Pallade e il Centauro fu dipinto da Sandro Botticelli al ritorno da Roma dove era stato chiamato dal Papa per collaborare alle decorazioni della Cappella Sistina. Il dipinto fa parte di una serie di opere a carattere mitologico che sono tra le più famose del Rinascimento italiano.
Sandro Botticelli, Pallade e il Centauro, 1482-1483, tempera su tela, 207 x 148 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
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Indice
Descrizione di Pallade e il Centauro di Sandro Botticelli
Pallade, a destra è in piedi e afferra con la mano destra i capelli del Centauro. La dea sorregge un’alabarda con il braccio sinistro mentre guarda in modo deciso il centauro in volto. Pallade è abbigliata con un abito velato di stoffe trasparenti e decorato con serti di ulivo. Sul tessuto sono presenti ricami che raffigurano emblemi composti dall’unione di tre o quattro anelli con diamante incrociati. Compare anche il motto “Deo amante” che si traduce in italiano come “A Dio devoto”. Motto ed emblema furono assunti da Cosimo il Vecchio e in seguito dagli eredi tra i quali il nipote Lorenzo il Magnifico.
Un lungo e svolazzante mantello pesante è legato alla spalla destra e passa intorno ai fianchi. Intorno al capo indossa una corona di foglie. Il Centauro è dipinto a sinistra della dea ed è orientato verso la stessa direzione. Con la mano destra stringe un arco mentre dietro la schiena porta una faretra con frecce. Il corpo dalla vita in giù è quello di un cavallo dal pelo scuro mentre verso l’alto è quello di un uomo dalla corporatura vigorosa. Oltre ai lunghi capelli il Centauro ha il viso coperto da una folta e lunga barba scura.
Il paesaggio è rappresentato in modo dettagliato già a partire dal primo piano. Sulla sinistra è dipinta in dettaglio una rupe frastagliata che parte dal basso e prosegue oltre il bordo del dipinto. Sul fondo si apre un paesaggio lacustre. Sul lago infine si intravede una imbarcazione e sulle sponde a destra della vegetazione.
Interpretazioni e simbologia di Pallade e il Centauro di Sandro Botticelli
Il dipinto di Sandro Botticelli intitolato Pallade e il Centauro presenta alcuni significati nascosti. Una comune interpretazione è che l’opera sia legata a significati derivati dalla filosofia Neoplatonica. Infatti presso la corte di Lorenzo il Magnifico erano molto diffuse le teorie filosofiche di Marsilio Ficino che ispirarono anche altre opere di Sandro Botticelli. Alcuni propongono che l’opera possa essere una allegoria della ragione (Gombrich). La dea Pallade, cioè Minerva, domina la primitiva forza del Centauro. I tre anelli intrecciati nella veste di Pallade rappresentano l’emblema di Lorenzo il Magnifico.
Intorno al capo e al corpo di Pallade si notano alcune fronde di lauro. Questa pianta allude nuovamente al Mecenate nel suo appellativo di Magnifico. Altra interpretazione politica richiama le brillanti capacità diplomatiche del signore di Firenze (Steinmann). L’opera Infatti sembra raccontare la capacità di Lorenzo il Magnifico nel trattare con diplomazia le intenzioni bellicose del re di Napoli evitando la guerra tra le due città. L’Intenzione di Lorenzo era quella di convincere il sovrano napoletano a non aderire alla lega anti fiorentina di Papa Sisto IV.
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Pallade e il Centauro fu commissionato forse da un personaggio vicino a Lorenzo de’ Medici. lo testimonia l’emblema araldico che decora il tessuto dell’abito della dea. L’opera fu probabilmente dipinta in occasione del matrimonio di Lorenzo il Popolano con Semiramide Appiani. Il dipinto è comunque presente negli elenchi degli inventari del 1498, redatti in seguito alla morte di Giovanni il Popolano. Nei primi anni del Cinquecento fu poi esposto presso Palazzo Medici di via Larga accanto alla Primavera. Botticelli purtroppo fu presto dimenticato dai suoi contemporanei e i suoi lavori vennero riscoperti solamente nel corso dell’Ottocento. Il dipinto Pallade e il Centauro fu ritrovato nelle sale di Palazzo Pitti a Firenze e destinato in seguito alla Galleria degli Uffizi.
