Édouard Manet la vita e le opere

Édouard Manet fu un artista francese attivo nella seconda metà dell’Ottocento e protagonista di una pittura realista ma vicina all’Impressionismo.

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Biografia di Édouard Manet

Édouard Manet nacque a Parigi il 23 gennaio 1832.

Il contesto familiare di Édouard Manet

La famiglia di Édouard Manet faceva parte dell’alta borghesia francese ed era molto vicina a politici di spicco. Édouard nacque infatti in un lussuoso appartamento dell’hôtel particulier al n. 5 di rue des Petits Augustins che oggi è nota come rue Bonaparte, a Parigi.

Il padre, Auguste Manet (1797-1862), era impiegato presso il ministero della Giustizia francese come alto funzionario. La madre, invece, Eugénie-Desirée Fournier, era la figlia di un diplomatico destinato all’ambasciata francese a Stoccolma. Inoltre la donna era figlioccia del re di Svezia Bernadotte. In seguito al loro matrimonio, avvenuto il 18 gennaio 1831, nel 1832 nacque il primogenito Édouard. Seguirono poi altri due figli, Eugène nel 1833 e Gustave nel 1835.

L’adolescenza

Édouard però si ribellò presto al destino professionale programmato dal padre e si rivolse invece al mondo dell’arte che il padre detestava. Quindi, per cercare di allontanare Édouard dalla passione artistica, il padre, dopo qualche anno di frequenza presso l’Institut Poiloup di Vaugirard, nel 1844 lo iscrisse il figlio al collegio Rollin (oggi liceo Jacque-Decour). Qui conobbe Antonin Proust con il quale condivise la passione per l’arte spinto anche da suo zio materno Édouard Fournier.

La formazione di Édouard Manet

1844-1848. Lo zio materno Édouard Fournier si accorse della passione del nipote adolescente verso l’arte. Così già durante la frequenza del giovane Édouard presso il collegio Rollin. Intorno all’età di 12 anni, lo avvicinò al Museo del Louvre di Parigi. Il ragazzo iniziò quindi a disegnare copiando dal vero le opere di grandi artisti tra i quali Goya, El Greco e Velázquez, opere della collezione spagnola di Luigi Filippo.

Il padre di Édouard perseverò nella sua convinzione che il figlio doveva stare lontano dal mondo artistico. Inoltre il ragazzo ottenne scarsi risultati negli studi presso il collegio Rollin. Il suo unico interesse era quello di disegnare. Così Édouard fu spinto a iscriversi presso la facoltà di giurisprudenza per diventare, un giorno, magistrato. Il giovane si rifiutò e nel 1848 tentò l’iscrizione all’Accademia navale. Il test non fu però favorevole e fu respinto.

L’arruolamento nella marina mercantile

Dicembre 1848. Il padre nel dicembre del 1848, accompagnò Édouard, di 17 anni, a Le Havre, sede del grande porto a nord, sulla Manica. Il giovane artista di imbarcò così come mozzo su una nave mercantile, la Havre et Guadeloupe, che salpava per Rio de Janeiro, in Brasile. Le intenzioni di papa Manet erano quelle di avviare Édouard verso la carriera di comandante.

4 febbraio 1849. Édouard sbarcò così il 4 febbraio 1849 a Rio de Janeiro. Il viaggio per l’aspirante artista si rivelò una buona occasione per esercitarsi nel disegno. Infatti riempì diversi taccuini con ritratti di compagni e paesaggi. Al suo ritorno in Francia tentò una seconda volta il test per l’ammissione all’Accademia navale ma fallì nuovamente.

L’apprendistato accademico presso Thomas Couture

1849-1850. Manet, insieme a Antonin Proust entrarono a far parte del gruppo di studenti di Thomas Couture presso il suo atelier di rue de Laval. Il giovane pittore strinse una relazione sentimentale con Suzanne Leenhoff (1830-1906), pianista e insegnante di musica dei fratelli Manet. In questi anni fu ancira dipendente finanziariamente dalla famiglia.

18501856. Messo di fronte all’ennesimo fallimento del figlio, nel tentativo di intraprendere una carriera istituzionale, papà Manet cedette ai desideri di Édouard. Il giovane iniziò così a frequentare, nel 1850, all’età di 18 anni, l’atelier di Thomas Couture, un artista accademico. Già al tempo, Èdouard Manet era profondamente avverso alla pittura accademica che considerava antiquata e stucchevole. Nonostante questo iniziò con Couture il percorso formativo frequentando lo studio di uno degli artisti celebrati dai Salon.

