Giacomo Balla fu un artista italiano del Novecento considerato uno dei maestri del Futurismo che nel corso della sua carriera affrontò diversi linguaggi.
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In copertina: Giacomo Balla, Autoritratto, 1894 circa, olio su cartone, cm. 34 x 30,5.
Biografia
Nascita di Giacomo Balla
1871. Giacomo Balla nacque a Torino il 18 luglio 1871.
Il contesto familiare di Giacomo Balla
La famiglia di Giacomo Balla viveva a Torino. La madre, Lucia Giannotti, era una sarta e il padre Giovanni un chimico industriale. Il piccolo Giacomo rimase orfano del padre a nove anni e fu la madre ad occuparsi della sua istruzione.
La formazione di Giacomo Balla
Giacomo Balla, fin da giovane condusse una formazione artistica da autodidatta. A questa scelta lo portò il suo carattere insofferente alle imposizioni e sicuro di sé. Adolescente, iniziò a studiare la musica suonando il violino ma scoprì presto il suo interesse verso il disegno e la pittura. Dopo aver terminato le scuole superiori si iscrisse all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino.
Da studente presso l’Accademia di Torino si avvicinò alle opere di Antonio Fontanesi caratterizzate da atmosfere simboliste e aloni colorati. Inoltre, fu attratto dai dipinti divisionisti di Gaetano Previati e Giuseppe Pelizza da Volpedo. Balla non si interessò solamente alla tecnica ma fu sensibile alle connotazioni sociali della pittura di Pelizza da Volpedo, aspetto che alcuni critici considerano lirico e romantico. Un tempo questa attenzione alla vita delle classi più disagiate era definita dalla critica “pietà sociale” o Verismo romantico.
Il trasferimento a Roma
1893. Intorno al 1893, all’età di circa 22 anni, Balla si trasferì a Roma dove allestì uno studio a Porta Pinciana. Nei primi anni del Novecento, la zona era una verde periferia della città collocata tra i giardini di Villa Borghese e la campagna agricola.
Il viaggio a Parigi
1900. Il pittore, nel 1900, fece un viaggio di pochi mesi a Parigi dove apprezzò i neo-impressionisti Seurat, Cross e Signac, protagonisti del Pointillisme. Con queste conoscenze affiancò le influenze del divisionismo lombardo a quelle francesi. Dal punto di vista sociale studiò le opere del pittore francese Eugène Carrière, esponente del Realismo lirico. L’esperienza parigina di Balla è considerata dagli storici dell’arte come un suo momento di formazione.
Il ritorno a Roma
Giacomo Balla tornò così a Roma arricchito dalle esperienze condotte nell’ambiente artistico della grande città francese. Si mise quindi con entusiasmo al lavoro e accolse nel suo studio giovani allievi interessati ad apprendere nuovi linguaggi. Tra questi vi furono Umberto Boccioni e Gino Severini che appresero le novità del Divisionismo, premesse per la futura sperimentazione futurista.
La pittura di Giacomo Balla nei primi anni del Novecento mostra due caratteristiche principali. I contenuti sono sociali, di matrice verista, attenti alle classi disagiate e rivelano l’intento di un approfondimento spirituale. Lo stile invece è frutto delle ricerche sulla pennellata divisa. Balla si interessò infatti alle teorie scientifiche sulla percezione visiva, soprattutto rispetto alla funzione dei colori nella resa prospettica.
I primi riconoscimenti
Il lavoro di Balla fu presto riconosciuto e alcuni importanti suoi dipinti risalgono proprio a questi anni. Affetti è del 1900, Allo specchio è del 1904 e si trova alla Galleria Nazionale d’Arte Modema di Roma. Salutando. Il Fallimento è del 1902 e fa parte di una collezione privata. Quest’opera suscitò grande impressione per via del fatto che rappresenta solo una porta sbarrata e scritte di bambini. Fu apprezzata la scelta del soggetto inusuale e l’abilità figurativa del pittore.
Un’altra opera del 1908 che contribuì al successo di Balla fu Tromba di scala conservata presso una collezione inglese. Anche in questo caso si tratta della raffigurazione di un particolare architettonico. In ques’opera non è più presenta la componente del verismo romantico ma si intravede l’interesse nei confronti del dinamismo ambientale. Infatti l’immagine è concentrata sulla prospettiva vertiginosa della scala che si sviluppa con un ritmo a spirale. Gli storici indicano questa tela, dalla resa quasi astratta, come un anticipo delle ricerche futuriste.
