Marcia su Roma di Giacomo Balla è un dipinto propagandistico realizzato dal maestro del Futurismo negli anni del consenso al Regime Fascista.
Giacomo Balla, Marcia su Roma (retro), 1932 e il 1935, olio su tela, Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli
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Indice
Descrizione di Marcia su Roma di Giacomo Balla
Benito Mussolini avanza e passa in rassegna le camicie nere circondato da trenta gerarchi anche loro in camicia nera. Lo affiancano inoltre i quadrumviri, due a sinistra e due a destra.
Interpretazioni e simbologia di Marcia su Roma di Giacomo Balla
Il dipinto non rappresenta la Marcia su Roma del 28 ottobre 1922 ma la sfilata che si tenne il 30 ottobre 1922 in seguito alla nomina di Benito Mussolini a capo del governo. Nel comporre la scena l’artista si basò probabilmente su uno scatto fotografico realizzato infatti il 30 ottobre 1922 a villa Borghese dove Mussolini incontrò gli artefici della marcia. In realtà Benito Mussolini non era tra le camicie nere il 28 ottobre 1922. Il futuro duce infatti si trovava a Cavallasca, in provincia di Como, ospite di Margherita Sarfatti, sua amante, organizzatrice culturale e anima di Novecento italiano. Mussolini nell’incertezza dell’esito della Marcia su Roma era pronto a fuggire in Svizzera nel caso il re avesse ordinato il suo arresto. Il politico partì invece per Roma la sera del 29 ottobre 1922 arrivando in tempo al mattino del 30 ottobre per ricevere l’incarico di governo.
La Marcia su Roma
La Marcia su Roma, organizzata dal Partito Nazionale Fascista (PNF), ebbe luogo il 28 ottobre 1922. Secondo alcuni non fu un semplice e spontaneo atto dimostrativo ma un premeditato atto eversivo. Circa 25.000 attivisti in camicia nera, secondo la cronaca, si recarono, a Roma. Il gruppo chiese al re d’Italia Vittorio Emanuele III il potere minacciando un golpe di Stato violento. Il sovrano il 30 ottobre 1922 diede a Benito Mussolini l’incarico di formare un nuovo governo. In Italia inoltre tra il 27 e il 30 ottobre 1922 si organizzarono simili manifestazioni per fare pressione sul re. La Marcia su Roma fu considerata quindi l’inizio della Rivoluzione fascista e da quella data iniziò il conto degli anni dell’era fascista.
I protagonisti del dipinto
Federica Pirani, dirigente dei Beni Culturali, curatrice e storica dell’arte, inoltre ha proposto l’identificazione dei personaggi raffigurati. Benito Mussolini in primo piano indossa in tight e mostra la postura iconica assunta durante le esposizioni in pubblico. I quadrumviri sono accanto a lui. Intorno poi vi sono trenta gerarchi che indossano la camicia nera. La scena è ambientata in piazza del Popolo a Roma. A partire da sinistra sono raffigurati Michele Bianchi, Emilio De Bono, Benito Mussolini, Cesare Maria De Vecchi e Italo Balbo. In secondo piano vi sono Giacomo Acerbo, De Stefani, Teruzzi, Marinetti e Mastromattei.
Italo Balbo generale e aviatore italiano, partecipò alla marcia su Roma come quadrumviro. Il politico divenne poi comandante generale della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e sottosegretario all’economia nazionale. Giacomo Acerbo, economista e docente universitario ebbe incarichi istituzionali. Attilio Teruzzi fu stato un militare che ricoprì l’incarico di Ministro dell’Africa Italiana e Governatore della Cirenaica. Michele Bianchi fu segretario del Partito nazionale fascista. Infine Giuseppe Bottai assunse la carica di ministro della Cultura popolare.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Marcia su Roma era di proprietà dell’industriale Gianni Agnelli di Torino. In seguito alla destinazione della sua collezione alla Pinacoteca pubblica anche quest’opera fu ceduta. Si trova ora presso la Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli a Torino.
Il dipinto propagandistico di Giacomo Balla comparve nuovamente in pubblico dopo 65 anni, nel 2000, ad una mostra intitolata “Novecento. Arte e storia in Italia” e allestita presso le Scuderie del Quirinale a Roma. Maurizio Calvesi, il curatore della mostra recuperò dalla sua memoria il ricordo di questo dipinto. Infatti lo storico dell’arte ricordò di averlo visto esposto nel salotto di Giacomo Balla della casa in via Oslavia.
L’artista e la società. La storia dell’opera Marcia su Roma di Giacomo Balla
Il dipinto è realizzato su una tela dipinta sulle sui due versi. Infatti su quella opposta alla Marcia su Roma si trova un dipinto futurista dal titolo Velocità astratta del 1913. Questo’opera è quella valorizzata presso la collezione di Giovanni e Marella Agnelli e quindi esposta al pubblico.
