Il Parnaso di Andrea Mantegna

Ne Il Parnaso di Andrea Mantegna un gruppo di ragazze danza al cospetto di Venere e Marte che sovrintendono alla festa insieme ad altre divinità classiche.

Andrea MantegnaIl Parnaso, 1495 – 1497, tempera su tavola, 160 x 192 cm. Parigi, Musée du Louvre

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Indice

Descrizione de Il Parnaso di Andrea Mantegna

Il titolo del dipinto non pare però corrispondere al reale significato dell’opera che non è ancora stato chiarito. Numerose divinità classiche sono immerse nel complesso paesaggio. A destra si riconosce Mercurio che indossa il suo copricapo alato e con la mano destra trattiene l’Ippogrifo. A sinistra poi Orfeo accompagna il ballo suonando una lira. Vulcano in alto con un mantello rosso svolazzante sta lavorando all’interno della sua fucina ricavata da una grotta. Sopra l’arco naturale che domina tutto il piano si trovano Venere e Marte.

Interpretazioni e simbologia de Il Parnaso di Andrea Mantegna

Quest’opera era parte di un gruppo di tele provenienti dalla decorazione dello Studiolo di Isabella d’Este nel castello di Mantova. Insieme al Parnaso di Andrea Mantegna vi erano anche opere di Perugino e di Lorenzo Costa.

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L’artista e la società. La storia dell’opera Il Parnaso di Andrea Mantegna

Il Parnaso è una delle opere più importante di Andrea Mantegna realizzata nel suo periodo maturo.

Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.

Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.

Lo stile de Il Parnaso di Andrea Mantegna

Il modo nel quale sono state integrate le figure nell’ambiente sembra essere stato ispirato a Mantegna dal cognato Giovanni Bellini. Infatti le figure si integrano semplicemente nel paesaggio e sono meno monumentali di quelle di Mantegna. Il paesaggio inoltre è descritto in modo minuzioso. Nel primo piano si colgono anche piccoli animali ed erbe, disposti nelle fessure del terreno e tra le rocce. Le colline e le rupi naturali infine sono costruite in modo un po’ artificioso, soprattutto lo spuntone di sinistra.

Oltre il grande arco di rocce, invece, il paesaggio è descritto più naturalmente e con un accenno di prospettiva aerea. Anche questa componente stilistica deriva dall’opera di Giovanni Bellini. Le figure degli dei ricordano sicuramente i modelli della statuaria classica, soprattutto dei volti, ma possiedono una leggerezza diversa. Infatti, il gruppo centrale di ragazze danzanti è stato realizzato con forme leggere e ariose. I panneggi degli abiti poi reagiscono al movimento sollevandosi e restituendo un senso di leggerezza e dinamismo.

Lo spazio

Lo spazio è costruito utilizzando prospettive di sovrapposizione e di grandezza. Grazie alla rappresentazione delle figure umane in primo piano, secondo piano e oltre si colgono le distanze. Le montagne e le abitazioni lontane permettono poi di far correre l’occhio in profondità attraverso l’arco di pietra. La prospettiva aerea è rappresentata dai colori che diventano azzurri verso l’orizzonte. Inoltre i toni perdono saturazione e contrasti. Infine le forme sono meno definite e più uniformi le superfici.

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Bibliografia

  • Anonimo (Marcantonio Michiel), Notizia d’opere di disegno, a cura di Jacopo Morelli, Bassano, 1800
  • Alberta De Nicolò Salmazo, Mantegna, Electa, Milano, 1997
  • Tatjana Pauli, Mantegna, serie Art Book, Leonardo Arte, Milano 2001, ISBN 978-88-8310-187-8
  • Maria Bellonci, Mantegna, Skira, Milano 2003
  • Francesca Marini, Mantegna, Milano, Rizzoli, 200
  • Ettore Camesasca, Mantegna, in AA.VV., Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2007, ISBN 88-8117-099-X
  • Sergio Momesso, La collezione di Antonio Scarpa, 1752-1832, Bertoncello, Cittadella (Padova), 2007, ISBN 9788886868242

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