Croce in montagna di Caspar David Friedrich è considerata una delle prime importanti opere dell’artista romantico tedesco.
Caspar David Friedrich, Croce in montagna, 1807, olio su tela, 115 x 110,5 cm. Dresda, Gemäldegalerie Neue Meister
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Indice
Descrizione di Croce in montagna di Caspar David Friedrich
Nel dipinto di Caspar David Friedrich è rappresentato il picco di una montagna coperto da alcune conifere. Un alto crocifisso è fissato tra le rocce. Le nubi del cielo sono arrossate dal sole basso all’orizzonte e schiarite da fasci regolari di luce chiara che si irradiano dal basso, dietro la montagna.
Il dipinto è inserito in una elaborata cornice in legno con rilievi dorati. Il bordo superiore è centinato e coronato da un arco con palmizi e testine di angioletti. La fascia in basso invece al centro è decorata con la figura del triangolo che contiene l’occhio di Dio dal quale irradiano dei raggi. Inoltre un fascio di spighe di grano si piega a sinistra e un tralcio di vite con uva si piega verso il centro a destra.
Interpretazioni e simbologia di Croce in montagna di Caspar David Friedrich
Croce in montagna è conosciuto anche come Altare di Tetschen.
Con questo dipinto Friedrich realizzò un’opera molto distante dai modelli iconografici occidentali dell’epoca. Infatti al tempo non erano presenti rappresentazioni che offrivano una tale sinergia tra tema naturale e spiritualità.
Quest’opera di Friedrich, secondo gli storici dell’arte, si deve quindi considerare un fondamentale precedente innovativo rispetto alla tradizione della pittura di paesaggio. Infatti per la prima volta nel paesaggio di montagna compare un simbolo esplicito di iconografia cristiana.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Croce di montagna (Tetschen Altar) è la prima delle importanti opere di Caspar David Friedrich. L’artista terminò il dipinto nel 1807, all’età di 34 anni. La Contessa di Thun commissionò l’opera per destinarla alla cappella di famiglia costruita a Tetschen, in Boemia. L’opera inoltre rappresenta una delle poche commissioni ottenute da Friedrich.
Il dipinto comparve in una mostra al pubblico per la prima volta il 25 dicembre 1808. La critica e il pubblico non accolsero con grande favore l’opera ma il giovane artista ottenne una certa pubblicità. Gli amici dell’artista apprezzarono però la contaminazione del tema paesaggistico con quello religioso.
L’artista e la società. La storia dell’opera Croce in montagna di Caspar David Friedrich
Il dipinto risale 1807 ed è una delle prime grandi opere dell’artista.
La critica d’arte Linda Siegel indicò Croce in montagna come il risultato di altri disegni realizzati in precedenza da Friedrich nei quali compare una croce nell’ambiente naturale.
La critica del tempo si impegnò in un dibattito acceso rispetto alla possibilità di contaminare la pittura di paesaggio con elementi di religiosità. A questo riguardo il critico Basilius von Ramdohr scrisse un articolo di grande respiro con il quale si schierò decisamente contro la scelta di Friedrich. In un passaggio del suo scritto definì un atto di presunzione permettere alla pittura di paesaggio di «intrufolarsi nella chiesa e insinuarsi sull’altare».
A questo attacco, Friedrich rispose con un documento nel quale indicò dettagliatamente le proprie motivazioni. Tra le altre dichiarazione, l’artista sottolineò ulteriormente la sua convinzione indicando i raggi del Sole che tramonta come simbolo della luce di Dio Padre. Tale dichiarazione per gli storici presenta un grande valore in quanto raramente Friedrich fece esplicite dichiarazioni poetiche su Croce in montagna.
La priorità nei generi artistici
Per comprendere la polemica sollevata dal dipinto di Friedrich occorre considerare, che al tempo, la pittura aveva una maggiore importanza sociale rispetto ad oggi. Infatti prima dell’invenzione della fotografia l’unica possibilità di produrre immagini era dominio delle Accademie di Belle arti. Gli accademici quindi, artisti, critici e funzionari, stabilivano le regole che dovevano seguire gli artisti nel produrre opere visive.
Un aspetto fondamentale di queste normative era il rispetto della gerarchia dei generi. Da secoli infatti la realizzazione di opere d’arte sottostava a rigide normative anche rispetto al soggetto da rappresentare. Infatti, un artista lavorava per una committenza, religiosa o nobiliare, che esigeva il rispetto di modelli iconografici tradizionali. Nel contesto dei soggetti rappresentati, i teorici consideravano la pittura religiosa e quella storica i generi artistici più elevati. Il paesaggio invece era un genere decisamente meno valorizzato perché non prevedeva la raffigurazione centrale della figura umana.
Ecco quindi che l’operazione osata da Friedrich suscitò l’indignazione dell’ambiente accademico più intransigente. L’artista infatti utilizzò il genere del paesaggio per evocare un messaggio spirituale, tradizionalmente veicolato dalla pittura di figura (umana). I sostenitori del Neoclassicismo si scontrarono così con i promotori del Romanticismo tedesco.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Croce in montagna di Caspar David Friedrich
Friedrich è considerato uno dei grandi esponenti del paesaggio romantico.
La tecnica
Il dipinto di Friedrich è un olio su tela di 115 di altezza e 110,5 cm di larghezza.
Lo spazio
Il punto di vista dal quale l’osservatore guarda la croce è posto in basso ed è obliquo.
La composizione e l’inquadratura
Friedrich progettò Croce in montagna come una pala d’altare.
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Bibliografia
- Eva Di Stefano, Friedrich, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2006, EAN: 9788809020252
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 11 dicembre 2021.
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Caspar David Friedrich, Croce in montagna, sul sito della Gemäldegalerie Galerie Neue Meister di Dresda.
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