La Deposizione di Sansepolcro di Rosso Fiorentino fu commissionata dalla Compagnia dei Battuti di Santa Croce e favorita dal vescovo Tornabuoni.
Rosso Fiorentino, Deposizione di Sansepolcro, 1527-1528, olio su tavola, 270 x 201 cm. Sansepolcro, San Lorenzo
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Indice
Descrizione della Deposizione di Sansepolcro di Rosso Fiorentino
Il corpo di Cristo appena deposto dalla croce è sorretto dagli uomini mentre le donne sostengono Maria sofferente per la morte del Figlio. La Maddalena, in basso a destra, è accasciata a terra e piange disperata per la morte di Cristo.
Interpretazioni e simbologia della Deposizione di Sansepolcro di Rosso Fiorentino
Il corpo di Cristo appena deposto è segnato in modo pesante dalle torture subite e dalla crocifissione. Infatti il busto è quasi deformato dalla fatica della passione. Rosso dipinse così un Compianto sul Cristo morto che fosse da monito ai membri della Compagnia dei Battuti.
L’interpretazione del corpo di Cristo e l’apparenza della Maddalena derivano dalle prediche teologiche del Savonarola. Invece l’inserimento di figure allegoriche dal tono più letterario e poetico furono ispirate probabilmente dalle conversazioni con l’amico dell’artista Giovanni Antonio Lappoli. L’intellettuale di Arezzo, infatti, proponeva la simultanea presenza di principi teologici e finzioni poetiche nel dipinto.
La Santa in abiti benedettini che sorregge a destra la Madonna sembra non essere coerente con il tema dell’opera. Infine sul fondo, nell’ombra, compare il viso di un essere mostruoso. Secondo alcuni storici si tratta del diavolo mentre altri pensano che l’artista abbia raffigurato il muso della sua scimmia. Se si considerano la lancia e lo scudo portati dalla figura si può identificare con il soldato che ferì il costato di Gesù.
Le fonti di ispirazione teologiche
Rosso Fiorentino nel progettare l’opera si ispirò alle idee di Giovanni Pico della Mirandola e del frate Savonarola. Secondo i due pensatori l’immaginazione religiosa deve stimolare la contemplazione nel fedele. L’osservatore mediava poi la sua osservazione con la sua conoscenza personale. Secondo tali teorie chi medita osservando opere valide otterrà più facilmente l’accesso al Paradiso.
Invece chi immagina figure negative rischia di finire negli inferi. Proprio la morte di Cristo è una immagine positiva sulla quale meditare. Infatti il dipinto di Rosso Fiorentino fu un obbligato riferimento per i confratelli Battuti di Sansepolcro. Si recavano infatti ogni domenica a vedere il corpo deposto del Signore.
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Fu la Compagnia dei Battuti di Santa Croce a commissionare la Pala della Deposizione dalla croce a Rosso Fiorentino. In realtà Raffaellino dal Colle, allievo di Raffaello, aveva ottenuto la commissione. L’artista, però, volle aiutare l’amico Rosso e lasciare una sua testimonianza nel luogo. Inoltre il vescovo Tornabuoni si prodigò perché la Compagnia accettasse il lavoro del Rosso.
L’artista e la società. La storia della Deposizione di Sansepolcro di Rosso Fiorentino
Rosso Fiorentino realizzò la Deposizione dalla Croce in seguito al suo viaggio a Perugia. L’artista si recò quindi a Sansepolcro ospite del vescovo Tornabuoni suo amico e protettore. Entrambe erano fuggiti da Roma a causa dell’aggressione dei lanzichenecchi di Carlo V avvenuta nei primi giorni di maggio del 1527.
Rosso fu tratto prigioniero dai mercenari tedeschi pagati dall’imperatore, ridotto in miseria e costretto ai lavori forzati. A scrivere tali cronache fu Giorgio Vasari che nelle Vite raccontò la vicenda dell’artista. Rosso non tornò a Firenze dopo alla proclamazione della Repubblica del 1527 ma si fermò a Perugia. Domenico di Paris, un amico pittore, lo soccorse e gli donò degli abiti. Come riconoscenza Rosso gli lasciò un cartone per una Adorazione dei magi. Quindi ripartì per Borgo Sansepolcro per incontrare il vescovo Tornabuoni. Infine, nel 1530 partì per la Francia.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
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Lo stile della Deposizione di Sansepolcro di Rosso Fiorentino
L’artista a Roma approfondì la conoscenza delle opere dei grandi maestri e quindi concepì il corpo ormai senza vita di Cristo. Queste influenze si ritrovano nella pittura dall’apparenza bronzea e dalle figure che ricordano quelle di Raffaello. Inoltre compì alcune scelte atipiche per raffigurare tale soggetto. Come in altri dipinti, Rosso Fiorentino si rivelò un artista eccentrico e intellettuale. Sul fondo un giovane di schiena e vestito di rosso, prende il viso tra le mani. Una figura analoga si ritrova nella pala della Deposizione di Volterra.
La tecnica
Il dipinto di Rosso Fiorentino è un olio su tavola di 270 x 201 cm.
Il colore e l’illuminazione
La Deposizione di Sansepolcro è un dipinto dai toni bui. I colori brillanti che caratterizzano le vesti emergono poi dall’ombra profonda grazia alla luce scenica che illumina solo alcune zone del dipinto.
Lo spazio
La scena si svolge in uno spazio buio di difficile identificazione. Inoltre la profondità è suggerita dalla sovrapposizione dei piani sui quali si collocano i diversi personaggi.
La composizione e l’inquadratura
La Deposizione di Sansepolcro è dipinta su un supporto rettangolare con inquadratura verticale e centrale. Infatti il corpo di Cristo è chiaramente dipinto al centro della Pala anche se nella metà inferiore.
La struttura compositiva è simmetrica e si evidenzia dalla disposizione dei personaggi che si distribuiscono regolarmente e specularmente a sinistra e a destra.
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Bibliografia
- Antonio Natali, Rosso Fiorentino. Leggiadra maniera e terribilità di cose stravaganti, Silvana Collana: Monografie di grandi artisti, 2007, EAN: 9788836606313, ISBN 88-366-0631-8 C
- Falciani, A. Natali, Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti vie della «maniera». Catalogo della mostra (Firenze, 8 marzo-20 luglio 2014), C. Falciani, A. Natali Editore: Mandragora, 2014, EAN: 9788874612192
- Ludovica Sebregondi, Antonio Natali, James Bradburne, Pontormo e Rosso Fiorentino a Firenze e in Toscana, Maschietto Editore, 2014, EAN: 9788863940657
- Antonio Natali, Carlo Falciani, Rosso Fiorentino. Ediz. illustrata, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, 2014, EAN: 9788809995277
- Flavio Unia, Rosso Fiorentino. L’incanto e lo spavento, Curatore: Luca Stefano Cristini, Soldiershop Collana: Bookmoon art, 2017, EAN: 9788893272902
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 2 marzo 2020.
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