Ambassadeurs: Aristide Bruant di Henri de Toulouse-Lautrec

Ambassadeurs: Aristide Bruant di Henri de Toulouse-Lautrec ritrae un noto cantautore dell’epoca che si esibiva nei locali di Montmartre a Parigi.

Henri de Toulouse-Lautrec, Ambassadeurs: Aristide Bruant, 1892, Litografia stampata a cinque colori, carta vergata, 145,1 x 99 cm. New York, Metropolitan Museum of Art

Indice

Descrizione di Ambassadeurs: Aristide Bruant di Henri de Toulouse-Lautrec

Nel manifesto realizzato da Henri de Toulouse-Lautrec, Aristide Bruant è ritratto in piedi e di tre quarti, rivolto a sinistra. Il cantante assume una posa decisa, e sembra consapevole della sua fama. Appare, infatti, come un personaggio importante che rivolge lo sguardo lontano e altrove, senza curarsi del pubblico di ammiratori che lo guarda. Bruant indossa un’ampia mantella blu scura e porta una sciarpa rossa che spicca evidente sul tessuto scuro dell’abito. Nella mano sinistra, protetta da un guanto, Bruant stringe un bastone in legno grezzo. Sul capo indossa un grande cappello nero. Nel vano blu scuro, che si crea a destra, dietro la figura del cantante, si intravede la sagoma di un uomo con un cappello e con il braccio destro alzato.

Interpretazioni e simbologia di Ambassadeurs: Aristide Bruant di Henri de Toulouse-Lautrec

Aristide Bruant nacque a Courtenay, il 6 maggio del 1851, da una famiglia benestante e morì a Parigi, il 10 febbraio del 1925. Fu cantautore e cabarettista. Dopo il suo trasferimento a Parigi, iniziò a frequentare i locali di Montmartre, per trovare opportunità di lavoro. Imparò presto lo slang popolare e lo utilizzò nelle sue canzoni che trattavano di conflitti tra i poveri. Approdò, così, al celebre locale Le Chat Noir e diventò amico di Toulouse-Lautrec. Bruant, nel 1885, inaugurò il suo primo locale a Montmartre, Le Mirliton.

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Ambassadeurs: Aristide Bruant si trova a New York, custodito presso il Metropolitan Museum of Art con numero di’inventario 32.88.11. Di questa litografia, esistono diverse copie in vari musei del mondo. Il dipinto proviene dal Harris Brisbane Dick Fund, che lo donò nel 1932.

L’artista e la società. La storia dell’opera Ambassadeurs: Aristide Bruant di Henri de Toulouse-Lautrec

Henri de Toulouse-Lautrec nacque ad Albi, in Francia, nel 1864 e morì nel 1901 Saint-André-du-Bois. Toulouse-Lautrec è ricordato anche per i suoi affiche, cartelloni da strada che pubblicizzavano gli spettacoli dei più noti cabaret e teatri di Parigi. Infatti, fu uno dei primi artisti a dedicarsi alle tecniche litografiche, utilizzate a fine Ottocento per la pubblicità. L’economicità di questa tecnica, permetteva, infatti, di riprodurre in gran numero di copie e su grandi dimensioni, i lavori degli artisti.

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Lo stile di Ambassadeurs: Aristide Bruant di Henri de Toulouse-Lautrec

La tecnica litografica ha imposto a Toulouse-Lautrec di utilizzare pochi colori, stesi in campiture uniformi e linee di contorno. I lineamenti del viso, infatti, sono definiti da una linea espressiva di colore ocra, mentre il guanto è descritto con una linea scura. Questo stile, si rese necessario anche per rendere immediatamente visibile l’immagine in un contesto distraente come la via.

La tecnica di Ambassadeurs: Aristide Bruant

La tecnica litografica, sul finire dell’Ottocento, non permetteva l’utilizzo di una vasta gamma di colori. Quindi, questo limite dettò le condizioni per la sintesi tecnica ed espressiva, che ha contribuito a determinare il genere dell’affiche. L’artista, infatti, non poteva semplicemente dipingere, e poi tradurre, su pietra litografica l’immagine. Invece, doveva progettare la sua opera, tenendo conto delle limitate possibilità e dell’utilizzo finale. Viene, così, a imporsi un nuovo genere creativo, il manifesto d’artista, che sarà frequentemente utilizzato nella prima metà del Novecento. I principali regimi dell’epoca, faranno un massiccio uso di questo strumento mediatico, all’interno dei propri programmi di propaganda e di ricerca del consenso.

Il colore e l’illuminazione

Il numero dei colori in Ambassadeurs: Aristide Bruant è molto limitato. Henri de Toulouse-Lautrec, infatti, ha utilizzato il giallo, il rosa, il rosso, il blu e il nero.

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Bibliografia

  • Toulouse-Lautrec, Rizzoli Collana: Classici arte, 1977, 2002, EAN: 9788817273312
  • Henri de Toulouse-Lautrec (Autore) A. Saleppichi (Curatore), Toulouse-Lautrec. Case chiuse, Stampa Alternativa Collana: Container arte, 1992, 1993, EAN: 9788872260524
  • Henri de Toulouse-Lautrec. Woman as myth, Allemandi Collana: L’arte moderna e contemporanea, 2001, EAN: 9788842210467
  • Rossana Bossaglia (Autore) Tulliola Sparagni (Autore) Danièle Devynck (Autore), Le donne di Toulouse-Lautrec, Mazzotta Collana: Grandi mostre, 2001, EAN: 9788820215033
  • Henri de Toulouse-Lautrec (Autore) S. Mati (Curatore), La mia matita va. Lettere, Via del Vento Collana: I quaderni di Via del Vento, 2004, EAN: 9788887741643
  • Henri de Toulouse-Lautrec (Autore) Maurice Joyant (Autore) A. Scacchi (Curatore), La cucina di monsieur Momo, Ibis, 2005, EAN: 9788871641935

2010

  • Toulouse-Lautrec. Ediz. illustrata, Skira Collana: Skira Masters, 2015, EAN: 9788857229638
  • Enrica Crispino, Toulouse-Lautrec, Giunti, Collana: Dossier d’art, 2017, ISBN: 9788809991569
  • Stefano Zuffi, Toulouse-Lautrec. La ville lumière, Arthemisia Books, 2018, EAN: 9788885773028
  • Maria Primerano, Moulin Rouge. Toulouse-Lautrec, Helicon Collana: Collana di Narrativa I Cristalli, 2023, EAN: 9788864664590
  • Francesco Parisi (Curatore) Jean-David Jumeau-Lafond (Curatore) Fanny Girard (Curatore), Henri de Toulouse-Lautrec. Parigi 1881-1901. Catalogo della mostra (Rovigo, 23 febbraio-30 giugno 2024), Dario Cimorelli Editore, 2024, EAN: 9791255610533

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