Hermes in riposo di Lisippo è una scultura in bronzo attribuita a Lisippo e conservata presso il Museo Archeologico di Napoli.
Lisippo, Hermes in riposo, copia romana ante 79 d.C. dell’originale greco del 330 – 320 a.C., bronzo. Napoli, Museo Archeologico Nazionale
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Indice
Descrizione dell’Hermes in riposo di Lisippo
Il giovane Hermes è raffigurato nudo e seduto su una roccia. La testa del dio è coronata da capelli corti riuniti in ciocche scomposte ed è voltata verso sinistra. Il messaggero siede con la gamba destra allungata in avanti e la gamba sinistra flessa con il piede poggiato sulla pietra. Il giovane assume quindi una postura molto disinvolta e rilassata. Il braccio sinistro è piegato e poggiato sulla coscia mentre la mano destra si regge al sedile roccioso sollevando la spalla corrispondente. Infine Hermes ai piedi indossa un paio di calzari alati.
Interpretazioni e simbologia dell’Hermes in riposo di Lisippo
Hermes è un personaggio del mito greco ed è considerato il messaggero degli dei. Nella scultura di Napoli è raffigurato in riposo, seduto su delle rocce. Hermes inoltre è riconoscibile dai suoi attributi iconografici, due piccole ali poste alle caviglie.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Di questa scultura esistono diverse copie. La più nota è quella conservata in Spagna a Merida ed è in marmo. La copia custodita al Kunsthistorisches Museum di Vienna invece è una fusione in bronzo.
Dopo la scoperta ad Ercolano la statua fu trasferita al Museo Napoletano. Nel 1799 poi il Re Ferdinando I delle Due Sicilie portò L’Hermes a Palermo insieme ad altre sculture per metterle al riparo dai tumulti della rivoluzione dello stesso anno. Infine nel 1816 la scultura è documentata presso il palazzo reale di Portici.
L’artista e la società. La storia dell’opera Hermes in riposo di Lisippo
L’Hermes a riposo è attribuito a Lisippo e l’originale risale al 330 – 320 a.C. La copia di epoca romana esposta al Museo Archeologico di Napoli risale invece al 79 a.C. L’attribuzione a Lisippo si basa su un confronto stilistico compiuto dagli storici dell’arte. Gli archeologi infatti ritrovarono la copia di Napoli nel 1758 nell’area vesuviana nei dintorni della villa dei Papiri a Ercolano. Francis Haskell e Nicholas Penny, due storici britannici, la valutarono come la scultura più importante degli scavi di Ercolano e Pompei dell’epoca. La villa dei papiri era una residenza gentilizia costruita all’esterno dell’area urbana di Ercolano, l’antica Herculaneum. La scultura si trovava molto probabilmente all’interno del peristilio rettangolare utilizzato come gymnasium per gli esercizi fisici.
Secondo alcuni storici la posizione del dio e lo stile del modellato si ispirano alle opere di Lisippo. Verosimilmente, si tratta della produzione di uno scultore di Roma Antica.
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Lo stile dell’Hermes in riposo di Lisippo
Lisippo fu uno scultore greco attivo nel periodo tardo classico. Le sue opere rispetto a quelle del periodo precedente enfatizzano le caratteristiche espressive e psicologiche. Inoltre al fine di ottenere posture più dinamiche Lisippo abbandonò la rappresentazione rigidamente frontale dei personaggi per favorire una visione a 360 gradi. La scultura diventa quindi un vero tuttotondo apprezzabile da diverse angolature.
La tecnica
L’Hermes di Lisippo custodito a Napoli è una fusione in bronzo con tracce di altri metalli. Il globo oculare è di osso o avorio mentre le pupille sono in pietra grigia e le iridi in pietra nera.
La luce sulla scultura
La superficie bronzea della scultura influisce sulla resa della luce che viene in gran parte assorbita. L’illuminazione non crea quindi decisi stacchi anatomici e le diverse parti del corpo sono evidenziate dalle luci che si riflettono sulle superfici curve e rilevate.
Rapporto con lo spazio
L’Hermes offre una molteplicità di prospettive di fruizione poichè il corpo non è concepito per essere osservato solo frontalmente. Inoltre il busto del giovane compie una leggera flessione verso la destra dell’osservatore. La postura del corpo diventa così dinamica e invita lo sguardo a percorrere la scultura nelle altre parti. La visione laterale invece, seppur articolata e movimentata, risulta leggermente più statica. Di particolare efficacia infine è la visione di tre quarti verso sinistra dell’osservatore con il viso frontale di Hermes.
La struttura
Il corpo di Hermes se osservato di profilo crea una triagolazione per via della posizione assunta. La struttura compositiva è quindi sviluppata in obliquo a partire dal piede destro in basso. La scultura in bronzo infine poggia su una base in altro materiale sagomata in forma di sedile roccioso.
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Bibliografia
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- Luigi Rocchetti, Le gioie sepolte. Scultura greca del periodo arcaico, Arbor Sapientiae, 01/01/2018, EAN:9788894820850
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 10 febbraio 2022.
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