L’Apoxyómenos di Lisippo raffigura un giovane atleta che deterge il proprio corpo dall’olio e dalla polvere dopo la fatica della lotta.
Lisippo, Apoxyómenos, copia romana dall’originale in bronzo del 330 – 320 a.C, marmo, 205 cm. Città del Vaticano, Museo Pio Clementino
Qui trovi l’immagine dell’opera, vai al sito della del Museo
Indice
Descrizione dell’Apoxyómenos di Lisippo
La scultura rappresenta un giovane atleta che si deterge utilizzando uno strigile. Il ragazzo impugna lo strumento con la mano sinistra e lo passa sul braccio destro sollevato.
Interpretazioni e simbologia dell’Apoxyómenos di Lisippo
Apoxyómenos (ἀποξυόμενος) è un termine del greco antico che significa “colui che si deterge”. Il giovane è raffigurato nell’atto di liberare la propria pelle dall’olio, dal sudore e dalla sabbia accumulati dopo la competizione. Infatti era uso cospargere il corpo dell’atleta con olio per favorire la gara. La sabbia invece era usata per rimuovere l’olio e levigare la pelle. Lo strumento che utilizza l’atleta è lo strigile, un raschietto ricurvo in metallo, ferro o bronzo, che i greci chiamavano ξύστρα e i Romani invece strigilis. Questo strumento era usato solo dai maschi.
L’analisi dell’opera continua dopo questo avviso!
Scuola 2023-2024
Storia dell’arte. A breve troverai approfondimenti sulle principali epoche della Storia dell’Arte
Inoltre nuovi materiali per aiutarti nel lavoro: La descrizione del ritratto, La descrizione del paesaggio
I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
La scultura eposta presso il Museo Pio-Clementino di Città del Vaticano è una copia romana dell’originale di Lisippo. La scultura in bronzo invece è documentata presso le terme di Agrippa in Roma. L’Imperatore Tiberio che amava molto la statua decise così di trasferirla presso la sua dimora. I romani però si opposero per via della notorietà che godeva l’Apoxyómenos presso i frequentatori delle terme.
Invece in seguito al ritrovamento della copia romana nel 1849 il marmo trovò posto presso i Musei Vaticani presso il cortile ottagonale nella Camera del Mercurio. Quindi venne poi spostata nel Braccio Nuovo. Nel 1924 l’amministrazione la spostò poi nella Camera dell’Hermes. Infine nel 1932 trovò posto nel Gabinetto dell’Apoxyómenos.
L’artista e la società. La storia dell’Apoxyómenos di Lisippo
La copia romana dell’Apoxyómenos di Lisippo fu realizzata in età claudia. La scultura originale in bronzo era esposta presso le terme di Agrippa a Roma con un’altra scultura di Lisippo che rappresentava un Leone giacente. La scoperta della versione romana in marmo invece risale al 1849 quando fu ritrovata in via delle Palme nella zona di Trastevere a Roma. Insieme alla statua si trovarono anche ilToro frammentario e il Cavallo di bronzo. Nel tempo poi la statua ha subito diversi restauri. In varie località inoltre sono presenti altre riproduzioni.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile Apoxyómenos di Lisippo
Lisippo fu uno scultore e bronzista greco del tardo classicismo e rinnovò il linguaggio scultoreo. Le sue opere introducono infatti una concezione più articolata nello spazio. La struttura delle figure si proietta nello spazio e diventa tridimensionale per la prima volta come nell’Apoxyómenos che solleva le braccia di fronte a se. Per questo l’osservatore è invitato a girare intorno alla scultura e ad osservarla in ogni sua parte.
La tecnica
La copia romana della scultura di Lisippo fu realizzata in marmo pentelico e misura 205 cm di altezza.
La luce sulla scultura
La copia romana del bronzo di Lisippo presenta una superficie chiara. La luce quindi viene riflessa e alleggerisce le ombre che si creano in seguito alla sovrapposizione dei volumi. Infatti i rilievi muscolari sono morbidi anche se rappresentano una muscolatura ben definita. Infine un chiaroscuro più intenso si determina tra le chiome dei capelli e sul viso.
Rapporto con lo spazio
La scultura è apprezzabile in ogni suo lato poichè lo scultore concepì attentamente il corpo dell’atleta. La vista frontale inoltre permette di valutare l’equilibrio e la struttura della composizione. Il braccio sinistro sollevato e posto a 90 gradi rispetto l’asse verticale del corpo, frontalmente però si presenta fortemente scorciato. La sua proiezione in avanti assume un migliore significato se osservata lateralmente.
La struttura
La scultura in marmo si sviluppa in verticale ed è in equilibrio grazie alla posizione del giovane atleta. Inoltre un tronco scolpito contro il polpaccio sinistro contribuisce ad aumentare la base di sostegno.
© ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci
Bibliografia
- Ranuccio Bianchi Bandinelli ed Enrico Paribeni, L’arte dell’antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9
- Giuliano A., Storia dell’arte greca, Carocci, Roma, 1998. ISBN 88-430-1096-4
- Photini N. Zaphiropoulou, Capolavori della scultura greca antica, Ist. Poligrafico dello Stato Collana: Archeologia, 2007, EAN: 9788824011358
- Giorgio Bejor, Marina Castoldi, Claudia Lambrugo, Arte greca, Mondadori Università; Nuova Edizione edizione (1 ottobre 2013), ISBN-10: 8861842968 ISBN-13: 978-8861842960
- Luigi Rocchetti, Le gioie sepolte. Scultura greca del periodo arcaico, Arbor Sapientiae, 01/01/2018, EAN:9788894820850
La scheda è completa. Periodicamente troverai ulteriori approfondimenti, a presto!
La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 24 marzo 2020.
Approfondisci la lettura consultando le schede di altre sculture greche intitolate:
- Il Discobolo di Mirone, copia Lancelotti
- Il Doriforo di Policleto
- Zeus di Capo Artemisio
- Athena Parthènos di Fidia
- Cleobi e Bitone di Polimede di Argo
- Toro Farnese di Apollonio e Taurisco di Tralle
- Nike di Samotracia
- Laocoonte
- Erma di Socrate di Lisippo
- Apoxyómenos di Lisippo
Consulta la pagina dedicata alla scultura di Lisippo, Apoxyómenos, sul sito del Museo Pio Clementino di Città del Vaticano.
Grazie per aver consultato ADO
Le immagini pubblicate su ADO sono state prodotte in proprio e quindi sono di proprietà dell’autore.