Pigmalione e Galatea di Agnolo Bronzino è un dipinto che fa parte del gruppo di opere trafugate dal regime nazista e restituito al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Agnolo Bronzino, Pigmalione e Galatea, 1529-1530 circa, olio su tavola, 81 x 63 cm. Firenze, Galleria degli Uffizi
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Indice
Descrizione del dipinto Pigmalione e Galatea di Agnolo Bronzino
Galatea è in piedi a sinistra e guarda verso il fronte del dipinto mentre Pigmalione è a destra in basso inginocchiato e guarda verso di lei. La giovane è nuda è solo un telo rosa la copre intorno i fianchi. Ha un’apparenza magra ma il viso giovanile e i seni minuti. I suoi capelli sono riuniti dietro la nuca e alcune ciocche ricadono in avanti. Pigmalione invece è vestito in abiti cinquecenteschi e calza stivali morbidi cuoio. Un telo giallo è stretto intorno alla vita.
L’uomo ha le mani giunte in forma di preghiera ed è di profilo come il suo viso leggermente inclinato e rivolto alla donna. In centro è raffigurato un altare lavorato e decorato con figure classiche sul quale brucia un toro sacrificale. A sinistra su un tavolino a tre piedi sono poggiati alcuni strumenti da punta mentre altri insieme ad un martello sono posati sotto al ginocchio sinistro di Pigmalione. Dietro l’altare si nota un cratere poggiato al suolo e oltre il parapetto a destra si apre un paesaggio collinare. Inoltre a sinistra si intravede uno specchio d’acqua con alcune imbarcazioni attaccate alla riva. Infine da una stradina lontana avanzano due piccole figure umane.
Interpretazioni e simbologia Pigmalione e Galatea
Pigmalione fu un personaggio del mito greco e re di Cipro. Secondo altre interpretazione era un cittadino cipriota. Pigmalione nel dipinto del Bronzino è uno scultore. Infatti gli strumenti del suo lavoro sono posati sul tavolino a sinistra e in basso al suolo sotto il suo ginocchio. Pigmalione scolpì una immagine femminile nuda della quale si innamorò. Lo scultore ricorse così ad un sacrificio che compì in onore di Afrodite presso il tempio della dea.
La sua richiesta era quella di rendere umana la scultura. Afrodite lo accontentò e la statua diventata umana con il nome di Galatea divenne sua moglie. La coppia ebbe una figlia di nome Pafo. Galatea fu anche il nome di una Ninfa marina. In origine però la statua scolpita da Pigmalione non aveva questo nome. Sembra che la tradizione abbia associato il nome della Ninfa a quello della scultura a partire dal XVIII secolo.
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Il dipinto intitolato Pigmalione e Galatea di Agnolo Bronzino si trova alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
L’artista e la società. La storia dell’opera Pigmalione e Galatea di Agnolo Bronzino
L’artista dipinse l’opera verso il 1529 – 1530 intorno all’età di 30 anni. È considerata quindi un’opera giovanile del Bronzino.
Consulta anche l’articolo intitolato: I libri utili alla lettura dell’opera d’arte.
Consulta anche l’articolo intitolato: La scheda per l’analisi dell’opera d’arte.
Lo stile di Pigmalione e Galatea di Agnolo Bronzino
Agnolo Bronzino fu un principale esponente del Manierismo italiano. Dopo la formazione con Raffaelino del Garbo l’artista fu allievo di Jacopo Pontormo. Bronzino rimase tutta la vita a Firenze e dipinse per la corte di Cosimo I de’ Medici. I suoi dipinti sono caratterizzati da atmosfere distaccate dai colori metallici. I personaggi sono dipinti con un grande realismo ma anche una certa idealizzazione della figura.
La tecnica
Galatea e Pigmalione di Agnolo Bronzino è un dipinto realizzato ad olio su una tavola di 81 X 63 cm.
Il colore e l’illuminazione
Il dipinto presenta colori caldi e accesi in primo piano mentre sullo sfondo predominano azzurri e verdi. Le due figure Infatti possiedono un incarnato caldo ma che ricorda i toni dell’avorio. Gli abiti sono dipinti con tonalità rosa e gialle mentre solo la parte superiore di Pigmalione è risolta con un blu che si intona con lo sfondo. Il suolo è di colore ocra e progressivamente verso il fondo i prati assumono una colorazione verde tendente al giallo e quindi blu e indaco. Contro il cielo che presenta bagliori rosati verso il basso si staglia il fuoco dell’altare di un intenso colore arancio.
L’illuminazione proviene dall’alto e da sinistra e crea intensi chiaroscuri sul corpo di Galatea che acquista un’apparenza statuaria. I panneggi infine sono densi di pieghe morbide e vaporose soprattutto sul telo di Galatea.
Lo spazio
La scena si svolge in uno spazio aperto dominato al centro dall’altare sacrificale. Oltre il primo piano delimitato da un piccolo parapetto si apre un paesaggio ampio e disteso caratterizzato da un bacino d’acqua a sinistra e da pianure che arrivano fino alle montagne a destra. Lo spazio occupato dalle figure in primo piano è poi identificabile grazie alla sovrapposizione delle figure umane con l’altare e gli oggetti di scena.
