L’onda di Paul Gauguin è conservata presso una collezione privata ed evidenzia la relazione tra il pittore e il giapponismo del suo tempo.
Paul Gauguin, L’onda, 1888, olio su tela, 49 x 58 cm. New York, Collezione privata
Indice
Descrizione de L’onda di Paul Gauguin
L’opera di Paul Gauguin intitolata L’Onda, ritrae una porzione di oceano, in prossimità della spiaggia bretone. Le onde si infrangono sugli scogli e l’acqua si trasforma in spuma bianca che si sparge sulle rocce. Nello spazio libero, prima della battigia, si formano diversi gorghi a spirale. Infine, le onde terminano la loro corsa sulla ghiaia della spiaggia dove due piccole figure umane corrono per sfuggire alle onde. Uno dei due bagnanti, in costume intero, è parzialmente coperto dalla spuma, mentre l’altro è in piedi più avanti.
Interpretazioni e simbologia de L’onda di Paul Gauguin
Gauguin, ispirato dalla natura selvaggia del paesaggio bretone, dipinse questa marina, conosciuta come L’Onda. Diversamente dal periodo successivo, passato a aThaiti, il pittore in Bretagna si concentrò molto sui paesaggi del luogo. Infatti, nelle opere bretoni sono presenti diverse figure di contadini, ma la componente umana occupa un ruolo meno importante rispetto alle ragazze dipinte a Thaiti. Ne L’Onda, Gauguin si concentra sulla forza primordiale e selvaggia dell’oceano, osservando dall’alto la potenza delle onde. I gorghi, poi, dall’andamento spiraliforme, sembrano ipnotizzare l’osservatore e attrarlo verso di essi. Sembra infatti di sentire il rumorre del frangersi dell’acqua contro gli scogli e riversarsi violentemente sulla spiaggia. Gauguin riassunse il piacere trovato in Bretagna in questa frase: “Quando i miei zoccoli echeggiano sul terreno di granito sento il suono sordo, smorzato e potente che cerco in pittura.”
Secondo alcuni, il dipinto rappresenta la forza della natura selvaggia che mette in pericolo la fragile umanità dei due bagnanti che fuggono in alto a destra. Infatti, una delle caratteristiche, che gli studiosi del pittore gli attribuiscono, è lo spiccato simbolismo delle sue rappresentazioni.
Il giapponismo di Paul Gauguin
Gli storici dell’arte mettono costantemente in risalto il collegamento tra L’Onda di Paul Gauguin e la cultura figurativa giapponese del tempo. Infatti, sul finire dell’Ottocento, in Europa, e soprattutto a Parigi, si diffuse una moda definita Giapponismo. La diffusione di molte stampe a colori di pittura giapponese, favorì questa tendenza e anche gli artisti presero a collezionarle. Van Gogh e il fratello Theo possedevano una ricca collezione, come dimostrano le riproduzioni presenti un molte sue opere.
La pittura giapponese, oltre ad offrire spunti per dipingere nuovi soggetti, offrì l’occasione per rinnovare il linguaggio occidentale. Così, Gauguin assorbì le prospettive audaci di certe marine giapponesi e le ripropose ne L’Onda come molti commentatori hanno indicato. Infatti la sccena è vista dall’alto e genera un immediato senso di vertigine. Il confronto più frequente e consolidato è quello con Gorghi ad Awa, un paesaggio marino di Utagawa Hiroshige. Gauguin sembra essersi ispirato al disegno delle onde che solcano la superficie marina e ai gorghi realizzati con grafica a spirale.
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L’artista e la società. La storia de L’onda di Paul Gauguin
Paul Gauguin dipinse l’opera intitolata L’onda in Bretagna, nel nord-ovest remoto della Francia in occasione del suo secondo soggiorno, dalla fine di gennaio a ottobre del 1888. Il pittore, infatti, stanco e deluso dell’ambiente cittadino, decise di immergersi nell’ambiente selvaggio che offriva la regione francese. Gauguin si recò più volte a Pont-Aven dove fondò anche una comunità di artisti, più giovani di lui, nota come Scuola di Pont-Aven. Fecero parte di questa comunità alcuni artisti riuniti in seguito, nel gruppo dei Nabis, come Émile Bernard.