Couture, al tempo, era un pittore molto affermato e ben visto dal governo del 1848. Il successo della sua pittura si deve al dipinto intitolato I Romani della decadenza presentato al Salon del 1847.

Presto, Manet si trovò a disagio nel seguire la disciplina accademica imposta da Couture. Giunse così a condannare apertamente lo stile impersonale e retorico delle opere storico-mitologiche così amate dal pubblico dei Salon. Nonostante le critiche, Manet rimase sei anni presso Couture. Durante il suo lungo apprendistato, Manet compì diversi viaggi di studio per ampliare le proprie vedute. Nel 1852 fu ad Amsterdam. Nel 1853 si recò con il fratello Éugene in Italia, in Germania e in Austria.

I primi viaggi di studio

In luglio del 1852, Manet si recò nei Paesi Bassi per stare vicino a Suzanne che il 29 gennaio, aveva dato alla luce Léon-Édouard Koëlla. Nell’occasione il giovane artista visitò il Rijksmuseum di Amsterdam.

Nell’estate del 1853, pittore si recò in Normandia con gli altri allievi di Couture. Quindi, in Germania e in l’Austria, visitando Kassel, Dresda, Monaco, Praga e Vienna. In settembre Manet si recò poi in Italia e soggiornò a Venezia, a Firenze e forse a Roma. Durante il suo soggiorno in Italia eseguì copie dai grandi artisti del passato.

Manet era un giovane di circa 23 anni quando allestì il Pavillon du réalisme nel contesto dell’Esposizione Universale di Parigi del 1855. L’evento non fu un appuntamento importante ma di rilievo per la futura carriera di artista. Durante l’anno il pittore insieme all’amico Antonin Proust fece visita al celebre pittore romantico Eugène Delacroix. Nell’occasione Manet realizzò la bozza de La barca di Dante, che aveva raccolto un gran consenso al Salon del 1822.

Manet nel febbraio del 1856 abbandonò l’atelier di Thomas Couture.

L’atelier di rue Lavoisier

Lasciato il maestro poco apprezzato, Insieme al pittore Albert de Balleroy (1828-1872), Manet aprì un atelier in rue Lavoisier.

Nel corso del 1857 il padre si aggravò a causa dei sintomi provocati dalla sifilide terziaria. Le relazioni professionali di Manet però si arricchirono con la conoscenza del poco più giovane pittore Henri Fantin-Latour (1836-1904), protagonista di un realismo intimista. Nello stesso anno, in novembre, tornò in Italia e visse a Firenze con lo scultore Eugène Brunet.

Nel 1859 avvenne un’altra conoscenza importante per Manet, il poeta Charles Baudelaire che al tempo scriveva già recensioni artistiche.

L’adesione al Realismo di Courbet

L’ambiente ufficiale dell’arte accademica, negli anni Cinquanta dell’Ottocento, stava portando avanti la battaglia di contrasto verso i principi del Realismo di Courbet. Manet provò un grande interesse verso la pittura realista che offriva la possibilità di dipingere la realtà senza filtri stilistici accademici. Diversamente dai realisti però, Manet non accolse gli ideali politici che accompagnavano le idee di Courbet.

Le prime opere scandalose di Édouad Manet

Nel 1859, Manet dipinse Il bevitore di assenzio, all’età di 27 anni, opera che segna l’inizio della sua carriera artistica. I giudici del Salon però non accettarono l’opera nonostante il parere favorevole di Eugéne Delacroix, il pittore romantico ormai anziano. Di questo tentativo dell’artista di entrare al Salon, però, non vi sono prove documentate.

Manet nel luglio del 1859 fece conoscenza con un futuro importante esponente dell’Impressionismo, Edgar Degas. I due artisi si incontrarono al Louvre dove Degas si era recato per copiare un dipinto del pittore spagnolo Velázquez.

Nel 1863, Baudelaire delineò la figura dell’artista-dandy nel suo saggio intitolato Il pittore della vita moderna, pubblicato sul giornale francese Le Figaro. In questo se scritto, Baudelaire indicò come compito dell’artista moderno quello di rappresentare la fugacità del presente. Manet si trovò, in accordo con le idee di Baudelaire e dipinse Musica alle Tuileries, un’opera che metteva in pratica la teoria del poeta.

