Jean-Auguste-Dominique Ingres fu un pittore vissuto in Francia, attivo a cavallo tra Settecento e Ottocento e considerato uno dei principali artisti del Neoclassicismo.
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Nascita di Jean-Auguste-Dominique Ingres
1780. Jean-Auguste-Dominique Ingres nacque a Montauban il 29 agosto 1780.
Il contesto familiare di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Il padre di Jean-Auguste-Dominique Ingres si chiamava Jean-Marie-Joseph Ingres (1755–1814) ed era un apprezzato decoratore e miniatore. La madre era Anne Moulet (1758–1817), figlia quasi analfabeta di un parrucchiere. I coniugi Ingres ebbero sette figli due quali morirono ancora bambini. Jean-Auguste-Dominique era il primo nato fra tutti i fratelli.
La vita privata e affettiva
1811. Ancora residente a Roma per la formazione a Villa Medici, Ingres si fidanzò per corrispondenza con una giovane, Madeleine Chapelle.
1813. Nel settembre del 1813, si celebrò il matrimonio tra l’artista e la giovane Madeleine. La giovane moglie sostenne finanziariamente Ingres che riuscì così a dipingere le grandi opere che lo resero famoso. Le più importanti sono Il sogno di Ossian, Paolo e Francesca del 1814 e La grande odalisca del 1814.
1849. La prima moglie Madeleine morì il 27 luglio 1849. Ingres sposò poi Delphine Ramel di 27 anni più giovane di lui.
La formazione di Jean-Auguste-Dominique Ingres
1786. Il padre di Jean-Auguste-Dominique Ingres avviò il giovane al disegno che dimostrò già bambino il suo talento artistico. Nel 1786, all’età di sei anni, cominciò a seguire le lezioni dell’École des Frères de l’Éducation Chrétienne. La sua educazione presso la scuola locale però fu breve a causa di tumulti popolari che ne causarono la chiusura.
La famiglia si trasferì poi a Tolosa dove Ingres frequentò l’Académie Royale de Peinture, Sculpture et Architecture. Negli stessi anni prese lezioni di musica dal violinista Lejeune.
1797. Ingres, all’età di 17 anni, ottenne il primo premio presso assegnato dall’Accademia di Tolosa agli studenti più meritevoli. Nei primi anni di soggiorno a Parigi, il giovane pittore approfondì la conoscenza degli artisti del passato quali Andrea Mantegna e Raffaello che rimase sempre il suo punto di riferimento stilistico. Inoltre si rivolse allo studio dei maestri fiamminghi quali Hans Holbein il Vecchio e Jan van Eyck.
1800. Ingres partecipò al prestigioso prix de Rome che consisteva in una borsa di studio che finanziava un soggiorno di tre anni a Roma. Presso la città italiana i giovani artisti studiavano le antichità classiche e l’arte del Rinascimento per poi realizzare opere di Stato. La partecipazione prevedeva la realizzazione di un’opera su indicazione della giuria di artisti. Nel 1800 David era già un personaggio influente nell’arte e nella politica francese. Fu David quindi a assegnare il primo posto a un altro suo allievo per evitarne l’arruolamento. Ingres ottenne in questa occasione il secondo posto e raggiungerà il premio qualche anno dopo con l’opera Gli ambasciatori di Agamennone.
1806. Giunto a Roma, grazie al prix de Rome, Ingres approfondì la conoscenza delle opere di Raffaello e di altri artisti del Quattrocento.
I viaggi
1797. In seguito al riconoscimento ottenuto presso l’Accademia di Tolosa Ingres decise di trasferirsi a Parigi per esercitarsi con il pittore neoclassico Jacques-Louis David. Il giovane artista arrivò in città il 4 settembre 1797.
1806. Lo Stato francese riuscì a destinare il finanziamento al prix de Rome, necessario al soggiorno di Ingres e l’artista partì per Roma. Ingres si stabilì presso villa Medici che era la sede dell’Accademia di Francia.
1811. Ingres, terminato il periodo di residenza presso Villa Medici a Roma decise di rimanere in città e fissò residenza e studio a via Gregoriana. Ingres in questi anni in cui fu costretto a vivere di pochi mezzi economici ricorse alla vendita di piccoli ritratti destinati ai turisti. Il pittore ricordò con disprezzo questa attività che rappresentava un utilizzo commerciale delle sue abilità pittoriche.
