Arte e carcere

Arte e carcere è una pagina che raccoglie alcune opere di pittori e scultori che hanno trattato il tema della prigioni nelle diverse epoche.

Pagina aggiornata il: 8 gennaio 2022 – Laura Biglione contribuisce all’audience di questa pagina. Torna a visitarci tra qualche giorno e troverai nuovi contenuti.

Arte e carcere è un connubio insolito. Infatti il tema della detenzione inteso in senso contemporaneo non è molto presente nelle opere di pittori e scultori. Esistono invece più immagini di prigionia del passato o di condanne a morte. Occorre segnalare che l’arte è invece presente nelle carceri di oggi come terapia. Sono infatti molte le organizzazioni che nel mondo si occupano di questa pratica di riabilitazione. Le opere presentate in questa pagina permettono di approfondire anche i diversi aspetti della detenzione. Nelle schede delle opere trovi contribuiti più dettagliati.

Arte e carcere. Incarceration di Matt Mahurin

Un uomo richiuso tra possenti mura si trasforma in pietra e il suo corpo si fessura. Il detenuto e fermo e composto, sembra privo di volontà e dai suoi occhi scendono lacrime che solcano il viso pietrificato.

L’illustratore statunitense Matt Mahurin crea immagini forti e suggestive. I suoi soggetti sono così legati a temi di rilevanza sociale ed esprimono atmosfere sospese e molto inquietanti. Il tema della carcerazione è molto discusso nelle democrazie occidentali perchè la sua gestione istituzionale è molto delicata. Negli Stati Uniti il dibattito è molto diffuso poichè si intreccia con le questioni delle minoranze etniche, del razzismo, dei migranti e degli adolescenti. Infatti i centri di detenzione minorile sono diversi.

Le associazioni umanitarie segnalano inoltre le difficili condizioni che i giovani ospiti vivono. A fronte di una carcerazione riabilitativa spesso i riformatori sono così centri di diffusione del crimine. Una discussione degli ultimi anni fa notare che le realtà commerciali che utilizzano manodopera a basso costo sono molte. E tali realtà negli Stati Uniti attingono proprio dalla popolazione carceraria. Ianoltre la maggior parte dei detenuti è di origine latino americana e afro-americana. Queste riflessioni quindi portano a pensare che si tratti di una nuova forma di schiavismo.

Consulta il sito ufficiale di Matt Mahurin


Electric Chairs di Andy Warhol

Andy Warhol, Electric Chairs, 1971, portfolio di dieci serigrafie, misure. New York, The Museum of Modern Art (MoMA)

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Il Prigione di Adolfo Wildt

Adolfo Wildt, Il Prigione, 1915, marmo, 70 x 57 cm. Padova, Collezione Diego Gomiero

Una rappresentazione fortemente espressiva dello scultore simbolista Adolfo Wildt. Il Prigione è stretto al collo da una corda spessa che stringe la pelle. Lo stesso particolare si ritrova anche nella statua del periodo greco ellenistico intitolata Galata morente e al rinascimentale Cristo alla colonna di Donato Bramante. Si tratta di una rappresentazione iconica della prigionia che spesso assume caratteristiche brutali.


Arte e carcere. Un libertino in prigione

La prigione è il titolo del dipinto dell’artista inglese William Hogarth. L’opera fa parte di una serie intitolata “La carriera di un libertino” e risale al 1733-1735. Il protagonista è Tom Rakewell le cui vicende sono rappresentate nei diversi episodi dipinti e incisi. Rakewell viene arrestato e rinchiuso nella prigione di Fleet per debiti di gioco. Accanto a lui è presente l’anziana moglie infuriata mentre la giovane da lui sedotta è sostenuta da altre donne. Il garzone della prigione infine dopo averlo servito attende la sua dovuta mancia. Puoi vedere quest’opera al Soane’s Museum di Londra.


Arte e carcere. San Pietro in prigione

Rembrandt dipinse l’opera intitolata San Pietro in prigione nel 1631 circa. L’apostolo fu arrestato dai soldati di Erode e rinchiuso in una cella a Gerusalemme. Pietro ha con sé l’attributo iconografico che lo identifica rappresentato dalle due chiavi di metallo. Rembrandt illumina dall’alto la figura del Santo che risplende di luce divina. Pietro inoltre è prostrato e non sa che giungerà l’angelo a liberarlo. L’opera è conservata presso l’Israel Museum di Gerusalemme.