L’atelier in rue Guyot

Nel 1861, Manet lasciò il precedente atelier e ne aprì un altro in rue Guyot che utilizzò fino al 1870. In occasione del Salon del 1861, il pittore espose Portrait de M. et Mme Manet (Ritratto del Signore e della Signora Manet) e Le Chanteur espagnol (Il cantante spagnolo). Quest’ultimo si aggiudicò una menzione d’onore della giuria.

La mostra alla Galerie Martinet e il rifiuto del Salon

Sempre el 1861, Manet partecipò ad una esposizione organizzata dalla Société Nationale des Beaux-Arts presso la Galerie Martinet al numero 26 del boulevard des Italiens. Il pittore, intatti, faceva parte della Société insieme a Gautier, Fantin-Latour e Alphonse Legros. La mostra suscitò l’avversione dell’ambiente accademico per via del taglio realista delle scene. In seguito a questo fallimento, anche la giuria del Salon respinse la candidatura di Manet ad esporre, nonostante l’onoreficenza ottenuta due anni prima. L’ostracismo accademico raggiunse anche altri artisti quali Doré e Courbet.

Il dipinto, come altre opere di pittori realisti, suscitò lo scandalo dell’ambiente artistico accademico, che si riconosceva nei Salon.

A settembre, favorito dall’apprendistato presso Couture, partecipò ad una mostra presso l’Accademia di Belle Arti di San Pietroburgo. Espose La Ninfa sorpresa, che ora si trova al Museo Nacional de Bellas Artes di Buenos Aires.

Nel 1862, Manet fondò con altri soci la Société des Aquafortistes volta alla riscoperta di antiche stampe. Di quest’anno sono le prime menzioni critiche su di lui da parte del Charles Baudelaire.

Minato dalla sifilide, morì il padre. Intanto il pittore conobbe la modella Victorine Meure che posò per il dipinto intitolato La cantante di strada conservato presso il Museum of Fine Arts di Boston.

Manet al Salon des refusés

Nel marzo del 1863, la partecipazione con quattordici tele, ad una mostra presso la Galerie Martinet ravvivò l’interesse della stampa artistica. Tra queste opere vi era Lola de Valence che il poeta Baudelaire aveva accompagnato con una quartina.

La giuria del Salon rifiutò le tre tele inviate da Manet. I continui rifiuti dei giurati accademici e la critica divisa sulla pittura dei realisti attirano l’attenzione dell’imperatore. Per porre rimedio a queste polemiche, così Napoleone III favorì l’istituzione del Salon des refusés, dove esporre le opere rifiutate dalla giuria del Salon. Proprio in una mostra di questa manifestazione, Manet espose la celebre Colazione sull’erba che fu aspramente criticata dalla borghesia accademica. L’artista colse la possibilità di esibire la propria concezione estetica e ideale. Espose così tre acqueforti e tre quadri.

Manet sposò Suzanne Leenhoff il 28 ottobre 1863.

Lo studio a Batignolles

1864. Sul finire del 1863 morì Delacroix e Fantin-Latour lo omaggiò con un dipinto intitolato Hommoage è Delacroix (Omaggio a Delacroix), esposto al Salon. Proprio al centro del dipinto, insieme ad altri artisti, si vede Manet. Anche il pittore partecipò al Salon con Le Christ mort et les anges (Cristo morto e due angeli), che oggi si trova al The Metropolitan Museum of Art di New York e Épisode d’une course de taureaux (Episodio di una corrida). Le opere suscitarono ancora accese proteste.

Manet trasferì, nel 1864, nuovamente il suo studio, questa volta al 34 di boulevard des Batignoltes. In estate, il pittore soggiornò, per la prima volta, a Boulogne-sur-Mer.

1865. Manet espose il dipinto che suscitò un nuovo grande scandalo, Olympia. L’artista, con l’esposizione di questa immagine, provocò consapevolmente la sensibilità del pubblico più tradizionalista, per imporre la propria presenza.

La partenza per la Spagna

Agosto del 1865. Le opere realiste di Manet proposte ai Salon suscitarono molte critiche e l’artista scoraggiato decise di partire per la Spagna. Dopo aver distrutto diverse opere, l’artista partì per Burgos, Valladolid e Madrid. Al Prado di Madrid, ammirò le opere di Velázquez e i dipinti di antichi maestri italiani e nordici.

