L’Ecce Homo di Caravaggio è un dipinto attribuito all’artista e conservato presso i Musei di Strada Nuova di Genova a Palazzo Bianco.
Caravaggio, Ecce Homo, 1605 circa, olio su tela, 128 x 103 cm. Genova, Galleria di Palazzo Bianco
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Indice
Descrizione di Ecce Homo di Caravaggio
Gesù è rappresentato in piedi a sinistra con il corpo nudo e i fianchi avvolti da un panno bianco. Una canna è appoggiata al palmo della mano destra abbandonata in basso e fissata con una corda stretta ai polsi. Il volto è reclinato in basso e gli occhi sono chiusi. L’aspetto di Gesù è molto giovanile e il viso in basso è segnato da una leggera barba.
Un uomo vestito con poveri abiti e con i capelli avvolti da una sciarpa bianca copre le spalle di Gesù con un panno scuro. Infine un altro personaggio che indossa abiti aristocratici del Seicento è raffigurato a destra. L’uomo guarda verso lo spettatore e apre le braccia verso Gesù indicandolo con la mani aperte verso l’alto.
Interpretazioni e simbologia di Ecce Homo di Caravaggio
L’uomo che si trova alle spalle di Gesù è un soldato che secondo l’interpretazione degli storici sta rimettendo il mantello sulle spalle di Cristo. Infatti la scena potrebbe mostrare il momento seguente l’esposizione del condannato alla folla. In ogni caso i critici si sono chiesti il motivo della delicatezza con la quale il carceriere compie il gesto. Ponzio Pilato invece mostra un atteggiamento distaccato e cinico e rivela la fretta con la quale assolve al giudizio.
Il tema dell’Ecce Homo è ispirato al passo dei Vangeli. Ponzio Pilato espose Cristo al popolo di Gerusalemme che ne chiedeva la condanna. Il prefetto romano assolse Gesù dalle accuse di aver complottato contro l’autorità di Roma ma le gerarchie ecclesiastiche ebraiche lo accusarono di blasfemia. Ecce Homo, (Ecco l’uomo), è il titolo dell’opera che riprende le parole usate da Ponzio Pilato per indicare Cristo alla folla. Prima dell’esposizione un soldato mise sulle spalle di Gesù un panno lacero, gli mise sul capo una corona di spine e una canna tra le mani. Con questi oggetti il prigioniero fu presentato in modo derisorio come re dei Giudei.
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I committenti, le collezioni, la storia espositiva e la collocazione
Ecce Homo si trova a Genova, in Italia, conservato nei Musei di Strada Nuova, a Palazzo Bianco.
Giambattista Cardi, il nipote dell’artista fiorentino Cigoli, fornì una testimonianza sulla commissione del dipinto. Il cardinale Massimo Massimi commissionò a tre artisti un’opera dal tema Ecce Homo. Così Cigoli, Caravaggio e Domenico Passignano crearono una loro interpretazione del tema. Infine, secondo il testimone, il cardinale preferì quella di Cigoli. Sempre secondo le memorie dell’epoca l’opera di Caravaggio finì poi in Spagna. A testimonianza del fatto che Caravaggio realizzò il dipinto per il cardinale rimane una nota dell’artista nella quale si legge anche la data di presunta consegna, il 1605.
Il dipinto compare negli inventari di Palazzo Bianco di Genova nel 1921. Gli archivisti lo indicarono come una copia dell’originale di scarsa qualità realizzata da Lionello Spada. La provenienza dell’opera non era documentata. I curatori del museo nel 1929 concessero così il dipinto alla Scuola Navale di Genova con sede a Villa Cambiaso.
Nel 1944 gli aerei alleati bombardarono Genova e la Scuola Navale fu danneggiata. I soccorritori trovarono il dipinto tra le macerie e nel 1946 l’opera tornò a Palazzo Bianco.
La commissione
La storica dell’arte Terzaghi in occasione di un convegno organizzato a Genova nel 2019, ricordò le due ipotesi sulla committenza del dipinto di Caravaggio. Secondo una delle due Giannettino Doria, il nobile genovese, avrebbe commissionato l’Ecce Homo che si trova a Palazzo Bianco quando era vescovo di Palermo dal 1609. Questa ipotesi è supportata dal fatto che tutte le copie del dipinto si trovano in Sicilia.