Arte e carcere. I carcerati di Vincent van Gogh

La Ronda dei carcerati è un dipinto di Vincent van Gogh del 1890. Questo fu un anno drammatico perché rappresenta anche la data di morte del famoso artista olandese. Van Gogh non ebbe occasione di osservare la scena in un carcere. Infatti copiò una stampa calcografica di Gustave Dorè inviata dal fratello Théo. Il dipinto è piuttosto fedele all’originale e probabilmente il tema colpì molto l’artista che al tempo era ricoverato in un ospedale psichiatrico. Se hai in programma un viaggio a Mosca il dipinto lo trovi al Museo Puškin. In attesa puoi consultare la scheda dell’opera.


Arte e carcere. Il bagno penale di Portoferraio

In Italia nel passato erano presenti diversi Bagni Penali. Si trattava di luoghi isolati nei quali i detenuti osservavano un regime ristretto straordinario. Quelli più noti erano organizzati su piccole isole nelle quali i condannati erano impiegati in varie attività. Uno di questi era Portoferraio in provincia di Livorno. Nel dipinto compare anche il leggendario brigante irpino Carmine Crocco a capo di diverse bande. L’opera si trova alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze di Palazzo Pitti. La scheda del dipinto.


Arte e carcere. Autoritratto di Jacques-Louis David

Jacques-Louis David, Autoritratto, 1794, olio su tela, 81 x 64 cm. Parigi, Museo del Louvre. Città, Museo

Questo autoritratto di Jacques-Louis David risale al 1794 ed è custodito al museo del Louvre di Parigi. L’artista lo dipinse in reclusione, quando a causa delle sue simpatie verso Robespierre, fu imprigionato  all’Hôtel des Fermes. L’artista infatti prese parte attiva alla Rivoluzione Francese. Iniziò a frequentare gli ambienti di aristocratici progressisti per arrivare a ricoprire cariche ufficiali. Arrivò anche a sopprimere le Accademie che considerava un covo di intriganti. Ebbe anche un ruolo determinante nella risistemazione urbanistica di Parigi. Robespierre il 26 luglio 1794 fece un discorso alla Convenzione denunciando cospirazioni in atto senza indicare i deputati responsabili. Il giorno dopo privo dell’appoggio della Comune parigina, Robespierre fu arrestato.

David sostenne il politico e la Convenzione, il 31 luglio 1794 chiese all’artista di spiegare i motivi del suo appoggio a Robespierre. Le spiegazioni non furono convincenti anzi David rinnego il suo appoggio alle idee del politico francese. Il 2 agosto così fu arrestato e detenuto nel vecchio “Hôtel des Fermes générales“. Le autorità poi ordinarono il suo trasferimento presso ill palazzo del Luxembourg. Qui David dipinse e disegnò. Il 28 dicembre prosciolto dalle accuse, David tornò libero.

L’artista scontò una seconda detenzione dal 29 maggio 1795 all’interno del Collège des Quatre-Nations. La prigione era la vecchia scuola di pittura dell’artista trasformata in carcere. Su richiesta della moglie gli fu concesso di risiedere a Saint-Ouen sotto sorveglianza. Infine il 26 ottobre 1795 beneficiò del decreto di amnistia generale.


La morte di Socrate di Jacques-Louis David

Jacques-Louis David, La morte di Socrate, 1787, olio su tela, 129,5 x 196,2 cm. New York, Metropolitan Museum of Art

Nel dipinto David offre una rappresentazione degli ultimi momenti della vita del filosofo greco. Socrate è rinchiuso nella prigione condannato dagli ateniesi con l’accusa di aver corrotto i giovani discepoli. Il filosofo è ritratto in pieno vigore mentre con indifferenza afferra la coppa con la cicuta che lo ucciderà. Intorno a lui gli allievi si disperano. Solo un personaggio siede al fondo del letto e sembra assopito. Si tratta di Platone, autore del Fedone che racconta la morte di Socrate.

Consulta la sceda dell’opera…


I Prigioni di Michelangelo

Le statue dei Prigioni di Michelangelo sono molto note ed apprezzate. Si tratta di opere non finite e per questo possiedono un fascino contemporaneo. Le sei statue erano destinate alla monumentale tomba di Papa Giulio II. In realtà nel progetto del 1505 i Prigioni dovevano essere quasi venti. Nel corso degli anni però l’opera subì diverse revisioni e ora sono presenti le sei sculture. I due terminati si trovano al Louvre di Parigi. Invece i quattro abbozzati sono custoditi alla Galleria dell’Accademia di Firenze. Ecco la scheda.


Il monumento a Cesare Beccaria

Cesare Beccaria fu un esponente di spicco dell’Illuminismo italiano. Fu giurista e promotore di una profonda riforma del trattamento della pena. Gli addetti ai lavori infatti conoscono bene le implicazioni del suo lavoro riassunto nel testo intitolato Dei delitti e delle Pene pubblicato nel 1764. La statua a lui dedicata da Giuseppe Grandi fu realizzata in seguito ad un concorso del 1865. In tale data fu abolita la pena di morte e l’anno precedente fu celebrato il centenario dalla pubblicazione del testo di Beccaria. Il monumento si trova a Milano in piazza Cesare Beccaria. Leggi la scheda dell’opera.


