Cavallo e arte è un binomio molto frequente in dipinti e sculture perché l’animale ha affiancato l’uomo fin dall’origine delle prime civiltà.
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Le opere con argomento Cavallo e arte, immagini e sculture nel tempo
Cavallo e arte e Il vino al galoppo di Pawel Kuczynski
Red Wine di Pawel Kuczynski celebra un buon calice di vino rosso trasformando la bevanda in un cavallo al galoppo. L’animale nasce direttamente dal liquido che fuoriesce dal bicchiere a tulipano. Al cavallo poi è aggrappata una figura femminile nuda i cui capelli rossi e fluenti si confondono con la criniera dell’animale. L’immagine è forse un’allegoria del potere inebriante del vino e allude simpaticamente alla sfera dell’erotismo.
Cavallo e arte: Guernica di Pablo Picasso
Pablo Picasso, Guernica, maggio – giugno 1937, olio su tela, cm 351 x 782. Madrid, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía
Nel celebre e drammatico dipinto di Pablo Picasso compare la figura di un cavallo. L’animale spaventato nitrisce terrorizzato a causa della distruzione causata dalle bombe. Infatti l’opera di Picasso documenta e condanna il bombardamento aereo della cittadina basca da parte dell’aviazione italo-tedesca. All’azione presero infatti parte anche aerei dell’Aviazione Legionaria italiana.
I volontari tedeschi della Legione Condor intervennero in supporto alle forze nazionaliste di Francisco Franco per debellare la resistenza dei baschi. L’azione bellica fu compiuta il 26 aprile 1937 durante la Guerra Civile spagnola. Picasso fu invitato a creare la grande opera dal Governo della Repubblica di Spagna proclamata il 14 aprile 1931. Guernica è ora considerata una icona mondiale di condanna alla guerra. La figura del cavallo diventa così un simbolo della sofferenza degli animali che accompagnano l’umanità anche nelle sue tragedie.
Cavallo e arte: Un cavallo futurista
L’artista futurista Umberto Boccioni assemblò nel 1915 quest’opera dal titolo Dinamismo di un cavallo in corsa + case. Della forma equina rimane poco ma la rappresentazione realistica dell’animale non era nelle priorità di Boccioni. Infatti era già nato il Manifesto Tecnico della Scultura futurista, pubblicato l’11 aprile 1912. L’artista si documentò però molto seriamente per elaborare questa sintesi formale che suggerisce la velocità della corsa. Il cavallo futurista è visibile a Venezia presso la Collezione Peggy Guggenheim. Consulta la scheda.
Il cavallo elastico di Boccioni
Umberto Boccioni fu un importante esponente del Futurismo italiano. Nelle sue opere l’artista elaborò un linguaggio formale finalizzato a suggerire il movimento. Nel dipinto Elasticità realizzato dopo il 1912 Boccioni affronta il movimento animale. Si tratta di una impresa diversa dal rendere la velocità di un mezzo di trasporto meccanico. Infatti il titolo dell’opera sottolinea un diverso aspetto del procedere, quello dell’eleganza del cavallo che Boccioni tradusse con Elasticità. Il dipinto si trova a Milano presso il Museo del Novecento e fa parte della Collezione Jucker. Ecco la scheda analitica.
Un cavallo molto popolare
Nel dipinto Amicizia sincera di Vittorio Cajani la figura del cavallo è interpretata con un certo romanticismo popolare di inizio Novecento. L’opera risale al 1924 e fu realizzata in un clima di ritorno all’ordine durante il quale i buoni sentimenti erano favoriti anche dalla cultura imperante. Erano anni di futurismi ma in questa immagine si coglie un clima di buonismo da cartolina. Comunque per apprezzare il dipinto puoi visitare la Galleria d’Arte Moderna di Varese. La scheda dell’opera.
Il cavallo bianco di Paul Gauguin
Paul Gauguin, Il cavallo bianco, 1898, olio su tela, 140 x 91,5 cm. Parigi, museé d’Orsay
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I cavalli del Regno d’Italia
Alt! di Giovanni Fattori del 1893 raffigura un paesaggio toscano nel quale si muovono dei soldati. Anzi il convoglio si ferma probabilmente per riposare. Infatti alcuni militari sono stesi sull’erba e altri sono fermi in groppa ai loro cavalli. Giovanni Fattori dipinse la vita dei contadini della maremma e la vita dei soldati del posto. Secondo l’artista i soggetti non erano poi così distanti perché si trattava sempre degli stessi giovani. In tempo di pace infatti lasciavano le divise per coltivare la terra. I cavalli di fattori sono parte della natura come i militari e la “macchia” uniforma tutto il paesaggio. Approfondisci.