La sua esperienza fu deludente perché Manet si accorse di aver idealizzato la cultura spagnola. Infatti i suoi dipinti del periodo rappresentano soprattutto scene folcloristiche.

Ritorno a Parigi

1866. Tornato così a Parigi, Manet si dedicò esclusivamente alla rappresentazione della modernità metropolitana. I dipinti che il pittore realizzò al ritorno dalla Spagna non furono particolarmente provocatori. Tra questi vi sono Le Fifre (Il piffero) e L’attore tragico. La presentazione di queste opere al Salon fu però ostacolata dalla fama artista amorale e offensivo del buon gusto borghese. In sostegno del suo lavoro si spesero alcuni intellettuali tra i quali Baudelaire e lo scrittore suo amico Émile Zola. Lo scrittore era un appassionato d’arte e difese il pittore con un suo articolo, intitolato Manet al Salon, pubblicato sul giornale L’événement, in occasione del Salon del 1866.

Il Louvre personale di Manet

1867. Nel tentativo di promuovere la propria pittura, Manet non presento la propria candidatura al Salon del 1867. Sull’esempio del Padiglione del Realismo di Courbet del 1855, organizzò invece una mostra antologica intitolata Louvre personale. Nella retrospettiva Manet espose cinquanta dipinti, tre copie e tre incisioni e pubblicò un testo per spiegare il motivo di questa scelta. Inoltre l’artista dichiarò di essere stato frainteso poiché la sua intenzione non era mai stata quella di protestare contro la tradizione.

Il pubblico borghese, guidato dalla critica più reazionaria, si recò a visitare la mostra proprio per deridere le opere di Manet. Il gruppo di Batignolles, i futuri impressionisti, apprezzarono però con entusiasmo i dipinti di Manet. Da questo momento il pittore iniziò a frequentare insieme ai giovani artisti il Café Guerbois, un locale parigino al n. 11 di rue des Batignolles. Alle riunioni partecipò anche la giovane pittrice Berthe Morisot che sposerà poi il fratello di Manet.

1868. Con la partecipazione alla giuria del Salon del pittore di Barbizon, Daubigny, Manet tentò nuovamente di accedere alla manifestazione.

La guerra franco-prussiana

1870. Gli eventi sfavorevoli per la Francia, in occasione dell’aggressione prussiana segnarono il 1870. Bismarck promosse con la sua attività politico-diplomatica il conflitto e l’esercito francese fu sconfitto a Sedan. Parigi, così, fu sotto assedio e Manet, insieme a Degas, si arruolò nell’artiglieria nel tentativo di resistere ai prussiani. Il popolo proclamò la Comune di Parigi e Manet, fervente repubblicano, ottenne un posto fra i delegati di una federazione di artisti. Nel clima caotico della resistenza, l’amministrazione della Comune rivoluzionaria abolì il Salon, espressione dell’arte ufficiale e le Écoles des Beaux-Arts. La breve esperienza della Comune terminò con la repressione di Thiers e si insediò la Terza Repubblica.

La vita privata e affettiva

Negli anni Cinquanta dell’Ottocento, Èdouard Manet conobbe Suzanne Leenhoff (1830-1906), la giovane insegnante di pianoforte dei fratelli Manet. Dalla relazione nacque, forse, il 29 gennaio 1852 Léon-Édouard Koëlla (1852-1927). Non esistono però prove certe sulla paternità di Manet del bambino che prese il cognome dalla madre, Leenhoff.

Sul finire degli anni Cinquanta dell’Ottocento il padre di Manet subì un tracollo fianziario. Inoltre, minato dalla sifilide terziaria sprofondò in uno stato afasico senza possibilità di cura. I rapporti di Manet con il padre non furono favorevoli al suo percorso artistico. Infatti il giovane Manet era destinato alla carriera giuridica.

La politica attiva di Manet convinto repubblicano

Édouard Manet fu un deciso sostenitore della Repubblica. Però pur condividendo gli ideali Realisti non si schierò a favore dei sostenitori delle lotte sociali a fianco del proletariato urbano.

22-25 febbraio 1848. La Francia visse un momento di tensione sociale con la proclamazione della Seconda Repubblica in seguito alle giornate rivoluzionarie.

Dicembre 1848. Luigi Napoleone Bonaparte si fece eleggere primo presidente della Repubblica francese.