1820. Ingres nel 1820 si trasferì a Firenze insieme alla moglie. In Toscana il pittore trovò condizioni migliori soprattutto dopo la commissione per il voto del re di Francia Luigi XIII.
1834. Dopo il 1834 Ingres lasciò nuovamente la Francia per stabilirsi a Roma, in Italia. La causa della sua partenza fu il dileggio dell’ambiente artistico francese nei confronti dell’artista. Infatti la sua opera intitolata Il Martirio di San Sinforiano fu derisa e contestata dal pubblico del Salon. A Roma il pittore dipinse l’Antioco e Stratonice e l’Odalisca con la schiava.
1841. Ingres tornò a Parigi nel 1841. Il re di Francia Luigi Filippo accolse personalmente il pittore ricevendolo alla reggia di Versailles.
I maestri di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Presso l’l’Académie Royale di Tolosa l’artista ebbe come insegnanti Jean-Pierre Vigan, il paesaggista Jean Briant e il pittore neoclassico Guillaume-Joseph Roques. In questo periodo assorbì l’ammirazione del maestro Roques nei confronti di Raffaello.
1796. Nel 1796, a 16 anni, iniziò a frequentare lo studio di Jaques-Louis David a Parigi. Jacques-Louis David, noto pittore neoclassico, fu il maestro di Ingres a partire dal 1796. L’allievo apprese quindi da David i principi del Neoclassicismo. Tecnicamente, iniziò a elaborare il tenue ed elegante linearismo e il personale uso del colore.
Amicizie d’artista e compagni di studi
Ingres, giunto a Parigi come studente, andò a vivere in una cella del convento sconsacrato delle Cappuccine a Parigi insieme allo scultore italiano suo amico Lorenzo Bartolini.
Durante il primo soggiorno di Roma, borsista per il prix de Rome , Ingres coltivò la sua passione musicale diventando amico del celebre violinista Niccolò Paganini. Con altri musicisti inoltre interpretò la musica preferita di autori quali Mozart, Beethoven, Gluck e Haydn.
A Firenze, nel 1820 lo accolse lo scultore suo amico Lorenzo Bertolini. Durante il soggiorno a Roma dal 1834 al 1840, Ingres diventò amico del musicista Franz Liszt.
La morte di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Jean-Auguste-Dominique Ingres morì a Parigi il 14 gennaio 1867 all’età di 86 anni. La causa della morte fu una polmonite. La sua salma fu inumata nel cimitero del Père-Lachaise. Jean-Marie Bonnassieux allievo di Ingres progetto il sepolcro del maestro.
La carriera artistica
La carriera espositiva
Ingres durante la sua formazione romana inviò alcune tele a Parigi per partecipare ai Salon. Nel 1808 inviò Edipo e la Sfinge e La bagnante di Valpinçon. Queste due opere mostrarono l’abilità del giovane pittore nel rappresentare il corpo umano, maschile e femminile. Gli ambienti accademici però non apprezzarono i due dipinti e li criticarono aspramente.
1811. Al termine dei cinque anni di studio a Roma, nel 1811, Ingres inviò a Parigi il saggio conclusivo dal titolo Giove e Teti. Anche questo dipinto suscitò le critiche negative dell’ambiente accademico. Gli unici che apprezzarono i suoi dipinti furono Eugène Delacroix e la cerchia di Pierre-Narcisse Guérin. I due artisti romantici però non rientravano nelle preferenze di Ingres che definì Delacroix «apostolo del brutto».
1824. In occasione del Salon del 1824 Ingres presentò Il voto di Luigi XIII che ottenne il consenso della critica che l’artista attendeva. Ingres diventò così il caposcuola della pittura classica in contrasto con Eugène Delacroix che nella stessa mostra aveva esposto il Il massacro di Scio.
1833. Nel 1833 Ingres partecipò al Salon con il Ritratto di monsieur Bertin che riscosse un grande successo. Il pubblico dell’arte apprezzò anche
1834. Ingres completò Il Martirio di San Sinforiano nel 1834 ma non riscontrò il favore del pubblico del Salon, anzi, suscitò commenti sarcastici da parte dell’intero ambiente dell’arte di Parigi.
La fortuna professionale e le commissioni
Nel periodo in cui abitò presso il convento delle Cappuccine di Parigi, il giovane Ingres si mantenne dipingendo ritratti.
