Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi

Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi è detta anche Maddalena Sursock perché è proprietà di una importante famiglia libanese.

Artemisia Gentileschi, Maria Maddalena (La Maddalena Sursock), 1630-1631, olio su tela, dimensioni. Beirut, Collezione privata

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Indice

Descrizione della Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi

Maria Maddalena è rappresentata frontalmente con il busto leggermente inclinato verso destra. La donna volge il viso verso l’alto e porta la mano destra sullo scollo dell’abito. Il braccio sinistro invece si discosta dal corpo e la mano si apre con il palmo in basso. Maria Maddalena indossa un abito giallo scuro, vaporoso e dalle ampie pieghe. Invece il mantello blu è avvolto intorno al braccio destro. Le braccia sono coperte dalle abbondanti maniche dell’indumento intimo che si intravede sotto il vestito. Una collana decora il decolleté della giovane. Alle spalle di Maddalena, al buio a destra, si osservano infine un vaso per gli unguenti e dei gioielli esposti su panni scuri.

Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi è un dipinto sacro noto anche con il titolo di Maddalena Sursock. Questo titolo deriva dalla collezione Sursock di Beirut della quale l’opera fa parte. I proprietari erano una delle famiglie aristocratiche più influenti del Libano. Inoltre i Sursock vantano legami internazionali e parentele con i Colonna di Roma e i Serra di Cassano di Napoli.

I gioielli e il vaso per gli unguenti che compaiono nel dipinto rappresentano le velleità della vita precedente priva fede di Maddalena.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il dipinto di Artemisia Gentileschi è proprietà degli eredi di Yvonne Sursock Cochrane e fa parte della collezione di suo padre, Alfred Sursock, marito di Maria Serra di Cassano. La formazione della collezione Sursock risale agli anni Venti del Novecento, grazie al matrimonio tra Alfred Sursock, membro della ricca famiglia nobiliare dei Sursock del Libano, e Maria Teresa Serra di Cassano, nobildonna di Napoli. Della collezione fanno parte alcune opere di Luca Giordano, Andrea Vaccaro e Matthias Stomer.

Il dipinto, ora attribuito ad Artemisia Gentileschi, è sempre stato in casa Sursock, un palazzo risalente alla metà dell’Ottocento, e come altre opere della collezione, non è corredato da didascalie, quindi era privo di attribuzione fino al momento dell’esplosione. La scoperta si deve a Gregory Buchakjian, fotografo, film maker, e storico dell’arte, originario di Beirut. Buchakjian, negli anni ’90, studiò alla Sorbona di Parigi, e si laureò presentando una tesi di master incentrata proprio sulle opere del Palazzo Sursock. Secondo lo storico, oltre alla Maria Maddalena, potrebbe essere attribuita ad Artemisia Gentileschi anche Ercole e Onfale che fa parte della stessa collezione.

Nell’esplosione è stato anche danneggiato il museo Sursock, adiacente a casa Sorsock nel quartiere di Achrafieh, a Beirut, che conserva la raccolta del collezionista libanese Nicolas Sursock cugino di Alfred Sursock. Alla sua morte, avvenuta nel 1952, Nicolas Sursock donò la sua villa, e la sua collezione d’arte ai cittadini libanesi per trasformarla in museo.

Un altro dipinto intitolato La conversione della Maddalena di Artemisia Gentileschi si trova a Firenze, esposto presso la Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

L’artista e la società. La storia dell’opera Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi

La Maddalena Sursock di Artemisia Gentileschi risale al 1630-1631. Gli storici hanno attribuito solo recentemente il dipinto alla mano di Artemisia Gentileschi grazie alla tesi di dottorato di Gregory Buchakjian presentata alla Sorbona di Parigi. Lo storico Riccardo Lattuada ha poi confermato l’ipotesi avanzata nello studio di Buchakjian.

Il restauro della Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi

La Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi subì alcuni danni in seguito all’esplosione avvenuta nel porto di Beirut il 4 agosto del 2020.

Il dipinto, non ancora restaurato in seguito ai danni subiti nell’esplosione di Beirut, ha preso parte nel 2021 alla mostra intitolata “Le signore dell’arte” organizzata presso Palazzo Reale a Milano. Al termine della mostra l’opera sarà sottoposta al restauro per rimediare alle lacerazioni causate dall’esplosione e rimuovere i segni del tempo.

L’opera oltre che danneggiata si presenta coperta da vecchi ritocchi e stuccature che però non hanno completamente stravolto la natura dell’opera originaria.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile della Maria Maddalena di Artemisia Gentileschi

Nel dipinto spiccano il giallo oro e il blu oltremare. Inoltre il colore bianco della camicia si evidenzia grazie al chiaroscuro del panneggio. Secondo Riccardo Lattuada lo splendore dei toni rivelati dalla luce anche quando sono ammorbiditi dall’ombra, è tipica del periodo napoletano di Artemisia Gentileschi.

Anche sul piano interpretativo gli storici considerano la Maddalena Sursock un riuscito esempio di resa emotiva della protagonista. Infatti Maddalena mostra uno sguardo estatico che rivela la raggiunta serenità donata dalla fede.

Il fondo buio del dipinto mette in evidenza la figura in primo piano di Maria Maddalena. Spicca così il giallo scuro della veste e il blu del mantello.

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Bibliografia

  • E. Menzio, Lettere precedute da «Atti di un processo per stupro», Abscondita, 2004, ISBN 8884166144, 9788884166142
  • Roberto Contini, Francesco Solinas, Artemisia Gentileschi: storia di una passione, Mostra a Palazzo reale di Milano, 24 ore cultura, 2011, ISBN 8866480010, 9788866480013

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 marzo 2021.

Approfondisci la lettura consultando le schede delle altre opere di Artemisia Gentileschi intitolate:

Leggi La vita e tutte le opere di Artemisia Gentileschi

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Artemisia Gentileschi, Maria Maddalena, sul sito del Sursock Museum di Beirut.

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