Pastura maremmana di Giovanni Fattori
Giovanni Fattori, Pastura maremmana (Cavalli al pascolo), 1872 circa, olio su tela, Viareggio, © Istituto Matteucci
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Cavalli di Edgar Degas
Edgar Degas, Cavalli, 1866-1868 circa, olio diluito con trementina su tela, 46 x 61 cm. Parigi, museé d’Orsay
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Cavallo fermo di Edgar Degas
Edgar Degas (1834–1917), Cavallo fermo, 1865-1881, statuetta in cera con basamento di legno, 31,5 x 39,7 x 19,7 cm Parigi, museé d’Orsay
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Studio di cavallo grigio di Théodore Géricault
Théodore Géricault (1791–1824) , Studio di cavallo grigio, ?data, olio su tela, misure. Béziers, Museé des Beaux-Arts
Théodore Géricault amò profondamente i cavalli e l’immaginario militare della sua epoca. Infatti realizzò molte opere che ritraggono questi animali e soldati che li cavalcano. Inoltre durante il suo soggiorno in Inghilterra apprezzò in particolare la passione del popolo inglese verse le corse dei cavalli. Rappresentò così i fantini con i loro cavalli con taglio realistico e interpretazione romantica. Géricault studiò attentamente l’anatomia del cavallo e seppe rendere bene i loro caratteri a volte focosi e altre volte docili. In questo dipinto l’animale sembra colto di sorpresa e si gira di scatto verso l’osservatore. L’opera quindi oltre che una apprezzabile rappresentazione dell’animale rivela anche una profonda conoscenza del suo comportamento.
Cattura di un cavallo selvaggio nella campagna romana di Théodore Géricault
Théodore Géricault (1791–1824), Cattura di un cavallo selvaggio nella campagna romana, 1816, olio su tela, 48,5 x 60,5 cm. Rouen, Musée des Beaux-Arts
La passione per i cavalli di Théodore Géricault si manifestò già nelle sue opere giovanili. Infatti questo dipinto risale agli anni della sua formazione a Roma. L’artista realizzò questo dipinto all’età di circa 25 anni. Lo stile dell’opera è ancora quello della pittura neoclassica.
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Cavallo e arte: I cavalli in battaglia di Pieter Paul Rubens
Il cavallo è sempre stato un compagno instancabile per l’uomo in tempo di guerra e in tempo di pace. I cavalli hanno aiutato l’uomo ad arare i campi e ad affrontare i nemici in battaglia. Oggi il cavallo, animale di forza, è ormai scomparso dal nostro quotidiano e non ci rendiamo conto della sua continua presenza che per migliaia di anni ha accompagnato l’umanità. Nella raffigurazioni di battaglie del passato, almeno fino alla fine dell’Ottocento, il cavallo fu una figura determinante. Infatti gli artisti lo rappresentavano in quanto cavalcatura di prestigio dei comandanti.
Inoltre offriva grandi possibilità compositive per via delle sue forme eleganti e complesse. Pieter Paul Rubens dipinse Enrico IV alla battaglia di Ivry negli anni 1627-1630 e rappresentò un gruppo di cavalli proprio nel centro psicologico della scena. Gli animali sono rappresentati in varie posizioni e l’artista sfruttò al meglio le possibilità compositive offerte dai loro corpi. Il dipinto si trova a Firenze esposto alla Galleria degli Uffizi. Continua la lettura…
Cavallo e arte: Gli aristocratici cavalli di Siena
Nel celebre affresco di Ambrogio Lorenzetti intitolato Effetti del Buon Governo in città sono raffigurate scene di vita quotidiana del Trecento. L’opera infatti è datata 1338-1339 e documenta uno spaccato di vita dell’epoca. Nelle stradine si osservano anche alcuni cavalli usati dai nobili della città. A sinistra una giovane aristocratica transita con alcuni accompagnatori. Sono figure semplici ma realistiche che rendono il clima della città medievale. L’affresco si trova a Siena al Palazzo Pubblico nella Sala della Pace. La scheda dell’opera.
