Amazzone ferita di Policleto

L’Amazzone ferita di Policleto fu realizzata dallo scultore greco in occasione di una gara indetta dal Santuario di Efeso.

Policleto, Amazzone ferita, copia romana del I sec d.C. circa dell’originale greco del 430 a.C. circa, marmo, altezza 202 cm. Roma, Musei Capitolini

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Indice

Descrizione dell’Amazzone ferita di Policleto

La giovane guerriera è in posizione stante e solleva il braccio destro per reggersi ad un sostegno. Con la mano sinistra invece indica la ferita visibile al fianco destro. Il viso ha connotati classici e non mostra alcuna espressione. Inoltre i capelli corti sono riuniti in ciocche mosse e riuniti con una semplici scriminatura centrale. L’Amazzone presenta il busto nudo e il chitone, legato in vita, copre la parte inferiore. Un sottile mantello ricade poi dietro la schiena.

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La scultura si trova presso i Musei Capitolini di Roma ed è anche detta Amazzone di Sosikles dal nome dell’autore della copia (Roma, Musei Capitolini S651). Esistono doversi esemplari di questa versione ma quella migliore è proprio presso i Musei Capitolini. Policleto realizzò la statua dell’Amazzone in occasione di una gara organizzata intorno al 435 a.C. presso il Santuario di Artemide di Efeso. Con lui parteciparono anche Fidia, Kresila, Cidone e Phradmon. Secondo le memorie di Plinio (XXXIV, 53), il primo posto andò proprio a Policleto seguito dagli altri tre.

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Lo stile

Policleto fu un artista greco appartenente al secondo classicismo ed è noto per aver formulato un canone scultoreo che porta il suo nome. Secondo tale regola proporzionale la testa è compresa otto volte nel corpo della statua.

Rapporto con lo spazio

La scultura dell’Amazzone è ancora valorizzata da una lettura frontale. Infatti sarà solo con le sculture di Lisippo come l’Apoxyómenos che la statua assume una visione a 360 gradi. Inoltre Policleto utilizzò la formula compositiva del chiasmo per dare armonia alla scultura e creare un elegante movimento. Tale formula si ritrova anche nel celebre Doriforo e consiste nella posizione alternata e incrociata di braccia e gambe.

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Scheda

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Bibliografia

  • Ranuccio Bianchi Bandinelli ed Enrico Paribeni, L’arte dell’antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9
  • Antonietta Viacava. L’atleta di Fano, Roma, Edizioni L’Erma di Bretschneider, 1994. ISBN 88-7062-868-X.
  • George M. A. Hanfmann, Dizionario delle antichità classiche, Cinisello Balsamo, Paoline, 1995, p. 849
  • Paolo Moreno (a cura di), Lisippo : l’arte e la fortuna, Catalogo della mostra tenuta a Roma, Milano, Fabbri, 1995, ISBN 88-450-5738-0.
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  • Giorgio Bejor, Marina Castoldi, Claudia Lambrugo, Arte greca, Mondadori Università; Nuova Edizione edizione (1 ottobre 2013), ISBN-10: 8861842968 ISBN-13: 978-8861842960
  • Luigi Rocchetti, Le gioie sepolte. Scultura greca del periodo arcaico, Arbor Sapientiae, 01/01/2018, EAN:9788894820850

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 19 dicembre 2019.

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