La sedia vuota di Angelo Morbelli

La sedia vuota è un dipinto che Angelo Morbelli inserì tra le sei opere esposte durante la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del 1903.

Angelo Morbelli, La sedia vuota, 1903, olio su tela, misure. Collezione privata

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Indice

Descrizione de La sedia vuota di Angelo Morbelli

Di fronte al muro di una stanza del Pio Albergo Trivulzio di Milano, siedono alcune anziane ospiti. In alto, una grande finestra illumina debolmente la scena. In basso, le donne sono sedute su sedie impagliate. Alcune di loro lavorano la calza, altre, a mani giunte, pregano o riflettono. Una di loro, in primo piano, sembra sofferente. L’anziana donna è china in avanti e copre il viso con le mani. Di fronte a lei, un’altra, con il capo coperto da un pesante fazzoletto nero, è piegata verso il basso e appoggia le braccia sulle gambe. Le donne sono vestite con gli stessi abiti. Indossano lunghe e comode vesti scure e un ampio grembiule chiaro. I loro capelli bianchi sono coperti da un fazzoletto di pesante tela nera. Sulle spalle, portano una mantellina rossa. In primo piano, a sinistra una sedia è vuota.

Interpretazioni e simbologia de La sedia vuota di Angelo Morbelli

La sedia vuota fu dipinto da Angelo Morbelli e fa parte delle sei opere di una serie. Si tratta del Poema della Vecchiaia che ritrae ospiti e luoghi del Pio Albergo Trivulzio di Milano. L’Istituto ospitava anziani e malati e fu rappresentato da Morbelli in molte delle sue opere. La sedia vuota allude alla morte di una delle ospiti del Pio Albergo Trivulzio. Nella prima versione del dipinto l’artista inserì la figura di un ombrello oltre i vetri della finestra. Questo particolare venne poi eliminato dall’artista perché considerato troppo funereo. Le altre opere del Poema della Vecchiaia sono: Vecchie calzette, Il natale dei rimasti, I due inverni, Mi ricordo quand’ero fanciulla e Siesta invernale.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Nel 1901, Morbellicomunicò in una lettera, all’amico e collega Pellizza da Volpedo, la sua intenzione di realizzare una nuova serie di opere all’interno del Pio Albergo Trivulzio. L’artista, infatti, si era già cimentato con questo tema nel 1883 con Giorni ultimi e, successivamente con altri dipinti.

L’artista e la società. La storia dell’opera

Per poter agevolmente realizzare le opere, l’artista allestì uno studio all’interno dell’istituto nel 1902.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de La sedia vuota di Angelo Morbelli

Angelo Morbelli è considerato uno dei principali protagonisti del Divisionismo italiano. Tale ricerca ebbe alcune affinità con il Puntinismo francese di Seurat e Signac. A rendere i dipinti di Morbelli diversi da quelli di Seurat è il modellato delle figure che assumono una morbidezza e un maggior realismo. Inoltre, Morbelli fu interessato a tematiche sociali che condivise con l’amico Giuseppe Pellizza da Volpedo. Fecero parte dell’esperienza divisionista anche Antonio Segantini e Gaetano Previati.

Non è possibile considerare il Divisionismo come un movimento poiché gli artisti non riuscirono a trovare un comune denominatore. Infatti, nonostante il tentativo di Morbelli, nel 1895, di riunire i colleghi in un gruppo, non fu redatto un manifesto artistico. Gaetano Previati delineò i principi del Divisionismo e fu un artista la cui influenza si ritrova nelle opere di artisti lombardi e liguri. Si considera come atto di nascita del Divisionismo il 1891, la mostra alla I Triennale di Milano. In questa occasione vennero esposte le opere intitolate, Le due madri di Giovanni Segantini, il Parlatorio del Luogo Pio Trivulzio e Alba di Morbelli e Maternità di Gaetano Previati.

La tecnica de La sedia vuota di Angelo Morbelli

Angelo Morbelli dipinse La sedia vuota con la tecnica divisionista da lui elaborata. L’artista condusse una ricerca su base scientifica dei pigmenti e sulle teorie della percezione. Al fine di ottenere il massimo di luminosità dalle tinte, Morbelli utilizzò, così, piccoli segni e punti di colore puro. Il loro accostamento produce sulla retina dell’osservatore una tinta risultante dalla fusione dei singoli trattini dipinti. Per registrare i momenti e le atmosfere Morbelli fece uso della fotografia. Questa scelta lo portò a polemizzare con Giovanni Segantini che amava, invece, la pittura dal vero.

Il colore e l’illuminazione

La sedia vuota è un dipinto ad intonazione cromatica calda. Il colore più diffuso sull’opera è l’ocra, chiaro e, soprattutto l’ocra scuro tendente al bruno. I colori più evidenti sono il bianco dei grembiuli e il rosso scuro delle mantelline. I fazzoletti delle donne sono gli elementi più scuri, quasi neri.

I contrasti di luminosità sono intensi tra i vetri molto chiari della finestra e l’interno della stanza. Anche i grembiuli illuminati dalla fredda luce esterna emergono dall’ombra dell’ambiente. Le mantelle rosse sono poste in evidenza dalla loro saturazione maggiore rispetto al contesto generale ocra-grigio.

La scena è illuminata dalla luce fredda e debole che proviene dall’esterno e filtra attraverso i vetri della grande finestra. L’illuminazione proviene dal fondo e pone in controluce le anziane. La zona più illuminata è quella centrale nella quale si trovano i grembiuli delle protagoniste del dipinto. L’ombra si infittisce, invece, verso i bordi, alle spalle delle donne. La qualità della luce, la sua intensità e la sua direzione, creano un passaggio soffuso tra le zone di luce e quelle di ombra. Infatti, nelle zone più illuminate e nelle zone in ombra i passaggi di chiaroscuro sono attenuati e poco profondi.

Lo spazio

L’ambiente nel quale si svolge la scena del dipinto La sedia vuota è descritto grazie allo strombo della finestra. Infatti, la solida costruzione geometrica di questo semplice elemento architettonico definisce il tipo di spazio utilizzato da Morbelli. Inoltre, nel primo piano, le file delle anziane si sovrappongono in modo chiaramente leggibile. L’osservatore può, quindi, agevolmente rendersi conto della distanza dal fronte del dipinto alla parete. Angelo Morbelli organizzò lo spazio del dipinto su due piani. In primo piano compaiono le anziane mentre sul fondo è rappresentata la parete con la grande finestra in alto. Il taglio di alcune figure, sul lato sinistro del dipinto determina un allargamento dello spazio che si immagina continuare oltre il bordo dell’opera. Morbelli concepisce, quindi, il dipinto come la rappresentazione di una porzione di spazio reale.

La composizione e l’inquadratura

La sedia vuota è un dipinto rettangolare e orizzontale che condivide la stessa impostazione compositiva di Vecchie Calzette e I due inverni. Il soggetto principale occupa i due terzi della superficie e l’intera larghezza dell’opera. Un terzo, in alto, è destinato alla porzione di finestra rappresentata. Il dipinto è simmetrico. Infatti il battente centrale della finestra si trova allineato alla verticale centrale del dipinto. In basso, la simmetria è meno rigorosa grazie alle donne disposte in file precisamente allineate ma con posizioni diverse. Infine, i due gruppi di donne sono costruiti sulle diagonali di destra e di sinistra. Sono le schiene delle anziane, in primo piano, a sottolineare tale costruzione. L’inquadratura pone al centro la finestra e la zona di luce. Inoltre le donne sono rivolte in tale direzione.

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