San Bernardino da Siena e angeli di Andrea Mantegna

San Bernardino da Siena e angeli è un dipinto realizzato per la cappella funeraria del marchese Ludovico Gonzaga a Mantova.

Andrea Mantegna, San Bernardino da Siena e angeli, 1469, tecnica mista su tela, 385 x 220 cm. Milano, Pinacoteca di Brera

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Indice

Descrizione di San Bernardino da Siena e angeli di Andrea Mantegna

San Bernardino si trova al centro del dipinto a piedi nudi su di un basamento. Tra le mani stringe il trigramma di Cristo mentre sotto il braccio stringe un grosso volume.  Il Santo è abbigliato con un saio stretto in vita da una corda annodata. Ai lati della Santa figura sono dipinti due angeli mentre quattro cherubini si trovano al di sopra dell’architrave. Sopra di essi vi è un arco a tutto sesto decorato con motivi classici. Due festoni di fiori e frutta decorano l’arco. Sulla superficie dell’architrave compare una scritta latina “Huius lingua salus hominum”, traducibile in italiano come “La sua parola è salvezza degli uomini”.

Interpretazioni e simbologia di San Bernardino da Siena e angeli di Andrea Mantegna

San Bernardino da Siena è il nome abbreviato di Bernardino degli Albizzeschi. Appartenne all’ordine dei frati minori e venne proclamato Santo nel 1450 da papa Niccolò V. Il Santo nacque a Massa Marittima nella famiglia degli Albizzeschi originari di Siena. Compì un forte rinnovamento nella Chiesa cattolica.

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L’opera San Bernardino da Siena e angeli fu commissionata per la cappella funeraria del marchese Ludovico Gonzaga costruita in San Francesco a Mantova. Il dipinto è stato attribuito al maestro. In seguito alle operazioni di confisca operate durante il regno di Napoleone l’opera fu trasferita nel 1811 presso la Pinacoteca. La data impressa sul basamento non è chiaramente interpretabile.

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Lo stile del dipinto San Bernardino da Siena e angeli di Andrea Mantegna

Andrea Mantegna progettò l’intera opera e dipinse la parte centrale mentre un collaboratore realizzò probabilmente le decorazioni in alto. Gli storici sottolineano come in questo lavoro Andrea Mantegna utilizzò un linguaggio moderno. La Pala d’Altere infatti rivela una maggiore concezione d’insieme rispetto ad altre arcaicizzanti come il Polittico di San Luca. Le architetture richiamano infatti elementi classicheggianti. Anche i festoni con fiori e frutta sono motivi che ricorrono nei dipinti di Mantegna. La loro origine è da ritrovarsi nei dipinti del maestro Francesco Squarcione. Mantegna fu un grande stimatore del disegno. L’artista realizzò dipinti nei quali anche la natura ha una apparenza fortemente strutturata come nella famosa Madonna della cava.

Il colore e l’illuminazione

La luce illumina la scena da sinistra creando tuttavia un leggero chiaroscuro. La scena risulta infatti completamente in luce. Nel complesso emergono i toni freddi di blu e grigio. Il fondo azzurro condiziona infatti pesantemente l’atmosfera cromatica del dipinto. Alcuni particolari dell’abbigliamento e delle decorazione sono posti in evidenza perché complementari come blu e arancio, oppure molto saturi.

Lo spazio

La scena è ambientata all’interno di un portale classicheggiante e dalla corretta prospettica geometrica.

La composizione e l’inquadratura

La figura di San Bernardino da Siena è disposta sull’asse centrale del dipinto. Gli angeli sono quindi disposti simmetricamente rispetto alla sua posizione. Anche le figure poste sull’architrave sono simmetriche e rigorosamente speculari. L’immagine risulta quindi strutturata in due parti sovrapposte orizzontalmente. In basso si trova la figura di San Bernardino, in alto i cherubini e le decorazioni.

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Bibliografia

  • Anonimo (Marcantonio Michiel), Notizia d’opere di disegno, a cura di Jacopo Morelli, Bassano, 1800
  • Alberta De Nicolò Salmazo, Mantegna, Electa, Milano, 1997
  • Tatjana Pauli, Mantegna, serie Art Book, Leonardo Arte, Milano 2001, ISBN 978-88-8310-187-8
  • Maria Bellonci, Mantegna, Skira, Milano 2003
  • Francesca Marini, Mantegna, Milano, Rizzoli, 200
  • Ettore Camesasca, Mantegna, in AA.VV., Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2007, ISBN 88-8117-099-X
  • Sergio Momesso, La collezione di Antonio Scarpa, 1752-1832, Bertoncello, Cittadella (Padova), 2007, ISBN 9788886868242

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 1 marzo 2020.

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