L’artista e la società. La storia dell’opera Pallade e il Centauro di Sandro Botticelli
Secondo gli storici il dipinto è parte di una serie di opere a carattere mitologico che Botticelli dipinse al ritorno da Roma. Gli altri dipinti sono Primavera, Nascita di Venere, Venere e Marte.
Lorenzo de’ Medici il mecenate di Sandro Botticelli
Sandro Botticelli nacque nel 1445 e morì nel 1510. È ricordato come l’artista preferito dalla corte dei Medici a Firenze. Per la potente famiglia Botticelli dipinse ritratti, soggetti religiosi e opere ispirate alla mitologia classica. Molte di queste sono allegorie con significati intellettuali legati alla corte medicea. Lorenzo de’ Medici fu un importante Mecenate vicino all’artista. Fu un sapiente uomo politico, colto e abile diplomatico. Utilizzò infatti i propri artisti come ambasciatori della cultura donando opere d’arte per stringere alleanze preziose o evitare guerre sanguinose.
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Lo stile del dipinto Pallade e il Centauro di Sandro Botticelli
Sandro Botticelli utilizzò una sottile linea di contorno per rafforzare le forme delle figure dei due personaggi. Il contorno inoltre crea un elegante linearismo tipico dei personaggi del maestro. Il modellato è delicato e la muscolatura del Centauro rappresentata con rilevanze poco contrastate ma che esprimono molta plasticità e forza.
I gesti furono attentamente studiati per suggerire il carattere dei personaggi ed esprimere una certa eleganza formale. In Pallade e il Centauro si ritrovano alcune influenze di Pietro Perugino nel paesaggio come anche ricordi di Luca Signorelli. Con i due artisti Sandro Botticelli lavorò infatti all’interno della cappella Sistina a Roma. Il centauro fu forse ispirato da sarcofaci romani presenti nella città. Botticelli ebbe una formazione artistica come orafo e rimase legato ad una descrizione elegante e lineare della realtà. Accanto alle delicatezza delle figure dei suoi dipinti di carattere mitologico occorre ricordare che fu autore di opere inquietanti come Nastagio degli Onesti. Inoltre per Lorenzo de’ Medici creo la monumentale opera di raffigurazione dell’Inferno di Dante.
Il colore e l’illuminazione
Il colore del dipinto intitolato Pallade e il Centauro è brillante e terso come in molte opere di Sandro Botticelli. Dal contrasto tra i toni scuri del primo piano e i toni freddi e cristallini del paesaggio emerge infatti un’atmosfera sospesa e antica. In primo piano il terreno, il corpo animale del Centauro e il manto di Pallade creano ampie zone scure che mettono in forte evidenza l’abito chiaro della dea e gli incarnati dei personaggi. In secondo piano, a sinistra, la struttura rocciosa crea una quinta neutra che predispone alla lettura del paesaggio a destra. Il lago e il terreno sono poi frutto di delicati toni verdi. Il cielo, invece è azzurro, molto intenso e crea un efficace contrasto di luminosità con il primo piano.
Lo spazio
I due personaggi occupano interamente il primo piano e ne determinano la lettura spaziale frontale con l’imponenza dei loro fisici. La costruzione rocciosa a destra invece con un leggero suggerimento prospettico crea un primo spessore del primo piano e invita lo sguardo a percorrere lo spazio verso il paesaggio di fondo. In realtà lo spazio tridimensionale è rappresentato debolmente nella struttura dell’immagine di Sandro Botticelli. Il paesaggio infatti subisce un appiattimento decorativo che si ritrova anche in Nascita di Venere dove il mare con le piccole onde diventa quasi uno sfondo decorato.
La composizione e l’inquadratura
L’impianto compositivo dell’opera è articolato tra le monumentali figure di Pallade e del Centauro che trovano equilibrio nella grande massa rocciosa di sinistra.
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