Il Monumento alle Cinque Giornate di Milano di Giuseppe Grandi fu realizzato dall’artista con un grande dispendio di energie fisiche e creative in quasi 12 anni di lavoro.
Giuseppe Grandi, Monumento alle Cinque Giornate di Milano, 1894, bronzo. Milano, piazza Cinque Giornate
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Indice
Descrizione del Monumento alle Cinque Giornate di Milano di Giuseppe Grandi
Il Monumento alle cinque giornate di Milano si trova in Piazza V Giornate a Milano. È formato da un grande obelisco intorno al quale sono disposte le cinque figure femminili. Le giovani indossano abiti dagli ampi panneggi mossi dal vento. Sono poi orientate intorno all’obelisco sui quattro lati del monumento. Si notano, inoltre, un leone e un’aquila. Il gruppo scultoreo è posto su di un alto plinto che lo innalza dal suolo. Al sommo dell’obelisco è posta una stella metallica dorata. Sulla sua superficie sono incisi i nomi dei caduti. Infine, sulla superficie esterna della campana si trova un’iscrizione in latino con la firma e la data della fusione in bronzo: «QUAMVIS :: IMMOTA :: LOQUOR AN :: D :: MDCCCLXXXIII :: MDCCCLXXXXI IOSEPH :: GRANDI :: MEDIOL. SIGNA :: FINXIT :: AES :: CONFLAVIT». Si può tradurre in italiano come: «ANCHE IMMOBILE PARLO. ANNO DOMINI 1883-1891. GIUSEPPE GRANDI IN MILANO FECE IL MODELLO E FUSE IN BRONZO.»
Interpretazioni e simbologia del Monumento alle Cinque Giornate di Milano di Giuseppe Grandi
Le cinque figure femminili sono una rappresentazione allegorica delle giornate di scontri che affrontarono i cittadini di Milano contro l’esercito austriaco tra il 18 e il 22 marzo 1848. Le cinque figure femminili che si avvolgono intorno all’obelisco rappresentano le cinque giornate di Milano. Inoltre, Grandi rappresentò anche importanti episodi avvenuti durante la rivolta popolare. Vi sono riferimenti alle campane che avviarono la rivolta, alla resistenza sulle barricate e al dolore per le perdite. Il leone e l’aquila sono riferimenti simbolici dell’orgogliosa difesa delle barricate da parte dei cittadini.
Giuseppe Grandi caratterizzò ogni giornata considerando gli eventi. Durante la prima giornata le campane suonarono a martello. Quindi, lo scultore scelse di orientare la donna verso la campagna in richiamo del popolo lombardo. La seconda giornata vide il pianto del popolo causato dalla carneficina delle armi austriache. La giovane, quindi, versa lacrime di sofferenza e compassione. La terza donna presenta dimensioni importanti perché deve rappresentare la forte reazione del popolo lombardo. La quarta e la quinta sono riunite in un gruppo e avvolte da una bandiera.
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I committenti, le collezioni e la storia espositiva del Monumento alle Cinque Giornate di Milano di Giuseppe Grandi
La municipalità di Milano, nel 1879, indisse un concorso pubblico per realizzare il Monumento alle Cinque Giornate di Milano in piazza di Porta Vittoria. Le risorse finanziarie per realizzare l’opera furono reperite tramite una sottoscrizione popolare. La commissione pubblicò così il primo concorso rivolto ai bozzetti architettonici nel 1880. La giuria si orientò verso il progetto dell’architetto Luca Beltrami. I lavori, però, non si avviarono e nel marzo 1881 venne aperta una nuova gara. Giuseppe Grandi partecipò con un progetto di tipo scultoreo. Presentò la sua proposta l’ultimo giorno utile prima della data di chiusura delle adesioni.
Grandi vinse il concorso con il suo progetto e per tredici anni lavorò intensamente all’opera. Il consenso fu popolare e di critica e la commissione gli fu assegnata nel gennaio 1882. L’artista si occupò di ogni aspetto della creazione e fu presente alle fusioni dei bronzi. Gran parte dei finanziamenti furono impiegati per costruire un grande studio all’Acquabella, nei pressi di Porta Vittoria. Al fine di studiare al meglio i soggetti costruì un piccolo serraglio con gli animali utilizzati come modello.
L’artista e la società. La storia del Monumento alle Cinque Giornate di Milano di Giuseppe Grandi
Giuseppe Grandi, nel 1887 presentò alla commissione comunale, presieduta da Luca Beltrami, il progetto dettagliato. Il bozzetto era grande la metà di quello originale e fu seguito dai calchi per la fusione in bronzo.
