Antinoo Capitolino

Antinoo Capitolino è una scultura tradizionalmente considerata il ritratto del giovane favorito dell’Imperatore romano Adriano.

Antinoo Capitolino, età adrianea, marmo, altezza 180 cm. Roma, Musei Capitolini

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Indice

Descrizione dell’Antinoo Capitolino

La statua indicata come Antinoo capitolino raffigura un giovane nudo maschile. La figura è scolpita in posizione stante e in piedi. Il viso è leggermente inclinato verso la destra del personaggio e assume un’espressione malinconica. I capelli sono riuniti in ricci fitti e corti che creano un caschetto compatto. Il braccio destro è disteso lungo il corpo mentre il sinistro è leggermente flesso in alto e la mano rivolta con il palmo verso l’alto. La gamba destra regge il peso del corpo e la pianta del piede è completamente poggiata a terra. Invece quella sinistra è sollevata e il piede, leggermente arretrato, poggia solo sulle dita. Il giovane è poggiato ad un tronco scolpito alla sua destra.

Interpretazioni e simbologia dell’Antinoo Capitolino

Gli storici al momento della scoperta della scultura considerarono la statua come il ritratto di Antinoo adolescente, amante dell’imperatore Adriano. Si basarono sulla descrizione del giovane che secondo la tradizione era raffigurato con il volto carnoso i capelli ricci, un fisico prestante e un aspetto malinconico e assente.

Gli storici contemporanei invece valutando la disposizione delle ciocche dei capelli identificano l’opera come una copia romana di età Imperiale di una statua raffigurante Ermes. Questa diversa interpretazione fu già annotata dallo scrittore britannico Augustus Hare alla fine dell’Ottocento e descritta nel sue Passeggiate a Roma. Nonostante questa diversa identificazione il suo titolo rimane quello di Antinoo Capitolino.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il conte Giuseppe Fede collezionista e archeologo trovò l’Antinoo Capitolino a Villa Adriana a Tivoli durante i primi scavi organizzati in questo sito archeologico. Il cardinale Alessandro Albani collezionista acquistò inizialmente la scultura. Il cardinale, che era il principale collezionista d’arte del suo tempo, fece di questa statua una grande attrazione per i suoi ospiti. Papa Clemente XII la acquisì poi nel 1733 dando inizio al nucleo di sculture che ora formano i Musei Capitolini a Roma dove si trova la scultura. Napoleone Bonaparte la trasportò a Parigi nel 1797 dove rimase fino al 1815. In seguito agli accordi tra le forze della Restaurazione la statua tornò a Roma nel 1815.

L’artista e la società. La storia dell’Antinoo Capitolino

La Statua è stata integrata successivamente da Pietro Bacci con la gamba e il braccio sinistri. Con queste aggiunte la figura assume una posa retorica e dinamica. Gli storici a venire considerarono così l’opera come una delle copie più belle di sculture greche esistenti.

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Lo stile dell’Antinoo Capitolino

La statua è considerata una copia romana di età adrianea di un originale greco. Il torace presenta una modellazione morbida. I rilievi muscolari infatti non sono incisi e creano un chiaroscuro appena accennato. Le proporzioni poi sono vicine al reale e la posa è espressiva del carattere del personaggio.

La tecnica

L’Antinoo Capitolino è una scultura in marmo di 180 cm di altezza.

La luce sulla scultura

La scultura non presenta incisioni molto profonde sul corpo e la luce diffusa crea quindi un modellato morbido e armonico. Invece nei capelli si formano profonde incisioni che separano le ciocche con un chiaroscuro grafico.

Rapporto con lo spazio

La scultura si pone nello spazio con un postura dinamica e sembra incedere in avanti. Inoltre la testa è ruotata verso la destra del personaggio e il corpo orientato frontalmente. Questa rotazione insieme al braccio destro sollevato verso la sua sinistra, destra dell’osservatore, e la gamba sollevata penetrano lo spazio reale. La scultura quindi sembra condividere in modo naturale lo stesso spazio dell’osservatore.

La struttura

La figura in posizione verticale si regge sulla gamba destra, al tronco che rappresenta un solido sostegno, e alle dita del piede sinistro.

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Bibliografia

  • Patrick Schollmeyer, La scultura romana, Apeiron Editori, 2007, Collana: Prospettive di storia dell’arte, ISBN-10: 8885978541 ISBN-13: 978-8885978546
  • P. Liverani, U. Santamaria, Diversamente bianco. La policromia della scultura romana, Quasar, 2014, ISBN-10: 8871405579 ISBN-13: 978-8871405575

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 15 dicembre 2020.

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