Putto col delfino (Spiritello con pesce) di Andrea del Verrocchio era in origine parte di una prestigiosa fontana intorno alla quale si riunivano i neoplatonici.
Andrea del Verrocchio, Putto col delfino (Spiritello con pesce), 1470-1475 circa, bronzo, 70,3 x 50,5 x 35 cm. Firenze, Musei Civici Fiorentini-Museo di Palazzo Vecchio, inv. MCF-PV 2004-10615
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Indice
Descrizione della scultura Putto col delfino (Spiritello con pesce) di Andrea del Verrocchio
La scultura riproduce un putto alato nudo che afferra un delfino. Il piccolo putto è in equilibrio sulla gamba sinistra e solleva la destra leggermente flessa. Dispiega le ali e compie una leggera torsione verso la sinistra dell’osservatore per mantenere la sua posizione in equilibrio. Il viso è quello di un bambino e la sua espressione è molto felice. Un ciuffo di capelli ondulati si alza poi al centro della fronte. Con le mani trattiene un pesce di medie dimensioni dalle fattezze di un delfino. L’animale si dibatte assumendo una forma ad esse che si avvolge intorno al busto del putto.
Interpretazioni e simbologia del Putto col delfino (Spiritello con pesce) di Andrea del Verrocchio
Il delfino appare come un pesce di medie dimensioni. Inoltre le sue forme sono piuttosto stilizzate come nell’iconografia dell’epoca. Il termine putto deriva dal termine latino putus (puro). La sua figura nell’antichità rappresentava Eros bambino. Cupido o Amore si trova infatti nelle pitture parietali delle ville di Pompei e scolpito in rilievi greci. In genere sono soggetti di sesso maschile molto paffuti. Si ritrova sulla tomba di Ilaria del Carretto. In epoca rinascimentale Donatello lo riutilizzò e nel corso dei secoli successivi la figura del putto fu associata a vari ambiti e significati.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Tommaso Verrocchi nel 1495 compilò una lista di opere che Andrea del Verrocchio realizzò per i Medici. Putto con delfino nella lista è indicato come Il bambino di bronzo. L’elenco di Verrocchi è quindi il primo documento che cita la scultura. Inoltre, viene indicata come parte di una fontana presso la villa di Careggi. Gli storici ipotizzano che si tratti della fontana dell’Amore. I membri dell’Accademia dei neoplatonici si riunivano intorno ad essa in estate.
Andrea Vasari specificò poi nel 1568 ne “Le vite”, che Lorenzo de’ Medici commissionò il Putto con delfino proprio per la proprietà di Careggi. Inoltre l’autore lo definisce come “un putto di bronzo che strozza un pesce il quale ha fatto porre”.
Secondo altri pareri più recenti il committente fu invece il padre di Lorenzo, Piero. Quindi la scultura proverrebbe piuttosto da Palazzo Pitti. La scultura di Verrocchio è visibile ora presso Palazzo Vecchio a Firenze.
L’artista e la società. La storia dell’opera
Cosimo I de’ Medici tra il 1550 e il 1568 fece ristrutturare Palazzo Vecchio. Nel 1457, il Putto con delfino trovò posto così al centro del primo cortile nella fontana disegnata da Giorgio Vasari e Bartolomeo Ammannati. Oggi è il cortile di Michelozzo .
Francesco del Tadda e Andrea di Polo realizzarono la fontana in marmo e porfido. Si decise, poi di sostituire l’originale con una copia e conservarlo al secondo piano del palazzo. Una copia in terracotta inoltre si trova oggi in una collezione privata. Fu probabilmente realizzata dallo stesso Andrea del Verrocchio.
Il restauro del Putto col delfino di Andrea del Verrocchio
Nell’ottobre 2018 la statua ha subito un restauro in occasione della prima grande mostra su Andrea Verrocchio a Palazzo Strozzi a Firenze tenuta dal 9 marzo al 14 luglio 2019. Serena Pini, curatrice di Palazzo Vecchio ha diretto il restauro. Nicola Salvioli è invece il restauratore incaricato che ha operato sotto la supervisione di Jennifer Celani della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. L’intervento ha interessato l’esterno e l’interno della scultura.
