Arte e Seconda Guerra Mondiale è una pagina che raccoglie le immagini realizzate dagli artisti che testimoniano le sofferenze delle popolazioni durante il conflitto.
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In basso, dopo l’introduzione, trovi i dipinti che documentano importanti eventi della Seconda Guerra Mondiale. Clicca sui link e troverai l’analisi dell’opera.
I dipinti che testimoniano fatti drammatici o pratiche della Seconda Guerra Mondiale furono realizzati da artisti di diverso orientamento politico. Per facilitare la loro interpretazione si possono suddividere in favorevoli o contrari.
Gli artisti partigiani o critici verso la guerra in Arte e Seconda Guerra Mondiale
Alcuni artisti, anche famosi, si schierarono contro i regimi totalitari e dipinsero opere di forte critica. Pablo Picasso realizzò la famosissima Guernica per denunciare il bombardamento compiuto sulla città basca ad opera dell’aviazione tedesca. Inoltre la guerra civile spagnola fu raccontata anche da Salvador Dalì che come Picasso era spagnolo. Anche altri artisti si interessarono del regime franchista come Renato Guttuso e Aligi Sassu che dedicò un dipinto alla Rivoluzione delle Asturie e un altro alla Guerra Civile Spagnola. Molti artisti parteciparono alla Lotta di Liberazione come partigiani e raccontarono la loro esperienza. Renato Guttuso ed Emilio Vedova dipinsero la loro esperienza drammatica. Altri documentarono poi gli effetti dei bombardamenti e le sofferenze della popolazione come Il bombardamento del centro di Livorno nel 1945 di Renato Natali. Guttuso inoltre raccontò le stragi naziste e la realtà della terribile prigione di via Tasso a Roma.
Gli artisti soldato favorevoli al regime in Arte e Seconda Guerra Mondiale
Molti artisti si schierarono a fianco del Regime Fascista anche solo per poter continuare la loro attività. Alcuni di loro si dimostrarono molto entusiasti e dipinsero opere celebrative come La marcia su Roma secondo Plinio Nomellini. Gli artisti-soldato realizzarono moltissimi disegni dal fronte. In genere questi disegni documentano momenti della vita militare o ritraggono amici. Non sono vere opere di propaganda ma trasmettono un certo orgoglio nazionale e militare. Esistono poi grafiche o dipinti che esaltavano le idee del regime e ne celebravano i successi nazionali e internazionali. Rientrano quindi in tale ambito i grandi ritratti di Mussolini, le statue celebrative e le opere di propaganda. Nel dopoguerra la quasi totalità delle opere d’arte scomparvero quindi non vi sono molte immagini che le ricordano.
Le opere con argomento Arte e Seconda Guerra Mondiale
La Liberazione di Venezia di Armando Pizzinato
Armando Pizzinato, Liberazione di Venezia, 1952, olio su tela, misure?. Roma, Collezione CGIL Direzione Nazionale. I partigiani liberarono Venezia dalle truppe naziste tra il 28 e il 29 aprile 1945. Pizzinato dipinse poi quest’opera qualche anno più tardi per ricordare l’evento. Due giovani combattenti vengono in avanti in una calla di Venezia. Infatti sul fondo è riconoscibile un ponte che cavalca i canali dalla forma tipica. Inoltre gli edifici sono riconoscibili per lo stile architettonico particolare. Alcuni giovani sventolano il tricolore mentre un alpino arresta due soldati tedeschi che hanno deposto le loro armi a terra.
Arte e Seconda Guerra Mondiale. Morte di un partigiano di Emilio Vedova
La Morte di un partigiano è un dipinto dell’artista veneziano Emilio Vedova del 1945. È una tecnica mista su carta intelata di 25 x 35 cm. È proprietà della Fondazione Emilio e Annabianca Vedova di Venezia. L’artista partecipò attivamente alla guerra partigiana con il nome di Barabba. Probabilmente tale soprannome si riferiva alla folta barba che Vedova ha sempre portato. Il giovane artista oltre a partecipare alle azioni di liberazione documentò con le sue opere momenti drammatici e fatti personali.