La condanna del doge

Marin Faliero fu un doge molto sfortunato che subì la pena di morte e l’ostracismo dei contemporanei. Francesco Hayez lo ritrae così ne Gli ultimi momenti del doge Marin Faliero sulla scala detta del piombo del 1867. Faliero fu accusato di aver tradito la Serenissima e quindi decapitato. Il suo ritratto fu anche cancellato dalla Sala del Maggior Consiglio in Palazzo Ducale. Hayez ormai avanti negli anni e deluso dall’Italia post unitaria si ritrasse nei panni del doge. L’opera si trova a Milano presso la Pinacoteca di Brera. Qui invece la scheda.


San Pietro liberato dall’angelo

Battistello Caracciolo un artista caravaggesco dipinse la Liberazione di San Pietro nel 1615 per conto del Pio Monte di Misericordia di Napoli. Nel 1602 sette giovani nobili napoletani fondarono l’istituzione con il compito di prestare soccorso ai detenuti e in genere soccorrere i bisognosi. San Pietro incarcerato diventò quindi il testimonial dei poveri detenuti e la sua liberazione acquistò un significato simbolico. Anche Raffaello dipinse un famoso affresco nel quale il Santo viene liberato dall’Angelo. Il dipinto di Caracciolo si trova al Pio Monte a Napoli. Leggi la scheda dell’opera.


Visitare i carcerati secondo Caravaggio

Caravaggio fu un artista noto per il suo carattere ribelle e la sua vita sregolata. Nel corso di un duello uccise un uomo e per questo fu condannato a morte dal Papa. Il suo dipinto Le sette opere di misericordia realizzato nel 1606-1607 esprime bene l’ambiente popolare dal quale Caravaggio traeva ispirazione. La celebre opera fu commissionata da un ente benefico di Napoli, il Pio Monte di Misericordia. Tra le sette opere di misericordia corporale vi è anche quella che prescrive di visitare i detenuti. Ecco quindi la donna che porge allegoricamente il seno al vecchio oltre la grata. Al Pio Monte della Misericordia puoi ammirare l’opera. Leggi intanto la scheda.


Autodafè ovvero arriva l’Inquisizione

Nel dipinto di Pedro Berruguete intitolato Autodafè del 1493-1499 è schierato il tribunale dell’Inquisizione. Presiede il tristemente noto monaco domenicano Domenico di Guzman. L’Autodafé era la proclamazione della sentenza da parte dell’inquisitore. Il condannato poteva abiurare oppure era giustiziato. In questo caso alcuni inquisiti sono pronti per il rogo. Invece Domenico di Guzman perdona Raimondo l’Albigese in seguito al suo Autodafé. L’opera si trova a Madrid al Museo del Prado. Leggi la scheda del dipinto.


Le Fucilazioni dei patrioti spagnoli

Francisco Goya celebrò il sacrificio dei patrioti spagnoli nel dipinto intitolato 3 maggio 1808. L’opera fu realizzata nel 1814 quando ormai la corsa di conquista di Napoleone si era arrestata. Le truppe napoleoniche compirono molte azioni efferate e la detenzione politica fu un esempio di tale prevaricazione verso il popolo. Una delle conseguenze più dure come in tante guerre fu l’esecuzione dei ribelli spagnoli che tentavano di ostacolare le truppe di Napoleone. Il dipinto è esposto a Madrid al Museo del Prado. La scheda dell’opera.


Le prigioni spagnole del Seicento

Goya fu un artista dalla vita non banale. Anche le sue opere rispecchiano così il suo carattere inquieto e mediterraneo. L’artista visse in un tempo nel quale il popolo soffriva grandi sofferenze e subiva molte ingiustizie. Goya mise quindi la sua arte al servizio della storia e documentò la realtà delle prigioni e dei manicomi. In molte sue opere infatti si ritrovano le atmosfere buie e claustrofobiche dei luoghi di reclusione.


La distruzione della Bastiglia

La fortezza della Bastiglia a Parigi fu distrutta nel 1789. Questo edificio era adibito a prigione e le condizioni dei prigionieri al suo interno erano drammatiche. Per questo divenne presto un simbolo negativo della monarchia francese. I rivoluzionari assaltarono la Bastiglia e liberarono i detenuti. Poi l’edificio crollò a causa dell’opera di demolizione dei rivoltosi. Nel piccolo gouache di Jean-Pierre Houël intitolato La distruzione della Bastiglia del 1789 si possono vedere le pietre che cadono dall’alto. L’opera è custodita a Parigi nel Musée Carnavalet. La scheda dell’opera.


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