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Lo stile de L’onda di Paul Gauguin
Gauguin, in questo dipinto, utilizzò un linguaggio molto vicino alla grafica delle stampe giapponesi. Si vede infatti, molto chiaramente, che i contorni della spuma frammentata delle onde sono sottolineati da un sottile contorno scuro. Come nel caso di certa grafica giapponese, le forme sono riempite con campiture bidimensionali delimitate da linee di contorno. Le pennellate non sono materiche e possiedono un andamento lineare.
Dal punto di vista poetico, la pittura di Gauguin è stata definita primitivista, in quanto l’artista prende spunto dalle tradizioni locali. Nel periodo bretone si osservano, nei dipinti, riferimenti alla scultura del luogo come nel quadro Il Cristo giallo. Invece, nel periodo tahitiano la sua ispirazione saranno i riti antichi del posto. Gauguin è anche considerato un simbolista. In quanto le sue opere rimandano a significati astratti e veicolano messaggi legati alle convinzioni del pittore.
Il colore e l’illuminazione
I colori utilizzati da Paul Gauguin non sono quelli della realtà. Infatti il pittore, nei dipinti bretoni utilizzò una tavolozza ricca di colori puri, che non imitano le tonalità della natura. Così, l’acqua è di un brillante colore blu-verde e la spiaggia spicca per un rosso molto vivace. La sperimentazione cromatica di Gauguin si ritrova infatti nelle opere del periodo bretone come ne La visione dopo il sermone o il Il Cristo giallo due opere molto celebri. Si nota anche in queste come il pittore amasse i colori caldi, utilizzati puri nella loro massima espressione tonale
La scelta del pittore francese di utilizzare una gamma cromatica antinaturalistica possiamo considerarla un’anticipazione dell’estetica Fauve. Per quanto riguarda la motivazione alla base, gli storici più accreditati, e i manuali di storia dell’arte, convergono sulla necessità di comunicare visione intima invece che la riproduzione della realtà. La scelta cromatica di ogni artista, però, non è solo funzionale alla restituzione dell’immagine e degli elementi rappresentati. Infatti, ogni colore ha una risposta psichica nell’occhio dell’osservatore come l’associazione di colori e i contrasti.
Il rosso, utilizzato da Gauguin per la spiaggia è un colore molto energetico che urla la sua presenza e altamente eccitante. La grande onda, che si frange sulla spiaggia, è essenzialmente di colore biancastro che crea un senso di inquietudine e di paura. Il colore scuro delle rocce, è naturalmente funzionale alle resa del materiale ma crea una sensazione di pesantezza. Altri commentatori hanno interpretato il rosso della spiaggia come un riferimento alla madre terra. Invece, il biancastro della spuma dell’onda come la rappresentazione della forza selvaggia del mare bretone.
Lo spazio
L’immagine creata da Paul Gauguin non si avvale di una costruzione prospettica per costruire lo spazio della rappresentazione. Risulta, invece, appiattita verso il basso, rivelando un punto di vista molto alto. Questa scelta è evidente nella modalità con la quale l’onda si abbatte sugli scogli e sulla battigia, e nelle piccole fugure umane in fuga. Inoltre, è assente la linea dell’orizzonte che solitamente rappresenta una costante del paesaggio. La spazialità e le distanze sono, così, affidate alla grandezza degli elementi dipinti. Molto importanti, a questo scopo, sono così, le piccole figure umane che, messe a confronto con gli scogli, evidenziano la maestosità dell’onda che le minaccia.
La composizione e l’inquadratura
La schiuma bianca delle onde si colloca su linee diagonali. Invece, i gorghi disegnano curve concentriche che somigliano a spirali. La stessa costruzione a spirale si può tracciare lungo la linea ideale che collega gli scogli a sinistra.
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Bibliografia
- La pittura al Museo d’Orsay. Testi di Michel Laclotte, Geneviève Lacambre, Anne Distel, Claire Frèches-Thory, Marc Bascou. Premessa di Françoise Cachin, Scala, 1995 EAN: 2560460022700
- Simona Bartolena, Parigi Musèe d’Orsay, Il Sole 24 Ore, 2005, EAN: 2570140011214
- Musee d’Orsay – La Guida delle Collezioni, RMN, 2006, EAN: 2570140229985
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 18 gennaio 2025.
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