Dall’alto della montagna di Emilio Vedova
1945. Il piccolo dipinto intitolato Dall’alto della montagna risale al 1945. È una tecnica mista su carta intelata di 25 x 35 cm. Durante la sua partecipazione alle attività partigiane Vedova operò nelle montagne del nord Italia. Nel piccolo bozzetto che realizzò negli anni della lotta partigiana sono raffigurati dei combattenti visti dall’alto. Le figure dei soldati diventano segni e macchie e l’immagine risulta appena decifrabile. Infatti all’epoca Vedova portava avanti una ricerca artistica ancora legata alla rappresentazione della realtà.
Vedova ricoverato all’ospedale di Belluno
1945. Vedova ricoverato all’ospedale di Belluno è realizzato con tecnica mista su carta intelata di 25 x 35 cm. Vedova in seguito ad un rastrellamento nazista rimase ferito nei pressi di Belluno. Il piccolo dipinto forse si riferisce a tale evento. L’immagine a priva vista risulta incomprensibile. Infatti solo dopo una attenta osservazione si scorgono alcune figure umane e gli arredi riconoscibili come quelli di un ospedale. Emilio Vedova all’epoca era impegnato nel cercare nuovi modi per documentare la realtà utilizzando il linguaggio vicino al segno informale. Infatti nell’immediato dopoguerra aderì al movimento Fronte Nuovo delle Arti che promuoveva l’impegno politico degli artisti. Vedova entrò però presto in conflitto con le istanze maggiormente figurative di Renato Guttuso che animava il gruppo di Roma.
Arte e Seconda Guerra Mondiale. Il bombardamento del centro di Livorno nel 1945
Renato Natali, Via della Madonna dopo il bombardamento, 1945 circa, olio su compensato, cm 69×99. Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori. L’artista visse i drammatici eventi prodotti dalla guerra e subì come gli altri abitanti i pesanti bombardamenti dell’aviazione alleate. Vide così scomparire la Vecchia Livorno alla memoria della quale dedicò questo dipinto. Molte città italiane subirono la stessa sorte e le azioni di liberazione contribuirono purtroppo alla morte di molti italiani.
La marcia su Roma secondo Plinio Nomellini. L’Inizio di una nuova era
Plinio Nomellini, Incipit Nova Aetas, 1924, olio su tela, cm 408×310. Livorno, Museo Civico Giovanni Fattori
Molti artisti aderirono con successo alla propaganda del fascismo. Alcuni di loro forse scorsero la possibilità di ottenere maggiore fama celebrando le principali ricorrenze del regime. Plinio Nomellini dipinse questa grande opera in occasione del primo anniversario della marcia su Roma avvenuta il 29 ottobre 1922. L’artista inoltre espose il dipinto alla Biennale di Venezia nell’intenzione di sottoporlo all’attenzione di qualche funzionario. La sua scelta fu così vincente e l’opera ottenne molto consenso popolare. Nomellini ricevette una menzione ufficiale dal regime e l’opera comparve su cartoline che inneggiavano alla Gioventù fascista.
Arte e Seconda Guerra Mondiale. Via Tasso di Renato Guttuso
Una triste pagina della Seconda Guerra Mondiale furono le carceri delle città italiane amministrate dalla Gestapo Nazista. Questa organizzazione corrispondeva ad una intelligence di regime e i suoi membri si occupavano di indagare sui cittadini italiani che aderivano alla lotta partigiana. In via Tasso a Roma in un palazzo appartenente al principe Francesco Ruspoli si stabilì prima la sede dell’ambasciata tedesca e poi l’obersturmführer Herbert Kappler.
