Il Crocifisso di Santa Maria Novella di Giotto

Nel Crocifisso di Santa Maria Novella dipinto da Giotto, Cristo sulla croce diventa un uomo reale che soffre e muore.

Giotto, Crocifisso di Santa Maria Novella 1290-1295 circa, tempera e oro su tavola, 578 x 406 cm. Firenze, Basilica di Santa Maria Novella

Indice

Descrizione del Crocifisso di Santa Maria Novella di Giotto

Il corpo di Cristo è appoggiato contro un pannello decorato. Ai lati del braccio corto della Croce sono dipinti poi la Vergine a sinistra e San Giovanni a destra. In alto al sommo della Croce è dipinto un rettangolo rosso con le insegne di Cristo.

Il corpo di Gesù è magro e visibilmente provato dalla Passione che lo ha portato alla morte. Infatti sulla sinistra del torace è visibile un fiotto di sangue che esce dalla ferita a l costato. I capelli lunghi e biondi ricadono scriminati al centro mentre una leggera barba incornicia il mento. Dalle ferite alle mani scendono altri rivoli di sangue come dal costato e dai piedi. Intorno ai fianchi è stretto un velo e i piedi in basso sono fissati alla croce da un grosso chiodo.

Infine il legno è fissato alla roccia dipinta all’interno del basamento trapezoidale. Sul teschio e su alcune ossa si deposita il sangue che scende in basso.

Interpretazioni e simbologia del Crocifisso di Santa Maria Novella di Giotto

Il braccio verticale della croce poggia su una base trapezoidale all’interno della quale è dipinta una roccia con un teschio che rappresenta il monte Gòlgota, anche detto monte Calvario (dal latino Calvariae locus e più tardi Calvarium cioè “luogo del cranio”).

Contrariamente alla realtà della crocifissione i chiodi sono infissi nel palmo della mano e non nel polso. Questa convenzione fa parte della tradizione iconografica precedente. Però il Cristo di Giotto non è un “Christus triumphans“, come nella tradizione Bizantina e romanica, ma una persona in carne ed ossa sofferente sulla croce, definito “Christus patiens“. Il Cristo sofferente sostituisce quindi il Cristo trionfante sulla morte.

Il Cristo trionfante sulla morte ha gli occhi aperti, una espressione sicura sul volto, la testa eretta e il corpo frontale. Questa concezione, agli inizi del XIII secolo, viene sostituita dalla immagine di Cristo sofferente, dagli occhi chiusi, con una espressione di dolore, il capo cadente e il corpo posizionato di tre quarti, rivolto a sinistra. Uno dei primi esempi di Cristus Patiens si attribuisce al maestro Giunta Pisano.

Nel XII secolo, sul territorio italico si diffonde la produzione di croci dipinte con le figura di Cristo da esporre in prossimità dell’arco trionfale della chiesa o l’iconostasi.

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La croce sagomata dipinta da Giotto si trova nella navata centrale della Basilica domenicana di Santa Maria Novella di Firenze.

L’artista e la società. La storia del Crocifisso di Santa Maria Novella di Giotto

Giotto nacque nel 1266 e dipinse il Crocifisso intorno al 1290 all’età di poco più di vent’anni. In passato, l’attribuzione di questo crocifisso al maestri non fu condivisa da tutti gli studiosi esperti dell’arte. Recentemente, analisi approfondite, hanno permesso di attribuire, con maggiore certezza, il Crocifisso a Giotto per via della qualità elevata del disegno sottostante e della stesura pittorica.

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Lo stile del Crocifisso di Santa Maria Novella di Giotto

Nella sua croce, Giotto, dipinge una nuova versione di Cristus Patiens che, da Giunta Pisano in avanti, era dipinto con il corpo fortemente inarcato a sinistra, in modo convenzionale e stilizzato. La tridimensionalità e il senso del volume sono resi grazie al chiaroscuro. La sovrapposizione dei piedi e le dita dipinte di scorcio contribuiscono a rendere la profondità dello spazio compreso dalla figura di Cristo.

Giotto, per rappresentare il corpo umano in modo reale studia l’anatomia e si allontana dallo stile schematico e senza vita delle raffigurazioni precedenti del Cristus Patient. Il corpo di Cristo non è inarcato forzatamente verso sinistra, ma, tende verso il basso. Per aumentare il senso di tridimensionalità e di realtà Giotto ha dipinto i piedi di Cristo sovrapposti e fermati da un solo chiodo.

Le gambe sono piegate nella sofferenza di sostenere il corpo che diventa sempre più pesante con la morte che sopraggiunge. Il pannello dietro il corpo di Cristo sembra un tappeto orientale e la scena è molto drammatica grazie al sangue che sgorga dalla ferita al costato, dalle ferite alle mani e cola fin sui piedi, finendo sulla pietra del Gòlgota. La realtà viene sottolineata dal velo di Cristo che sembra trasparente.

La pittura di Giotto è quindi considerata un’anticipazione della cultura figurativa rinascimentale. Il maestro dipinse immagini realistiche, espressive e tridimensionale. Inoltre animò le scene inserendo dettagli quotidiani e naturali.

La tecnica

Giotto dipinse il Crocifisso di Santa Maria Novella utilizzando tempera e oro su tavola di legno. I materiali e le superfici assumono maggior realismo grazie all’utilizzo di colori molto preziosi e rari. Inoltre l’uso delle sfumature e di nuove tecniche come la tempera ad acqua o uovo e le lacche permettono di modellare i volumi.

Il colore e l’illuminazione

Il velo che indossa Cristo è realizzato con un delicato arancio-rosa, e trattato come un velo trasparente e molto leggero. La figura è illuminata da un’unica fonte luminosa, che proviene da sinistra rispetto all’osservatore, che crea luci ed ombre tenui, per dare il senso del volume. Per rendere ancora più brillante l’aureola Giotto inserì schegge di vetro nel fondo dorato.

Lo spazio

Il corpo di Gesù è dipinto direttamente sulla croce sagomata quindi la lettura di questo dipinto si avvicina a quella di un’opera scultorea. La figura di Cristo infatti si espande direttamente nello spazio reale del fedele.

La composizione e l’inquadratura

Il dipinto è rappresentato da tavole di legno unite a formare una grande croce. La base è di forma trapezoidale detta soppedaneo. Ai lati dei bracci laterali sono fissati i tabelloni. Infine in alto in cima al braccio verticale si trova la cimasa.

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Bibliografia

  • Elisabeth Crouzet Pavan, Inferni e paradisi. L’Italia di Dante e Giotto, 2007, Fazi Collana: Le terre, EAN: 9788881128334
  • Alessandro Tomei, Giotto. La pittura, 2016, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809991729

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 25 dicembre 2021.

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