Il Cavallo nero macchiaiolo di Giovanni Fattori
Un cavallo attende di essere cavalcato all’interno della scuderia.
Giovanni Fattori. Cavallo nero, 1870, olio su tavola, 44.5 x 30.2. Milano, Galleria d’Arte Moderna
Cavallo e arte: I cavalli soldato dei macchiaioli
Giovanni Fattori fu il maestro riconosciuto del gruppo dei pittori Macchiaioli che operarono in Toscana a fine Ottocento. Nei suoi dipinti compaiono spesso i cavalli militari utilizzati dagli eserciti post-unitari. I cavalli raffigurati da Fattori nei dipinti non ufficiali sono pacati e accompagnano stancamente i militari immersi nella calura estiva. I loro colori si fondono con il paesaggio tanto da identificarsi in parte con esso. Gruppo di lancieri su strada di Giovanni Fattori è un’opera del 1893 e si trova a Firenze alla Galleria d’Arte Moderna presso Palazzo Pitti.
La morte di Sardanapalo di Eugène Delacroix
Eugène Delacroix, La morte di Sardanapalo, 1827, olio su tela, 395 x 425 cm. Parigi, Musée du Louvre
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Il cavaliere, la morte e il diavolo di Albrecht Dürer
Albrecht Dürer, Il cavaliere, la morte e il diavolo, 1513, incisione a bulino su lastra di rame, 24 x 19 cm (15 x 10 cm). Berlino, Staatliche Museen
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Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer
Il dipinto risale al 1504 circa e raffigura un tema molto rappresentato. Nell’Adorazione dei Magi di Albrecht Dürer a destra nello sfondo è presente un gruppo di cavalieri rinascimentali. Un cavallo si impenna e gli altri sono fermi saldamente controllati dai soldati col turbante. Dürer fu un artista tedesco molto interessato però al rinascimento italiano. In questi cavalli infatti si coglie forse qualche derivazione dalle opere di Leonardo da Vinci. Leggi l’articolo.
Pallade e il Centauro di Sandro Botticelli
La figura mitologica del Centauro unisce il corpo del cavallo e il busto di un essere umano. Sembra che i classici con questo mito abbiano voluto unire la potenza dell’animale con l’intelligenza umana per creare un supereroe dell’antichità. Nel dipinto Pallade e il Centauro di Sandro Botticelli del 1482-1483 il significato dell’opera è probabilmente da ricercare nell’adesione al Neoplatonismo di alcuni esponenti della famiglia de’ Medici di Firenze. Il dipinto è esposto alla Galleria degli Uffici. Ecco però la scheda dell’opera.
Caccia notturna di Paolo Uccello
Paolo Uccello è l’autore di Caccia notturna del 1470. In un bosco incantato e popolato da alberi che paiono colonne di un tempio naturale cavalcano i cacciatori a cavallo vestiti con abiti rinascimentali. Al centro poi le prede fuggono verso il fondo creando appunto una fuga prospettica che determina la natura geometrica dello spazio. In questo teatrino naturale i cavalli galoppano, frenano e trottano con pose da manuale. L’opera è esposta a Oxford presso l’Ashmolean Museum. Questa invece è la scheda del dipinto.
I Cavalli plastici di San Romano
Il dipinto di Paolo Uccello intitolato Disarcionamento di Bernardino della Ciarda del 1456 circa raffigura un momento decisivo della battaglia. In seguito allo scontro i fiorentini sconfissero i senesi nel 1432. L’artista creò così un teatrino plastico utilizzando la prospettiva geometrica e il chiaroscuro che mette in rilievo le forme razionali e tonde di cavalli e soldati. Il risultato è un’atmosfera sospesa e magica nella quale i cavalli sembrano giocattoli luminosi. L’opera la puoi ammirare a Firenze presso la Galleria degli Uffizi. Consulta la scheda del dipinto.
Monumento a Niccolò da Tolentino di Andrea del Castagno
Andrea del Castagno (1421–1457), Monumento a Niccolò da Tolentino, 1456, affresco riportato su tela, 833 x 512 cm. Firenze, Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Il monumento riprende un modello iconografico che si ritrova in molta altre opere celebrative di personaggi storici. L’artista lo realizzò circa un anno prima della sua morte, avvenuta nel 1457 all’età di 36 anni.
