L’Afrodite Cnidia di Prassitele fu una scultura molto apprezzata e replicata con diversi esemplari in marmo durante l’epoca romana.
Prassitele, Afrodite Cnidia, Copia romana da originale del 360 a.C. ca., marmo, altezza 215 cm. Città del Vaticano, Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino
Qui trovi l’immagine dell’opera, vai al sito della del Museo
Indice
Descrizione dell’Afrodite Cnidia di Prassitele
La scultura raffigura Afrodite in posizione stante. La dea è priva di abiti e si copre il pube con la mano destra. La sinistra invece è posata su una idria decorata e trattiene la veste della dea.
Interpretazioni e simbologia della statua Afrodite Cnidia di Prassitele
Afrodite è nuda perché si prepara per il bagno. Il gesto che compie rivela che è stata sorpresa da un osservatore. Infatti con la mano destra si copre il pube mentre con la sinistra posa o afferra la veste da un’idria poggiata su una base. Secondo altri studiosi invece la Venere ha appena terminato il suo bagno.
La statua di Afrodite Cnidia è un nudo cioè la rappresentazione artistica di un corpo femminile privo di abiti. Secondo gli storici si tratta del primo prototipo di nudo femminile della scultura greca. Infatti le statue arcaiche delle Korai sono coperte da chitoni come le statue di altre divinità dell’epoca classica ad esempio l’Amazzone ferita di Fidia.
L’etera Frine, modella dalla mirabile bellezza
Alcuni commentatori dell’antichità raccontano che Prassitele, per scolpire la statua della dea, si sia ispirato ad un etera di nome Frine, ammaliato dalla bellezza del suo corpo. Altri autori, invece, indicano come modella un’altra etera, amata da Prassitele, di nome Cratine. Secondo poi altre interpretazioni, Prassitele riprodusse il volto di Cratine e il corpo di Frine. Una approfondita analisi etimologica dei nomi fa però pensare che il nome Cratine sia frutto di una errata trascrizione del nome Frine.
L’analisi dell’opera continua dopo questo avviso!
Scuola 2023-2024
Storia dell’arte. A breve troverai approfondimenti sulle principali epoche della Storia dell’Arte
Inoltre nuovi materiali per aiutarti nel lavoro: La descrizione del ritratto, La descrizione del paesaggio
I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Gli abitanti di Cnido acquistarono la Venere di Prassitele per ornare il naos del tempietto dedicato ad Afrodite Euplea (della buona navigazione). La statua trovò così posto nella cella interna del tempio che dall’esterno permetteva di vedere la scultura. Per questo i viaggiatori potevano ammirare la bellezza dell’opera che presto acquistò molta notorietà. Plinio il Vecchio (Historia naturalis XXXVI, 4, 20), raccontò infatti di un giovane che si innamorò dell’effigie religiosa.
Anche le monete coniate a Cnido portavano impresso il corpo della dea. Per questa sua chiara fama e per la località dove per prima fu ammirata la scultura prese il nome di Afrodite Cnidia. La copia romana indicata come Afrodite Cnidia Colonna è custodita presso il Museo Pio-Clementino di Città del Vaticano. Gli studiosi inoltre considerano questa versione la migliore fra le tante esitenti.
In diversi Musei sono custodite altre copie della Venere Cnidia. La copia Farnese si trova al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La copia Altemps invece si può vedere a palazzo Altemps a Roma. La Ludovisi poi è esposta pressi i Musei capitolini di Roma. La versione Braschi si trova alla Gliptoteca di Monaco di Baviera. Un’altra ancora si trova al British Museum e un torso al Louvre. Presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene si trova una testa, due nel Louvre, una all’Antiquarium del Palatino e infine una nel Museo Chiaramonti.