2 dicembre 1851. Luigi Napoleone Bonaparte compì un colpo di stato e Manet, all’età di 19 anni circa, iniziò a manifestare contro il nuovo tiranno.

21 novembre 1852. Luigi Napoleone proclamò il Secondo Impero con il titolo di imperatore Napoleone III.

1853. Durante il primo viaggio in Italia, nel 1853, il pittore conobbe Émile Ollivier (1825-1913), un giovane avvocato repubblicano il cui padre era stato costretto all’esilio.

I viaggi

Éugene Manet, durante il periodo formativo presso Couture, compì diversi viaggi. Il 19 luglio 1852 si recò ad Amsterdam, per visitare il Rijksmuseum, dove eseguì diverse copie di opere del pittore fiammingo Rembrandt.

1853. Nel settembre del 1853 insieme al fratello Eugène si recò in Italia. I due fratelli visitarono Venezia, Firenze dove ammirò e riprodusse la Venere di Urbino di Tiziano e una testa di giovane di Filippo Lippi. Probabilmente arrivarono fino a Roma. Tornando in Francia Visitarono poi la Germania e l’Austria soggiornando nelle città di Cassel, Dresda, Monaco, Praga e Vienna.

1857. Manet si recò a Firenze insieme allo scultore Eugéne Brunet.

La carriera artistica

I maestri

1850. Il primo maestro di Édouard Manet, nel 1850, per sei anni, fu il pittore accademico Thomas Couture, importante pittore del Secondo Impero, apprezzato anche da Napoleone III. Couture fu noto per le grandi tele di soggerri storici e aveva avuto gran successo al Salon del 1847 con l’opera intitolata I romani della decadenza.

Amicizie d’artista e compagni di studi

1844. Presso il prestigioso collegio Rollin, frequentato dal 1844, dall’età di 12 anni, Édouard conobbe Antonin Proust col quale divenne molto amico. Insieme, i due compagni coltivarono la passione artistica visitando spesso il Museo del Louvre di Parigi. Fu lo zio materno di Édouard, Édouard Fournier, ad avvicinare il nipote all’arte.

1857. Con lo scultore Eugéne Brunet. Mnet si recò Firenze. Intorno a questa data inoltre strinse amicizia con il pittore Henri Fantin-Latour.

Luglio 1859. L’artista durante una visita al Museo del Louvre di Parigi, conobbe Edgar Degas.

La fortuna professionale e le commissioni

1861. Nel 1861, all’età di 29 anni, Manet dipinse un omaggio alla pittura di Velázquez intitolato Il chitarrista spagnolo. L’opera fu molto apprezzata e ottenne un riconoscimento ufficiale e la menzione d’onore. Un gruppo di artisti e intellettuali inoltre apprezzò pubblicamente il lavoro di Manet. Tra questi vi erano gli artisti Courbet, Fantin-Latour e Carolus-Duran. Con loro vi erano letterati quali Castagnary, Astruc, Desnoyers, Champfleury e Duranty.

Lo stile di Édouard Manet

Gli storici dell’arte considerano Édouard Manet l’artista che tra i primi rappresentò la vita quotidiana dei suoi contemporanei. Inoltre fu il più importante rappresentante della pittura pre-impressionista. L’opera di Manet è quindi considerata fondamentale per il passaggio dal Romanticismo al Realismo.

I soggetti

I soggetti che Manet decise di portare sulla tela suscitarono immediatamente grandi polemiche perché si allontanavano dai modelli accademici. Infatti al tempo i contenuti delle opere d’arte erano fortemente codificati e la figura umana doveva seguire precise regole rappresentative.

Soprattutto nella rappresentazione della figura femminile, i riferimenti al mondo classico erano obbligatori. Ad esempio un nudo di donna era ammesso purché in forma classica, somigliante alle statue greche o romane. Per questo con i dipinti del 1863 intitolati Le déjeuner sur l’herbe e l’Olympia  Manet creò immagini scandalose di corpi femminili. Le protagoniste non sono giovani classiche in posa ma sembrano popolane o borghesi colte in momenti di quotidianità sconveniente. Inoltre la giovane de l’Olympia potrebbe essere interpretabile come una prostituta, colta nel suo ambiente di lavoro.

Influenze stilistiche da altri artisti

La pittura di Manet fu probabilmente favorita dalla nascita della fotografia che offriva una documentazione istantanea e spontanea del reale.