L’opera non era mai stata restaurata. Infatti l’intervento del 2019 rappresenta la prima indagine scientifica del bronzo. Di conseguenza i restauratori sono intervenuti sulla superficie che era diventata opaca a causa dei materiali usati nei vecchi restauri. Gli studi inoltre hanno rivelato l’azione di corrosione delle sostanze e residui calcarei dell’acqua delle condutture.
I tecnici iniziarono pulendo delicatamente e con grande attenzione la superficie della scultura con soluzioni acquose alternate a solventi. Una volta scoperto il bronzo procedettero quindi a valutare lo stato di conservazione della patina metallica al fine di calibrare l’intervento vero e proprio. Fu resa necessaria una armonizzazione cromatica tramite pigmenti e quindi la stesura di una patina protettiva. Il restauro ha interessato l’esterno e l’interno della scultura.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile del Putto col delfino (Spiritello con pesce) di Andrea del Verrocchio
L’opera di Andrea del Verrocchio intitolata Putto con delfino è datata intorno al 1470. L’artista realizzò l’opera quindi negli anni della sua piena attività quando ormai la sua bottega vantava importanti commissioni. Comunque, gli storici non sono concordi nella datazione della scultura. John Pope-Hennessy propose infatti la data del 1470 circa. Dussler invece anticipò gli anni tra il 1465-1468. Planiscig ancora la collocò al 1480. Ad oggi infine si tende considerare Putto con delfino un lavoro del 1470.
Verrocchio sembra ispirarsi ai putti realizzati da Donatello e la sua bottega. Nelle forme e nella struttura vivace della scultura gli storici ritrovano invece il dinamismo naturalistico che deriva da Desiderio di Settignano. Infatti il bronzo assume un’apparenza morbida. La figura del putto è ispirata invece all’arte classica. Verrocchio interpreta la sua figura in modo più dinamico e moderno. Infatti la posizione del fanciullo è precaria e il suo aspetto somigliante a quello reale di un bimbo. Alcuni particolari sono molto naturali come i capelli bagnati sulla fronte. Il valore della scultura sta nella capacità di Andrea Verrocchio di rappresentare il movimento del putto con naturalezza.
La tecnica
Putto con delfino è una scultura in bronzo alta circa 67 cm di Andrea Verrocchio.
La luce sulla scultura
La superficie della scultura in bronzo è scura, quindi la luce crea profondi chiaroscuri che valorizzano le forme tonde e ben modellate delle figure.
Rapporto con lo spazio
La scultura, grazie alla posizione dinamica e instabile del putto si apre verso lo spazio circostante. La figura a tutto tondo è apprezzabile in ogni lato ma la visione frontale offre la completa comprensione della sua struttura.
La struttura
Il putto fanciullo rimane in equilibrio sopra ad una calotta sferica. La funzione di fontana oltre che documentata è evidente nel fatto che l’acqua usciva dalle narici e dalla bocca dell’animale. Se osservato frontalmente il Putto con delfino presenta una struttura ad X. La gamba sollevata inoltre crea un asse continuo con la parte superiore del pesce. La gamba sinistra invece è allineata con l’asse verticale del corpo. Infine nella parte alta del busto l’ala destra è posta simmetricamente al muso del delfino.
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Bibliografia
- Paola Grifoni e Francesca Nannelli, Le statue dei santi protettori delle arti fiorentine e il Museo di Orsanmichele, in Quaderni del servizio educativo, Firenze, Edizioni Polistampa, 2006.
- Beatrice Paolozzi Strozzi, Museo Nazionale del Bargello. Guida ufficiale, Giunti Editore, 1 marzo 2014, EAN: 9788809759626
- F. Caglioti, A. De Marchi (a cura di), Verrocchio, il maestro di Leonardo, 1° ed. 2019, Cataloghi / CATALOGHI, 978-88-297-0033-2
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 maggio 2021.
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