Ritratti dei Nonni Arcimboldi è un progetto che mette in evidenza una figura familiare molto cara ai bambini e che riveste un ruolo da protagonista nella letteratura per l’infanzia.
Pagina aggiornata il: 13 luglio 2020
Ritratti dei Nonni Arcimboldi e le Teste Composte del manierista Arcimboldo
Giuseppe Arcimboldi o più familiarmente l’Arcimboldo fu un artista manierista italiano nato nel 1527 a Milano. I suoi dipinti sono molto conosciuti perché ci sorprendono e ci divertono. Arcimboldo infatti creava dei ritratti fantastici combinando vari elementi in composizioni tali da rappresentare dei volti. In effetti se si osservano attentamente da vicino si riconoscono perfettamente gli ortaggi o gli animali dipinti. Se visti poi da una opportuna distanza ecco che appaiono immagini di volti sorprendentemente verosimili.
Arcimboldo non utilizzò solo figure naturali per creare i suoi personaggi. Infatti il suo genio manierista era tale da creare un collegamento metaforico tra gli oggetti e il personaggio. In Estate la personificazione della stagione è costruita con frutta e verdura della stagione in Europa. Invece ne Il bibliotecario l’artista mise insieme libri di varia grandezza per realizzare un sorprendente ritratto intellettuale del protagonista.
La teoria della visione per comprendere i Ritratti dei Nonni Arcimboldi
La teoria della Gestalt e la Psicologia della forma aiutano a spiegare il meccanismo attraverso il quale Arcimboldo riusci a mettere insieme le sue fantasiose creazioni. Il nostro sguardo, inconsapevolmente, utilizza gli stessi meccanismi per interpretare la composizione di Arcimboldo come un viso. Ancora una volta una semplice attività come Ritratti dei Nonni Arcimboldi avvicina i bambini alla grande arte. Inoltre permette agli adulti di comprendere meglio i meccanismi della propria visione.
Ritratti di nonni
I nonni hanno pazienza, hanno tempo di ascoltare, hanno tempo per giocare, addirittura per insegnarci qualcosa di segreto, un punto all’uncinetto, una speciale ricetta di torta, un intaglio con il traforo.
A volte però sono lontani, addirittura in un altro Paese. O non ci sono più.
Ci sono le fotografie, ma non ci sono i loro abbracci, le carezze, le piccole complicità, la loro saggezza.
Come fare allora, per coniugare il ricordo, il pensiero sulla trasformazioni, l’attenzione a ciò che muta nell’età e nella distanza?
Nonni fantastici
In un lavoro sui nonni, indotto dalla lettura di un libro di Emanuela Nava (1), abbiamo sentito la necessità di confrontare la figura dei nonni reali con quelli della letteratura.
I nonni sono spesso presenti nelle opere per bambini: la maggior parte delle volte hanno tratti di bontà e di originalità indimenticabili, come la nonna che non ha nessun problema ad accettare il nipotino trasformato in topo dalle streghe (2). Nonna Eia, invece, si trasforma giorno per giorno in una grande tartaruga che la nipote porterà nell’isola di Aldabra (3).
E ci sono nonne terribili, egoiste e brontolone come quella di George, capaci solo di lamentarsi (4).
Fantastici nonni
I nonni letterari ispirano parole, descrizioni, metafore. Permettono di confrontare caratteristiche e personalità.
Ma come ritrarli? E se non sono tanto bravo a disegnare?
Ci viene in aiuto il collage: cataloghi di vivai, pubblicazioni specifiche per trovare gli elementi giusti e assemblare, con l’aiuto di Petra, i nostri nonni Arcimboldi.
E poi, brevi descrizioni per completare il lavoro.
- (1) E. Nava, C’era una volta il nonno, 2007 ed. Sinnos
- (2) Roald Dahl, Le streghe, S1983 Salani Editore
- (3) S.Gandolfi – Aldabra, la tartaruga che amava Shakespeare, 2001, Salani editore
- (4) R. Dahl, La magica medicina, 1981 Salani editore
La mia nonna
La mia nonna, quando si metteva l’ombretto, sembrava che si mettesse direttamente delle rose sugli occhi: il colore dell’ombretto era rosso, con le sfumature rosa, se lo metteva sull’arcata sopraccigliare, sulle palpebre, sotto l’occhio.
Aveva un rossetto che sembrava un campo di rose.
I suoi capelli erano così crespi che per nasconderli si metteva una rosa grandissima.
Il suo collo era magro magro e da lontano la sua testa sembrava quella di una tartaruga.
Jessica
Appunti creativi e note di riferimento di Petra Probst sui Ritratti dei Nonni Arcimboldi
Il valore dei frammenti
La pratica del collage in generale è uno straordinario strumento a livello educativo. La ricetta base è semplice: Servono giornali, fogli colorati, fotografie, forbici e colla. Ritagliamo figure e forme che ci piacciono. Prima di incollarli possiamo provare diverse possibilità di configurazioni cambiando e spostando gli elementi. Nel caso del laboratorio sui Nonni Arcimboldi occorrevano riviste con fotografie di animali, fiori, frutta.
Il collage è un gioco del prelevare, mescolare e mettere insieme frammenti di cose che conosciamo. Così materiali preesistenti, pezzettini di mondo acquisiscono una nuova vita. Dare un significato nuovo ai frammenti disponendoli in modo differente accende la creatività, sposta lo sguardo, aumenta la fiducia nelle proprie capacità espressive. Che una balena ritagliata può addirittura diventare la bocca della nonna da inventare oppure un cespuglio di insalata la sua capigliatura sono soprattutto creazioni divertenti. Teniamo però presente che nei bambini ad un livello più profondo avviene una trasformazione straordinaria quando riconoscono la loro forza trasformatrice della realtà.
Destrutturare e ricomporre!
Ritagliare delle fotografie per estrapolarne dei frammenti implica in primis una presa di posizione che ha a che fare con il coraggio, cioè con il superamento del timore di fronte alla distruzione dell’immagine esistente. Destrutturare per ricomporre!
Frammenti di poesia
In virtù di creare una composizione nuova con i frammenti ritagliati bisogna farsi guidare dall’intuito e dalla voglia di sperimentare. Questo processo creativo porta in sé un potenziale di divertimento e i risultati estetici sono di notevole qualità e pieni di poesia.
Mettere a fuoco a occhi chiusi
In questo senso vorrei citare Italo Calvino, che nelle sue “Lezioni Americane” fa riferimento alla crescente inflazione di immagini prefabbricate di cui quotidianamente siamo‚ sommerse e formula l’appello di non perdere una delle facoltà umane fondamentali, ovvero il potere di mettere a fuoco ad occhi chiusi per creare una nostra visione interiore.
Il gusto del meraviglioso
Riciclare le immagini usate in un nuovo contesto che ne cambi il significato. Il post-modernismo può essere considerato la tendenza a fare uso ironico dell’immaginario dei mass media, oppure a immettere il gusto del meraviglioso ( ).
P.S. Porto solitamente in classe esempi dei tanti artisti che hanno lavorato con la tecnica del collage negli ultimi 100 anni, spesso d’avanguardia. Tra questi le opere di collage di Hannah Höch, artista dadaista berlinese e pioniera del collage, mi stanno particolarmente a cuore.
Consulta il sito di Petra Probst
Le immagini dei workshop sono tratte dall’Archivio di Petra Probst.
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