che l’artista definì soprattutto a partire dal suo lungo soggiorno a Genova dal 1621. Inoltre, Van Dyck rinnovò lo stile del ritratto ufficiale attraverso l’uso di fondi classici come la colonna di destra e il panneggio, in alto, che divide la scena. Rese maggiore regalità alle figure attraverso un attento studio della postura, dello sguardo e dei preziosi abiti. Inoltre, seppe infondere una grande profondità psicologica ai soggetti ritratti.
Il colore e l’illuminazione
Van Dyck per rendere l’incarnato dei due volti ha scelto un tono di rosa molto vicino all’ocra che domina su tutta la composizione cromatica. Sulle gote del nobile compaiono dei lievi rossori mentre il viso dell’artista è molto più chiaro e luminoso. Entrambe i personaggi hanno lunghi capelli mossi. Sir Endymion ha lunghi boccoli castano scuri illuminati da toni leggermente più chiari mentre Van Dyck ha una capigliatura più chiara, più luminosa e più sottile. Un delicato pizzetto biondo ricopre il mento del protagonista mentre i baffi sono appena visibili e chiarissimi. Quelli di Van Dyck, invece, sono molto più folti, scuri e bruni. Van Dyck ha saputo orchestrare in modo eccellente i toni ocra grigi e neri che verranno poi assunti inseguito dalla pittura inglese.
Partendo dal colore più scuro, l’abito dell’artista, dai riflessi setosi, si passa attraverso gli scuri opachi del fondo grigi e marroni. Poi, le nuvole del paesaggio e la colonna di destra, il guanto e l’appoggio in primo piano. Gli incarnati di volti e mani. Infine l’abito bianco dalle ombre ocra di Sir Endymion. Solo la piccola porzione di cielo blu e azzurro si scosta dal tono generale.
Lo spazio
I due protagonisti riempiono interamente il piano dell’opera e lo spazio, soprattutto a destra risulta contratto verso la figura dell’artista che si staglia contro lo sfondo rappresentato da una colonna classica. A sinistra, oltre un panneggio scuro al centro, si apre un paesaggio poco dettagliato che si perde all’orizzonte incontrandosi con le nubi basse.
La composizione e l’inquadratura
La composizione del doppio ritratto è centrale e racchiusa all’interno di una cornice ovale. I due volti sono disposti simmetricamente nella metà superiore mentre le due mani, in basso, sono posizionate in prossimità della verticale centrale. La figura di Sir Endymion crea una pesante massa che stabilizza l’intera composizione, anche grazie alla intensa luminosità. La figura di Van Dyck è proiettata verso sinistra e risulta meno evidente a causa dell’abito scuro. L’equilibrio compositivo è assicurato dalla disposizione simmetrica delle figure e dai bagliori di luce sulla colonna, a destra e sull’orizzonte, a sinistra.
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