Le prime esperienze futuriste
Giacomo Balla si avvicinò alle idee futuriste grazie a Umberto Boccioni, suo allievo al tempo. Balla si mostrò entusiasta e sottoscrisse diversi manifesti programmatici a partire da quelli del 1910. Il pittore aveva già raggiunto una certa notorietà ma non si preoccupò di abbracciare una nuova causa anche se rischiosa per un artista già affermato.
L’impegno di Balla, negli eventi del primo Futurismo furono importanti, soprattutto negli anni 1911-1912.
L’Astrattismo di Giacomo Balla
1912. La decorazione astratta che Balla realizzò nell’estate del 1912 a Düsseldorf per casa Löwenstein è andata perduta. Dell’affresco rimangono alcuni studi su carta, cartone e tela che rivelano l’uso di composizioni geometriche. L’opera era composta da triangoli, quadrati, trapezi, combinazioni di linee, diagrammi e strisce colorate. I progetti della decorazione sono molto simili con alcuni dipinti realizzati nel 1912. Si tratti di diverse versioni di Compenetrazioni e sculture astratte che anticipano molta produzione europea successiva.
La militanza futurista
1912. Tornato in Italia, il pittore abbandonò le ricerche astratte per abbracciare l’estetica e la militanza futurista. Infatti, fin dall’inizio, il Futurismo si caratterizzò come un movimento totalizzante che riguardava l’intera vita dell’artista e intendeva mutare il volto della società. Di questo periodo è il dipinto intitolato Dinamismo di un cane al guinzaglio. Nelle creazioni futuriste del pittore la ricerca del dinamismo si manifesta attraverso la moltiplicazione delle immagini sulla tela. Questa rappresentazione sfrutta il principio fotografico e cinematografico della persistenza delle immagini sulla retina dell’occhio umano per dare la sensazione del movimento.
Le opere più note del periodo futurista
Gli storici indicano alcune opere che rappresentano bene le ricerche di Balla del primo Futurismo. Sono i dipinto che vanno dal 1913 al 1914 come Velocità d’automobile, Linee andamentali + successioni dinamiche, Rondoni: linee andamentali + successioni dinamiche, Velocità astratta + rumore.
In queste opere, si coglie la necessità di rappresentare il dinamismo futurista che Balla ottenne attraverso ripetizione del profilo dell’oggetto che si muove nello spazio. Però, gli esperti segnalano la persistenza di una dimensione astratto-geometrica più vicina alla decorazione Art Nouveau. Si coglie infatti un gusto che ricorda l’estetica della linea fluente e le forme modulari, ripetute nello spazio.
Secondo i critici che commentarono in seguito le sue opere del tempo sono presenti infatti rimandi a Klee, a Mondrian e a Kandinskij. L’aspirazione all’astrattismo non si concretizzò ma contribuì alla nascita dell’Astrattismo italiano come le sperimentazioni di almeno quindici anni dopo di Atanasio Soldati.
I manifesti futuristi
1914. Balla nel 1914 firmò il manifesto Le vêtement masculin futuriste dedicato all’abbigliamento in stile futurista. Dopo qualche mese pubblicò la versione italiana intitolata Il vestito antineutrale. Questo documento fu uno dei molti con i quali i futuristi intendevano impregnare delle proprie idee la società europea. Il manifesto era corredato di figurini e modelli di abiti che proponevano una nuova estetica colorata e dinamica rispetto alla tradizione. Inoltre erano chiari i riferimenti all’evoluzione del costume in chiave tecnologica.
Era presente anche l’esaltazione della guerra come incentivo alla trasformazione del carattere umano in direzione aggressiva e mondana. Ne conseguì un intervento a favore dell’arredamento in chiave futurista con valorizzazione di forme nuove e colori accesi. Sempre nel 1914 Giacomo Balla elaborò i fiori futuristi per il giardino di Casa Cuseni a Taormina. Presso questa abitazione l’artista insieme a Fortunato Depero decorò molte pareti dell’appartamento.
1915. Il 1° marzo 1915, Balla insieme a Fortunato Depero firmò il manifesto Ricostruzione futurista dell’Universo. Con questo documento i futuristi teorizzarono il collegamento tra le parole in libertà e l’arte dei rumori con il dinamismo pittorico e il dinamismo plastico, in scultura.
