Il Ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini è un’opera di intensa profondità psicologica che rivela il rapporto personale esistito tra la protagonista e l’artista.
Lorenzo Bernini, Ritratto di Costanza Bonarelli, 1636-1638, marmo, altezza 68 cm. Firenze, Museo Nazionale del Bargello
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Indice
Descrizione del Ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini
La protagonista del ritratto ha un aspetto scomposto. Infatti i capelli sono spettinati e si intravede il seno dalla veste aperta. Il viso è rubizzo e lo sguardo fiero e deciso sembra mostrare sorpresa per via della bocca succhiusa. Le labbra poi sono carnose e gli occhi grandi e spalancati. I capelli scomposti lasciano scoperta la fronte ampia. Il corpo di Costanza è coperto da una veste dal tessuto leggero, bordato in alto da un nastro intorno alla scollatura.
Interpretazioni e simbologia del Ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini
Domenico Bernini nella biografia del padre indicò Costanza Bonarelli come amante dello scultore prima del matrimonio con Caterina Tezio. Gian Lorenzo Bernini inoltre conosceva bene la donna perchè era la moglie di Matteo Bonarelli o Bonucelli, uno scultore che fu allievo del Bernini. Altri studi condotti recentemente hanno rivelato poi che la donna proveniva forse da una famiglia legata al ramo viterbese dei Piccolomini, una famiglia originaria di Siena e diventata nel tempo molto potente.
Sempre secondo gli studi la Bonarelli seguiva l’attività del marito Matteo occupandosi in particolare della parte economica e delle relazioni con i clienti. Inoltre gli storici scoprirono un documento anonimo che rivela una relazione della donna anche con il fratello di Gian Lorenzo, Luigi.
Gian Lorenzo venne a sapere del legame tra i due ed ebbe una reazione violenta. Un giorno, prima del levar del sole, Gian Lorenzo si fece accompagnare nei pressi di San Pietro, dove abitava la Bonarelli. Vide così suo fratello uscire dall’abitazione della donna, descritta come ancora in disordine dopo la notte passata con Luigi. Gian Lorenzo raggiunse quindi il fratello all’ingresso di San Pietro e lo aggredì con una spranga di metallo. La vittima fu salvata da alcuni passanti ma riportò la rottura di alcune costole. Gian Lorenzo fece poi sfregiare Costanza dal proprio servo che fu in seguito condannato all’esilio. Luigi fu così costretto a trasferirsi a Bologna e la madre dei due fratelli chiese l’intercessione di papa Urbano VIII per limitare la punizione di Gian Lorenzo ad una multa.
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Bernini, probabilmente, realizzò la scultura che ritrae Costanza Bonarelli per uso privato. Gli studiosi giunsero a questa ipotesi considerando che l’opera rimase a lungo nell’abitazione dello scultore. Bernini nel 1640-1645 donò la scultura al cardinale Giovan Carlo de’ Medici in occasione del suo porporato. Il cardinale la portò poi a Firenze presso la sua abitazione. Il fatto è presente su un documento conservato presso la Biblioteca Nazionale di Firenze.
L’opera è conservata al Museo Nazionale del Bargello di Firenze. La scultura si trovava in precedenza presso la Galleria degli Uffizi, dove giunse nel 1645. Il busto della Bonarelli aveva trovato posto nel primo corridoio accanto al busto di Bruto scolpito da Michelangelo Buonarroti.
L’artista e la società. La storia del Ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini
Gian Lorenzo Bernini eseguì il Ritratto di Costanza Bonarelli tra il 1636 e il 1638 circa.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile del Ritratto di Costanza Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini
Il Ritratto di Costanza Bonarelli è un tipo di opera molto diversa da quelle solitamente realizzate da Bernini. Infatti la donna è rappresentata con un aspetto scomposto che suggerisce una dimensione domestica e intima. Il ritratto scolpito dal Bernini rivela una intensa profondità psicologica. Inoltre l’espressione della protagonista è forte, complessa e pare colta in occasione di una situazione intima.
Queste caratteristiche sono ben lontane dalla bellezza equilibrata e classica delle sculture del Bernini che interpretano i miti o temi religiosi della cristianità.
La vivacità d’espressione e il realismo della descrizione fisionognomica si trovano però nei ritratti dipinti dall’artista per uso personale. Bernini infatti realizzò ritratti di persone comuni, amici e collaboratori che risultano più vicini alla realtà. Gli storici inoltre segnalano un solo altro ritratto scolpito che mostra intensità espressiva. Si tratta del busto del cardinale Scipione Borghese del 1632.
La tecnica
Il busto che ritrae Costanza Bonarelli è in marmo e misura 72 cm di altezza.
La luce sulla scultura
La luce rivela le superfici levigate del viso e del collo di Costanza. I capelli invece sono scavati dalle ombre che separano le singole ciocche. Inoltre anche il panneggio della veste è ben evidente grazie al chiaroscuro.
Interazione con lo spazio
La protagonista volge lo sguardo verso la destra dell’osservatore e sembra colta in un momento di quotidianità. L’espressione del viso quindi è importante per cogliere l’essenza della scultura che risulta comprensibile se osservata frontalmente.
La struttura
Il viso di Costanza Bonarelli è valorizzato dal busto che forma una base semicircolare sulla quale si impianta il collo. Inoltre il viso è leggermente ruotato alla destra dell’osservatore e determina un ulteriore elemento di dinamicità del ritratto.
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Bibliografia
- P. Fréart de Chantelou, Viaggio del cavalier Bernini in Francia, Palermo, Sellerio, 1988
- R. Wittkover, Bernini, lo scultore del Barocco Romano, Milano 1990
- J. Montagu, La scultura barocca romana. Un’industria dell’arte [1989], Allemandi, Torino, 1991
- T. Montanari, Gian Lorenzo Bernini, Roma 2004.
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 21 agosto 2020.
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