Secondo Maurizio Calvesi, Giacomo Balla realizzò il dipinto in occasione del decimo anniversario della marcia su Roma. Infatti Benito Mussolini fece organizzare una grande mostra che celebrava la Rivoluzione Fascista al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 1932. Il dipinto è realizzato sul retro della sperimentazione futurista in posizione capovolta. Questa scelta di Balla, secondo i critici, rivela forse l’intenzione di evitare una doppia esposizione della tela. Infatti alcuni artisti utilizzarono entrambe le facciate di una tela dipingendole nello stesso orientamento spaziale. Questa modalità permette di esporre la tela scostata dalla parete per fruire contemporaneamente delle due facciate. Non è così nel caso di Marcia su Roma che sembra imporre di esporre solo una delle due facciate.
Nel 1935, Giacomo Balla era ormai un artista maturo di 64 anni e in occasione della riconversione al figurativo di propaganda tenne una mostra presso la galleria L’Antonina di Roma. L’artista espose circa 60 tele mettendo in evidenza la Marcia su Roma. Purtroppo la vendita all’asta dei lavori non ebbe molto successo.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Marcia su Roma di Giacomo Balla
Giacomo Balla sperimentò diversi linguaggi figurativi ed è noto per essere stato un grande interprete del Futurismo. In questo caso però il dipinto è chiaramente un’opera che presenta un forte realismo. Tale scelta fu motivata dalla necessità di realizzare un documento visivo celebrativo nel quale i protagonisti risultino ben riconoscibili.
La tecnica
Il grande dipinto di Balla è un impasto ad olio su tela dipinta su entrambi i versi.
Il colore e l’illuminazione
Nel contesto bruno e ocra delle architetture della piazza, spiccano nella zona centrale, le camicie nere. Il colore utilizzato per il dipinto è quindi simbolico e Balla lo scelse attentamente per valorizzare la componente ideologica dell’evento.
Lo spazio
Il corteo si muove in avanti e i partecipanti delle file posteriori si intuiscono grazie al leggero innalzamento del punto di vista che permette una maggiore profondità della scena. Infine la fuga degli edifici di sinistra contribuisce a portare lo sguardo in profondità verso destra.
La composizione e l’inquadratura
Il dipinto è di forma rettangolare e sviluppato in orizzontale per assecondare la rappresentazione del corteo che avanza. Inoltre la composizione è articolata su due fasce sovrapposte orizzontalmente. In basso sono raffigurati i protagonisti. In alto invece la scenografia architettonica che crea un importante sfondo all’evento.
Approfondimento. A noi! Il film che celebrò la Marcia su Roma
A Noi è un film muto, in bianco e nero, del 1923 della durata di 54 minuti e 14 secondi archiviato presso l’Istituto Luce italiano con codice filmato: M016201. Si tratta del reportage ufficiale, commissionato dalle autorità fasciste, per definire la narrazione politica delle giornate che portarono alla marcia su Roma. La pellicola fu montata con materiali girati nel 1922, in occasione dei fatti della Marcia su Roma. Umberto Paradisi fu il regista, Eugenio Fontana l’aiuto regista, Tullio Chiarini e Gaetano Ventimiglia gli operatori.
La narrazione ufficiale de La Marcia su Roma
Il reportage inizia con le Camicie Nere, che partono con entusiasmo dalla sagra di Napoli alla conquista di Roma. Il 24 ottobre 1922 viene ripresa l’adunata di Napoli, l’arrivo delle schiere fasciste, la guardia d’onore al Duce, all’Hotel Vesuvio, la grande adunata al Campo dell’Arenaccia. Qui i Comandanti sono chiamati a rapporto. Quindi, giunge il Duce, Benito Mussolini. Dall’Arenaccia le riprese si spostano a piazza del Plebiscito dove avviene l’ammassamento e la dimostrazione delle Camicie nere. Il 28 e il 29 ottobre 1922 a Roma viene documentato il simulacro dello stato d’assedio. Centomila Camicie Nere attendono alle porte di Roma.
Gli operatori riprendono l’attesa e l’entusiasmo degli abitanti di Roma. Viene quindi dato l’ordine di avanzata e l’entrata in Roma. Benito Mussolini arriva a Roma il 30 ottobre 1922 accolto dalla parata delle Camicie Nere. In piazza del Popolo si vedono il Duce e i Quadriunviri che compiono la sfilata lungo il corso Umberto e rendono omaggio alla tomba del Milite Ignoto. Il teportage termina con la dimostrazione al re, in piazza del Quirinale.
Guarda il film sul sito dell’Archivio storico dell’Istituto Luce.
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Bibliografia
- Fabio Benzi, Balla, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2001; 2002, EAN: 9788809019652
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 2 aprile 2022.
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