L’artista e la società. La storia dell’opera Afrodite Cnidia di Prassitele
La scultura originale che raffigura Afrodite risale al 360 a.C ed e considerata un’opera della tarda classicità greca. La copia romana esposta presso i Musei Vaticani invece risale al periodo romano. Il funzionario bizantino Lauso fu proprietario della Venere nel V sec. d.C. L’eunuco era praepositus sacri cubiculi (traducibile come: “responsabile della sacra camera da letto”; greco: parakoimomenos), durante il regno dell’imperatore Teodosio II, tra il 420 e il 422 d.C. Nel 475 un incendio distrusse il suo palazzo a Costantinopoli e con esso anche l’originale di Prassitele.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile della scultura Afrodite Cnidia di Prassitele
Prassitele fu uno scultore greco della tarda classicità. Il suo stile è equilibrato e le sue statue sono caratterizzate da pose eleganti. Inoltre i suoi soggetti preferiti furono divinità dai tratti adolescenti. Infine l’atteggiamento incerto della dea rivela una situazione personale e di intimità. La tendenza a raffigurare i personaggi in atteggiamenti di rilassatezza prende il nome di “ripiegamento intimista”. Gli scultori che più di altri aderirono a questo corrente furono Prassitele e Skopas.
La tecnica di Afrodite Cnidia di Prassitele
La copia romana della Venere Cnidia esposta presso i Musei Vaticani è una scultura in marmo.
La luce sulla scultura
La superficie di questa scultura è molto chiara e lucente. Per questo motivo le forme non presentano ombre molto scure e contrasti accentuati.
Rapporto con lo spazio
La posizione frontale dell’osservatore offre il punto di vista obbligato per cogliere l’essenza della scultura.
La struttura
L’idria innalzata da una base e la veste al di sopra di essa fanno da sostegno alla statua. Infatti la sua posizione è leggermente inarcata in avanti e trova sostegno con questo espediente compositivo. Il corpo della scultura forma una struttura a forma di “S” come altre statue di Prassitele.
© ADO – analisidellopera.it – Tutti i diritti riservati. Approfondisci
Bibliografia
- Ranuccio Bianchi Bandinelli ed Enrico Paribeni, L’arte dell’antichità classica. Grecia, Torino, UTET Libreria, 1986, ISBN 88-7750-183-9
- Antonietta Viacava. L’atleta di Fano, Roma, Edizioni L’Erma di Bretschneider, 1994. ISBN 88-7062-868-X.
- George M. A. Hanfmann, Dizionario delle antichità classiche, Cinisello Balsamo, Paoline, 1995, p. 849
- Paolo Moreno (a cura di), Lisippo : l’arte e la fortuna, Catalogo della mostra tenuta a Roma, Milano, Fabbri, 1995, ISBN 88-450-5738-0.
- Giuliano A., Storia dell’arte greca, Carocci, Roma, 1998. ISBN 88-430-1096-4
- Photini N. Zaphiropoulou, Capolavori della scultura greca antica, Ist. Poligrafico dello Stato Collana: Archeologia, 2007, EAN: 9788824011358
- Giorgio Bejor, Marina Castoldi, Claudia Lambrugo, Arte greca, Mondadori Università; Nuova Edizione edizione (1 ottobre 2013), ISBN-10: 8861842968 ISBN-13: 978-8861842960
- Luigi Rocchetti, Le gioie sepolte. Scultura greca del periodo arcaico, Arbor Sapientiae, 01/01/2018, EAN:9788894820850
La scheda è completa. Periodicamente troverai ulteriori approfondimenti, a presto!
La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 27 dicembre 2022.
Approfondisci la lettura consultando le schede di altre sculture greche intitolate:
- Il Discobolo di Mirone, copia Lancelotti
- Il Doriforo di Policleto
- Zeus di Capo Artemisio
- Athena Parthènos di Fidia
- Cleobi e Bitone di Polimede di Argo
- Toro Farnese di Apollonio e Taurisco di Tralle
- Nike di Samotracia
- Laocoonte
- Erma di Socrate di Lisippo
- Apoxyómenos di Lisippo
- Hermes in riposo di Lisippo
- Eros che incorda l’arco di Lisippo
- Atleta di Fano di Lisippo
- Amazzone ferita di Fidia
- Apollo Sauroctòno di Prassitele
- Amazzone ferita di Policleto
- Ercole Farnese di Glicone di Atene da Lisippo
- Satiro a riposo di Prassitele
- Afrodite Cnidia di Prassitele
Consulta la pagina dedicata alla scultura di Prassitele Afrodite Cnidia, sul sito dei Musei Vaticani, Museo Pio-Clementino di Città del Vaticano.
Grazie per aver consultato ADO
Le immagini pubblicate su ADO sono state prodotte in proprio e quindi sono di proprietà dell’autore.