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Monumento equestre a Giovanni Acuto di Paolo Uccello
Paolo Uccello (1397–1475), Monumento equestre a Giovanni Acuto, 1436, affresco trasportato su tela, 820 x 515 cm. Firenze, cattedrale di Santa Maria del Fiore
Il Monumento dedicato a Giovanni Acuto si trova all’interno della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze. L’affresco è accanto a quello dipinto da Andrea del Castagno che raffigura Niccolò da Tolentino. Fu dipinto dall’artista all’età di 39 anni.
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Battaglia di San Romano. Niccolò da Tolentino alla testa della cavalleria fiorentina di Paolo Uccello
Paolo Uccello (1397–1475), Battaglia di San Romano. Niccolò da Tolentino alla testa della cavalleria fiorentina, 1438 circa, tempera su tavola, 181×320 cm, Londra, National Gallery
Il capolavoro rinascimentale intitolato la Battaglia di San Romano. Niccolò da Tolentino alla testa della cavalleria fiorentina di Paolo Uccello è un primo esempio di applicazione della prospettiva geometrica a corpi dipinti. Cavalli e cavalieri si scontrano nella battaglia in uno spazio razionale e raggelato. Sembrano personaggi sintetici o giocattoli sistemati su un plastico da un amante delle vicende belliche. Rimane però un’opera importantissima e affascinante, quasi metafisica. Da vedere alla National Gallery di Londra. La scheda dell’opera.
Il cavallo del Santo
Il rilievo in marmo sul Basamento del San Giorgio di Donatello raffigura il Santo a cavallo che con una lancia abbatte il drago e salva la vita alla giovane vergine. L’animale è scolpito con grande realismo e gusto classicheggiante. La posa di cavallo e cavaliere ricorda infatti quelle presenti su lastre romane di sarcofaghi o di rilievi celebrativi. La sua figura sarà anche ripresa in seguito e ispirerà altre celebri rappresentazioni. Questo capolavoro rinascimentale è visibile al museo del Bargello. Intanto ecco la scheda dell’opera.
Cavallo e arte nella civiltà greca
Gli artisti greci affrontarono la raffigurazione del cavallo con lo stesso criterio utilizzato per la figura umana. Le statue che raffigurano questi animali sono quindi precise raffigurazioni anatomiche del loro corpo. Per i greci il cavallo rappresenta l’insostituibile mezzo di trasporto via terra per merci e per gli eserciti. Questo animale diventa così un elemento indispensabile nella quotidianità delle polis e della sua economia. Le rappresentazioni del cavallo sono rintracciabili soprattutto nelle opere di pittura vascolare. Inoltre il mito del Cavallo di Troia sottolinea la sua importanza simbolica. Infatti per convincere i troiani a compiere un passo falso gli Achei costruirono una enorme statua in legno raffigurante un cavallo. Al suo interno si nascose poi un gruppo di soldati che una volta introdotti nella città aprì le porte all’esercito invasore. Solo il sacerdote Laocoonte si oppose e perse la vita insieme ai suoi figli, divorati da un mostruoso serpente marino.
Il cavallo di Lascaux
Le prime rappresentazioni di cavalli in corsa le troviamo sulle pareti di roccia della Grotta di Lascaux, in Francia. Si tratta di immagini realizzate nel Paleolitico superiore, risalenti quindi a circa 17.500 anni fa. Ora sono patrimonio dell’umanità e tutelate dall’UNESCO. Tra le oltre 6000 figure vi sono gruppi di animali, figure umane e segni astratti. Tra questi 364 sono riconoscibili come equini dipinti utilizzando colori minerali. Gli artisti preistorici non inserirono particolari ambientali ma dipinsero gli animali utilizzando come sfondo la superficie della roccia. Come sempre è accaduto nella storia dell’arte l’artista ha raffigurato un soggetto perché importante per se o per il gruppo sociale. I cavalli nel caso dell’uomo preistorico erano quindi forse una fonte alimentare come gli altri erbivori rappresentati.
Bibliografia
In preparazione
Link esterni
Consulta il sito ufficiale delle Grotte di Lescaux
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