Ritratto di Federico II Gonzaga di Tiziano Vecellio

L’effige del futuro duca di Mantova fu immortalata da Tiziano nel Ritratto di Federico II Gonzaga. Il marchese commissionò il dipinto forse in vista del suo imminente matrimonio.

Tiziano Vecellio, Ritratto di Federico II Gonzaga, 1520 ca., olio su tela, 125 x 99 cm. Madrid, Museo del Prado

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Indice

Descrizione del Ritratto di Federico II Gonzaga di Tiziano Vecellio

Il duca è in piedi abbigliato con un prezioso abito blu con decorazioni dorate, stretto in vita. Al fianco sinistro porta una spada mentre con la mano destra accarezza un cagnolino maltese. Il volto ha un aspetto giovanile, infatti nato nel 1500 all’epoca del ritratto poteva avere circa trent’anni. Il volto è incorniciato in basso da una folta e lunga barba in voga nel Cinquecento. Al collo porta un rosario con perle nere e un crocifisso. Lo sfondo è privo di arredi e decorazioni.

Interpretazioni e simbologia del Ritratto di Federico II Gonzaga di Tiziano Vecellio

In questo ritratto Tiziano, come in altri, portò avanti la sua sperimentazione psicologia e sul carattere del personaggio attraverso la costruzione di uno spazio ambientale che rappresenti uno spazio esistenziale del soggetto. Nel caso del Ritratto di Federico II Gonzaga il carattere del personaggio è rappresentato nella sua evoluzione. Infatti il crocifisso che porta al collo esprime la fede e la redenzione rispetto un passato non del tutto tranquillo. Il cagnolino, simbolo di fedeltà, rappresenta la benevolenza verso gli alleati. La mano sulla spada invece ricorda la severità riservata ai nemici.

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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione

Il Ritratto di Federico II Gonzaga di Tiziano Vecellio fu commissionato dal marchese divenuto poi dal 1530 duca. Il nobile era figlio del marchese di Mantova Francesco II e di Isabella d’Este. A nominarlo primo duca di Mantova fu Carlo V. Il ritratto è datato 1529 grazie al fatto che in quell’anno Federico II era intenzionato a sposarsi.

La proprietà del dipinto passò nel 1627 in Gran Bretagna quando la collezione dei Gonzaga venne acquistata da Carlo I Stuard re d’Inghilterra. In seguito alla destituzione e decapitazione del sovrano, il Ritratto di Federico II Gonzaga insieme ad altri dipinti, venne messo all’asta dalla Repubblica di Oliver Cromwell. Fu così acquistato dal marchese de Leganés, Diego Felipe de Guzmán. Quindi dal 1666 registrato presso i registri del Palazzo dell’Alcazár a Madrid.

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Lo stile del Ritratto di Federico II Gonzaga di Tiziano Vecellio

Lo sfondo del dipinto è realizzato con pennellate grosse e non sfumate. Questa tecnica mette bene in risalto la figura attraverso contrasti luminosità e di temperatura. Infatti il fondo ocra tendente al grigio fa risaltare l’incarnato più saturo tendente al rosa-arancio. Inoltre spicca in modo determinante la casacca blu.

Approfondimenti

Tiziano Vecellio nacque a Pieve di Cadore intorno al 1488. Iniziò a dipingere giovanissimo forse intorno ai dieci anni. Giunto a Venezia bambino fu messo a bottega da Gentile Bellini pittore ufficiale della Serenissima. Alla morte del maestro nel 1507 passò nella bottega del fratello Giovanni Bellini erede del titolo ufficiale della Repubblica. Intorno al 1508 fu allievo di Giorgione da Castelfranco e quindi iniziò la sua personale carriera. La prima opera che gli fu commissionata è del 1510 il San Marco in trono per la chiesa di Santo Spirito in Isola.

Soggiornò a Padova dal 1511 per fuggire dalla peste e divenne pittore della Serenissima nel 1516 alla morte di Giovanni Bellini. Dopo il 1522, Tiziano incrementò rapporti di potere e di conseguenza anche la sua attività artistica. Nel 1523 Tiziano viaggiò, a Ferrara da Alfonso d’Este e a Mantova conoscendo Giulio Romano. Strinse rapporti di amicizia con Federico Gonzaga del quale realizzò il Ritratto conservato al Prado di Madrid. Altri ritratti famosi del periodo sono quelli di Vincenzo Mosti esposto alla galleria Pitti di Firenze, il Ritratto di Jacopo Strada del Kunsthistoriches Museum di Vienna e Uomo dal guanto del Louvre di Parigi.

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Bibliografia

  • Augusto Gentili, Tiziano, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2016; 2017 EAN: 9788809994263

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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 3 marzo 2020.

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