Cleopatra di Gustave Moreau è un piccolo acquerello su carta che rappresenta la sovrana d’Egitto attraverso una sofisticata interpretazione Simbolista.
Gustave Moreau, Cleopatra, 1887, acquerello, guazzo, matita su carta, 39,5 x 25 cm. Parigi, Museo del Louvre
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Indice
Descrizione di Cleopatra di Gustave Moreau
Cleopatra siede su un trono massiccio e osserva il paesaggio da un balcone immerso nel verde. La regina è coperta solo da gioielli intorno al collo e stretti sotto il seno. Sul capo poi porta una preziosa ed elaborata corona. Nel paesaggio sottostante si vedono delle rovine e si riconoscono un obelisco, una sfinge e le piramidi lontane.
Interpretazioni e simbologia di Cleopatra di Gustave Moreau
La figura di Cleopatra in quest’opera di Gustave Moreau assume una posa che ricorda quella della protagonista di Galatea del 1880. La regina si riconosce per il serpente aspide che decora il suo copricapo e per l’atteggiamento regale. Un sipario crea come una cornice al paesaggio che diventa uno spettacolo privato per Cleopatra.
Cleopatra femme fatale
Nell’immaginario del Decadentismo c’è la femme fatale. Questo archetipo è contrapposto all’ideale femminile dell’Ottocento, che celebra la donna per le sue doti di fedeltà coniugale, maternità e purezza. Nelle opere d’arte e nei testi letterari l’emancipazione della donna fu rappresentata da figure quali Salomè, Judith o Dalila, donne fatali e vendicatrici. Anche la figura di Cleopatra si ritrova in molte opere d’arte perché esercitò una forte attrazione sugli artisti dell’Ottocento. Il personaggio di Cleopatra, regina d’Egitto, diventò un’icona che simboleggiava il moderno Oriente.
La regina Cleopatra nella sua lussuosa nudità è molto simile ad altre donne fatali dell’epoca come Salomè e le concubine degli harem. L’immagine della regina è il risultato di due ideali di bellezza che uniscono Oriente e Occidente. Cleopatra è caratterizzata da un profilo pronunciato. I suoi capelli sono scuri e gli occhi a mandorla la identificano come una bellezza orientale. Però la pelle chiara è quella di una donna occidentale.
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Il dipinto di Gustave Moreau è esposto presso il Museo del Louvre di Parigi in Francia.
La storia dell’opera Cleopatra di Gustave Moreau
L’artista francese Gustave Moreau, dipinse Cleopatra nel 1887. Gustave Moreau, nato nel 1826, dipinse quest’opera avanti negli anni in una fase matura della sua carriera artistica. In questo periodo l’artista si dedicò in particolare ad evocare atmosfere oniriche utilizzando elementi di flora marina.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Cleopatra di Gustave Moreau
Gustave Moreau è considerato dagli storici dell’arte un precursore del Simbolismo. L’interesse dell’artista infatti fu quello di rappresentare un’idea attraverso l’immagine per avvicinarsi alla poetica spirituale dei simbolisti. In tal senso Moreau si allontanò dal culto del materialismo proponendo un’estetica decadente ed elitaria.
L’immagine di Cleopatra quindi non è realizzata con attenzione al realismo della scena riprodotto. Piuttosto Moreau realizzò un’interpretazione del personaggio con una estetica decadente. La figura di Cleopatra infatti è sintetizzata con forme semplici e dai contorni sinuosi ed eleganti. La sua immagine poi è languidamente sensuale e sembra accostarsi sensualmente anche al paesaggio che guarda dall’alto.
Nell’insieme la scena è suggerita da ampie zone sfumate e particolari indistinti. Alcuni dettagli in primo piano sono però maggiormente curati e segnati da contorno.
L’orientalismo declinato con la componente erotica fu un’altra cifra del linguaggio artistico di Gustave Moreau. Cleopatra appare nuda, e indossa solo i suoi gioielli.