L’attività dirigenziale nei Fasci politici futuristi
A Roma, l’11 aprile 1915 l’artista partecipò alla manifestazione interventista durante la quale fu arrestato Benito Mussolini. Terminata la Prima Guerra Mondiale l’impegno di Balla nella militanza fascista si fece più stretta. Così, aderì ai Fasci politici futuristi. Il 4 gennaio 1920 entrò nella direzione dei settimanale del movimento futurista insieme a G. Bottai, G. Galli e E. Rocca. Guidò quindi la trasformazione di Romafuturista, da giornale politico in giornale letterario-politico. Rimase alla direzione insieme a Marinetti, Carli e Settimelli anche dopo il 7 marzo 1920 quando il settimanale diventò artistico-letterario.
Intorno al 1915, Balla iniziò a lavorare alle tavole parolibere. Inoltre progettò scenografie per creare relazioni tra l’immagine e la dimensione fonetico-rumorista. Dopo la pubblicazione del manifesto l’artista elaborò i temi del “giocattolo futurista“, del “paesaggio artificiale“, dell'”animale metallico“, del “vestito trasformabile“, del “concerto plastico-motorumorista nello spazio” e della “réclame fono-monoplastica“.
1916. La morte di Umberto Boccioni, arruolato volontario nella Prima Guerra Mondiale, segnò un cambio di passo e il termine della prima stagione futurista. L’11 settembre 1916 Balla firmò il manifesto della Cinematografia futurista.
Consulta la pagina: Gli artisti volontari della Prima Guerra Mondiale
La Prima Guerra Mondiale
1916. Giacomo Balla nel periodo della Prima Guerra Mondiale fu decisamente convinto che la sua doveva essere un’arte totale. Balla definì questo impegno esistenziale come Arte-azione futurista. Negli anni quindi il suo impegno aumentò, soprattutto dopo il 1916. In seguito alla morte di Umberto Boccioni durante il suo servizio militare, Giacomo Balla diventò una figura importante del movimento. L’artista si liberò così di tutte le precedenti opere figurative, vendendole all’asta, e firmò le opere futuriste con lo pseudonimo di FuturBalla. L’alias indicava una scelta esistenziale importante e una svolta stilistica precisa.
1918. Per specificare il ruolo del colore nell’ambito del Futurismo, nell’ottobre del 1918, Balla pubblicò il Manifesto del colore.
Rapporti con il regime fascista
1926. Giacomo Balla fu molto abile a dialogare con il potere politico. Così nel 1926 scolpì una piccola statua che ritrae Benito Mussolini, il leader del futuro governo fascista. Per sottolineare ulteriormente la connotazione celebrativa dell’opera Balla scolpì sulla base la frase: “Sono venuto a dare un governo all’Italia“.
1929. La firma del Manifesto dell’aeropittura risale al 1929. Invece nel giugno del 1930 il pittore si presentò al pubblico dell’arte con una mostra personale futurista. Marinetti presentò l’evento organizzato presso la Galleria del Dipinto a Roma. La parabola futurista di Balla terminò dopo pochi anni anche a causa di contrasti sopravvenuti con Marinetti.
1935. Nonostante il ritorno alla pittura figurativa, almeno fino al 1935, il pittore realizzò ancora opere futuriste. Progressivamente, anche Carrà, dei Severini, dei Rosai abbandonarono il Futurismo e Balla si trovò isolato.
1930-1940. Negli anni Trenta del Novecento Balla diventò un artista molto apprezzato dai vertici del partito fascista. L’artista dipinse un’altra opera celebrativa che ritrae la Marcia su Roma, momento decisivo di presa del potere di Benito Mussolini.
La morte di Giacomo Balla
Balla morì a Roma il 1° marzo 1958.
La carriera artistica di Giacomo Balla
I maestri di Giacomo Balla
Giacomo Grosso fu l’insegnante di pittura di Balla presso l’Accademia di Torino. Inoltre l’artista seguì i corsi di Cesare Lombroso di antropologia criminale. Si dedicò anche alla fotografia presso il pittore e fotografo Oreste Bertieri.
La carriera artistica di Balla si può descrivere attraverso le sperimentazioni che l’artista affrontò durante la sua vita. Nel 1895 Balla, all’età di 24 anni, si stabili definitivamente a Roma e aderì al Divisionismo. A partire dal 1911, a 40 anni, si avvicinò però al Futurismo del quale diventerà un importante esponente soprattutto dopo la prematura morte di Umberto Boccioni nel 1916. Dagli anni venti tornò al figurativo e realizzò dipinti di propaganda in appoggio al regime fascista. Nel dopoguerra si dedicò a soggetti figurativi privi però di componenti politiche o sociali.