Negli anni del prix de Rome, Ingres realizzò diversi ritratti tra i quali quelli di Duvauçay, François-Marius Granet, Edme-François-Joseph Bochet, Madame Panckoucke, e Madame la Comtesse de Tournon.
1820. Dopo il 1820 Ingres ottenne l’incarico ufficiale di dipingere il voto di Luigi XIII.
1827. Nel 1827 il governo commissionò a Ingres il grande dipinto intitolato L’Apoteosi di Omero che diventò un manifesto del Neoclassicismo.
1839. Nel 1839, il duca di Luynes, archeologo riconosciuto, gli commissionò la decorazione ad affresco del suo castello a Dampierre. Ingres però fu molto provato dalla morte dell’amata moglie, avvenuta il 27 luglio 1849, e non terminò la commissione.
Anni Cinquanta. Degli anni Cinquanta dell’Ottocento è l’Apoteosi di Napoleone, dipinta per la volta dell’Hôtel de Ville a Parigi. L’opera fu distrutta da un incendio e rimane di essa solo uno studio preparatorio.
Incarichi e cariche ufficiali
1825. Ingres ottenne la Legion d’onore dal re Carlo X di Francia in seguito al successo ottenuto al Salon del 1824. nello stesso anno, diventò anche membro dell’Institut.
1834. Al suo arrivo a Roma dopo il 1834, il pittore assunse l’incarico di direttore dell’Accademia di Francia fino al 1840.
Lo stile di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Il linguaggio figurativo di Ingres si avvicina sicuramente a quello del suo maestro David. Tuttavia Ingres però non aderì completamente alla visione artistica del Neoclassicismo di David. Infatti, dell’opera del grande pittore di Napoleone, Ingres condannò l’enfasi propagandistica e l’assenza di spontaneità nella rappresentazione. Proprio nella costruzione delle scene Ingres fu contrario alla scene complesse del maestro, ricche di particolari e di molteplici punti di fuga. L’artista giudicò ancora barocche queste scelte come le pose teatrali e i panneggi svolazzanti.
Diversamente dalla lezione di David, Ingres si mostrò più incline ad accogliere gli spunti che traeva dalle opere di Raffaello. Di questo maestro del passato, Ingres apprezzò infatti la sobrietà delle composizioni perfettamente equilibrate e la grazia espressa dalle figure dei personaggi. Secondo gli storici dell’arte l’influenza di Raffaello nelle opere di Ingres si ritrova soprattutto nel disegno e nell’uso del colore.
L’artista fece spesso uso della linea sinuosa nel contorno delle figure e per delimitare le diverse zone di colore. Ingres utilizzò solitamente colori freddi o terrosi e quindi poco saturi. Fece infatti pochissimo uso delle tonalità calde quali rosso, arancione e ocra. Le composizioni più utilizzate dall’artista furono le strutture piramidali e quelle stellari come ne Il bagno turco.
Gli studiosi sottolineano la grande capacità di disegnatore di Ingres che infatti considerava il disegno superiore al colore. I disegni realizzati dall’artista francese sono quindi vere opere autonome e non semplici schizzi preparatori. L’artista indicò nei suoi scritti il disegno come uno strumento per progettare l’espressione, le forme, il piano e il modellato e non semplicemente il contorno di una figura. Quindi sottolineò che per essere un pittore occorre saper disegnare correttamente prima che saper usare il colore.
I temi
Ingres dipinse spesso la figura femminile che interpretò con diverse varianti inserendola in svariati contesti come la Sorgente e la Grande bagnante. Sono celebri le interpretazioni orientaliste dei dipinti: Grande odalisca e il Bagno turco.
La poetica di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Le teorie di Johann Joachim Winckelmann sull’arte classica furono determinanti nell’elaborazione del Neoclassicismo di Ingres. Con le sue tesi, infatti, Winckelmann determinò le linee essenziali per l’arte neoclassica. Secondo lo storico dell’arte e archeologo le opere dovevano presentare contorni netti e essenziali per creare forme semplici. Le composizioni poi dovevano essere simmetriche e eleganti e prive di elementi superflui. Queste caratteristiche furono accolte dal giovane Ingres che le applicò durante tutta la sua carriera artistica.