Il nome di questo comandante tedesco è inoltre collegato a molti eccidi di civili italiani a Roma. In questo palazzo si trovava quindi il quartier generale della Gestapo del Lazio. I partigiani e i loro collaboratori erano così incarcerati nelle stanze adibite a celle e sottoposti a tortura. Esisteva poi un ingresso secondario, all’interno del cortile, che forniva un accesso protetto ai collaborazionisti del Reich. Infatti molti cittadini italiani sfruttavano i privilegi offerti dagli occupanti in cambio di delazioni a scapito di giovani attivisti partigiani. Via Tasso è un disegno di Renato Guttuso del 1944.
Massacro di Renato Guttuso
Il Massacro fu dipinto da Renato Guttuso nel 1942. L’incisione rappresenta una drammatica azione spesso compiuta dai soldati dell’esercito nazista in Italia. Infatti durante la loro ritirata i soldati del Terzo Rech eseguivano dei rastrellamenti di civili o presunti partigiani e li uccidevano in massa.
Notte di coprifuoco a Roma di Renato Guttuso
La Notte di coprifuoco a Roma, 1943, acquerello, misure?. Citta?, museo? Una immagine che evoca il clima delle città italiane durante la Seconda Guerra Mondiale. I cittadini dovevano rimanere chiusi in casa pena l’arresto.
Sbarco di Renato Guttuso
Lo Sbarco, 1941, acquerello, misure?. Citta?, museo?. La serigrafia fa parte della serie prodotta dall’artista durante la sua militanza nella Resistenza italiana. Con questa immagine Guttuso volle sottolineare come le invasioni giunsero anche in questo conflitto dal mare.
Guernica di Pablo Picasso
Il dipinto forse più rappresentativo della Seconda Guerra Mondiale è Guernica di Pablo Picasso. In realtà questa celebre opera non racconta un episodio della Seconda Grande Guerra ma documenta il bombardamento della cittadina basca ad opera della legione Condor dell’aviazione nazista, la Luftwaffe. In realtà all’azione del 26 aprile 1937 partecipò forse anche l’Aviazione legionaria del governo fascista con 3 bombardieri e 10 caccia. Il bombardamento fu guidato dal comandante tedesco Wolfram von Richthofen. L’azione inoltre causò dai 126 ai 300 morti non precisamente documentati.
Gli obiettivi dichiarati furono il ponte, la ferrovia e tre fabbriche di armi. In realtà queste infrastrutture subirono pochi danni e la maggior parte delle bombe colpirono le abitazioni civili. Pablo Picasso su commissione del Governo Repubblicano dipinse una grande opera per documentare le sofferenze della popolazione. Infatti nel conflitto che esploderà dopo pochi anni i civili pagheranno un alto prezzo di vite. In tutta Europa i popoli saranno brutalmente aggrediti dall’esercito nazista e dai suoi alleati. Infine molte persone moriranno durante i drammatici bombardamenti di aggressione e di liberazione.
L’orrore della Guerra secondo Salvador Dalì
Salvador Dalí dipinse Le visage de la guerre (El Rostro de la Guerra) nel 1940 durante il suo soggiorno negli Stati Uniti. L’opera si riferisce alla Guerra Civile Spagnola e agli orrori che il conflitto ha causato. Più di una guerra tra nazioni infatti la guerra civile mise gli stessi spagnoli gli uni contro gli altri. Inoltre in molti casi gli scontri furono un’occasione per regolare questioni personali e vecchi rancori.
La guerra civile spagnola fu un conflitto che si combattè tra il luglio 1936 e l’aprile 1939. I Nazionalisti organizzarono un colpo di stato promosso da Emilio Mola ed eseguito dai militari. Francesco Franco, il futuro dittatore, era tra i promotori. Sul fronte opposto vi erano poi i repubblicani che sostenevano la Repubblica del fronte popolare. La guerra si concluse con la vittoria dei Nazionalisti che rimasero al potere fino al 1975. Il dipinto che condanna le violenze della guerra contro i civili si trova a Rotterdam presso il prestigioso Museum Boijmans Van Beuningen.
