Guidoriccio da Fogliano è un’opera di Simone Martini che ritrae il mercenario che conquistò importanti territori per conto del governo di Siena.
Simone Martini, Guidoriccio da Fogliano, 1330, affresco, 340 x 968 cm. Siena, Palazzo Pubblico, Sala del Mappamondo
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Indice
Descrizione di Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini
Al centro dell’affresco Guidoriccio da Fogliano cavalca verso sinistra. Il cavaliere indossa un abito molto decorato che sottolinea la importanza. Sul tessuto si notano piccoli rombi neri allineati e rametti con foglie. Anche il cavallo indossa una mantello realizzato con lo stesso tessuto. Il volto del cavaliere è di profilo e il suo aspetto è quello di un uomo maturo. Sul capo, poi, indossa un cappello dalla forma elaborata. Infatti, il bordo è alto e bianco ed è decorato con un motivo a foglia. Il mercenario cavalca di profilo, con un atteggiamento serio e determinato, consapevole del suo valore. Indossa un’armatura che si intravede sulla sua gamba sinistra. Inoltre, una parte del metallo è visibile anche intorno al collo. Nella mano destra, impugna uno scettro mentre al suo fianco sinistro, pende una spada dentro il fodero.
Il condottiero stringe con la mano sinistra una redine mentre l’altra è sospesa in basso. Guidoriccio da Fogliano cavalca all’interno di un paesaggio collinare. A destra, in basso, si nota un accampamento militare. Piccole tende sono disposte intorno a grandi padiglioni sui quali sono dipinte le insegne di appartenenza. Verso sinistra, invece, si nota una fortezza protetta da spesse mura perimetrali sulla quale sventola la bandiera senese. Sulla montagna di sinistra è arroccato un borgo medievale fortificato e un castello. Inoltre, in cima al sentiero che sale sulla montagna si apre la porta della città. Infine, in basso corre un recinto difensivo in legno sul quale sono fissate alcune lance appuntite. Sul recinto e sull’accampamento sventolano vessilli di colore nero e bianco.
Interpretazioni e simbologia di Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini
Guidoriccio da Fogliano era un mercenario di Reggio Emilia che con le sue armate combattè per Siena. Il governo della città, infatti pagò il condottiero per conquistare i castelli di Sassoforte e Montemassi. Simone Martini dipinse una immagine celebrativa di Guidoriccio da Fogliano che cavalca di fronte ad un paesaggio deserto per porre d’assedio il castello di Montemassi. Le due costruzioni riprodotte sullo sfondo sono i due castelli conquistati. Inoltre, l’accampamento deserto a destra è quello dell’esercito sconfitto. Infine, le bandiere e gli scudi bianco neri rappresentano la balzana, l’insegna di Siena.
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L’artista e la società. La storia dell’opera
Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi è un affresco presente nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena. All’interno della cornice, in basso, è presente la data A(N)NO D(OMI)NI M.CCC.XXVIII. Un documento del 1330 attesta la commissione a Simone Martini per la somma di 16 fiorini. Nello stesso documento sono citati i due castelli ma non il ritratto di Guidoriccio da Fogliano.
Per tradizione storica l’affresco è attribuito a Simone Martini e datato 1330. Dal 1977 iniziò un dialogo tra gli storici sulla certezza di tale attribuzione. Infatti, i dubbi sulla paternità del dipinto sono, forse, avvalorati dal ritrovamento di alcuni disegni preparatori da un antiquario di Palermo nel 2010. Non vi è, però, concordanza tra diversi storici autorevoli. Secondo coloro che non lo considerano un’opera di Simone Martini, potrebbe essere un rifacimento del Quattrocento. Inoltre non si tratterebbe di Guidoriccio da Fogliano ma di una altro personaggio storico. L’opera presenta diversi danni e nel 1980 fu sottoposta a restauro conservativo da parte di Giuseppe Gavazzi.
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Stile dell’affresco Guidoriccio da Fogliano di Simone Martini
Simone Martini fu un protagonista della pittura gotica a Siena dopo Duccio. Fu contemporaneo di Cimabue, Giotto, Ambrogio e Pietro Lorenzetti. Il maestro di Simone Martini fu, probabilmente, Duccio di Buoninsegna. Lo stile di Simone Martini, però, è caratterizzato da una maggiore attenzione ai dettagli realistici rispetto al suo maestro. Infatti, Simone Martini e Giotto lavorarono insieme nel cantiere della Basilica di San Francesco. Nel 1317 lavorò a Napoli per il re Roberto d’Angiò che lo nominò cavaliere. Infine, tra il 1335 e il 1336 si trasferì ad Avignone presso la corte papale. La sua partenza favorì altri artisti di Siena. Infatti, nel 1337, Ambrogio Lorenzetti venne incaricato di affrescare la Sala dei Nove nel palazzo Pubblico di Siena.
La tecnica
Guidoriccio da Fogliano all’assedio di Montemassi di Simone Martini è un affresco. Utilizzando tale tecnica l’artista stese diverse velature di pigmento diluito con acqua sull’intonaco ancora fresco. In tal modo i colori esprimono il massimo della brillantezza e si conservano per molto tempo.
Il colore e l’illuminazione
L’affresco attribuito a Simone Martini presenta una dominante calda nel paesaggio. Infatti, il colore presente in quantità maggiore è l’ocra-grigio delle montagne. Il cielo, invece, è ricoperto da un blu intenso. Inoltre, il monumento equestre di Guidoriccio da Fogliano, è colorato con un caldo tono di ocra arancione. L’opera non presenta forti contrasti di luminosità ma un contrasto di temperatura cromatica tra il paesaggio e il cielo. La luce solare proviene da sinistra e illumina da quel lato i pendii delle colline e le architetture.
Lo spazio
Guidoriccio da Fogliano è monumento equestre del condottiero inserito in un paesaggio. I due piani di rappresentazione sono sovrapposti per creare la profondità della scena. Infatti, gli indicatori spaziali sono utilizzati dall’artista sono limitati. La dimensione del mercenario è maggiore rispetto ad ogni altra figura del paesaggio. Inoltre, le architetture e l’accampamento allestito tra le colline sono costruiti con una prospettiva intuitiva. Il punto di vista non è coerente nel ritratto equestre di Guidoriccio da Fogliano e nelle varie parti dell’affresco.
La composizione e l’inquadratura
I’affresco attribuito a Simone Martini è rettangolare e orizzontale. L’inquadratura permette, così, di rappresentare al centro dell’opera il condottiero a cavallo che procede all’interno di un vasto paesaggio. Lo spazio che circonda il cavaliere, però, non sembra fondersi con la sua figura. Piuttosto, rappresenta una cornice che la isola dal contesto ambientale della grande sala.
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