L’evoluzione dello stile
1797. Ancora allievo di David, il giovane Ingres iniziò a sperimentare una armoniosa linea di contorno e a elaborare il proprio linguaggio cromatico. La pittura di David, maestro di Ingres fu sicuramente determinante nella formazione di Ingres e il suo stile si ritrova in molte delle sue opere.
Negli anni Cinquanta Ingres realizzò opere apprezzate come La sorgente che l’artista aveva iniziato già nel 1820 a Firenze.
1862. L’ultima opera di Ingres è il Bagno turco del 1862, dipinta all’età di 82 anni.
Influenze stilistiche da altri artisti del passato
Gli ideali estetici di matrice classica il giovane artista li coltivò fin dal suo soggiorno a Roma, in seguito all’assegnazione della borsa di studio a villa Medici. Studiando le opere di Raffaello e di altri pittori suoi contemporanei assorbì l’idea di una pittura rivolta alla purezza formale e all’eleganza dei soggetti.
Nei dipinti di Ingres si trovano influenze provenienti da maestri del passato come John Flaxman, Raffaello, Mantegna, Hans Holbein il Vecchio, Jan van Eyck. Sono presenti anche elementi di stile antico quali la scultura greca arcaica, e l’arte ellenistica, bizantina, gotica.
Eredità artistica
L’artista neoclassico ebbe una grande influenza sugli artisti delle generazioni successive. Il pittore impressionista Edgar Degas si formò sullo stile di Ingres attraverso gli insegnamenti di Louis Lamothe. Anche Henri Matisse e Pablo Picasso ammirarono a loro modo il maestro francese. Suoi ammiratori si trovano tra pittori accademici quali Cabanel o Bouguereau e tra quelli delle avanguardie come il Surrealismo e il Cubismo.
Allievi e seguaci
Ingres fu un insegnante molto attento e apprezzato dai suoi numerosi allievi. Il francese Théodore Chassériau fu l’allievo più noto che frequentò lo studio di Ingres dal 1830, a partire dai 15 anni di età. Chassériau rimase con Ingres fino al 1834 anno della partenza del maestro per Roma. Anche Ingres riconobbe le qualità artistiche del suo allievo che considerò il migliore fra tutti. Nel corso della sua carriera pittorica però, Chassériau si avvicinò alla scuola romantica e infine si schierò pubblicamente con gli ideali di Delacroix. Da quel momento, Ingres parlò raramente del suo allievo un tempo prediletto. Altri allievi di Ingre furono Hippolyte Flandrin, Henri Lehmann, e Eugène Emmanuel Amaury-Duval.
L’importanza di Jean-Auguste-Dominique Ingres nella Storia dell’arte
Gli storici dell’arte considerano Jean-Auguste-Dominique Ingres come uno dei maggiori esponenti della pittura neoclassica in Francia. Nell’opera di Ingres gli storici colgono l’intenzione dell’artista di conciliare il gusto neoclassico con i temi del Romanticismo. Questa scelta si evidenzia in opere come il Sogno di Ossian.
Contesto storico
La cultura e l’arte ufficiale, nel periodo in cui Ingres studente raggiunse Parigi, esprimevano gli ideali del Neoclassicismo come anche le opere di David. L’artista che diventerà, dopo pochi anni, il pittore ufficiale a Rivoluzione, stava dipingendo il Ratto delle sabine.
Le opere di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Autoritratto a 24 anni
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Autoritratto a 24 anni, 1806, olio su tela, 77 x 64 cm. Chantilly, Musée Condé
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Napoleone I sul trono imperiale di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Napoleone I sul trono imperiale, 1806, olio su tela, 260 x 163 cm. Parigi, Musée de l’Armée
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La bagnante di Valpinçon di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Jean-Auguste-Dominique Ingres, La bagnante di Valpinçon, 1808, olio su tela, 146 x 97,5 cm. Parigi, Museo del Louvre
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Giove e Teti
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Giove e Teti, 1811, olio su tela, 324 x 260 cm. Aix-en-Provence, Museo Granet
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Monsieur de Norvins
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Monsieur de Norvins, 1811-1812, olio su tela, 97.2 x 78.7 cm. Londra, National Gallery
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Paolo e Francesca di Jean-Auguste-Dominique Ingres
Jean-Auguste-Dominique Ingres, Paolo e Francesca, tra il 1814 e il 1819, olio su tela, 35 x 28 cm. Chantilly, Musée Condé
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Link esterni
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Il bagno turco, sul sito del Musée du Louvre di Parigi.
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