1916. Balla contribuì alle riprese del film Vita futurista del 1916 insieme a Marinetti.
1917. Balla progettò nel 1917 le scene per il balletto Feu d’artifice. Lo spettacolo era privo di danzatori e andò in scena al Teatro Costanzi di Roma con musiche di Igor’ Fëdorovič Stravinskij. Diaghilev dei Ballets Russes fu il produttore del balletto.
1921. L’artista decorò la sala del cabaret Bal Tic Tac di Roma. Il locale era un luogo di ritrovo molto ben frequentato negli anni Venti del Novecento nel quale si tenevano concerti di musica jazz. Attualmente alcune sale sono state ristrutturate e si trovano nella palazzina dove ha sede la Banca d’Italia. L’artista in questi anni si occupò anche di interni di appartamenti realizzando arredi e suppellettili.
Le opere di Giacomo Balla
La fidanzata a Villa Borghese di Giacomo Balla
Giacomo Balla, La fidanzata a Villa Borghese, 1902, olio su tavola, 60.5 x 90 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Lampada ad arco di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Lampada ad arco, 1909-1911, olio su tela, cm 174,7 x 114,7. New York, Museum of Modern Art (MoMa)
Un’opera in stile Divisionista realizzata dall’artista qualche anno prima della sua adesione alle sperimentazioni futuriste. Balla ha 30 anni e vive a Roma dove si trova dal 1895.
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Bambina che corre sul balcone di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Bambina che corre sul balcone, 1912, olio su tela, 125 x 125 cm. Milano, Museo del Novecento, Collezione Grassi
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Le mani del violinista di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Le mani del violinista, 1912, olio su tela, 56 cm × 78.3 cm. Londra, The Estorick Collection of Modern Italian Art
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Dinamismo di un cane al guinzaglio di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Dinamismo di un cane al guinzaglio, 1912, olio su tela, cm 91 x 110. Buffalo New York, Albright Gallery
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Automobile in accelerazione di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Automobile in accelerazione, 1912, olio su tavola, 55.6 x 68.9 cm. New York, The Museum of Modern Art (MoMA)
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Velocità d’automobile di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Velocità d’automobile (velocità n. 1), 1913 ca., china acquerellata su carta foderata, 46,5 x 60 cm. Rovereto, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto MaRT
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Linee andamentali + successioni dinamiche di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Linee andamentali + successioni dinamiche, 1913, Tempera su carta foderata, 49 x 68 cm. Venezia, Fondazione Solomon R. Guggenheim, Collezione Gianni Mattioli, Deposito a lungo termine presso la Collezione Peggy Guggenheim
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Rondoni: linee andamentali + successioni dinamiche di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Rondoni: linee andamentali + successioni dinamiche, 1913, olio su tela, 96.8 x 120 cm. New York, The Museum of Modern Art MoMA
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Velocità astratta + rumore, 1913–14 di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Velocità astratta + rumore, 1913–14, olio su tavola, 54,5 x 76,5 cm compresa la cornice dipinta dall’artista. Venezia, Fondazione Solomon R. Guggenheim, Collezione Peggy Guggenheim
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La Primavera di Giacomo Balla
Giacomo Balla, La Primavera, 1916 ca., olio su tela, cm 32 x 26. New York, Solomon R. Guggenheim Museum
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Velo di vedova + paesaggio di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Velo di vedova + paesaggio (corazzata + vedova + vento), 1916, olio su tela, 100 x 109 cm. Rovereto, Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto MaRT
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Morbidezze di primavera di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Morbidezze di primavera, 1918, olio su tela, 58.8 x 45.3 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Cipressi – Espansione di cielo di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Cipressi – Espansione di cielo, 1920, olio su tela, 74.6 x 59.3 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Auto – Stato d’animo di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Auto – Stato d’animo, 1920, olio su tavola, 74 x 65 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Sinfonia autunnale di Giacomo Balla di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Sinfonia autunnale – Valle Giulia, 1926, olio su tavola, 74 x 99.8 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna
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Marcia su Roma di Giacomo Balla
Giacomo Balla, Marcia su Roma (retro), tra il 1932 e il 1935, olio su tela, Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
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Bibliografia
- Fabio Benzi, Balla, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2001; 2002, EAN: 9788809019652
Link esterni
Consulta la pagina dedicata al dipinto di Giacomo Balla, Marcia su Roma, sul sito del Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli di Torino.
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