L’artista per far fronte al gran lavoro, ampliò lo spazio dello studio trasformandolo in fonderia. Lo studio, oltre che di gabbie per gli animali, era anche dotato di piattaforme mobili di diverse dimensioni. Grandi si recò ad Amsterdam, dove si teneva una esposizione, per acquistare un leone vivo per realizzare la statua dell’animale. Giuseppe Grandi lavorò con cinque modelle diverse per realizzare i corpi femminili. Anche per gli animali fece uso di modelli viventi che trovò all’estero e tenne nello studio in gabbia.
La Modella Maria Torrani posò per la prima giornata. Per la seconda invece Giovannina Porro, poi, Luigia Prati, quindi, Innocentina Rossi e infine Tacita Chiodini. Secondo le cronache viste le particolari condizioni fisiche richieste per la terza giornata, Grandi fece fatica a trovare una modella adeguata al ruolo. L’attesa del pubblico cittadino fu molta e i quotidiani si occuparono più volte di informare i loro lettori sul procedere dei lavori. Molto attivi nel chiedere una accelerazione dei lavori furono i veterani delle battaglie.
L’inaugurazione del monumento e la morte di Giuseppe Grandi
Il monumento fu collocato in sede nell’autunno del 1894. Un crisi politica del comune di Milano e il ritardo dei lavori di sistemazione della piazza ritardarono, però, l’inaugurazione che avvenne a marzo del 1895. Giuseppe Grandi, intanto, era caduto in uno stato di depressione a causa del rifiuto del suoi progetti per i monumenti a Garibaldi e a Dante. Inoltre, soffriva di gravi crisi respiratorie che lo costrinsero a trasferirsi dalla sorella Erina a Ganna, in provincia di Varese.
Grandi morì il 30 novembre 1894 e il monumento, ancora non inaugurato, venne scoperto in suo onore per mezza giornata il 6 dicembre 1894. Inoltre, per celebrare lo scultore si allestì una mostra di sue opere nei locali della Poliambulanza nei pressi del monumento. Nel 1925, presso il Castello Sforzesco si tenne la presentazione della opere donate al comune di Milano dal fratello, Benigno Grandi, nel 1913.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile del Monumento alle Cinque Giornate di Milano di Giuseppe Grandi
Il Monumento alla Cinque Giornate di Milano è una architettura religiosa e rituale. Si tratta di un tempio civico utilizzato come cenotafio di proprietà comunale. È accessibile solo nella parte esterna. La cripta, infatti, è chiusa al pubblico. Le figure di donna e gli animali sono modellati con un gusto vicino alle esperienze dell’art nouveau. Il Monumento alle cinque giornate di Milano rivela una concezione realistica delle figure umane e animali. Coerentemente con la sua poetica scapigliata, però, Grandi concepì un’opera anti celebrativa e simbolica.
La tecnica
Nella parte superiore, obelisco e figure sono fusioni in bronzo. Le parti architettoniche, invece, sono costruite con pietra grigia di Biella e granito di Svezia.
Il colore e l’illuminazione
Testo in preparazione
Lo spazio
Il Monumento alle Cinque Giornate di Milano si trova al centro della piazza, Inoltre ha funzione di rotatoria per i veicoli. Attualmente è protetto da quattro aiuole agli angoli dello spiazzo che lo contiene.
La composizione e l’inquadratura
Il monumento è composto da un obelisco in bronzo importato sopra un plinto bronzeo sul quale compaiono i nomi dei caduti. L’obelisco è alto 23 metri e sulla sua superficie sono incise in oro le scritte. Intorno alla struttura centrale sono posizionate le figure femminili che rappresentano le cinque giornate di Milano. Inoltre vi sono un leone e un’aquila. Infine, sotto il livello del suolo è presente una cripta nella quale trovano posto le ossa dei caduti. È accessibile solo la parte esterna mentre la cripta non è visitabile. In basso a livello del suolo un piano di pietra grigia di Biella è posto intorno ai cinque gradini di granito di Svezia.
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Bibliografia
- Musei e Gallerie di Milano. Galleria d’Arte Moderna 5 volumi, 1975, Mondadori Electa, EAN: 2560888171240
- Alessandro Oldani, Paola Zatti (a cura di), Galleria d’arte moderna di Milano. Ediz. a colori, 1 giugno 2017, Officina Libraria, EAN: 9788899765194
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 15 marzo 2021.
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