L’opera di Caravaggio quindi per un certo periodo sarebbe stata esposta nell’isola. In più documenti dell’epoca accettano il fatto che Lamberto Massa, agente di Marcantonio Doria, a Napoli possedeva un Ecce Homo. La seconda ipotesi invece associa il dipinto all’Ecce Homo di Lezcano in Spagna. Nella stessa occasione la Terzaghi si dimostrò favorevole alla proposta della storica Francesca Cappelletti, di non considerare la datazione del 1605.
L’artista e la società. La storia dell’opera Ecce Homo di Caravaggio
L’opera risale a circa il 1605. Lo storico dell’arte John Gash data invece il dipinto al 1609.
Roberto Longhi nel 1954 mise in relazione l’Ecce Homo con un dipinto di Tiziano. Si tratta di un’opera conservata nel monastero dell’Escorial a Madrid che sembra aver ispirato la composizione. Invece lo storico Maurizio Marini, nel 1973 riscontrò che la figura di Ponzio Pilato è affine al Ritratto di Andrea Doria di Sebastiano del Piombo conservato presso il Palazzo del Principe a Genova. Maurizio Marini ipotizzò che Caravaggio abbia osservato il ritratto del nobile in possesso di Marcantonio Doria nel 1605.
Alcuni pentimenti dell’autore sono presenti nelle mani di Pilato. Inoltre si riscontrano nelle mani di Cristo, nelle sue spalle e nel perizoma. Questi dettagli esecutivi indicano che l’opera fu realizzata velocemente.
Per confermare la presenza a Genova del dipinto gli storici considerano i riferimenti alla sua illuminazione presenti in opere di altri artisti a partire dai primi decenni del Seicento. Infatti alcuni artisti quali Strozzi, Borzone, Orazio De Ferrari e Van Dyck recepirono le impostazioni compositive dell’Ecce Homo.
La vicenda delle attribuzioni
Circa a metà del Novecento alcuni critici importanti si interessarono all’opera. Roberto Longhi nel catalogo di una mostra allestita a Milano nel 1951 attribuì l’opera ad un altro artista. Definì la copia come abbastanza fedele anche se cruda. Lo storico avvicinò le figure di Ponzio Pilato e di Cristo a quelle derivanti dalla tradizione pittorica che faceva capo ad Antonello da Messina.
Con qualche riserva anche l’influente storico Bernard Berenson nella stessa occasione fu d’accordo con questa ipotesi attributiva. Infine nel 1954 Longhi e Caterina Marcenaro attribuirono l’opera a Caravaggio.
La storica Mina Gregori, nel 1985 confermò l’attribuzione a Caravaggio. Secondo la storica, l’artista dipinse quest’opera sul finire del soggiorno romano tra aprile e maggio del 1606. Nel 1977 Corrado Maltese si espresse invece in modo contrario considerando la fattura delle mani di Cristo. Attualmente non tutti gli storici concordano con l’attribuzione.
L’unico dipinto di Caravaggio che raffigura il tema dell’Ecce Homo accertato ufficialmente è quello esposto a Genova.
I restauri dell’Ecce Homo di Caravaggio
Pico Cellini nel 1954 restaurò a Roma il dipinto per far fronte anche ai danni causati dal restauro del Settecento. Cristina Bonavera Parodi intervenne nuovamente nel 2003. I tecnici hanno compiuto indagini non diagnostiche che non hanno intaccato la superficie del dipinto. L’opera oggi è in buono stato di conservazione. Le riprese riflettografiche all’infrarosso, letture ai raggi ultravioletti, indagini al microscopio ottico e radiografie ai raggi X hanno permesso di ottenere informazioni sullo stato del dipinto. La restauratrice ha potuto così stabilire la natura dei materiali utilizzati dall’autore. Inoltre sono stati scoperti alcuni pentimenti e le stratificazioni degli abbozzi.
L’attenta indagine sul dipinto ha permesso anche di rintracciare sulla sua superficie segni pittorici tipici di Caravaggio. Sono state trovate alcune incisioni e pennellate a zig zag. Inoltre la tela risulta coperta da una preparazione definita a risparmio che consisteva nel preparare a mezze tinte l’imprimitura. Queste caratteristiche comparate con dati raccolti da Rossella Vodret e da Claudio Falcucci nel 2017 hanno confermato l’ipotesi attributiva.