Eredità artistica

Édouard Manet fu un grande protagonista del Realismo francese. La pittura di Édouard Manet è considerata un punto di rottura con la tradizione accademica del Neoclassicismo e del Romanticismo. Le sue opere rappresentano quindi la nascita dell’arte moderna.

Allievi e seguaci

Le opere di rottura realizzate da Manet offrirono argomenti di ispirazione per altri artisti che diedero il via all’Impressionismo sul finire dell’Ottocento.

Le opere di Édouard Manet

La colazione sull’erba di Édouard Manet

1862-1863. Colazione sull’erba, 1862-1863, olio su tela, 208 x 264,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Olympia

1863. Olympia, 1863, olio su tela, 130,5 x 190 cm. Parigi, musée d’Orsay

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Combat de taureaux di Edouard Manet

Edouard Manet, Combat de taureaux, tra 1865 a il 1866, olio su tela, 90 x 111 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Il Piffero di Edouard Manet

1866. Il Piffero, 1866, olio su tela, 160 x 97 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Ritratto di Émile Zola di Édouard Manet

1868. Ritratto di Émile Zola, 1868, olio su tela, 146 x 114 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Esecuzione dell’imperatore Massimiliano del Messico

1868. L’esecuzione dell’imperatore Massimiliano del Messico, 1868, olio su tela, 252 x 305 cm. Mannheim, Kunsthalle

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Clair de lune sur le port de Boulogne di Edouard Manet

Edouard Manet, Clair de lune sur le port de Boulogne, 1869, olio su tela, 81,5 x 101 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Il balcone di Edouard Manet

1868-1869. Il balcone, 1868-1869, olio su tela, 170 x 124,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Berthe Morisot con un mazzo di violette di Edouard Manet

1872. Berthe Morisot con un mazzo di violette, 1872, olio su tela, 55 x 40 cm. Parigi, museé d’Orsay

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La dama con ventagli di Edouard Manet

Edouard Manet, La dama con ventagli, 1873, olio su tela, 113,5 x 166,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Sulla spiaggia di Édouard Manet

1873. Sulla spiaggia (Sur la plage), estate 1873, olio su tela, 60 x 73,5 cm. Parigi, Musée d’Orsay

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Portrait de Madame Edouard Manet sur un canapé bleu di Edouard Manet

Edouard Manet, Portrait de Madame Edouard Manet sur un canapé bleu, 1874, olio su tela, 49 x 60 cm. Parigi, museé d’Orsay

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In barca di Edouard Manet

Edouard Manet, In barca, 1874, olio su tela, 97,2 x 130,2 cm. New York, Metropolitan Museum of Art

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La barca di Édouard Manet

Édouard Manet, La barca, 1874, olio su tela, 82,7 x 105 cm. Monaco di Baviera, Neue Pinakothek

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Il signor Arnaud a cavallo

1875. Il signor Arnaud a cavallo, 1875, olio su tela, 221 x 153 cm. Milano, Galleria d’Arte Moderna

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Stéphane Mallarmé di Edouard Manet

1876. Stéphane Mallarmé, 1876, olio su tela, 27,5 x 36 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Ritratto di Clemenceau di Edouard Manet

1879-1880. Ritratto di Clemenceau, 1879-1880, olio su tela, 94,5 x 74 cm. Parigi, museé d’Orsay

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L’asparago di Edouard Manet

1880. L’asparago, 1880, olio su tela, 16,5 x 21,5 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Fuga di Rochefort di Edouard Manet

1881. Fuga di Rochefort, 1881 circa, olio su tela, 80 x 73 cm. Parigi, museé d’Orsay

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Il bar delle Folies-Bergère

1882. Il bar delle Folies-Bergère, 1882, olio su tela, 96 x 130 cm. Londra, The Courtauld Gallery

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Bibliografia

  • Autori vari, Manet. Ritorno a Venezia. Catalogo della mostra 24 aprile-18 agosto 2013, Skira, 2013, ISBN 978 88 572 1847 2
  • Gérard Georges Lemaire, Manet, Giunti, Collana: Dossier d’art, 2017, ISBN: 9788809990654

Tutte le opere di Édouard Manet pubblicate

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Edouard Manet, Il bar delle Folies-Bergère, sul sito di The Courtauld Gallery di Londra.

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