La tecnica di Cleopatra di Gustave Moreau
Gustave Moreau dipinse Cleopatra utilizzando una tecnica mista di acquarello e tempera su carta velina. I tratti di pennello veloci e sciolti costruiscono l’insieme dell’opera.
Il colore e l’illuminazione
L’opera presenta una gamma cromatica calda in primo piano e fredda sullo sfondo. I colori dell’opera sono accesi e declinati con una un’ampia gamma di sfumature.
L’illuminazione è spirituale e diffusa e rivela il corpo di Cleopatra in piena luce. Sulla sinistra le architetture sonno in ombra e mettono in evidenza la pelle chiara della sovrana.
Lo spazio
Moreau elaborò scenari fantastici senza preoccuparsi di suggerire uno spazio verosimile e tradizionalmente tridimensionale. La stessa figura di Cleopatra siede in modo inverosimile e i dettagli del paesaggio sono appena accennati.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto è di forma rettangolare e l’inquadratura verticale permette la rappresentazione di un’ampia porzione del paesaggio. Infatti soprattutto il cielo è sviluppato in alto oltre la figura di Cleopatra.
La disposizione obliqua del corpo di Cleopatra determina una entrata visiva nel paesaggio a destra. Infine la figura delicata e sinuosa della sovrana contrasta con le linee massicce e rigide del trono sul quale siede.
Approfondimento. Cleopatra, donna del destino
Alla morte di Cleopatra, regina d’Egitto, Orazio scrive ”Ora bisogna bere, ora bisogna ballare… è morto il fatale monstrum” e Dante, ponendola all’Inferno, nel I cerchio, la chiamerà “Cleopatras luxuriosa”. Secondo Boccaccio “… «fu conosciuta per tutto il mondo per avarizia, crudeltà e lussuria», anche se l’autore le riconosce singolare bellezza e incredibile eloquenza; inoltre, per Shakespeare è fondamentalmente l’amore per Antonio che la spinge ad uccidersi. Ma se leggiamo Plutarco, egli ne parla come di una donna di piacevole aspetto, ma non bellissima, bensì dotata di fascino, intelligenza, cultura e capacità politiche. Una donna disposta a tutto pur di salvare l’indipendenza del proprio paese.
Allora perché questi giudizi negativi ? Forse una buona dose di maschilismo che attraversa i secoli ha preferito parlarne come di un’avventuriera, facile all’innamoramento, piuttosto che come l’ultima, grande regina d’Egitto, decisa a non sottomettersi a Roma e ad usare il proprio fascino per convincere Cesare prima e Marcantonio in seguito a rispettare l’autonomia del suo regno.
E si uccise soprattutto per non essere portata a Roma, trascinata come un trofeo di guerra durante il trionfo di Ottaviano: e questo lo racconta lo stesso Orazio, concludendo la sua Ode con una vera e propria attestazione di stima per il “fatale monstrum”, definendola di stirpe regale e non una donna qualsiasi. Non dimentichiamolo mai: ”fatale non vuol dire solo “letale”, ma anche protagonista e padrona del proprio destino.
Consulta anche le pagine: Arte e teatro, Arte e femme fatale, Arte e eros, Arte e amore, Arte e letteratura, Le streghe nell’arte, Arte e bellezza femminile
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Bibliografia
- Stefano Fugazza, Simbolismo, Arnoldo Mondadori arte, 1991, ISBN 88-242-0042-7.
- Geneviève Lacambre, Moreau, Giunti, Collana Art e Dossier, 1996, ISBN 88-09-76213-4.
- Geneviève Lacambre, Luisa Capodieci, Dominique Lobstein, Il simbolismo da Moreau a Gauguin a Klimt (Catalogo della mostra Palazzo dei Diamanti, Ferrara, 18 febbraio – 20 maggio 2007), Ferrara, Ferrara Arte, 2007, ISBN 88-89793-06-6.
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 23 agosto 2021.
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Consulta la pagina dedicata alla scultura di Gustave Moreau, Cleopatra, sul sito del Museo del Louvre di Parigi
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