I due inverni di Angelo Morbelli affronta il tema della senilità insieme ad altre opere che compongono il Poema della Vecchiaia.
Angelo Morbelli, I due inverni, 1903 , olio su tela. Collezione privata
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Indice
Descrizione de I due inverni di Angelo Morbelli
La stanza nella quale si trovano le anziane del Pio Albergo Trivulzio si trova in forte penombra. La luce fredda proviene dall’esterno e crea deboli riflessi sulla boccetta di vetro poggiata sul davanzale. Le ospiti dell’istituto si intravedono in primo piano e sono immerse nel buio. La donna più vicina alla finestra sta sferruzzando mentre le altre sembrano assopite. Sul davanzale, creato dalla profonda strombatura della finestra, si nota una piccola natura morta di oggetti chiari. Infine, oltre il gelido vetro si colgono i particolari del giardino bianco di neve. Una panchina, un brano di intonaco e alcuni tronchi che affondano nella neve.
Interpretazioni e simbologia de I due inverni di Angelo Morbelli
Angelo Morbelli dipinse I due inverni ritraendo le ospiti del Pio Albergo Trivulzio di Milano. L’opera fa parte della serie intitolata il Poema della vecchiaia insieme ad altre cinque: Il Natale dei rimasti, Vecchie Calzette, Mi ricordo quand’ero Fanciulla, La sedia vuota e Siesta invernale. L’artista, interessato alle tematiche sociali, affrontò più volte il tema della vecchiaia ritraendo gli ospiti dell’istituto milanese. Il titolo I due inverni allude, forse, alla stagione invernale che si coglie nello spazio esterno. Il secondo inverno è quello della vita, rappresentato dall’avanzata età delle donne. L’ombra che avvolge i corpi sembra possedere un significato simbolico. Il buio, infatti, avvolge inesorabilmente le anziane rivelate solo da un tenue bagliore di vita.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Il Poema della Vecchiaia fu esposto in occasione della Biennale d’Arte di Venezia del 1903. Fu Angelo Morbelli a chiedere al Segretario Generale della Biennale di poter allestire il suo spazio con più di due opere, limite imposto ad ogni artista. Gli fu, così, concesso di esporre sei opere al fine di rappresentare al meglio il suo lavoro di ricerca condotto all’interno del Pio Albergo Trivulzio. I due inverni fu poi inviata, nel 1905, all’Esposizione Internazionale di Monaco insieme a Vecchie calzette e Il Natale dei rimasti.
L’artista e la società. La storia dell’opera
Morbelli, nel 1902, allestì uno studio all’interno del Pio Albergo Trivulzio al fine di studiare attentamente gli spazi e la quotidianità dell’Istituto.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile de I due inverni di Angelo Morbelli
I due inverni, come le altre opere del Poema della Vecchiaia è un dipinto Divisionista. Angelo Morbelli condusse le sue ricerche a partire dal 1890 circa insieme a Giovanni Segantini e Giuseppe Pellizza da Volpedo.
La tecnica de I due inverni di Angelo Morbelli
I dipinti di Angelo Morbelli del periodo divisionista furono realizzati in seguito ad un attento studio del colore. L’artista si impegnò in una ricerca finalizzata a conferire il massimo della luminosità alle sue opere. I colori puri sono posti sulla tela attraverso piccoli segni e puntini accostati. Il risultato finale si ottiene attraverso la fusione di questi punti, di varie tonalità, nell’occhio dell’osservatore. Diversamente dal Puntinismo francese le figure di Morbelli acquistano maggiore realismo plastico. Infatti i dipinti di Seurat mostrano figure umane rigide e isolate dal contesto ambientale. I due inverni e gli altri cinque dipinti della serie sono un esempio della sua tecnica matura.
Il colore e l’illuminazione
I due inverni di Angelo Morbelli è un dipinto dai toni scuri e grigi. Nell’opera il colore più evidente è il granata delle mantelline, molto scuro perché totalmente in ombra. Sui corpi delle anziane grava un grigio freddo. Nel buio si intravede l’ocra che colora le mani dell’anziana parzialmente illuminata dalla finestra.
Il muro esterno color ocra si pone in contrasto con i colori scuri dell’interno. Anche il paesaggio innevato è in forte contrasto di luminosità con l’interno quasi nero. Le donne sono in controluce e la loro sagoma scura si intravede grazie alla debole luce che filtra dai vetri.
L’unica fonte luminosa del dipinto è la debole luce fredda che penetra a fatica dalla finestra. Gli abiti delle anziane sono rivelati dai deboli riflessi delle pieghe. Anche i visi sono appena intuibili grazie ai profili appena segnati. Solo la donna prossima alla finestra è illuminata dalla luce radente che proviene dall’alto. Le ombre sono diffuse e profonde. L’ambiente buio confonde le sagome delle protagoniste del dipinto.
Lo spazio
Lo spazio assume una consistenza tridimensionale grazie alla luce che modella la strombatura della finestra. La sovrapposizione dei corpi delle tre donne a destra permette di stabilire la distanza tra il fronte del dipinto e la parete. Infine, oltre il vetro, gli elementi del paesaggio indicano la profondità del giardino innevato. Inoltre, il punto di vista è leggermente più alto del davanzale. L’opera di Angelo Morbelli è costruita su tre piani sovrapposti in profondità: le anziane, il muro con la finestra e il paesaggio esterno.
La composizione e l’inquadratura
I due inverni è un dipinto orizzontale dalla costruzione simile a Vecchie Calzette. Un terzo dell’altezza è riservata alla finestra, al brano di paesaggio e alla piccola natura morta. Due terzi, in basso, sono invece destinati alle figure delle anziane ospiti. L’impianto è simmetrico, infatti il battente centrale della finestra è allineato con la verticale centrale. Invece, i due gruppi di donne sono disposti in modo asimmetrico. Infatti le tre donne di destra si dispongono in modo ritmico verso la parete e creano una scansione regolare dello spazio in profondità. La costruzione irregolare della zona inferiore contrasta decisamente con la rigida ortogonalità della parte architettonica.
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Angelo Morbelli, I due inverni, sul sito della Galleria d’Arte Moderna di Venezia.
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