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Lo stile di Ecce Homo di Caravaggio
Nel dipinto si individuano alcuni elementi caratteristici del Naturalismo di Caravaggio. Le mani di Cristo e alcuni dettagli del corpo infatti sono rappresentati nella loro imperfezione. Anche i volti dei personaggi non sono idealizzati ma paiono quelli di popolani del tempo.
Inoltre come nelle principali opere dell’artista i personaggi emergono dal fondo scuro grazie ad una intensa illuminazione.
La tecnica
Ecce Homo è un dipinto di Michelangelo Merisi da Caravaggio realizzato con colori ad olio su una tela di 128 centimetri di altezza e 103 cm di larghezza.
Il colore e l’illuminazione
Testo in preparazione
Lo spazio
La figura di Ponzio Pilato compie un gesto di invito nei confronti dell’osservatore. Il prefetto indica la scena che si compie oltre il parapetto come in un dramma sacro di teatro religioso.
La composizione e l’inquadratura
Testo in preparazione
L’Ecce Homo di nuova attribuzione
Nel 2021 il Ministero della Cultura Spagnolo ha bloccato la vendita all’asta di un dipinto che raffigura un Ecce Homo. L’opera era battuta presso la presso la casa Ansorena con il titolo di Incoronazione di spine di un autore minore della cerchia del pittore José de Ribera detto lo Spagnoletto. Il dipinto era valutato con base d’asta di 1.500 euro.
Lo Stato Spagnolo ha così bloccato la vendita esercitando il diritto di prelazione nel caso in cui l’Ecce Homo sia davvero di Caravaggio. A questo riguardo potrebbe essere interessato il museo del Prado di Madrid.
La parola degli esperti
Secondo la storica dell’arte Maria Cristina Terzaghi, tra i massimi esperti di Caravaggio, l’opera potrebbe essere attribuita al maestro lombardo. La storica curò la mostra su Caravaggio a Napoli presso il Museo Nazionale di Capodimonte nel 2019. La Terzaghi in occasione di sue dichiarazioni alla stampa (il quotidiano italiano Repubblica) ha fatto notare che il manto color porpora che riveste Cristo presenta la stessa valenza del colore rosso che si osserva nella Salomé del Prado di Madrid.
Maria Cristina Terzaghi ha sottolineato inoltre come l’Ecce Homo presenta caratteristiche molto vicine alle opere realizzate all’inizio del periodo napoletano di Caravaggio. Quindi Ponzio Pilato somiglia a San Pietro martire come appare nella Madonna del Rosario del Kunsthistorisches Museum di Vienna.
Un altro esperto dell’opera di Caravaggio, Nicola Spinosa, sulle pagine del quotidiano italiano Corriere della Sera invece è contrario all’attribuzione. Lo studioso afferma che l’ipotesi di attribuzione possa nascere dalla somiglianza con l’Ecce homo del Museo di Prato attribuito a Caravaggio da Mina Gregori. Con questo dipinto quello messo in vendita a Madrid condivide infatti la figura in primo piano. Spinosa giudica il dipinto piuttosto un’opera di un valido seguace di Caravaggio e non di Ribera come finora stabilito.
Il noto storico dell’arte italiano Vittorio Sgarbi si è espresso a favore dell’attribuzione dell’Ecce Homo a Caravaggio. Secondo Sgarbi lo sguardo dell’uomo dipinto a sinistra e la mano che regge la stola rossa rivelano lo stile tipico dell’artista.
Marco Voena e Fabrizio Moretti sono i due mercanti d’arte che probabilmente hanno sollevato i primi dubbi sul dipinto.
La storia del dipinto
Secondo documenti dell’epoca Caravaggio oltre all’Ecce Homo del 1605 di Genova realizzò un altro dipinto con lo stesso soggetto nel 1631. Questa versione compare nell’inventario della collezione di Juan de Lezcano. Il nobile spagnolo era al tempo ambasciatore presso la Santa Sede in Vaticano. Fino al 1637 l’opera è documentata in Italia e nel 1659 in Spagna. Dopo questa data gli storici non trovarono ulteriori tracce dell’esistenza del dipinto.
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Bibliografia
- Gianni Papi, Caravaggio, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, 2016; 2017, EAN: 9788809994270
- M. C. Terzaghi, Caravaggio Napoli. Catalogo della mostra (Roma, 12 aprile-14 luglio 2019), 2019, M. C. Terzaghi Editore: Mondadori Electa, EAN: 9788891824004
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La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 29 maggio 2021.
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