Cloisonnisme

Il Cloisonnisme caratterizzò le opere di alcuni artisti a fine Ottocento in Francia e prese il nome dalla tecnica costruttiva delle vetrate gotiche.

Pagina aggiornata il: 10 giugno 2021. Torna a visitarci e troverai nuovi contenuti.

Gli storici dell’arte indicano con Cloisonnisme una tecnica pittorica che mostra somiglianze con la costruzione delle vetrate medievali.

Il termine deriva dalla parola francese cloison che si può tradurre come compartimenti. Infatti al pari delle vetrate gotiche ogni elemento formale è formato da una campitura colorata con colore compatto e separata nettamente dalle altre.

Il Cloisonnisme presenta alcune caratteristiche in comune con il Sintetismo, un termine che descrive il linguaggio utilizzato dagli stessi artisti a partire dal 1889.

La storia del Cloisonnisme

Il critico d’arte francese Édouard Dujardin coniò il termine di Cloisonnisme per indicare il linguaggio figurativo di alcuni artisti francesi di fine Ottocento.

Édouard Dujardin descrisse così i dipinti che presentavano tali figure come pittura decorativa dai colori violenti. Il critico sottolineò come le immagini evocassero la pittura giapponese dell’epoca indicata come giapponeserie. Inoltre nella definizione dello stile intese un intervento sistematico e attento dell’artista che attraverso la sovrapposizione dei toni otteneva l’effetto generale desiderato. Proprio per questo procedere per zone circoscritte di colore, compartimenti, il critico individuò una somiglianza con il cloisonné medievale e definì tale tecnica Cloisonnisme.

Lo stile del Cloisonnisme

I dipinti realizzati con il Cloisonnisme presentano figure circoscritte da linee scure che definiscono campiture di colori bidimensionali e quindi privi di chiaroscuro.

Gli artisti del Cloisonnisme

I pittori francesi Émile Bernard e Louis Anquetin dipinsero le opere definite da Édouard Dujardin, Cloisonnisme, nel 1887.

Bernard e Anquetin elaborarono il loro linguaggio Cloisonniste nel tentativo di superare il luminismo naturale dell’Impressionismo. Inoltre i due artisti erano convinti che la spinta creativa doveva provenire dall’idea dell’opera piuttosto che dalla sensazione visiva prodotta dall’osservazione en plain-air. Gli artisti spostarono così l’attenzione sull’idea dell’opera progettata nella mente dell’artista piuttosto che sulla proiezione retinica prodotta dalla visione naturale. Per sottolineare questa progettualità scelsero così di utilizzare campiture bidimensionali e forme semplici organizzate secondo un preciso ordine compositivo. Anche l’organizzazione dei dipinti dei due artisti era determinata da un ordine individuale e non naturale, cioè derivato dall’osservazione dal verso.

Paul Gauguin utilizzò la stessa tecnica in alcune sue opere dipinte in Bretagna, a Pont- Aven come Visione dopo il sermone. Anche altri artisti che dipinsero nella stessa località utilizzarono il Cloisonnisme a volte non senza qualche polemica come quella che interessò Gauguin e Bernard. Infatti il formulatore del nuovo linguaggio contestò a Gauguin di aver rivendicato la paternità della tecnica per dare maggior valore alla sua opera.

Le opere

Il ponte di Ferro ad Asnières di Émile Bernard

Il ponte di ferro ad Asnières di Émile Bernard
Il ponte di ferro ad Asnières di Émile Bernard

Émile Bernard, Il ponte di Ferro ad Asnières, 1887, olio su tela, 45.9 x 54.2 cm. New York, The Museum of Modern Art MoMA

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La visione dopo il sermone di Paul Gauguin

La visione dopo il sermone di Paul Gauguin
La visione dopo il sermone di Paul Gauguin

Paul GauguinLa visione dopo il sermone, 1888, olio su tela, 72 x 93 cm. Edimburgo, National Gallery of Scotland

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Il Cristo giallo di Paul Gauguin

Il Cristo giallo di Paul Gauguin
Il Cristo giallo di Paul Gauguin

Paul Gauguin, Il Cristo giallo (Le Christ jaune), 1889, olio su tela, 92.07 x 73.34 cm. Buffalo, Albright-Knox Art Gallery

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Link esterni

Consulta la pagina dedicata al dipinto di Paul Gauguin, Il Cristo giallo (Le Christ jaune), sul sito della Albright-Knox Art Gallery di Buffalo.

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