La Medusa di Gian Lorenzo Bernini è una originale interpretazione umanizzata ed espressiva della terribile figura mitologica.
Gian Lorenzo Bernini, Medusa, 1644-1648 circa, marmo bianco di Carrara, altezza 50 cm circa. Roma, Musei Capitolini
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Indice
Descrizione della Medusa di Gian Lorenzo Bernini
Il busto scolpito da Gian Lorenzo Bernini raffigura la parte superiore di una figura femminile dalla cui testa si espandono alcuni serpenti che si agitano nell’aria.
Interpretazioni e simbologia della Medusa di Gian Lorenzo Bernini
La scultura realizzata da Gian Lorenzo Bernini si ispira alla Medusa, un personaggio mitologico.
Bernini decise di interpretare la figura di Medusa con un busto invece che con la maschera come per tradizione. Nel caso del Perseo di Benvenuto Cellini è invece raffigurata la testa mozzata. Inoltre Medusa è ritratta come una giovane dal volto attraente e non deforme o mostruoso. Una corrispondenza si può trovare nella Medusa Rondanini che mostra una bellezza algida e quindi scostante. Diversamente da questa interpretazione più umana quella di Bernini esprime una leggera sofferenza.
Patrick Haughey ipotizzò che la Medusa del Bernini mostri il dolore derivante dai morsi dei serpenti e a causa della conseguente trasformazione in un mostro. Irving Lavin precisò che il viso di Medusa esprima invece una sofferenza morale dovuta alla meditazione sulla sua condizione. Lavin inoltre propose di interpretare la Medusa del Bernini come un autoritratto metaforico dello scultore.
Lo storico dell’arte Lavin fece un confronto tra il Ritratto di Costanza Bonarelli e il viso della Medusa, entrambe opere del Bernini. Lo studioso definì le due opere complementari ma opposte. Nella stessa direzione vanno i commenti di Charles Avery.
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Sul piedistallo che sostiene la base del busto di Medusa si legge “L’immagine di Medusa, posta sugli scudi dei romani per il terrore dei nemici, ora risplende, gloria di un celeberrimo scultore, in Campidoglio, dono del marchese Francesco Bichi, conservatore nel marzo dell’anno del Signore 1731“. Secondo quanto si comprende nel testo riportato nel piedistallo forse il cardinale Alessandro Bichi (1596-1657), donò l’opera come riconoscimento per la protezione di Papa Urbano VIII nei suoi confronti e in seguito di quella di Papa Alessandro VII. Nel 1731 la Medusa entrò infine nella collezione dei Musei capitolini al Palazzo dei Conservatori. Una versione di Medusa è di proprietà del Museo del Louvre.
L’artista e la società. La storia dell’opera Medusa di Gian Lorenzo Bernini
Gli storici non hanno la possibilità di valutare con certezza l’anno nel quale Bernini realizzò la scultura che quindi è datata verso il 1644-1648 circa. Il celebre storico dell’arte Rudolf Wittkower inoltre lo scultore realizzò il Busto di Medusa nel 1636, nel periodo che trascorse chiuso in casa perché malato. Invece, secondo lo storico dell’arte Charles Avery, Caravaggio scolpì il busto tra il 1638 e il 1639, comunque nel periodo del fallimento della sua relazione con Costanza Bonarelli. Il viso deforme di Medusa quindi potrebbe somigliare all giovane amante. Secondo altri storici la data si deve spostare negli anni Quaranta del Seicento per via dello stile elaborato ed estroso. Se si considerano tutte le ipotesi la Medusa risale ad un periodo compreso tra il 1638 e il 1645.
Questa Medusa non fu inizialmente attribuita a Gian Lorenzo Bernini. Infatti il figlio Domenico non la ricorda nel testo Vita del Cavaliere Gio. Lorenzo Bernino. Nemmeno lo storico dell’arte Filippo Baldinucci (1625-1697) scrive della Medusa nella biografia dedicata all’artista, Vita del cav. Gio. Lorenzo Bernino. Nel corso della storia dell’arte però, per tradizione, è attribuita proprio a Bernini. Inoltre, secondo lo storico dell’arte Irving Lavin si tratta di una delle opere migliori dello scultore.
La scultura ha subito un restauro nel 2006.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile della Medusa di Gian Lorenzo Bernini
Il busto di Medusa presenta una certa idealizzazione che ricorda il mondo classico. L’espressione però è interpretata con tratti maggiormente naturalistici.
La tecnica
La Medusa di Gian Lorenzo Bernini è una scultura in marmo di 50 cm di altezza.
La luce sulla scultura
La luce ambientale crea un intenso gioco di chiaroscuri nella massa di serpi che si agita sul capo di Medusa.
Rapporto con lo spazio
La scultura è un tuttotondo e la visione frontale permette di osservare l’intensa espressione di Medusa e apprezzare la composizione dell’opera.
La struttura
Il busto poggia su una base rialzata che slancia verso l’alto la testa di Medusa. Inoltre la leggera rotazione della parte superiore imprime un certo dinamismo alla testa che acquista così vitalità. Da questo effetto dinamico e da piccoli dettagli scolpiti la figura acquista una presenza inquietante.
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Bibliografia
- P. Fréart de Chantelou, Viaggio del cavalier Bernini in Francia, Palermo, Sellerio, 1988
- R. Wittkover, Bernini, lo scultore del Barocco Romano, Milano 1990
- J. Montagu, La scultura barocca romana. Un’industria dell’arte [1989], Allemandi, Torino, 1991
- T. Montanari, Gian Lorenzo Bernini, Roma 2004.
- E. B. Di Gioia (a cura di), La Medusa di Gianlorenzo Bernini. Studi e restauri, Campisano Editore, 2007, EAN: 9788888168326
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 5 febbraio 2021.
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Consulta la pagina dedicata alla scultura di Gian Lorenzo Bernini, Medusa, sul sito dei Musei Capitolini di Roma.
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