Lo spazio poi si approfondisce rapidamente a partire dagli alberi. Sul primo piano inoltre agisce la prospettiva di sovrapposizione che soprattutto sul al suolo descrive la profondità dello spazio occupato. Le figurine umane che si intravedono in basso a sinistra creano un elemento di confronto con quelle in primo piano per misurare lo spazio che le separa.
La composizione e l’inquadratura
Pigmalione e Galatea del Bronzino è un dipinto di forma rettangolare. L’inquadratura è verticale e permette di raffigurare interamente lo spettacolare fuoco che arde sull’altare.
La struttura compositiva è centrale ed è determinata dalla solida massa scolpita che si trova esattamente sulla verticale. A sinistra e a destra si trovano infatti le due figure dei protagonisti anticipate in basso dai piccoli scalini dell’altare. Nel paesaggio predominano linee orizzontali mentre sul primo piano la struttura e ritmata dalle tre verticali di Galatea, dell’altare e di Pigmalione.
Approfondimento. Essere un Pigmalione
Cos’hanno in comune due tele e una scultura di Jean-Léon Gérôme, un’opera pittorica di Franz Von Stuck (Pygmalion), un testo teatrale di Balzac e un altro famosissimo di G. B. Show, un’opera minore di Pirandello e il film My fair Lady?
Consulta anche la scheda Pigmalione e Galatea di Jean-Léon Gérôme
Questo: hanno tutti avuto origine da poco più di 50 versi delle Metamorfosi di Ovidio ( X,vv. 243-297), in cui l’autore latino ci narra il mito di Pigmalione e Galatea.
Pigmalione è uno scultore di Cipro, alla ricerca di una donna degna del proprio amore, ma di fronte alla lussuria delle femmine della propria isola (che hanno oltraggiato Venere prostituendosi), Pigmalione all’amore preferisce la solitudine. Decide quindi di modellare una statua, cui da nome Galatea, bella e dolcissima: questa deve rappresentare il proprio ideale di donna, ed è talmente realistica che l’autore finisce per innamorarsene.
Spesso allunga le mani verso la sua opera per accertarsi che si tratti di carne o di avorio. La bacia e gli sembra di essere baciato, le parla, la stringe e crede che le sue dita affondino nelle membra che tocca: teme perfino che per la pressione spuntino dei lividi sulla pelle.
La riempie di regali, la venera, l’accoglie nel suo letto e prega Venere di trasformarla in una creatura di carne e di sangue. E la dea, commossa da tanto ardore, acconsente alla preghiera: Galatea diventa una donna reale e Pigmalione la sposa, per amarla tutta la vita.
Pigmalione nella cultura contemporanea
Questo mito ha dato vita a una serie di interpretazioni: vorrei però soffermarmi solo sul rapporto vita-arte, che diventerà tema in seguito fondamentale del Decadentismo europeo.
Per Pigmalione, l’arte non è più mimesis, ma creazione autonoma di un ideale, che l’artista sceglie di vivere, preferendo l’illusione a una realtà deludente. Da vero artista, per Pigmalione l’arte supera la realtà per bellezza e completezza.
Negli ultimi secoli, però, Pigmalione è diventato sinonimo di un uomo di cultura che scopre e valorizza le doti di un giovane, trasformandolo in una personalità raffinata e di successo,. L’esempio più famoso è costituito dal testo teatrale di Show, in cui Henry Higgins, professore di fonetica , scommette con l’amico colonnello Pickering di poter trasformare la popolana fioraia Eliza Doolittle in una raffinata donna della buona società insegnandole semplicemente l’educazione e l’accento usato nelle classi più elevate. Finirà per innamorarsene, ma questa volta la moderna Galatea gli preferirà un altro uomo.
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Bibliografia
- Antonio Paolucci, Bronzino. Ediz. illustrata, 2002, Giunti Editore, Collana: Dossier d’art, EAN: 9788809026421
- C. Falciani, A. Natali, Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici. Catalogo della mostra (Firenze, 24 settembre 2010-23 gennaio 2011), 2010, EAN: 9788874611539
- Antonio Geremicca, Agnolo Bronzino. «La dotta penna al pennel dotto pari», Universitalia, Collana: Horti Hesperidum. Monografie, 2013, EAN:9788865073407, ISBN:8865073403
- Agnolo Bronzino: The Muse of Florence, New Academia Publishing, LLC, 2014 EAN:9780991504770, ISBN:0991504771
- Sefy Hendler, Un mostro grazioso e bello. Bronzino e l’universo burlesco del Nano Morgante., Maschietto Editore, prima edizione edizione, 2016, Collana: Iconologia, ISBN-10: 8863941130 ISBN-13: 978-8863941135
La scheda è completa. Periodicamente troverai ulteriori approfondimenti, a presto!
La data dell’ultimo aggiornamento della scheda è: 21 luglio 2022.
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- Pigmalione e Galatea
- San Marco
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- Allegoria della Felicità
- Mosè fa scaturire l’acqua dalla roccia
- Sacra Famiglia con Giovanni Battista bambino
- Soffitto della Cappella di Eleonora di Toledo
- Madonna col Bambino e San Giovanni Battista
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- Sacra Famiglia con Sant’Anna e Giovanni Battista Bambino
- Venere, Cupido e Invidia
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- Discesa di Cristo nel Limbo
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Consulta la pagina dedicata al dipinto di Agnolo Bronzino, Pigmalione e Galatea, sul sito del Galleria degli Uffizi di Firenze e sul sito del Catalogo Generale dei Beni Culturali.
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