La Primavera di Sandro Botticelli è un’opera molto celebre per via del soggetto allegorico e dal significato ancora non del tutto svelato.
Sandro Botticelli, La Primavera, 1475-1486, tempera su tavola di pioppo, 203 x 314 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
Indice
Descrizione de La Primavera di Sandro Botticelli
I personaggi allegorici del dipinto sono allineati sul primo piano di un paesaggio scuro e controluce. Infatti a destra Zefiro raggiunge e abbraccia la Ninfa Clori che appare nuovamente a sinistra nelle forme di Flora vestita di fiori. Al centro poi sono raffigurati Venere e Cupido che scaglia il dardo d’amore. Le tre Grazie inoltre danzano sulla sinistra vestite con veli trasparenti. Mercurio infine alza il braccio destro e con il caduceo tocca una nuvola. Infine il prato è cosparso di fiori ed erbe mentre tra le fronde degli alberi sono dipinti frutti color arancio.
Interpretazioni e simbologia del dipinto La Primavera di Sandro Botticelli
Il dipinto di Sandro Botticelli venne intitolato La Primavera da Vasari, autore delle prime biografie degli artisti italiani del Rinascimento. Gli studiosi considerano l’opera un’allegoria. Il dipinto rappresenta il regno di Venere secondo l’iconografia neoplatonica del filosofo Marsilio Ficino.
Intorno alla Corte dei Medici si erano raccolti alcuni intellettuali che condividevano le idee del filosofo e del poeta Poliziano. In generale, la riscoperta del mondo classico, portò gli autori a interpretare i miti greci e romani con forme a loro contemporanee.
La figura maschile di sinistra, infatti secondo interpretazione neoplatonica, potrebbe essere il giovane Mercurio, dai calzari alati, che con il caduceo allontana le nubi. Al suo opposto, a destra, Zefiro insegue la ninfa Clori che si tramuta in Flora e sparge i fiori sul mondo. Si tratta di un’allegoria della fecondazione. Quasi al centro del dipinto, in alto, si trova la Venus Humanitas che suscita passioni terrene nelle persone e le trasforma in attività contemplativa.
Le tre fanciulle danzanti poi sono le Tre Grazie, divinità minori vicine a Venere. Cupido infine volteggia, bendato, sopra Venere. Gli studiosi hanno individuato 138 specie vegetali accuratamente dipinte da Botticelli. L’artista probabilmente si documentò con erbari e dipinse fiori ed erbe con maniacale attenzione.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Gli storici attribuiscono la commissione de La Primavera di Sandro Botticelli a Lorenzo di Pierfrancesco, cugino di Lorenzo il Magnifico. Lorenzo e Giovanni di Pierfrancesco erano proprietari della Villa di Castello. Il celebre dipinto è ora esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
L’artista e la società. La storia dell’opera La Primavera di Sandro Botticelli
L’opera risale agli anni 1475-1486 quando Botticelli era un artista noto e celebrato di mezza età essendo nato nel 1445.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile della Primavera di Sandro Botticelli
È evidente che Botticelli con la Primavera volle celebrare un ideale di bellezza classico ed elegantemente lineare che, secondo storici e critici, deriva dalle ricerche di Filippo Lippi, suo maestro. Questo “linearismo” lo si trova espresso nel massimo delle sue possibilità nei veli delle tre grazie e nel velo di Flora. Le parti nude dei corpi sono dipinte con una sintesi morbida e dal colore quasi marmoreo. Anche Mercurio è modellato come un adolescente dalla muscolatura leggera e in riposo aggraziato. I corpi sembrano avere una consistenza gommosa privi di una struttura ossea. Le figure femminili presentano inoltre pose eleganti e il capo graziosamente declinato. La Venere, che pare una Madonna in attesa, assume una posa che si riassume nella elegante linea ad “S”.
La tecnica
La Primavera è una tempera dipinta su una tavola di pioppo di 203 x 314 cm. Il colore scuro della vegetazione è dovuto alla modificazione del pigmento durante il tempo.
Il colore e l’illuminazione
La Primavera del Botticelli sembra mettere in scena dei personaggi, dipinti a tinte vive e chiarissime, contro un fondale e un palco scurissimi. Spicca il rosso delle vesti di Mercurio e Venere, ben chiaroscurato con ombre colorate e non annerite. Il resto dei toni, tranne i frutti arancione degli alberi e i fiori in basso, sono freddi e azzurrini. Zefiro, azzurro, sulla destra, è colorato con toni profondi in blu di prussia con luci turchesi e rosa nelle parti più chiare.
La luce del paesaggio, rivelata dal cielo che si intravede tra il fogliame, è cristallina e fredda. Le figure in primo piano sono illuminate in modo frontale quasi prive di ombre, sembrano emanare una luce chiara dalla loro superficie. La direzione dell’illuminazione si apprezza sui panneggi rossi di Mercurio e Venere che sono arricchiti con un’ombra colorata sulla destra. Zefiro, sulla destra, è il personaggio più volumetrico, dipinto con un discreto contrasto chiaroscurale. Anche i fiori spiccano contro il prato scurissimo e sembrano fosforescenti.
Lo spazio
Lo spazio della Primavera di Sandro Botticelli è fortemente contratto sul primo piano. Le figure sono disposte come su di un palcoscenico e sono distribuite nella profondità di un metro. Infatti, la vicinanza dei personaggi e la mancanza di prospettiva di grandezza limitano lo spazio al primo piano. L’ambiente è descritto da alberi e vegetazione in controluce fortemente appiattita. In primo piano le erbe di fiori paiono decorazioni bidimensionali.
La composizione e l’inquadratura
Botticelli, per la Primavera, creò una composizione orizzontale e distribuì su di un unico piano le figure mitologiche. Si crea, così, una scansione ritmica, elegante e movimentata. Al centro del campo geometrico dell’opera non corrisponde alcun personaggio. La Venere si trova in posizione leggermente arretrata rispetto alle altre figure. È dipinta contro un frascame nero che si apre con un fondo merlettato formando una nicchia semicircolare che ricorda un’abside. Questo espediente e lo sguardo della Venere, diretto verso l’osservatore, la rendono il centro psicologico del dipinto.
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Bibliografia
- Aby Warburg, Botticelli, 2003, 2016, Abscondita Collana: Miniature, EAN: 9788884165770
- Carlo Bo, Botticelli, 2003, Rizzoli Skira Corriere della Sera Collana: I classici dell’arte, EAN: 5000000159960
- Guido Cornini, Botticelli, 2016, Giunti Editore Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809994249
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 25 dicembre 2021.
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- Pallade e il Centauro
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Sandro Botticelli, La Primavera, sul sito della Galleria degli Uffizi di Firenze.
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