Fucilazione nelle Asturie di Aligi Sassu
Aligi Sassu, Fucilazione nelle Asturie, 1935, olio su tela, cm 63,8 x 47. Collezione privata. La Rivoluzione delle Asturie fu un tentativo di rivoluzione compiuto dai minatori delle Asturie riuniti nel sindacato finalizzato ad abolire la Costituzione Repubblicana del 1931. Alcuni uomini attaccarono quindi la Guardia Civil il 5 ottobre 1934. La rivolta terminò il 18 ottobre 1934 ma spianò la strada alla dittatura militare del generale Franco.
Spagna di Aligi Sassu
Aligi Sassu, Spagna, 1937, 1939, olio su tela, cm 62×92. Pollença, Isola di Maiorca (Spagna), Fondazione Helenita e Aligi Sassu
L’opera si riferisce alla Guerra civile spagnola. In questo dipinto l’artista italiano racconta invece le fucilazioni che l’esercito spagnolo della Guardia Civil compì ai danni della popolazione e dei ribelli repubblicani. Il dipinto presenta un’atmosfera tragica e si ispira alla celebre opera di Goya, 3 maggio 1808.
Arte e Seconda Guerra Mondiale: Colpo di Grazia di Renato Guttuso
Renato Guttuso ha documentato le sofferenze dei civili durante Seconda Guerra Mondiale in Italia. L’artista fu un ufficiale di collegamento partigiano e quindi nelle sue opere testimoniò soprattutto le brutalità delle truppe di occupazione nazista. La Wehrmacht infatti prese possesso militare del suolo italiano in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943. Le truppe tedesche con l’avanzare dell’esercito di liberazione dal sud Italia organizzarono una strategia di opposizione prendendo possesso della Nazione. Inoltre a causa dell’impoverimento del fronte est i nazisti potevano contare su risorse economiche e umane che l’Italia ancora offriva. Infatti moltissimi soldati e civili italiani diventarono prigionieri della Wehrmacht e costretti a lavorare per la guerra nazista.
La popolazione però fu difficile da convincere ed ecco che iniziarono i rastrellamenti. Le ritorsioni contro i civili furono un capitolo infame e brutale della ritirata della Wehrmacht dall’Italia. Ad ogni azione dei partigiani a danno dei soldati nazisti corrispondeva una ritorsione ai danni dei civili. I millitari tedeschi strappavano uomini, donne, bambini e anziani dalle loro abitazioni li riunivano all’aperto e li giustiziavano. Colpo di Grazia di Renato Guttuso si riferisce all’uccisione di un prigioniero tramite sparo alla nuca. Questa esecuzione era solitamente compiuta dal comandante del plotone di esecuzione che sparava con una pistola.
Segnalatori apparecchiatura ottica 45 mm
Michele Agnoletto, Segnalatori apparecchiatura ottica 45 mm, data?, matita su cartone, cm 50×70. Roma, Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. Due militari utilizzano delle apparecchiature ottiche durante una campagna militare. L’ambiente è un esterno non ben definito ma l’artista-soldato Michele Agnoletto ha rappresentato con cura le divise e la struttura delle apparecchiature. Uno dei due militari annota dei dati su un blocchetto e l’altro si appresta a far funzionare l’attrezzatura. L’artista ha creato quindi una immagine molto descrittiva che è quasi un reportage del momento vissuto in guerra.
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Fronte russo. Partenza dei profughi. Aprile 1942 XX
Cesare Andreoni, Fronte russo. Partenza dei profughi. Aprile 1942 XX, data?, acquerello su carta, cm 64×42. Roma, Istituto Storico e di Cultura dell’Arma del Genio. Il soldato Cesare Andreoni era anche un artista e ha realizzato dal vero questo piccolo dipinto. Andreoni partecipò infatti alla campagna di Russia che si concluse con una tragica disfatti dell’Esercito italiano. Nell’immagine sono rappresentati dei profughi, probabilmente cittadini russi che salgono su vagoni ferroviari. Il disegno è ben curato e la folla è descritta nella varietà di individui che raccontano in modo efficace il momento vissuto sul fronte russo.
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Busto di Adolf Hitler di Arno Breker
Arno Breker, Busto di Adolf Hitler, bronzo. 1938
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