San Filippo scaccia il drago dal tempio di Marte di Filippino Lippi rappresenta il miracolo del Santo che riportò in vita il figlio del sacerdote ucciso dal drago.
Filippino Lippi, San Filippo scaccia il drago dal tempio di Marte, 1487-1502, affresco, misure?. Firenze, Basilica di Santa Maria Novella, cappella di Filippo Strozzi
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Indice
Descrizione del dipinto San Filippo scaccia il drago dal tempio di Marte di Filippino Lippi
San Filippo si trova sulla sinistra, con la schiena rivolta verso l’osservatore. Indossa una veste rossa, dalla quale spunta la manica di un abito azzurro. Intorno alla spalla sinistra e alla vita porta un mantello verde annodato. Con la mano destra alzata sconfigge il drago mentre con la sinistra tiene la croce in alto. Sul suo capo è poi visibile un’aureola dorata. Alla sua destra e a sinistra i presenti sono inorriditi dalla comparsa del drago. La bestia si trova sul pavimento del tempio, ormai sconfitto. Inoltre, alla base della statua di Marte è presente una rottura del gradino e la fessura dalla quale è uscito il drago.
Un uomo con turbante, a destra, tiene fra le braccia il ragazzo ucciso dall’alito del drago. Alla base del monumento pagano l’anziano sacerdote alza le mani con segno di disperazione. In alto, intanto, Marte sembra animarsi e minacciare San Filippo che è in procinto di ridare la vita al giovane. Il tempio che fa da scenografia all’evento è imponente. La statua colorata è posta su un basamento decorato e contenuta all’interno di una nicchia. Ai piedi di Marte sono dipinti un picchio e un lupo.
Frontalmente, la struttura è decorata con statue di telamoni e altre figure mitologiche. In alto, invece, intorno alla statua sono disposti innumerevoli oggetti in offerta al dio. Un colonnato circonda su tre lati l’altare pagano. In alto invece corre un architrave con decorazioni in bassorilievo. Due alti pilastri incorniciano lateralmente la scena. Infine nell’angolo in alto a destra compare una sagoma di Cristo portatore della Croce.
Interpretazioni e simbologia di San Filippo scaccia il drago dal tempio di Marte di Filippino Lippi
L’altare presente nell’episodio di San Filippo che scaccia il mostro dal tempio di Hierapolis, assume l’aspetto di un tempio antico. Infatti, è costruito con trofei, telamoni, sfingi che si sovrappongono come elementi architettonici. Anche la statua di Marte sembra animarsi per minacciare San Filippo. Jacopo da Varagine nel testo Legenda Aurea racconta che San Filippo fu catturato in Scizia da alcuni pagani dopo vent’anni di evangelizzazione. Gli sciti lo condussero nel tempio di Marte obbligandolo ad un sacrificio in onore del dio. Improvvisamente dalla base della statua uscì un drago che uccise con il suo alito velenoso il figlio del sacerdote e due tribuni. Inoltre, molti dei presenti rimasero avvelenati. San Filippo, però, uccise il drago guarendo gli avvelenati e resuscitando i morti. Cristo appare, infine, nella scena con la croce.
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San Filippo scaccia il drago dal tempio di Marte di Filippino Lippi è visibile a Firenze presso la Basilica di Santa Maria Novella nella cappella di Filippo Strozzi.
L’artista e la società. La storia dell’opera
Il dipinto intitolato San Filippo scaccia il drago dal tempio fu realizzato nel 1487-1402, quindi negli ultimi anni di vita dell’artista.
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Lo stile
Filippino Lippi fu uno dei protagonisti del passaggio della pittura fiorentina dai linearismi di Botticelli alle visioni inquietanti che anticipano la pittura manierista del Cinquecento. Il tema degli affreschi che decorano la cappella Strozzi nel Duomo di Firenze interpreta l’opposizione tra paganesimo e cristianesimo. Le scenografie che completano le scene inoltre sono ispirate al mondo classico. I particolari decorativi, invece, sono ricchi e dettagliati di grottesche. La fonte di ispirazione di Filippo Lippi fu il suo soggiorno a Roma dove si recò per realizzare le decorazioni della cappella Carafa nella chiesa di Santa Maria sopra Minerva. Tali decorazioni sembrano prendere vita e assumono, a volte, un aspetto mostruoso. In questa atmosfera fantastica e da incubo i Santi vengono torturati da feroci carnefici.
La tecnica
L’opera di Filippino Lippi è un affresco. Tale tecnica permette di dipingere direttamente sulla superficie architettonica per creare dipinto resistenti agli agenti atmosferici. Infatti, dipingendo direttamente sullo strato di intonaco ancora umido dopo la stesura, i pigmenti penetrano in profondità. Inoltre, il processo chimico che interviene grazie alla calce che fa parte dell’intonaco isola i colori e li “pietrifica”. I pigmenti sono veicolati con l’acqua e vengono stesi per velature come nella tecnica dell’acquerello. L’artista per dipingere su intonaco tracciava un disegno sommario tramite la tecnica dello spolvero rinforzata poi da contorni a pennello.
Approfondimenti. Savonarola e l’arte del suo tempo a Firenze
Nello scontro tra cristiani e pagani negli affreschi Strozzi, gli storici ravvisano la difficile situazione sociale presente nella Firenze di fine Quattrocento. Infatti, nella città Girolamo Savonarola era protagonista di una campagna morale contro la famiglia Medici. Il frate di Ferrara predicava un rigore ascetico che incontrò molti seguaci detti Piagnoni. Invece, i sostenitori dei Signori erano detti Palleschi. Alcuni artisti si schierarono a favore di uno dei due fronti. Invece, Filippino Lippi lavorò indifferentemente per entrambe.
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 25 marzo 2021.
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- Apparizione della Vergine a San Bernardo
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- Adorazione dei Magi
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- Tre arcangeli e Tobiolo
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Filippino Lippi, San Filippo scaccia il drago dal tempio di Marte, sul sito della Basilica di Santa Maria Novella di Firenze.
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